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CONGREGAZIONE PER LE CHIESE ORIENTALI

DISCORSO DEL CARD. LEONARDO SANDRI
AL SINODO GRECO-CATTOLICO DI UCRAINA
IN VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM"

29 gennaio 2008 

 

Beatitudine Eminentissima,
Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi,
Esarchi, Ausiliari,
Amministratori Apostolici di Buchach e Mukaceve, 

Sono molto lieto di accogliervi alla Congregazione per le Chiese Orientali, insieme all’Arcivescovo Segretario, al Sotto-Segretario e ai Collaboratori.

Siete a Roma per venerare le memorie apostoliche e per “vedere Pietro”, Colui che conferma nella fede i fratelli per mandato ricevuto dal Signore Gesù. Il nostro Dicastero vi accompagna con la preghiera e col più vivo augurio per un fruttuoso pellegrinaggio e perché siano proficui anche i previsti incontri con la Curia Romana. Sono grato per la vostra presenza collegiale questa mattina e per gli incontri personali già iniziati ieri con l’Arcivescovo Maggiore e alcuni di voi: rinnovo l’assicurazione di tutta la possibile disponibilità da parte nostra.

E vi saluto cordialmente, estendendo il mio ricordo ai Presuli della diaspora, ai generosi sacerdoti, religiosi e religiose, e ai numerosi fedeli, che si sentono col cuore a Roma, con i loro pastori.

A Vostra Beatitudine Eminentissima porgo fervidi rallegramenti per il 50° anniversario di ordinazione sacerdotale: sabato prossimo rinnoveremo insieme, soprattutto nella Divina Liturgia, il nostro grazie al Signore.

A Lei e ai confratelli Vescovi il mio ringraziamento per il ministero pastorale che svolgete con responsabilità e generosità. Il vostro impegno rende onore alla eredità che i martiri confessori della fede hanno posto nelle vostre mani.

Abbiamo da poco concluso la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Rendo atto alla vostra Chiesa di apertura e collaborazione ecumenica ed esorto a continuare nel solco della invocazione di Cristo al Padre: “Ut unum sint”! Siete quotidianamente a contatto con altre Chiese e comunità ecclesiali sia nella madrepatria, sia nella diaspora. Nulla rimanga intentato perché il rispetto e la collaborazione vicendevoli siano confermati e crescano: il mondo attende (e i vostri stessi fedeli attendono) questa testimonianza di unità, che è più efficace se è più sofferta. L’unità visibile della Chiesa è il grande appello perché il mondo creda; è un forte invito al dialogo con le altre religioni e con tutti gli uomini di buona volontà per edificare la pace universale.

La vostra Chiesa si distingue per il suo servizio alla causa della libertà e della piena sovranità della Nazione Ucraina, e perché essa possa svolgere il ruolo che merita in Europa per la sua storia e la sua cultura. In tal modo si mostra come il cristianesimo costituisca un bene prezioso e un formidabile stimolo alla coesione interna e internazionale dell’Ucraina.

A maggior ragione è richiesta alla vostra Chiesa la pazienza necessaria alla collaborazione ecumenica: quella pazienza di cui dà già prova; la pazienza che non mortifica i diritti e non vuole affatto perpetuare ingiustizie del passato, ma che sa attendere il pieno esercizio dei diritti per non compromettere o interrompere il cammino di avvicinamento ecumenico avviato. E fa questo per il supremo principio della “salus animarum”: il bene delle anime, lo esige, responsabili come siamo per la salvezza di tutti e non solo del gregge a noi personalmente affidato. Siamo collaboratori di Cristo, il Salvatore universale.

Sono certo della vostra comprensione e perciò condivido con voi l’auspicio di un rinnovato spirito di comunione tra orientali e latini all’interno della stessa comunità cattolica. Desidero per parte mia assicurare la possibile attenzione al problema e la possibile fraterna mediazione. Ma anche su questo punto si deve fare appello alla responsabilità episcopale perché la comprensione interecclesiale riceva incremento. In passato avete condiviso con la Chiesa latina prove gravi per la stessa fede cristiana e la stessa fedeltà alla Sede di Pietro. Tale comune ricchezza deve ora aiutarvi a trovare soluzioni in spirito di gratuità evangelica a quelle inevitabili contese, che sono una componente negativa del passato e tentano di bloccare la missione ecclesiale. Non vorremo far mancare al riguardo la comune preghiera e ogni possibile intento, nel rispetto di tutti.

Va anche confermata la più sicura comunione interna al Sinodo Episcopale. Da esso l’unità rifluisce efficacemente sui presbiteri, sui consacrati e sui fedeli. Sulla vita della vostra Chiesa nella madrepatria e nella diaspora ho ricevuto un’abbondante documentazione in vista della visita “ad Limina”, della quale vivamente ringrazio. Essa è di particolare utilità per questo Dicastero, per la Segreteria di Stato e la Curia, e soprattutto per il Santo Padre. Sua Beatitudine il vostro Arcivescovo Maggiore mi ha consegnato ieri una lettera riassuntiva delle principali problematiche, che ho letto attentamente. Non potremo ora dare risposte esaurienti a specifiche richieste e ad interessanti proposte. Ma assicuro che la Congregazione cercherà di valutare tutto opportunamente, con speciale responsabilità: e non vorrebbe essere questa una assicurazione rituale o formale.

Circa la vita interna della vostra Chiesa, vorrei prima di tutto accennare al discorso pronunciato da Papa Benedetto XVI nella visita a questa Congregazione per il 90° di fondazione. Dopo aver ribadito l’irreversibilità della scelta ecumenica e l’inderogabilità dell’incontro a livello interreligioso, il Pontefice ha elogiato “la più corretta applicazione della collegialità sinodale e la verifica puntuale di quello sviluppo ecclesiale suscitato dalla ritrovata libertà religiosa”, incoraggiando la formazione degli ecclesiastici e dei laici, l’aggiornamento della pastorale familiare, giovanile e vocazionale, e la valorizzazione della pastorale della cultura e della carità. Ritengo siano di speciale importanza anche per la vostra Chiesa queste autorevoli indicazioni: la vita religiosa maschile e femminile, ad esempio, risente tuttora di una formazione segnata dalla precarietà dei tempi, e anche l’Ucraina condivide con l’Europa la crisi delle famiglie e delle vocazioni.

Incoraggio, pertanto, ad elaborare linee di verifica per confermare ciò che fa crescere, ma anche correggere quanto fosse debole ed integrare le insufficienze.

Il ruolo della vostra Chiesa, la più grande e la più sviluppata specialmente sotto il profilo pastorale, con le promettenti istituzioni formative e culturali che può vantare, è fondamentale nel mosaico delle Chiese Orientali Cattoliche e non solo tra quelle di tradizione bizantina. L’Oriente cattolico guarda agli Ucraini con ammirazione e con fiducia anche perché molti di essi giungono in tante parti del mondo e soprattutto nell’Europa Occidentale: dal vostro rinnovamento interno, e dal modo col quale si potrà affrontare la sfida umana e pastorale delle migrazioni di tanti vostri fedeli, molto bene potrà venire per tutti gli orientali cattolici.

Beatitudine, cari confratelli Vescovi,

Nell’intervista rilasciata dal Cardinale Husar a “L’Osservatore Romano” il 4 gennaio scorso sono riassunti orientamenti importanti per il cammino della vostra Chiesa, che mi trovano senz’altro concorde. Ho incominciato con quella lettura la mia preparazione alla visita in Ucraina, che ho confermato all’Arcivescovo Maggiore per la prossima estate. Nella notte tra il 12 e il 13 luglio prossimo affideremo alla Santa Madre di Dio anche i frutti della visita ad Limina. Mi auguro che il viaggio possa costituire un segno di comunione e fraternità ecclesiale e senz’altro sarà per me un’apprezzabile possibilità per conoscere più profondamente e direttamente la Chiesa greco-cattolica ucraina. Grazie.

 
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