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CONGREGAZIONE PER LE CHIESE ORIENTALI

DISCORSO INAUGURALE DI S.E. MONS. LEONARDO SANDRI
IN OCCASIONE DELL'ACCENSIONE DELLA LAMPADA DELLA PACE
ALL'ICONA DELLA SANTA MADRE DI DIO

Sala dei Papi del Palazzo dei Convertendi, Roma
Martedì, 3 luglio 2007

 

Eccellenze e Cari Amici,

Sono lieto di questo incontro nella sede della Congregazione per le Chiese Orientali all'inizio del nuovo compito che il Santo Padre mi ha affidato.

Unitamente a Mons. Vegliò, Arcivescovo Segretario, e a tutti i Collaboratori porgo ai Signori Ambasciatori un saluto cordiale e deferente e li ringrazio per la presenza molto gradita.

Come Prefetto di questa Congregazione il mio sguardo si volge in modo più esplicito alle amate Chiese di rito orientale e latine che nei territori orientali testimoniano il Vangelo tra tante prove e nutrono insieme alle rispettive comunità nazionali la stessa aspirazione ad un futuro di pace fondato sulla verità e sulla giustizia.

Ho perciò sentito come bisogno del cuore di pormi sulle orme del Santo Padre facendo eco alla sua preoccupazione e partecipando alla sua quotidiana preghiera per la pace in Oriente.

Visitando questa Congregazione il 9 giugno scorso, Egli così si esprimeva: "Dalle mie labbra si leva oltremodo accorata l'invocazione di pace per la Terra Santa, per l'Iraq e per il Libano [...]. Possano le Chiese e i discepoli del Signore rimanere là dove li ha posti per nascita la Divina Provvidenza; là dove meritano di rimanere per una presenza che risale agli inizi del cristianesimo. Nel corso dei secoli essi si sono distinti per un amore incontestabile e inscindibile alla propria fede, al proprio popolo e alla propria terra" (L'OR, domenica 10 giugno 2007, p 1).

E domenica 17 giugno da Assisi affermava:  "Considero mio dovere lanciare da qui un pressante e accorato appello affinché cessino tutti i conflitti armati che insanguinano la terra, tacciano le armi e dovunque l'odio ceda all'amore, l'offesa al perdono e la discordia all'unione! [...]. Il nostro pensiero va particolarmente alla Terra Santa, tanto amata da San Francesco, all'Iraq, al Libano, all'intero Medio Oriente" (L'OR, lunedì - martedì 18-19 giugno 2007, p. 1).

Infine, nell'udienza concessa alla R.O.A.C.O. (Riunione delle Opere in Aiuto alle Chiese Orientali) e ai Membri della nostra Congregazione il 21 giugno scorso completava per così dire il "trittico della pace" con queste toccanti parole:  "Busso nuovamente al cuore di Dio, Creatore e Padre, per chiedere con immensa fiducia il dono della pace. Busso al cuore di coloro che hanno specifiche responsabilità perché aderiscano al grave dovere di garantire la pace a tutti, indistintamente, liberandola dalla malattia mortale della discriminazione religiosa, culturale, storica o geografica" (L'OR, venerdì 22 giugno 2007, pp. 1 e 6).

Cari amici,

sento il desiderio e la responsabilità di non disattendere la sollecitudine del Santo Padre e piuttosto di fare quanto possibile perché questo "trittico della pace" che Egli ha composto nell'arco di una decina di giorni durante il mese scorso ci coinvolga in un fraterno impegno per la pace.

Il mondo, tuttavia, non sa darsi pace! Allora è da sapienti rivolgersi all'Onnipotente perché sia Lui a toccare i cuori e le volontà.

Venendo alla Congregazione per le Chiese Orientali ho recato con me questa Icona raffigurante la Madre di Dio. Davanti a Lei imploro con fiducia la pace.

Accenderemo una piccola lampada. Così sarà una debole e indifesa fiamma a ricordarci che solo apparentemente è debole la nostra preghiera.

La semplice luce di questa lampada sarà per noi il segno della potente intercessione della Madre di Dio presso il Principe della Pace.

Affidata alla Madre di Dio questa luce infonderà nei cuori la certezza che anche oggi il Signore può disarmare i cuori, le volontà e le mani degli uomini per fare di noi tutti, come chiedeva san Francesco, degli autentici "strumenti della sua pace".

Oggi è la festa di san Tommaso Apostolo. La tradizione lo acclama come evangelizzatore dell'Oriente. La Chiesa caldea fa riferimento in modo speciale alla sua predicazione. E in India i membri delle Chiese cattoliche siro-malabarese e siro-malankarese, e quelle delle altre Chiese e comunità ecclesiali si gloriano di essere "i cristiani di San Tommaso".

Egli che riconobbe dalla ferita del Cuore il Crocifisso Risorto aiuti i suoi figli orientali a "sperare contro ogni speranza" nonostante le ferite del tempo presente.

Non possiamo lasciare soli i nostri fratelli e le nostre sorelle nella tremenda incertezza che la violenza porta con sé e che li costringe ad abbandonare la madrepatria, e con essa le tradizioni religiose e culturali dei propri padri. Il crescente flusso migratorio produce spesso un penoso sradicamento spirituale che lede il diritto alla salvaguardia e al pieno sviluppo della identità personale e comunitaria.

Questa lampada arda, perciò, intensamente!

E ancor più ardente sia la nostra preghiera per non attendere troppo a lungo che la pace, finalmente liberata, sia instaurata ovunque a consolazione universale.

Cari amici,

a tutti rinnovo un saluto ed un augurio di pace, che estendo cordialmente alle rispettive famiglie e comunità nazionali, mentre unisco l'auspicio di serene  e benefiche vacanze estive.

Grazie!

    

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