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CONGREGAZIONE PER LE CHIESE ORIENTALI

INTERVENTO DEL CARDINALE LEONARDO SANDRI
IN OCCASIONE DELLA VISITA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
IN TERRA SANTA (8-15 MAGGIO 2009)*

Sala Marconi - Radio Vaticana
Martedì, 28 aprile 2009

 

UNA MISSIONE DI SPERANZA

"Il pellegrino di Cristo, suo vicario in terra come successore dell'apostolo Pietro, si farà pellegrino della pace che solo Dio può dare ai figli sempre e comunque amati. La visita papale sia un monito a tutti i responsabili ad ogni livello perché non si attardino a liberare definitivamente la pace, come la colomba di Noè". Sono le parole del cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, in occasione della presentazione del volume di Giorgio Bernardelli Terra Santa. Viaggio dove la fede è giovane (Roma, Editrice Ave, 2009, pagine 160, euro 11,00) con prefazione di padre Pierbattista Pizzaballa.

Il libro propone un itinerario di visita diviso in otto giorni, attraverso i quali il pellegrino è invitato a scoprire la Terra Santa e l'importanza della sua missione, come ha sottolineato il cardinale Sandri durante l'incontro - svoltosi nella sala Marconi della Radio Vaticana - al quale è intervenuta anche Chiara Finocchietti, vicepresidente nazionale dell'Azione cattolica italiana per il settore giovani. "Alla Terra Santa - ha detto il prefetto - è affidata una missione di speranza. È la speranza di una celeste Gerusalemme; di una definitiva convocazione dall'Oriente e dall'Occidente di tutti i popoli nella lode del Signore; di una comunione piena con Dio nella città della pace illuminata dall'Agnello glorioso. Per questo la Gerusalemme storica e i cristiani che la abitano fisicamente o col cuore, e soprattutto con la fede - il salmo recita: "tutti là siamo nati"! - devono condividere la missione di unità e di pace, propria della Chiesa, e che trova in questa città una insuperabile icona. E forse per questo la nostra pubblicazione, nell'ottavo giorno, quello del Risorto, conclude l'itinerario, che passa da Nazaret al Tabor, dal lago di Tiberiade alla valle del Giordano, da Gerusalemme a Betlemme, con la tappa a Nevé Shalom, all'oasi della pace".

La missione della Terra Santa, secondo il porporato, non è solo quella di incarnare la speranza, ma anche di testimoniare "una giovinezza perenne offerta alla Chiesa e tramite la Chiesa all'umanità. Le memorie storiche degli inizi del cristianesimo, di cui la Terra Santa è disseminata, rendono più attenta la comunità ecclesiale locale e quanti ad essa si uniscono come pellegrini, alla grazia delle origini cristiane, e alla perenne possibilità di attingere la vita divina contenuta nei misteri di Cristo. Il legame con quelle origini assicura il futuro ecclesiale".

"La Terra Santa - ha proseguito il cardinale prefetto - è testimone di un silenzio, che conosce due apici: l'incarnazione e la croce, ed è come avvolto dal silenzio del sepolcro vuoto, che si fa certezza in colui che come risorto rende "inarrestabili" i testimoni, i quali anche oggi confermano la realtà costante, anch'essa bimillenaria, del martirio cristiano. Anche ai nostri giorni il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani. Il silenzio di Dio si è fatto Parola, insuperabile nell'eloquenza dell'amore misericordioso, e si è compiuta nella Pasqua del Signore. È un silenzio quello di Dio che non può essere eluso. Interpella ogni uomo e ogni donna. Diremmo che è assordante nella sua verità di amore. Forse per questo la violenza e l'odio, la guerra e la morte hanno sempre tentato di soffocarlo".

Il porporato ha poi ricordato che l'inizio del suo servizio alle Chiese orientali cattoliche è stato segnato dal pellegrinaggio compiuto in Israele, Palestina e Giordania. In quel viaggio ha potuto incontrare le varie realtà ecclesiali e religiose della Terra Santa, coloro che sono le "pietre vive": i cattolici latini, il Patriarca di Gerusalemme, i vescovi, i sacerdoti, i francescani della custodia, i fedeli delle altre Chiese cattoliche dei diversi riti orientali e quelli che non sono in piena comunione, oltre ai rappresentanti dell'ebraismo e dell'islam. "Non c'è luogo al mondo - ha affermato il prefetto - nel quale i cristiani di ogni confessione e i credenti nel vero Dio, come tanti altri cercatori di Dio provenienti dal mondo intero, possano vantare il privilegio e la fatica di una quotidiana frequentazione".

L'intervento del cardinale Sandri si è concluso con l'assicurazione della preghiera di tutto il popolo di Dio per la buona riuscita della visita di Benedetto XVI in Terra Santa.


* ©L'Osservatore Romano - 4-5 maggio 2009

 

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