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OMELIA DEL CARDINALE PREFETTO
IGNACE MOUSSA I DAOUD
IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE DI RINGRAZIAMENTO
DELLA CHIESA GRECO-CATTOLICA ROMENA
AL GRADO ARCIVESCOVILE MAGGIORE

Cattedrale di Blaj, 30 aprile 2006

 

1. Lo Spirito del Risorto ha sostenuto la Chiesa greco-cattolica romena nella passione e nella croce. L'ha condotta alla risurrezione e ora la accompagna nel tempo. Quasi a sigillo della sua bontà il Signore le ha fatto dono della piena maturità ecclesiale riconosciuta con l'elevazione ad Arcivescovado Maggiore. Essa è rimasta se stessa. Fedele alla tradizione orientale, ma unita con Roma: salda e ferma con Pietro, e con i suoi successori, col vescovo di Roma che presiede nella carità e nella verità. Lavata nel sangue di Cristo ha pagato col sangue dei suoi martiri il caro prezzo dell'unità. A questa storica festa ben si addicono le parole del salmo pasquale: ecco il giorno che ha fatto il Signore, esultiamo insieme! Alleluia!

2. Prendendo parte alla gioia comune, ho l'onore di recare il saluto e la benedizione del nostro amato Santo Padre Benedetto XVI. Il Papa ci è vicino! Lo assicura il Segretario di Stato, Cardinale Angelo Sodano, nel messaggio a me indirizzato per questa circostanza: "il Sommo Pontefice è spiritualmente unito ... e formula voti affinché l'eredità cristiana intensamente vissuta e ora canonicamente rafforzata contribuisca a confermare la adesione di fede al Signore Gesù in unione col Successore di Pietro. Mentre ricorda l'eroica perseveranza dei fedeli greco-cattolici durante la triste oppressione comunista il Santo Padre auspica che questo evento ecclesiale sia di sprone per sempre convinto annuncio della buona novella. E imparte all'Arcivescovo Maggiore e tutti i presenti speciale benedizione apostolica propiziatrice di copiosi doni celesti".

Condividendo l'amore per l'Oriente del suo Predecessore, il Santo Padre Benedetto XVI nel memorabile giorno del 16 dicembre 2005 ha elevato la Metropolia sui iuris greco-cattolica romena al grado di Chiesa Arcivescovile Maggiore e il Metropolita Lucian ad Arcivescovo Maggiore. Il provvedimento pontificio è stato possibile a motivo della vostra fedeltà e testimonianza, e della vostra entità ecclesiale. Le tristi vicende del passato hanno tentato di cancellare la vostra Chiesa; problemi e difficoltà accompagnano oggi il vostro cammino nella storia. Ma voi, non solo avete perseverato, ma siete rimasti una Chiesa viva ed ora siete in promettente crescita. Vi conceda il Signore pieno sviluppo in tutte le categorie del Popolo di Dio, come nelle strutture pastorali ed educative, e in particolare nei luoghi di culto, che auspico possano essere sempre più adeguati alle necessità secondo verità e carità.

3. In questo giorno confluisce tutta la vostra storia cristiana. La doppia elevazione della Chiesa greco-cattolica romena e del suo Metropolita diventa il segno di un passato glorioso e di un avvenire pieno di promesse. L'unità era un sogno di tante anime di buona volontà tra i cristiani di Romania. La preghiera e 1'amore per la Chiesa hanno realizzato questo sogno. Penso al piccolo seme gettato nella terra il 7 maggio 1700 con la felice ratifica dell'Unione alla Sede Romana. Penso al vescovo di allora, Atanasio. E al vescovo Giovanni Innocenzo Micu Klein, le cui venerate spoglie da Roma sono tornate in questa cattedrale. Durante il suo episcopato la residenza ecclesiale venne trasferita qui, a Blaj, chiamata "piccola Roma"! Era il 1737. Seguì l'istituzione del Vicariato rituale di Oradea Mare. Nel 1853 il beato Pio IX avrebbe eretto la Metropolia per i Romeni uniti con la Bolla Ecclesiam Christi. Alterne furono le vicende successive fino alla tremenda soppressione dell'Unione nell'ottobre 1948. La prigionia per i vescovi e per molti altri testimoni non distrussero la Chiesa romena unita con Roma. Il vescovo Giulio Hossu, fu l'ultimo gerarca a lasciare questa terra nel 1970 senza vedere la risurrezione della sua Chiesa. Nel 1973 il Papa Paolo VI avrebbe rivelato che gli era stata conferita la porpora cardinalizia senza poterne dare l'annuncio pubblico. Ma ormai il raccolto era pronto perché coltivato nella sofferenza e nell'amore, e irrigato dal martirio. Nel 1989 la Chiesa greco-cattolica avrebbe ottenuto il diritto ad un'esistenza legale. Dieci anni dopo i romeni cattolici ed ortodossi avrebbero accolto il Servo di Dio Giovanni Paolo II, facendo dono al mondo del grido: unitate, unitate! Il Papa avrebbe abbracciato in quella circostanza un altro insigne figlio e pastore della Chiesa greco-cattolica romena creato Cardinale di Santa Romana Chiesa: il colore del sangue glorificava Cristo e i suoi fratelli fedeli nel compianto Metropolita Alexandru Todea.

A quell'evento storico seguì la visita del Patriarca Teoctist a Roma a conferma di perdurante fraternità.

4. Fratelli e sorelle,

voi conoscete meglio di me la vostra storia. Ma era mio dovere di fare pur breve memoria di questi grandi nomi per magnificare il nome santo di Dio!

Uomini di fuoco, con l'ardore dei profeti e dei martiri, furono per voi guide esemplari! Li sentiamo in comunione con noi. E comprendiamo che il silenzio di quella fedeltà crocifissa deve parlare oggi attraverso la nostra limpida testimonianza. Solo per fede la Chiesa ha potuto resistere!

5. In questa prima domenica dopo Pasqua vogliamo professare la stessa fede! E fare nostre le parole dell'apostolo Tommaso ascoltate nel Vangelo: "Mio Signore e mio Dio". Sì, il Crocifisso è Risorto! Lo incontriamo nella Parola di Dio e nella Santa Eucaristia. Lo incontriamo nel suo Popolo Santo: nei poveri, nei bisognosi e nei sofferenti. Pieni di fede diciamo: "Mio Signore e mio Dio"! In Lui fermamente crediamo! Oggi come in passato la vittoria è questa: la nostra fede!

Il compianto Papa Giovanni Paolo II, che "ci benedice dalla finestra della Casa del Padre", ha consacrato questa domenica alla divina misericordia.

Dio è amore! Ci ha ricordato Papa Benedetto nella prima Enciclica.

La fede pasquale fa fiorire la vita aprendola all'amore misericordioso di Dio.

6. Cari fratelli e sorelle,

prima di concludere voglio rendervi partecipi della commossa gratitudine che porto nel cuore. E' gratitudine a Dio che mi ha concesso come Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali di celebrare questa nuova elevazione ad un solo anno da quella della Chiesa siro-malankarese dell'India. E' gratitudine anche nei vostri confronti per la tanto cordiale accoglienza. Tornando in Romania per la terza volta ho percepito il clima coinvolgente della familiarità cristiana. Non dimenticherò questo giorno e non dimenticherò voi, pastori e fedeli. Dirò al Santo Padre della vostra fede, della vostra devota obbedienza e lo renderò partecipe dei nostri sentimenti. In questo momento solenne, davanti a voi, presso la Cattedrale di Blaj, saluto l'Arcivescovo Maggiore di Făgăraş e Alba Julia dei Romeni, Sua Beatitudine Lucian Mureşan. Gli auguro di essere veramente "caput et pater": capo che governa e padre che veglia e che ama! Il titolo dice onori e diritti, ma anche responsabilità. Il canone 152 del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali recita: "Quanto è detto nel diritto comune ... dei Patriarchi, si intende che vale anche per gli Arcivescovi Maggiori". Sua Beatitudine presiederà il Sinodo dei Vescovi greco-cattolici: supremo organo del governo e della cura pastorale della vostra Chiesa. A nome della Congregazione per le Chiese Orientali, che sarà sempre al vostro fianco, esprimo al nuovo Sinodo il più caloroso incoraggiamento!

Saluto S.B. Em.ma l'Arcivescovo Maggiore della Chiesa Arcivescovile Maggiore Ucraina, 1'Ecc.mo Nunzio Apostolico, Mons. Jean-Claude Périsset, i Vescovi eparchiali di Oradea Mare, Lugoj, Maramureş, Cluj-Gherla e Saint George’s in Canton negli Stati Uniti d'America, con l'Arcivescovo emerito Mons. Guţiu, le insigni istituzioni ecclesiali e le comunità parrocchiali. Saluto i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i fedeli, con i distinti Rappresentanti Ecumenici, le Autorità Civili, e tutti gli amici di Romania. In modo speciale saluto i carissimi giovani e i seminaristi, che sono la nostra grande speranza!

Intercedano per noi la Santissima Madre di Dio, con i santi Evangelizzatori e Patroni della vostra nobile Nazione. Tutti ci benedica il Signore Risorto.

Cristos a înviat! Adevărat a înviat!

     

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