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PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA

AUTORE, TEMPO DI COMPOSIZIONE
E VERITÀ STORICA DEL LIBRO
DEGLI ATTI DEGLI APOSTOLI

 

Ai seguenti dubbi presentati, la Pontificia Commissione Biblica ha deciso di rispondere come segue:

1. Tenendo conto in primo luogo della tradizione della Chiesa universale, che risale fin dai primi scrittori ecclesiastici ed essendo attenti ai caratteri interni al libro degli Atti, sia considerato in sé, sia nella sua relazione con il terzo Vangelo, soprattutto in ciò che concerne l'affinità e la mutua connessione di entrambi i prologhi (Luc. 1,14; Act. 1,1-2), si deve tenere per certo che il libro che ha per titolo Atti degli Apostoli, ha per autore l'evangelista Luca?

Risposta: Sì.

II. Per ragioni critiche, desunte sia dalla lingua e dallo stile, sia dal modo di narrare, sia dall'unità di scopo e di dottrina, si può dimostrare che il libro degli Atti degli Apostoli deve essere attribuito ad un solo autore e che, di conseguenza è priva di ogni fondamento l'opinione di scrittori recenti che ritiene che Luca non sia l'unico autore del libro, bensì siano da ammettersi diversi autori per lo stesso libro?

Risposta: Sì per entrambe le parti.

III. In particolare, quelle importanti pericopi degli Atti in cui, interrotto l'uso della terza persona, si introduce la prima plurale (Wirstücke), indeboliscono l'unità di composizione e l'autenticità, o piuttosto si deve dire che, considerate da un punto di vista storico e filologico, confermano tale unità?

Risposta: No per la prima parte, Sì per la seconda.

IV. Per il fatto che lo stesso libro si chiuda bruscamente appena dopo aver fatto menzione dei due anni della prigionia romana di Paolo, si può dedurre che l'autore abbia scritto un altro volume ora perduto, o che avesse avuto l'intenzione di scriverlo, e, di conseguenza, si può differire la data di composizione del libro degli Atti molto tempo dopo tale prigionia, o piuttosto si deve ritenere con diritto e ragione che Luca ha terminato il libro verso la fine della prima prigionia romana dell'Apostolo Paolo?

Risposta: No per la prima parte, Sì per la seconda.

V. Se si considerano ad un tempo sia le frequenti e facili relazioni che senza dubbio Luca aveva con i primi e principali fondatori della Chiesa Palestinese e con Paolo, l'Apostolo delle genti, del quale fu aiutante nella predicazione evangelica e compagno nei viaggi, sia la solita sua abilità e diligenza nella ricerca dei testimoni e nell'osservazione dei fatti con i suoi occhi, sia finalmente l'accordo, per la maggior parte evidente e ammirevole, del libro degli Atti con le stesse lettere di Paolo e con i documenti storici più veridici, si deve tenere per certo che Luca abbia avuto fra le mani fonti assolutamente degne di fede e che se ne sia servito in modo accurato, esatto e fedele, in modo da rivendicare con diritto una piena autorità storica?

Risposta: Sì.

VI. Le difficoltà che qua e là di solito si oppongono, generate sia da fatti soprannaturali narrati da Luca; sia dal modo di esporre alcuni discorsi, i quali, essendo riassunti, si considerano inventati e adattati alle circostanze; sia da alcuni passi, almeno apparentemente discordanti dalla storia profana o biblica; sia infine da alcune narrazioni che sembrano essere in contraddizione sia con lo stesso autore degli Atti, sia con altri autori sacri, sono forse tali da mettere in dubbio, o almeno in qualche modo da diminuire l'autorità storica degli Atti?

Risposta: No.

Il giorno 12 giugno 1913, nell'udienza benignamente concessa al Reverendissimo Segretario consultore il nostro Santo Padre Pio Pp. X ha ratificato le suddette risposte e ha comandato di pubblicarle.

 

Laurentius Janssens, O.S.B.
Segretario consultore

 

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