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PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA

AUTORE, TEMPO DI COMPOSIZIONE
E VERITÀ STORICA
DEI VANGELI SECONDO MARCO
E SECONDO LUCA

 

Ai seguenti dubbi presentati, la Pontificia Commissione Biblica ha deciso di rispondere come segue:

1. La vistosa attestazione della tradizione, meravigliosamente concorde fin dai primordi della Chiesa e confermata da molteplici argomenti, cioè dalle esplicite testimonianze dei santi Padri e degli scrittori ecclesiastici, dalle citazioni e dalle allusioni che si incontrano nei loro scritti, dall'utilizzo degli antichi eretici, dalle versioni dei libri del Nuovo Testamento, da quasi tutti i codici manoscritti più antichi, ed anche dalle ragioni interne desunte dal testo dei sacri libri, costringe ad affermare con certezza che Marco, discepolo e interprete di Pietro, e Luca medico, aiutante e compagno di Paolo, sono veramente autori dei Vangeli a loro rispettivamente attribuiti?

Risposta: Sì.

II. Le ragioni con cui alcuni esegeti si sforzano di dimostrare che gli ultimi dodici versetti del Vangelo di Marco (Mc 16, 9-20) non sono stati scritti dallo stesso Marco ma sono stati aggiunti da un'altra mano, sono tali da dar diritto di affermare che essi non devono essere accolti come ispirati e canonici; o almeno dimostrano che Marco non è l'autore di tali versetti?

Risposta: No per entrambe le parti.

III. Allo stesso modo, è lecito mettere in dubbio la ispirazione e la canonicità della narrazione di Luca circa l'infanzia di Cristo (Lc 1-2), o circa l'apparizione dell'angelo confortatore di Gesù e il sudore del sangue (Lc 22, 43-44); o almeno si può mostrare con solide ragioni - cosa che piacque agli antichi eretici e arride ancora ad alcuni esegeti recenti - che queste narrazioni non appartengono al genuino Vangelo di Luca?

Risposta: No per entrambe le parti.

IV. I rarissimi e del tutto singolari documenti nei quali il cantico del Magnificat è attribuito non alla Beata Vergine Maria, ma ad Elisabetta, possono e debbono in qualche modo prevalere contro le testimonianze concordi di quasi tutti i codici, sia del testo greco originale, sia delle versioni, e contro l'interpretazione che pienamente esigono il contesto, la disposizione d'animo della Vergine stessa e la costante tradizione della Chiesa?

Risposta: No.

V. Quanto all'ordine cronologico dei Vangeli, è lecito allontanarsi dall'opinione fondata sulla testimonianza antichissima e costante della tradizione, la quale afferma che dopo Matteo, che scrisse primo di tutti il suo Vangelo nella sua lingua nativa, Marco scrisse per secondo e Luca per terzo; oppure bisogna stimare contraria a questa quell'altra opinione che afferma che il secondo e il terzo Vangelo sono stati scritti precedentemente alla versione greca del primo Vangelo?

Risposta: No per entrambe le parti.

VI. E' lecito differire la data della composizione dei Vangeli di Marco e Luca fino alla distruzione della città di Gerusalemme; oppure, visto che in Luca la profezia del Signore circa la distruzione di quella città pare più circostanziata, si può sostenere che almeno quel Vangelo fu scritto quando l'assedio della città era già cominciato?

Risposta: No per entrambe le parti.

VII. Si deve affermare che il Vangelo di Luca è anteriore al libro degli Atti degli apostoli (At 1,1-2); e poiché tale libro, che ha lo stesso Luca per autore, fu terminato alla fine della prigionia romana dell'apostolo (At 28, 30-31), si deve affermare che il suo Vangelo non fu composto dopo questo tempo?

Risposta: Sì.

VIII. Tenendo presenti tanto le testimonianze della tradizione, quanto gli argomenti interni concernenti le fonti di cui i due evangelisti fecero uso nello scrivere il loro Vangelo, si può dubitare prudentemente dell'opinione che sostiene che Marco ha scritto secondo la predicazione di Pietro e Luca secondo la predicazione di Paolo, e nello stesso tempo asserisce che questi evangelisti ebbero a disposizione altre fonti degne di fede, sia orali che disponibili in una forma già scritta?

Risposta: No.

IX. Le parole e gli atti riferiti secondo la predicazione di Pietro da Marco accuratamente e quasi graficamente, ed esposti molto sinceramente da Luca, dopo aver fatto ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi per mezzo di testimoni assolutamente degni di fede, come coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola (Lc 1,2-3), reclamano con diritto a sé quella piena fedeltà storica che la Chiesa ha sempre loro accordata; oppure, al contrario, questi stessi avvenimenti e atti si devono giudicare, almeno in parte, privi di verità storica, sia perché gli scrittori non furono testimoni oculari, sia perché si nota non poche volte presso ambedue gli evangelisti una mancanza di ordine e una discrepanza nella successione dei fatti, sia perché, essendo arrivati e avendo scritto più tardi, dovettero necessariamente esporre concezioni estranee al pensiero di Cristo e degli apostoli o fatti già più o meno falsati dall'immaginazione del popolo, sia infine perché ciascuno di essi con una sua finalità, ha tenuto conto di idee dogmatiche preconcette?

Risposta: Sì per la prima parte, No per la seconda.

Il giorno 26 giugno 1912, nell'udienza benignamente concessa ai due Reverendissimi segretari consultori sottoscritti, il nostro Santo Padre Pio Pp. X ha ratificato le suddette risposte e ha comandato di pubblicarle.

Fulcranus Vigoroux, Gr.S.Sulp.
Laurentius Janssens, O.S.B.
Consultores ab Actis.

 

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