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I - NOTIZIE RILEVANTI

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ANNO 1998 

Il cinquantesimo di sacerdozio dell'Arcivescovo Miroslav Stefan Marusyn, Segretario della Congregazione

Il 2 maggio 1998 l'Arcivescovo Miroslav Stefan Marusyn, Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali, ha ricordato il cinquantesimo anniversario della propria ordinazione sacerdotale. Nella circostanza la Congregazione, con il Card. Prefetto Achille Silvestrini e tutti i collaboratori, si è ritrovata in un clima di viva cordialità per la lettura della Lettera gratulatoria del Santo Padre e la presentazione degli auguri.
Venerdì 1° maggio S.E. Mons. Marusyn ha celebrato la Divina Liturgia di ringraziamento nella Cappella del Pontificio Collegio Ucraino di San Giosafat, sul Gianicolo, con gli studenti di teologia, i superiori e i rappresentanti dei religiosi e delle religiose di rito ucraino presenti in Roma.
Particolari festeggiamenti hanno avuto luogo nella terra d'origine dell'Arcivescovo, e soprattutto nel paese natale di Kniaze in Ucraina, che egli lasciò nel 1954 in seguito alle vicissitudini belliche, allorché era alunno del primo anno dell'Accademia Ecclesiastica di Leopoli.

Sessione Plenaria della Congregazione

Dal 29 settembre al 2 ottobre 1998 si è tenuta la Sessione Plenaria della Congregazione per le Chiese Orientali, che ha trattato i seguenti temi:

- Problematiche ecclesiologiche e giuridiche sullo status personarum di fedeli cattolici, orientali e latini
- Diritti e privilegi dei Patriarchi orientali cattolici
- Cura pastorale dei fedeli orientali cattolici in diaspora
- Iniziative del Dicastero circa la formazione e gli studi dei seminaristi e dei religiosi orientali cattolici
- Compiti del Dicastero in materia liturgica

Il Card. Prefetto, nella prolusione con la quale ha introdotto i lavori, ha sottolineato che le Chiese orientali cattoliche sono testimoni viventi del fatto che la Chiesa Cattolica è, per usare un termine tradizionalmente caro all'Oriente, una sinfonia, nella quale risuona la voce e la testimonianza di una varietà di Chiese. Inoltre ha enumerato gli elementi che, ad un tempo, offrono speranze e creano difficoltà: le nuove linee ecclesiologiche maturate nel Concilio Vaticano II, la diffidenza con la quale le Chiese orientali cattoliche vengono considerate dagli Ortodossi, l'uscita dalla persecuzione che in Europa centrale e orientale ne ha travolto le strutture ecclesiali, la forte emigrazione causata dall'instabilità politica dei Paesi del Medio Oriente e dall'emergere del fondamentalismo islamico, l'encomiabile zelo missionario delle Chiese Siro-Malabarese e Siro-Malankarese e la loro rivendicazione del diritto alla cura pastorale dei propri fedeli sia in India, nei territori che non sono propri di queste Chiese, sia nelle altre parti del mondo. Il Card. Prefetto, infine, ha individuato le priorità del servizio del Dicastero alle Chiese orientali nella formazione del clero e nella promozione della rinascita della vita monastica.
Durante i lavori della Sessione Plenaria, il 1° ottobre 1998 il Santo Padre ha ricevuto in udienza i Membri della Congregazione per le Chiese Orientali: nel suo discorso ha espresso riconoscenza per il servizio reso dalla Congregazione, ne ha richiamato i compiti e ha offerto alcune indicazioni in merito all'operato del Dicastero nei prossimi anni, soffermandosi particolarmente sulla cura pastorale dei fedeli orientali in diaspora, sull'aiuto e il sostegno alle comunità orientali cattoliche e sull'impegno a far conoscere l'esistenza e lo specifico delle Chiese orientali cattoliche a tutta la Chiesa.
Circa la cura pastorale dei fedeli orientali in diaspora, il Santo Padre ha sottolineato che è necessario che tutti, latini e orientali, colgano le delicate implicazioni di una situazione che costituisce una vera sfida sia per la sopravvivenza dell'Oriente cristiano, sia per il ripensamento generale dei propri programmi pastorali.
Giovanni Paolo II, inoltre, ha esplicitato le modalità attraverso le quali la Congregazione è chiamata ad aiutare e sostenere le comunità orientali cattoliche: formulando linee guida generali nel campo della formazione, della catechesi e della vita religiosa, e fornendo un aiuto nel processo di attuazione di tali indicazioni che poi le singole Chiese elaboreranno e adatteranno alla propria situazione specifica.
La Congregazione è chiamata infine a far conoscere l'esistenza e lo specifico delle Chiese orientali cattoliche a tutta la Chiesa. A tale scopo devono essere promossi e sostenuti studi storici e teologici significativi che si estendano anche alla dimensione pastorale, in modo che i vescovi latini sappiano in concreto come valorizzare la presenza degli Orientali cattolici nelle proprie diocesi.
Una delle conclusioni espresse dalla Plenaria e approvate dal Santo Padre è stata la sostituzione della collazione del pallio ai Patriarchi orientali con una solenne concelebrazione quale segno di piena comunione dopo la richiesta della ecclesiastica communio da parte del neo-eletto Patriarca.

Incontro del Santo Padre con i Patriarchi delle Chiese orientali cattoliche

Il 29 settembre 1998 il Santo Padre ha ricevuto in udienza i Patriarchi delle Chiese orientali cattoliche: le Loro Beatitudini Stephanos II Ghattas, Patriarca di Alessandria dei Copti; Maximos V Hakim, Patriarca di Antiochia dei Greco-Melkiti; il Card. Nasrallah Pierre Sfeir, Patriarca di Antiochia dei Maroniti; Raphael I Bidawid, Patriarca di Babilonia dei Caldei; Jean Pierre XVIII Kasparian, Patriarca di Cilicia degli Armeni.
Giovanni Paolo II, nel discorso che ha rivolto ai Patriarchi durante l'udienza, ha ricordato il lungo cammino compiuto a partire dall'incontro con i Patriarchi voluto da Papa Leone XIII il 24 ottobre 1894, individuando come tappe fondamentali di questo percorso il Concilio Vaticano II, la promulgazione del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali e la Lettera Apostolica Orientale Lumen.
Il Santo Padre ha ribadito inoltre che le Chiese orientali che sono in comunione piena con il Vescovo di Roma "rappresentano nel seno della Chiesa Cattolica quell'Oriente cristiano verso il quale non cessano di tendersi le nostre braccia per l'incontro fraterno della piena comunione". Ai Patriarchi ha rivolto in modo particolare l'invito, formulato nella Lettera Enciclica Ut Unum Sint, a ricercare le forme più adatte per l'esercizio del ministero petrino in modo che sia accolto da tutti come un servizio di carità. Infine ha auspicato il ristabilimento dei diritti e dei privilegi dei Patriarchi orientali cattolici, nella fedeltà a quanto si affermò nel sec. XV al Concilio di Firenze.

Convegno di studi storici su "Le Chiese orientali cattoliche dell'Europa nella loro storia di fede e di sofferenza dall'inizio del secolo fino ad oggi"

La sollecitazione espressa dal Santo Padre nelle Lettere Apostoliche Tertio Millennio Adveniente e Orientale Lumen ha indotto la Congregazione per le Chiese Orientali a farsi promotrice e ad organizzare un Convegno di studi che si è svolto in Vaticano, presso il Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani, dal 22 al 24 ottobre 1998 e che ha affrontato il tema del martirio e della coscienza ecclesiale nell'Europa centrale ed orientale.
Il Convegno ha inteso qualificarsi soprattutto come momento di confronto tra studiosi e testimoni. Si è vista da un lato la partecipazione di insigni specialisti di storia della Chiesa, in particolare di storia e istituzioni dell'Oriente cristiano, provenienti da varie università ecclesiastiche e statali d'Europa; dall'altro, di delegati dai gerarchi delle varie Chiese orientali, almeno uno per ciascuna Chiesa, che hanno condiviso la loro esperienza ecclesiale e culturale.
Gli interventi dei relatori hanno dedicato adeguato spazio alle singole realtà ecclesiali: la Chiesa greco-cattolica in Ucraina, in Bielorussia, nell'ex Unione Sovietica (1943-48), in Grecia, in Albania, in Romania, in Bulgaria, nell'ex Cecoslovacchia, nell'ex Iugoslavia, nell'Eparchia di MukaÂÂ…evo, in Ungheria, la Chiesa armeno-cattolica ed infine la diaspora ucraina nell'ex U.R.S.S. Dai contributi è emersa un'immagine della recente persecuzione nei Paesi soggetti alla repressione marxista; la purificazione della memoria storica è apparsa come il presupposto essenziale per capire gli esiti che l'esperienza del martirio ha avuto sul sentire personale dei fedeli orientali costretti per decenni alla clandestinità.
Una tavola rotonda e due sezioni dedicate rispettivamente ai progetti di ricerca ed alla documentazione d'archivio hanno avuto lo scopo di aiutare le Chiese orientali cattoliche a valorizzare il proprio patrimonio documentario e a raccogliere le testimonianze di molti sopravvissuti, affinché rigorose ed oneste indagini storiografiche facciano conoscere queste sofferte vicende di luminosa fedeltà alla Chiesa.
Gli Atti del Convegno, in corso di stampa, saranno pubblicati dalla Libreria Editrice Vaticana con il titolo "Circondàti da un nugolo di testimoni". Fede e sofferenza delle Chiese orientali cattoliche nell'Europa del Novecento.

Comunione ecclesiastica e visita di Sua Beatitudine Ignace Moussa I Daoud, Patriarca di Antiochia dei Siri

Il Santo Padre, che aveva accolto le dimissioni presentate per motivi di età da S. B. il Patriarca Ignace Antoine II Hayek, ha concesso in data 20 ottobre 1998 la comunione ecclesiastica richiestagli da S. B. Ignace Moussa I Daoud, canonicamente eletto Patriarca di Antiochia dei Siri nel Santo Sinodo dei Vescovi della Chiesa Siro-Cattolica tenutosi a Charfet (Libano) il 13 ottobre 1998.
Domenica 25 ottobre, Solennità di Cristo Re secondo l'attuale calendario liturgico siro-cattolico, ha avuto luogo nella Cattedrale siro-cattolica di N. S. dell'Annunciazione a Beirut la consacrazione ed intronizzazione del nuovo Patriarca. Il celebrante principale era S. B. Ignace Antoine II, Patriarca uscente, attorniato da tutti i dodici vescovi siro-cattolici. Erano presenti, oltre a S. E. Mons. Antonio Maria Vegliò, Nunzio Apostolico in Libano, i Patriarchi cattolici orientali, numerosi vescovi cattolici, nonché altri dignitari ecclesiastici e civili, fra cui Sua Eccellenza Elias Hraoui, Presidente della Repubblica Libanese. La Chiesa ortodossa sira era rappresentata da S. B. Mar Zakka I Iwas accompagnato da alcuni vescovi. Alla fine della celebrazione Mons. Dominique Mamberti, Consigliere di Nunziatura, ha letto l'autografo con cui il Santo Padre aveva concesso la ecclesiastica communio a S. B. il Patriarca Ignace Moussa I, mentre il Capo Ufficio Mons. Lucian Lamza, presente alla cerimonia a nome dei Superiori del Dicastero, ha dato lettura del Messaggio gratulatorio rivolto al nuovo Patriarca dal Card. Achille Silvestrini, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali.
Dall'11 al 20 dicembre Sua Beatitudine ha fatto la prima visita "ad limina Apostolorum". Momento culminante è stata la solenne Liturgia Eucaristica celebrata mercoledì 16 dicembre 1998 nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Nella splendida cappella paolina della Basilica, davanti alla famosa icona della Santa Madre di Dio "Salus Populi Romani", ha avuto luogo la celebrazione della Qurbana in rito siro-antiocheno. Con tale sacro rito il nuovo Patriarca ha inteso significare la già costituita ecclesiastica communio che il Sommo Pontefice aveva riconosciuto il 20 ottobre precedente.
La prima visita "ad limina" del nuovo Patriarca siro si è conclusa con l'Udienza concessa da Sua Santità nella mattinata di sabato 19 dicembre. In quell'occasione il Santo Padre ha detto: "Roma, la città che i santi Pietro e Paolo hanno glorificato con il loro martirio, apre le braccia per accogliere Lei e la Chiesa che presiede, e per riconoscere il posto d'onore particolare che Le corrisponde nell'adesione comune all'eredità apostolica ... Ho voluto che la piena comunione fosse espressa non più attraverso l'imposizione del pallio, ma in modo più atto a far riconoscere la dignità della carica patriarcale. In effetti, l'eucaristica è per sua natura il simbolo che esprime meglio la piena comunione ... Per questo, nel sacrificio eucaristico solenne celebrato mercoledì scorso nella Basilica di Santa Maria Maggiore, Sua Beatitudine ha offerto il santo Corpo e Sangue vivificante del Signore al Cardinale Achille Silvestrini, che ho nominato Legato per questa circostanza, e quest'ultimo ha presentato i Santi Doni a Vostra Beatutidine". Il Sommo Pontefice ha anche constatato con gioia che il cammino ecumenico della Chiesa siro-cattolica e di quella ortodossa prosegue "e che esistono prospettive concrete di collaborazione, a cominciare dall'ambito liturgico".
In apertura d'Udienza, S. B. Ignace Moussa I ha rivolto al Papa un caloroso saluto con cui ha anche dato un rendiconto sulle Eparchie ed Esarcati nel territorio patriarcale e sulle chiese e comunità siro-cattoliche fuori del territorio patriarcale. Al termine del discorso, conclusosi con un accenno alle centinaia di martiri siro-cattolici che hanno perso la vita durante i massacri tra gli anni 1914 e 1918, il Patriarca ha rimesso personalmente al Santo Padre i documenti riguardanti tali testimoni di fede.

Pubblicazioni della Congregazione

La Congregazione ha curato la stampa del volume Le Chiese orientali e la missione in Asia. Riflessioni in preparazione all'Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi, Città del Vaticano 1998.

ANNO 1999

Sette Chiese insieme per il Medio Oriente

"Perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza". Questo il tema di riflessione del primo Congresso dei Patriarchi e Vescovi cattolici del Medio Oriente, che si è svolto dal 2 al 20 maggio 1999 in Libano. Presenti le sette Chiese cattoliche d'Oriente (maronita, melkita, armena, caldea, copta, siriaca e latina), praticamente l'intera gerarchia cattolica del mondo medio-orientale dall'Iraq al Nord-Africa, oltre a Turchia e Iran. Si è trattato di undici giorni fitti di scambi e testimonianze.
La Congregazione ha preso parte all'incontro con S. Em. il Card. Achille Silvestrini, Mons. Claudio Gugerotti, Mons. Lucian Lamza, Mons. Antonios Mina, Mons. Maurizio Malvestiti, e i Revv. P. Davide Marzaroli e P. Michel Van Parys.
I primi giorni sono stati dedicati agli interventi di rappresentanti dei Paesi presenti. Due vescovi, di riti diversi, per ciascun Paese, hanno presentato la situazione della loro comunità locale, i rapporti con le altre comunità cattoliche, con quelle ortodosse e protestanti, e infine con i musulmani. Prima di arrivare alla redazione delle raccomandazioni, i partecipanti hanno svolto i lavori in circoli di riflessione su varie tematiche: da quelle di ordine religioso, quali l'unità della Chiesa, l'identità e la vocazione delle Chiese orientali, il legame con la Sede di Pietro, il dialogo islamo-cristiano, a quelli di ordine sociale e politico, come i diritti umani, le aspirazioni dei giovani, il ruolo della donna orientale e la questione di Gerusalemme.
I lavori preparatori del Congresso erano iniziati esattamente un anno prima. Nel maggio 1998, mentre a Roma si celebrava il Sinodo speciale per l'Asia, il Segretariato dei patriarchi cattolici d'Oriente distribuiva a tutte le diocesi orientali, agli ordini e congregazioni religiosi locali, alle Chiese sorelle e a vari dicasteri della Santa Sede una bozza di documento contenente un questionario. Le risposte giunte da ogni parte sono state successivamente raccolte sotto forma di Lineamenta che hanno costituito la base di lavoro del Congresso. Quattro i criteri fissati: 1) la necessità di incontrarsi e conoscersi come fratelli che portano avanti la stessa missione, conformemente a quanto già espresso dai patriarchi orientali nella loro prima lettera pastorale; 2) il dovere di prendere assieme coscienza del passato, allo stesso tempo glorioso e doloroso, per poterne trarre utili lezioni e rettificare il cammino; 3) l'utilità di guardare insieme allo stato attuale delle Chiese orientali, per poter determinare i problemi comuni e fissare i principi e piani di lavoro; 4) infine l'attenzione verso il futuro, in modo da avere una visione comune capace di guidare le Chiese nel terzo millennio.
Sopravvissute alle vicissitudini della storia, le Chiese d'Oriente sono ora poste di fronte a fenomeni che mettono in discussione la loro stessa esistenza. Una lenta e inesorabile erosione demografica che ha assunto dall'inizio del nostro secolo un ritmo accelerato, senza parlare di centinaia di migliaia di fedeli costretti all'emigrazione in Paesi lontani. Un'emorragia, questa, che è favorita da un endemico clima di instabilità (embargo contro l'Iraq, irrisolta questione palestinese, conseguenze della guerra in Libano, crisi algerina ...), e dalla crescita un po' ovunque di fondamentalismi che si prefiggono di ripristinare antiche discriminazioni. Il Congresso si è rivelato dunque un'impresa di ampio respiro ecclesiale.

Incontro dei Vescovi e dei Superiori maggiori delle Chiese orientali cattoliche delle Americhe e di Oceania

Dal 7 al 12 novembre 1999, si è tenuto a Boston (U.S.A.) il primo incontro dei Vescovi e dei Superiori maggiori delle Chiese orientali cattoliche delle Americhe e di Oceania, organizzato dalla Congregazione per le Chiese Orientali. Ogni Vescovo era accompagnato da un sacerdote della propria Eparchia. Hanno partecipato anche responsabili delle comunità orientali cattoliche presenti in quei continenti ma sprovviste di Gerarchia propria, i Rettori dei seminari e degli istituti accademici e alcuni rappresentanti delle Chiese orientali cattoliche dei Paesi di origine. Assidua anche la partecipazione del Card. Bernard Law, Arcivescovo di Boston, al quale si devono preparazione e sostegno dell'incontro che ha ospitato con squisita generosità. Erano presenti anche il Nunzio Apostolico negli Stati Uniti Arcivescovo Gabriel Montalvo, S. E. Mons. Walter Kasper, Segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, Mons. Giuseppe De Andrea, Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, Mons. Walter Edyvean, Capo Ufficio della Congregazione per l'Educazione Cattolica, P. John Farren, delegato della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, Mons. Robert Stern e Mons. John Faris, rispettivamente Segretario Generale e Vice Segretario della C.N.E.W.A.
In occasione dell'incontro il Santo Padre ha indirizzato al Card. Achille Silvestrini, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, una lettera (pubblicata su L'Osservatore Romano di lunedì-martedì 8-9 novembre 1999) con la quale ha voluto far giungere il proprio saluto e la benedizione apostolica ai partecipanti.
Uno dei frutti di questo incontro è stata la possibilità stessa di incontrarsi. Il clima di libertà e di fraterna convivialità ha favorito la mutua conoscenza. E' emersa pertanto la consapevolezza di dover far fronte a problemi comuni, che forse prima non si vedevano come tali. Un altro aspetto degno di nota è stata la riflessione comune, introdotta e guidata e dagli interventi dei relatori.
Un primo gruppo di relazioni, tenute lunedì 8 novembre, era incentrato sui rapporti delle Chiese orientali cattoliche nei territori di emigrazione con quelle nei territori di origine: il prof. Thomas Bird, del Dipartimento di Lingue Slave del Queens College di New York, ha presentato gli aspetti sociologici di tale legame, Mons. John Faris, dell'Eparchia di Saint Maron in Brooklyn dei Maroniti, ne ha messo in luce l'articolazione ecclesiologica, Mons. Basil Losten, Vescovo di Stamford degli Ucraini, Mons. Vartan Boghossian, Vescovo dell'Eparchia di San Gregorio di Narek in Buenos Aires degli Armeni, e Mons. Issam Darwish, Vescovo dell'Eparchia di Saint Michael in Sidney dei Greco-Melkiti, hanno presentato infine le esperienze concrete delle singole aree geografiche.
Le relazioni di martedì 9 novembre hanno prospettato lo scenario dei rapporti con la Chiesa latina: S. E. Mons. Wilton Gregory, Vescovo di Belleville e Vice-Presidente della Conferenza Episcopale degli USA, ha magnificamente delineato gli aspetti generali e i principi teologici della questione. Sono seguiti gli interventi di Mons. Basil Schott, Vescovo di Parma dei Ruteni, di Mons. George Zouhairaty, Esarca Apostolico per i Greco-Melkiti del Venezuela, e di Mons. Peter Stasiuk, Vescovo dell'Eparchia dei St. Peter and Paul in Melbourne degli Ucraini, che hanno illustrato, anche per questo argomento, le testimonianze relative alle diverse aree geografiche.
Altre relazioni, susseguitesi nel pomeriggio del 9 e per l'intera giornata del 10 novembre, hanno sottolineato il contributo offerto da alcuni aspetti qualificanti della vita delle Chiese orientali nel processo di radicamento sempre più profondo di queste Chiese nelle Americhe e in Oceania, dove non possono e non devono più essere considerate semplicemente come Chiese in diaspora, ma sono chiamate ad assumere una specifica fisionomia fedele alle proprie tradizioni e al contesto sociale e culturale nelle quali sono inserite. Tali aspetti qualificanti sono la liturgia (Archimandrita P. Robert Taft, S.J., Vice-Rettore del Pontificio Istituto Orientale), l'educazione e la formazione del clero (P. David Motiuk, Rettore del Seminario cattolico ucraino "Holy Spirit" di Ottawa) e la catechesi dei laici (P. John Kachuba, Sr. Ann Lasok e P. Anthony Salim, dell'equipe dell'Eastern Catholic Conference of Diocesan Directors).
La riflessione e il confronto tra i partecipanti sono stati favoriti inoltre dall'ampio spazio riservato al lavoro dei gruppi di studio che ha consentito lo scambio di esperienze e l'individuazione delle emergenze e delle possibili iniziative o attenzioni concrete da intraprendere e favorire.
Anche la dimensione ecumenica della vita delle Chiese orientali cattoliche ha ricevuto attenzione grazie alle relazioni di Mons. Rembert Weakland, O.S.B., Arcivescovo di Milwaukee e Co-Presidente del Comitato Episcopale per il Dialogo cattolico-ortodosso, e di Vsevolod di Scopelos, Vescovo ortodosso ucraino di Chicago e membro dello stesso Comitato, alle quali è seguito un momento assembleare che ha visto un numero consistente di interventi da parte dei presenti.
La preghiera è stata l'anima dei lavori. Lunedì 8 novembre i partecipanti all'incontro sono stati ospiti del Card. Law, presso il Seminario St. John a Brighton, nel quale si è celebrata la S. Messa in rito latino. Nei giorni seguenti si è celebrata la Divina Liturgia nei diversi riti delle Chiese presenti: maronita (presso la chiesa maronita Our Lady of the Cedars of Lebanon in Jamaica Plain), armeno, siriaco e bizantino. Nel pomeriggio di giovedì 11 novembre si è celebrato il Vespro in rito bizantino nella Cattedrale melkita dell'Annunciazione a Roslindale, a cui ha partecipato anche una delegazione ortodossa.
In rapida sintesi, l'incontro è stato l'occasione per affrontare aspetti specifici, propri alle aree geografiche interessate, e questioni e problemi generali riguardanti tutte le Chiese orientali cattoliche. Quanto alle priorità emerse, se ne segnalano solo alcune: la formazione del clero, con l'attenzione a salvaguardarne la specificità orientale e con particolare attenzione e cura per la direzione spirituale; una progettazione catechistica che privilegi la catechesi degli adulti ed il legame sempre più profondo con i testi e i simboli liturgici; l'impegno a far rinascere e sviluppare il monachesimo, che - come ricorda il Santo Padre nella Orientale Lumen, 9 - è stato da sempre l'anima stessa delle Chiese orientali.
Tra le vie da intraprendere per il futuro si deve innanzitutto segnalare l'invito alla creazione - laddove non vi siano già - di commissioni specifiche in seno alle Conferenze Episcopali nazionali per le questioni che riguardano le Chiese orientali cattoliche e i loro rapporti con la Chiesa latina, come del resto già raccomanda il Papa nella Esortazione Apostolica Post-Sinodale Ecclesia in America, 38.
Sono anche emersi il desiderio e la necessità di rinnovare, ed eventualmente rendere più stabili, incontri come quello di Boston per favorire la conoscenza reciproca, lo scambio di esperienze, lo studio comune, la progettazione su tutto ciò che riguarda la vita delle Chiese orientali. Al riguardo il Card. Achille Silvestrini ha espresso il sostegno del Dicastero affermando, tra l'altro, nel suo discorso conclusivo: "la Congregazione ha dato il via. Tocca a voi dare concretezza all'iniziativa sviluppando le occasioni di incontro [...]. La Congregazione assicura il proprio impegno per promuovere e favorire tali incontri e studiarne le eventuali modalità concrete".

Comunione ecclesiastica di Sua Beatitudine Nerses Bedros XIX Tarmouni, Patriarca di Cilicia degli Armeni

L'8 settembre 1999 il Santo Padre, accogliendo l'indicazione del Sinodo dei Vescovi della Chiesa armena cattolica, ha accettato la rinuncia all'ufficio patriarcale, presentatagli da S. B. Jean-Pierre XVIII, Patriarca di Cilicia degli Armeni, in conformità al canone 126 § 2 del Codice dei Canoni delle Chiese orientali.

Il 13 ottobre 1999 il Santo Padre ha concesso la comunione ecclesiastica richiestaGli da Sua Beatitudine Nerses Bedros XIX Tarmouni, canonicamente eletto Patriarca di Cilicia degli Armeni nel Sinodo dei Vescovi della Chiesa armena cattolica tenutosi a Bzommar (Libano) dal 2 al 7 ottobre 1999.

Pubblicazioni della Congregazione

La Congregazione ha curato la stampa del volume L'identità delle Chiese orientali cattoliche, Atti dell'Incontro di studio dei Vescovi e dei Superiori Maggiori delle Chiese Orientali Cattoliche d'Europa, Nyíregyháza (Ungheria), 30 giugno - 6 luglio 1997, Vaticano, Libreria Editrice Vaticana 1999.

In occasione dell'Anno Santo 2000 la Congregazione ha curato il sussidio pastorale Il Grande Giubileo del Duemila e le Chiese orientali cattoliche, Vaticano, Libreria Editrice Vaticana 1999. La Conferenza Stampa di presentazione del documento si è tenuta presso la Sala Stampa della Santa Sede il 21 ottobre 1999. Ad illustrare le finalità e lo spirito dell'iniziativa sono intervenuti il Card. Achille Silvestrini e Mons. Claudio Gugerotti, rispettivamente Prefetto e Sotto-Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali, e Mons. Michel Berger, Capo Ufficio della Pontificia Commissione per i Beni culturali.
Il volumetto è suddiviso in tre parti: 1) il Giubileo nelle Chiese orientali cattoliche, 2) il volto orientale di Roma, 3) l'attualità, le istituzioni e le chiese orientali a Roma; due appendici presentano l'anno liturgico secondo le diverse tradizioni orientali e il calendario delle cerimonie liturgiche orientali a Roma nell'anno 2000.
Le riflessioni teologico-pastorali ricordano che il modo più importante per vivere in pienezza l'anno di grazia giubilare è quello di celebrare con solennità e intensità la liturgia, e dunque i sacramenti, nelle singole Chiese locali. Si forniscono indicazioni particolari sul digiuno, l'ascesi e la celebrazione dell'ufficio divino, senza trascurare il richiamo ecumenico: "Anche le Chiese orientali cattoliche sono invitate a ricercare insieme agli altri fratelli cristiani ÂÂ… possibili forme di celebrazione comune nell'Anno Santo" (n. 14).
Le informazioni sul ricco patrimonio d'arte e cultura orientali di cui Roma è depositaria ne hanno fatto un prezioso vademecum per i pellegrini.

ANNO 2000

Celebrazioni orientali a Roma durante il Grande Giubileo dell'Anno 2000

L'Anno Giubilare del 2000, festeggiato a Roma, ha visto otto varie e molto suggestive celebrazioni di Chiese orientali, alla preparazione delle quali la Congregazione per le Chiese Orientali è stata attivamente coinvolta, in stretta collaborazione con il Comitato Centrale del Grande Giubileo e l'Ufficio delle Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, e con l'appoggio di un gruppo di lavoro composto da rappresentanti delle Chiese "sui iuris" residenti in Urbe.
Le otto celebrazioni giubilari hanno contribuito non poco a far apprezzare ulteriormente in Roma, centro della cattolicità, i tesori spirituali, storici e artistici delle varie Chiese orientali.

Ad aprire il ciclo delle celebrazioni orientali è stata la Divina Liturgia in rito antiocheno-maronita, presieduta nel pomeriggio di mercoledì 9 febbraio 2000, festa di San Marone, nella Basilica di Santa Maria Maggiore da S. B. il Card. Nasrallah Pierre Sfeir, Patriarca di Antiochia dei Maroniti. Intorno all'altare della Basilica Liberiana una buona parte dei vescovi maroniti delle 23 eparchie maronite (16 nel Medio Oriente, 6 nelle Americhe, 1 in Australia) ha fatto corona al proprio Patriarca.
I Presuli maroniti concelebranti erano le loro Eccellenze i Monsignori Emilio Eid, Vescovo titolare di Sarepta e Procuratore del Patriarcato maronita, Chucrallah Harb, Vescovo emerito di Jounieh, Joseph Mohsen Béchara, Arcivescovo di Antélias, Stephen Hector Y. Doueihi, Vescovo di Saint Maron of Brooklyn, Antoine Torbey, Vescovo di Lattaquié, Paul-Emile Saadé, Vescovo di Batrun, Francis Némé Baïssari, Vescovo titolare di Arado e Sincello per Joubbé, Guy-Paul Noujaim, Vescovo titolare di Cesarea di Filippo e Sincello per Sarba, Georges Scandar, Vescovo di Zahle, Joseph Khoury, Vescovo di Saint-Maron de Montréal, e Samir Mazloum, Vescovo titolare di Callinico e Visitatore Apostolico per i fedeli maroniti in Europa occidentale e settentrionale. Concelebravano pure i Superiori Generali dell'Ordine Maronita Mariamita François Eid, dell'Ordine Antoniano Maronita Simon Atallah, e dei Missionari Libanesi Goerges Harb. Erano presenti moltissimi sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli maroniti, domiciliati a Roma o giunti per l'occasione dal Libano, dal Medio Oriente, dall'America, dall'Africa e dall'Australia.
Oltre alle Loro Eminenze i Cardinali Roger Etchegaray, Presidente del Comitato Centrale del Grande Giubileo del 2000, Achille Silvestrini, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali e Carlo Furno, Arciprete della Basilica di Santa Maggiore, si notavano fra gli altri S. B. Jean Pierre XVIII Kasparian, Patriarca armeno emerito, nonché le Loro Eccellenze i Monsignori Giovanni Battista Re, Sostituto della Segreteria di Stato, Crescenzio Sepe, Segretario del Comitato Centrale del Grande Giubileo del 2000, ed altri arcivescovi e vescovi, oltre al Capitolo Liberiano, guidato da S. E. Mons. Domenico Caloyera, Arcivescovo emerito di Izmir. Alla Liturgia hanno partecipato anche l'Ambasciatore del Libano presso la Santa Sede, S. E. Youssef Arsanios, e quello in Italia, S. E. Samir Khoury. Significativa è stata anche la presenza dell'ex Presidente della Repubblica libanese, Amin Gemayel.

Nel pomeriggio di sabato 18 marzo 2000 si è svolta presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri la solenne Liturgia in rito caldeo (o siro-orientale), presieduta da S. B. Raphaël I Bidawid, Patriarca di Babilonia dei Caldei. Hanno concelebrato le loro Eccellenze i Monsignori André Sana, Metropolita di Kerkuk, Abdul-Ahad Sana, Vescovo di Alquoch, Jacques Ishaq, Arcivescovo di Arbil e Paul Karatas, Arcivescovo di Diarbekir, assieme a diversi sacerdoti caldei di varie nazionalità, in rappresentanza delle 17 eparchie caldee (di cui 16 si trovano in Medio Oriente ed una negli Stati Uniti d'America), con la partecipazione di molti fedeli caldei, di cui numerosi arrivati dagli U.S.A.
Erano presenti il Card. Achille Silvestrini, Mons. Varkey Vithayathil, Arcivescovo Maggiore di Ernakulam-Angamaly, Mons. Jules Mikhael Al-Jamil, Arcivescovo titolare di Takrit e Procuratore a Roma del Patriarcato di Antiochia dei Siri, Mons. Emilio Eid, Vescovo titolare di Sarepta e Procuratore a Roma del Patriarcato di Antiochia dei Maroniti, Mons. Ivan Choma, Vescovo titolare di Patara e Procuratore a Roma dell'Arcivescovado Maggiore di Lviv, Mons. Luigi Moretti, Vescovo titolare di Mopta ed Ausiliare del Settore Centro di Roma, Mons. Claudio Gugerotti, Sotto-Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali, e Mar Bawai, Vescovo della Chiesa Assira (nestoriana) dell'Oriente.

La terza cerimonia orientale del Giubileo è stata quella di domenica pomeriggio 19 marzo 2000 indetta dalla Chiesa Arcivescovile Maggiore dei Siro-Malabaresi, i cui padri di fede, secondo la tradizione, devono alla predicazione di San Tommaso la loro appartenenza alla Chiesa cattolica.
La liturgia è stata presieduta, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, da S. E. l'Arcivescovo Maggiore di Ernakulam-Angamaly Mar Varkey Vithayathil, capo di quella Chiesa "sui iuris" che conta nello stato indiano del Kerala 14 eparchie ed altre 10 circoscrizioni ecclesiastiche missionarie nel resto dell'India. Il Presule è stato assistito da quattro vescovi concelebranti siro-malabaresi: Mar Jacob Thoomkuzhy, Arcivescovo di Trichur, Mar Joseph Pallikaparampil, Vescovo di Palai, Mar Abrahm Mattar, Vescovo di Satna, e Mar Jacob Manathodath, Vescovo di Palghat. Concelebravano pure cento sacerdoti venuti da varie parti dell'India. Numerosissimi sono stati i religiosi e le religiose e i fedeli laici.
Erano presenti i cardinali Roger Etchegaray, Achille Silvestrini e D. Simon Lourdusamy, gli arcivescovi Jacques Ishaq, Arcivescovo di Arbil, e Paul Karatas, Arcivescovo di Diarbekir, e i vescovi Emilio Eid, Ivan Choma e Luigi Moretti. Erano pure presenti Mons. Claudio Gugerotti e Sua Eccellenza K. P. Fabian, Ambasciatore dell'India in Italia.
All'inizio del sacro rito i dignitari, secondo la tradizione indiana, sono stati accolti con una collana di fiori in segno di benvenuto; assieme ai celebranti principali hanno poi acceso la Nilavilakku, una lampada con ventiquattro fiammelle rappresentanti le Eparchie siro-malabaresi in India.

Nel pomeriggio di venerdì 26 maggio 2000, sempre nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, nel giorno della Festa di Maria Patto della Misericordia secondo la tradizione alessandrina-etiopica, ebbe luogo la Divina Liturgia in quello stesso rito. Fu presieduta da S. Em. il Card. Paulos Tzadua, Arcivescovo emerito di Addis Abeba. Concelebravano le Loro Eccellenze Youhannes Zakaria di Asmara, Kidane-Mariam Teklehaimanot di Adigrat e Yohannes Woldegiorgis, Vicario Apostolico di Meki.
Alla solenne Eucaristia presenziavano pure i cardinali Roger Etchegaray ed Achille Silvestrini, Mons. Claudio Gugerotti, nonché i vescovi Silvano Tomasi, Nunzio Apostolico in Etiopia ed Eritrea, Lorenzo Ceresoli, Vicario Apostolico di Awasa, e Ivan Choma.
Numerosi erano i sacerdoti, alcuni dei quali appena giunti dall'Eritrea, e i pellegrini provenienti dalle due Eparchie dell'Etiopia e dalle tre Eparchie dell'Eritrea, e quelli di entrambi i Paesi che risiedono in Italia; tutti pregavano e cantavano insieme. La solenne liturgia è stata introdotta da una processione e da una danza tradizionale, accompagnata dal suono degli strumenti musicali, quali il sistro, il tamburo e il bastone di canto, per scandire il ritmo e per introdurre l'assemblea in un'atmosfera singolare.

La quinta solenne Liturgia orientale del Grande Giubileo è stata quella in rito alessandrino-copto, celebrata nel pomeriggio di lunedì 14 agosto 2000 nella Basilica di Santa Maria Maggiore. L'eucaristia era presieduta da S. B. Stéphanos II Ghattas, Patriarca di Alessandria dei Copti, che ha concelebrato con le Loro Eccellenze i Monsignori Youhannes Zakaria, Vescovo di Luqsor, Kyrillos William, Vescovo di Assiut, Makarios Tewfik, Vescovo di Ismayliah, e Andraos Salama, Vescovo Ausiliare dell'Eparchia patriarcale per il settore meridionale, insieme a venti sacerdoti. Fra i 450 pellegrini del Patriarcato di Alessandria, che conta sei eparchie, si trovavano anche 30 religiosi. I Cardinali presenti al sacro rito erano Roger Etchegaray, Achille Silvestrini e Carlo Furno.

La sesta cerimonia orientale dell'Anno Santo 2000 sono stati i Vespri in rito armeno, celebrati la sera di giovedì 14 settembre, solennità dell'Esaltazione della S. Croce, nella Basilica di S. Giovanni in Laterano. I Vespri furono seguiti da una processione stazionale fino alla Basilica Lateranense. Durante la processione si cantavano inni religiosi armeni ed una banda suonava melodie armene con strumenti a fiato. Nella Basilica di S. Giovanni ebbe luogo il Rito dell'Antasdan (Rito della benedizione delle quattro parti del mondo). Presiedeva tutte le funzioni sacre S. B. Nerses Bedros XIX Tarmouni, presenti S. B. Jean Pierre XVIII Kasparian, Patriarca emerito, e le Loro Eccellenze i Monsignori Paul Coussa, Arcivescovo di Baghad, Boutros Marayati, Arcivescovo di Alep, Krikor Ghabroyan, Vescovo di Sainte-Croix-de-Paris, Nerses Der Nersessian, Arcivescovo di Sebaste e Ordinario per gli armeni cattolici dell'Europa orientale, Hovhannes Tcholakian, Arcivescovo di Istanbul, Hovsep Arnaouti, Esarca Patriarcale di Damas, Hovhannes Tsertsakian, Esarca Apostolico degli Stati Uniti d'America e Canada, André Bedoglouyan, Ausiliare, Nerses Setian, Esarca Apostolico emerito, Vartan Achkarian e Manuel Batakian, Vescovi di Curia; era presente inoltre il Rev. P. Yeghia Kilagbian, Abate Generale della Congregazione Mechitarista.
Hanno preso parte ai sacri riti anche due dignitari della Chiesa Armena Gregoriana: l'Arcivescovo Kude Nacachian, Arcivescovo di Parigi e Delegato Patriarcale per l'Europa occidentale del Patriarca Catholicos di Etchmiadzin e Mons. Narek Alemezian, Rappresentante della Chiesa Armena Apostolica di Antélias. Presenziava pure il Card. Achille Silvestrini accompagnato da Mons. Claudio Gugerotti. Erano presente infine il Rev. P. Abate D. Maur Esteva, Abate Generale dell'Ordine Cistercense, e un considerevole numero di presbiteri, religiosi, religiose e fedeli in rappresentanza delle 18 circoscrizioni ecclesiastiche armene.

La penultima funzione orientale del Grande Giubileo è stata la Qurbana (cioè la liturgia eucaristica) celebrata, in lingua siriaca, araba e malayalam, nel pomeriggio di martedì 21 novembre 2000 nella Basilica di S. Maria in Trastevere, solennità della Presentazione di Maria al Tempio.
Presiedevano S. B. Mar Ignace Moussa I Daoud, Patriarca di Antiochia dei Siri, e Sua Grazia Cyril Mar Baselios, Arcivescovo Metropolita della Chiesa Siro-Malankarese. I vescovi concelebranti della Chiesa d'Antiochia dei Siri erano le Loro Eccellenze i Monsignori Athanase Matti Shaba Matoka, Arcivescovo di Baghdad, Jules Mikhael Al-Jamil, Arcivescovo titolare di Takrit e Procuratore del Patriarcato a Roma, Denys Antoine Beylouni, Arcivescovo di Alep, Georges El-Kass Moussa, Arcivescovo di Mossul, e Joseph Younan, Vescovo di Our Lady of Deliverance of Newark, in rappresentanze delle 15 circoscrizioni ecclesiastiche sire.
Concelebrava inoltre l'intero episcopato siro-malankarese, e cioè le Loro Eccellenze i Monsignori Geevarghese Mar Timotheos, Vescovo di Tiruvalla, Geevarghese Mar Divannasios, Vescovo di Battery, Youhanon Mar Chrysostom, Vescovo di Marthandom, Joshuah Mar Ighnathios, Vescovo titolare di Nigizubi ed Ausiliare di Trivandrum, Thomas Mar Koorilos, Vescovo titolare di Tigisi di Mauritania ed Ausiliare di Tiruvalla. Concelebravano infine cento presbiteri di entrambi i riti, davanti ai numerosissimi religiosi, religiose e fedeli di rito orientale e di rito latino, che gremivano la chiesa particolarmente abbellita per l'occasione.
Erano presenti i cardinali Roger Etchegaray, Achille Silvestrini e D. Simon Lourdusamy, l'Arcivescovo Stefan Miroslav Marusyn, i vescovi Emilio Eid e Vartan Waldir Boghossian, Rettore del Pontificio Collegio Armeno ed Esarca Apostolico dell'America Latina e Messico per i fedeli di rito armeno, Mons. Claudio Gugerotti ed il Prof. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio.

Il culmine delle celebrazioni giubilari è stato l'Inno Akathistos, presieduto dal Santo Padre nella Basilica di Santa Maria Maggiore nel tardo pomeriggio di venerdì 8 dicembre 2000, Solennità dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, nel momento in cui la tradizione bizantina commemora nei primi Vespri la Concezione di Sant'Anna.
Il sacro rito era indetto per tutte le Chiese appartenenti alla tradizione bizantina, della quale esistono 75 circoscrizioni ecclesiastiche sparse in tutto il mondo. Erano presenti trenta arcivescovi e vescovi ucraini, venuti dall'Ucraina, dal Canada, dagli Stati Uniti d'America, dalla Polonia, dalla Francia, dalla Gran Bretagna, dall'Italia, dal Brasile, dall'Argentina e dall'Australia, e guidati da S. E. Mons. Lubomyr Husar, Ausiliare dell'Arcivescovo Maggiore di Lviv; quattro vescovi romeni, guidati da S. E. Mons Lucian Muresan, Arcivescovo Metropolita di Fagaras ed Alba Julia; due vescovi greco-melkiti di cui l'uno giunto dalla Siria e l'altro dagli Stati Uniti; due vescovi dalla Macedonia; infine un vescovo rispettivamente dalla Grecia, dalla Bulgaria, dalla Slovacchia, dalla Repubblica Ceca, dall'Italia e dall'Ungheria. Erano inoltre presenti due Archimandriti, P. Emiliano Fabbricatore, O.S.B.I., e P. Siarhiej Gajek, M.I.C. Tre sacerdoti rappresentavano le quattro circoscrizioni rutene degli Stati Uniti. Assistenti al Trono Pontificio erano le Loro Eccellenze i Monsignori Miroslav Stefan Marusyn ed Ercole Lupinacci, Vescovo di Lungro.
Erano presenti le Loro Eminenze i cardinali Carlo Furno, Achille Silvestrini, Opilio Rossi, Presidente emerito della Commissione Cardinalizia per i Pontifici Santuari di Pompei, Loreto e Bari, Camillo Ruini, Vicario Generale di Sua Santità per la diocesi di Roma, e Francesco Colasuonno, le Loro Eccellenze i vescovi Crescenzio Sepe, Francesco Amadio, Vescovo emerito di Rieti, e Luigi Moretti, e infine Mons. Claudio Gugerotti.
Il rito dell'Inno Akathistos si è svolto davanti all'Icona "Salus Populi Romani", immagine che è stata appositamente messa su un piedistallo e posta davanti alla "confessio" della Basilica gremitissima di fedeli di rito bizantino, molti dei quali giunti da Grottaferrata, dalla Calabria, dalla Sicilia e dagli Stati Uniti d'America.
Erano sei le lingue usate durante tale funzione sacra: il greco (celebrante di questa parte dell'Inno S. E. Mons. Sotìr Ferrara, Vescovo di Piana degli Albanesi), il paleo-slavo (celebranti di questa parte le Loro Eccellenze i Monsignori Christo Proykov, Esarca Apostolico di Sofia, e Sofron Mudryj, Vescovo di Ivano-Frankivsk), l'ucraino (celebrante di questa parte S. E. Mons. Lubomyr Husar, Ausiliare di Lviv), l'ungherese (celebrante di questa parte S. E. Mons. Szilárd Keresztes, Vescovo di Hajdudorog, il romeno (celebrante per questa parte S. E. Mons. Lucian Muresan, Arcivescovo Metropolita di Fagaras ed Alba Julia) e l'arabo (celebrante per questa parte S. E. Mons. Isidore Battikha, Protosincello di Damas). I canti sono stati eseguiti dai Cori dei Pontifici Collegi Greco, Romeno, Russo ed Ucraino. Si sono esibiti anche un coro giunto per l'occasione dalla Romania ed un altro dall'Ungheria.

Lettera Apostolica per il Terzo centenario dell'Unione della Chiesa greco-cattolica di Romania con la Chiesa di Roma e Giubileo nazionale della Chiesa romena

Trecento anni di vita: tanti può vantarne la Chiesa greco-cattolica di Romania, nata dall'unione con la Chiesa di Roma per un desiderio che nel XVII secolo si sviluppò in Transilvania e che trovò compimento nell'anno 1700 con i due Concili di Alba Julia, dove si sanciva la piena comunione con la Sede Apostolica.
A tre secoli da questo storico ricongiungimento, e ad un anno dal suo viaggio in quella terra, Giovanni Paolo II rievoca, nella Lettera Apostolica, le tappe esaltanti sul cammino dell'unità tra i cristiani. Proprio il mistero dell'unità sembra segnare specialmente il popolo romeno, di ceppo latino ma aperto ai tesori della fede e della cultura bizantina: tesori che i greco-cattolici e gli ortodossi tuttora condividono.
Nel suo messaggio il Santo Padre invita la Chiesa greco-cattolica romena ad aggiornarsi, recependo sempre meglio le novità del Concilio Vaticano II a cui essa, all'epoca perseguitata ed oppressa, non potè partecipare pienamente. In particolare, un ritorno autentico alle tradizioni liturgiche e patristiche condivise con la Chiesa ortodossa potrà contribuire alla riconciliazione con le altre Chiese presenti in Romania.
Il 9 maggio 2000, nella Patriarcale Basilica Vaticana, ha avuto luogo una Divina Liturgia in rito bizantino-romeno, alla presenza del Santo Padre. Il rito, presieduto da S. E. Mons. Lucian Muresan, Arcivescovo di Fagaras e Alba Iulia dei Romeni, è stato concelebrato, tra gli altri, dai Vescovi romeni sia latini sia greco-cattolici. La Chiesa greco-cattolica romena, duramente perseguitata dal regime comunista, ha celebrato così il Giubileo ricordando i trecento anni della sua storia. E ha voluto anche dire un commosso grazie a Giovanni Paolo II per la visita apostolica compiuta a Bucarest l'anno precedente, dal 7 al 9 maggio 1999.

Comunione ecclesiastica di Sua Beatitudine Grégoire III Laham, Patriarca di Antiochia dei greco-melkiti

Il 5 dicembre 2000 il Santo Padre ha concesso la "comunione ecclesiastica" a S. B. Grégoire III Laham, canonicamente eletto Patriarca di Antiochia dei greco-melkiti cattolici nel Santo Sinodo dei Vescovi della Chiesa greco-melkita cattolica, tenutosi a Raboueh (Libano) il 29 novembre 2000.

La morte del Cardinale Myroslav Ivan Lubachivsky

Il 14 dicembre 2000, all'età di 86 anni, è morto a Lviv S. Em. il Card. Myroslav Ivan Lubachivsky, Arcivescovo Maggiore di Lviv degli Ucraini. Il Santo Padre ha inviato all'Amministratore Apostolico dell'Arcivescovato Maggiore di Lviv, S. E. Mons. Lubomyr Husar, il seguente telegramma di cordoglio:
"Appresa con emozione la notizia della pia dipartita del venerato Cardinale Myroslav Ivan Lubachivsky, Arcivescovo Maggiore di Lviv degli Ucraini, Le porgo sentite condoglianze per il lutto che ha colpito codesta comunità ecclesiale della quale egli è stato per lunghi anni Pastore. Nel ricordare con sentimenti di sincera ammirazione la profonda spiritualità, il costante impegno pastorale e lo slancio nella evangelizzazione che hanno contraddistinto il suo ministero episcopale, particolarmente dopo il lungo inverno della persecuzione, rendo grazie a Dio per il dono di questo generoso Pastore che con la sua vita e con la morte ha onorato codesta Chiesa Greco-Cattolica. Mentre elevo fervide preghiere perché Dio lo accolga nel gaudio eterno, avendo egli speso le sue energie al sevizio del Vangelo e delle anime, invio a Lei, ai fedeli ed a quanti condividono il dolore per la scomparsa di questo fratello a me tanto caro la confortatrice Benedizione Apostolica, segno della mia intensa partecipazione."
A rappresentare il Santo Padre alle esequie funebri, che si sono svolte a Lviv il 20 dicembre 2000, è stato il Card. Achille Silvestrini, già Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, con S. E. il Segretario della Congregazione Mons. Miroslav Marusyn.
Il Card. Silvestrini ha ricordato il compianto Porporato con le seguenti parole: "Ogni Messa di suffragio è sempre mesta, perché si tratta del saluto ad una persona che abbiamo perso. C'è sì la speranza cristiana perché la affidiamo al Signore e allo stesso tempo c'è la speranza anche umana e naturale che si proietta su questa Chiesa con forti radici, che hanno già dato i frutti: in appena undici anni c'è stato un grande rigoglio".
L'omelia è stata tenuta dall'Arcivescovo Marusyn che ha tracciato il ritratto spirituale del Card. Lubachivsky, ricordando come per la Chiesa che è in Ucraina sia questo un tempo di crescita.

Pubblicazioni della Congregazione

E' pervenuta da più parti la sollecitazione a rendere fruibile il sussidio pastorale Il Grande Giubileo del Duemila e le Chiese Orientali Cattoliche, Libreria Editrice Vaticana 1999, a quanti non avessero familiarità con la lingua italiana e che sono giunti numerosi a Roma per vivere l'evento giubilare. Raccogliendo tale invito la Congregazione ha curato le traduzioni inglese e francese, con alcuni aggiornamenti: Le grand Jubilé de l'An 2000 et les Églises orientales catholiques. Notes pastorales, Libreria Editrice Vaticana 2000, e The Great Jubilee of the Year 2000 and the Eastern Catholic Churches. Pastoral guide, Libreria Editrice Vaticana 2000.

La Congregazione ha curato inoltre il volumetto Angelus fra Oriente e Occidente. Angelus entre Orient et Occident. Angelus between East and West, Libreria Editrice Vaticana 2000, una raccolta di meditazioni del Santo Padre tenute in occasione della recita dell'Angelus, durante l'estate 1996, sui temi e aspetti che scaturiscono dalla realtà sempre ricca e feconda dell'Oriente Cristiano.

La Visita Apostolica dei Collegi orientali

S. E. Mons. Luigi Conti, Vescovo di Macerata - Tolentino - Recanati - Cingoli - Treia e Visitatore Apostolico dei Seminari orientali in Urbe, ha fatto la Visita Apostolica dei Collegi durante il mese di novembre 2000.

ANNO 2001

La visita di Sua Beatitudine Grégoire III Laham, Patriarca di Antiochia dei greco-melkiti

Lunedì 12 febbraio 2001 il Santo Padre ha ricevuto in udienza nell'Aula Paolo VI S. B. Grégoire III Laham, Patriarca dei greco-melkiti cattolici, venuto in pellegrinaggio a celebrare la piena comunione ecclesiale. In precedenza il Patriarca aveva partecipato alla S. Messa celebrata dal Papa nella Cappella privata.

Comunione ecclesiastica e visita di Sua Beatitudine Ignace Pierre VIII Abdel-Ahad, Patriarca di Antiochia dei siri

Il 20 febbraio 2001 il Santo Padre ha concesso la comunione ecclesiastica richiestaGli da S. B. Ignace Pierre VIII Abdel-Ahad, canonicamente eletto Patriarca di Antiochia dei siri nel Sinodo dei Vescovi della Chiesa Sira tenutosi a Charfet (Libano) il 16 febbraio 2001.
Alla celebrazione dell'intronizzazione di S. B. Ignace Pierre VIII, avvenuta nella Cattedrale dell'Annunciazione dei Siri in Beirut il 25 febbraio 2001, la Congregazione per le Chiese Orientali è stata rappresentata da Mons. Claudio Gugerotti, Sotto-Segretario, Mons. Antonios Mina e P. Michel Jalakh, Officiali; era presente anche il Nunzio Apostolico in Libano S. E. Mons. Antonio Maria Vegliò.
Venerdì 8 giugno 2001 il Santo Padre ha ricevuto in udienza nella Sala dei Papi il neo-eletto Patriarca di Antiochia dei siri, che era accompagnato da un Seguito composto da Arcivescovi e da Vescovi, dal Procuratore Patriarcale a Roma e dall'Esarca Patriarcale della Turchia.

La morte di Sua Beatitudine Maximos V Hakim, Patriarca emerito di Antiochia dei greco-melkiti

S. B. Maximos V Hakim, Patriarca emerito di Antiochia dei greco-melkiti, è spirato a Beirut, venerdì 29 giugno 2001, dopo un lungo periodo di malattia. Appresa la notizia il Santo Padre ha inviato un telegramma al Patriarca greco-melkita, S. B. Gregorio III Laham, esprimendo il suo cordoglio e la partecipazione alla preghiera per il lutto di tutta la Chiesa melkita cattolica.
Lunedì 2 luglio, alle ore 11, nella Basilica di St. Paul in Harissa ha avuto luogo un rito di suffragio presieduto da S. B. Gregorio III Laham, con la partecipazione del Patriarca maronita, S. B. il Card. Nasrallah Boutros Sfeir, del Patriarca armeno cattolico S. B. Nerses Bedros XIX Tarmouni, del Patriarca emerito armeno cattolico S. B. Jean Pierre XVIII Kasparian, di numerosi rappresentanti di Chiese e Comunità cristiane, e di Autorità dello Stato e del Governo libanesi. L'elogio funebre è stato tenuto da S. E. Mons. Jean Mansour, che per tanti anni aveva collaborato con S. B. Hakim come Vescovo Ausiliare. S. E. Mons. Antonio Maria Vegliò, Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali, era presente per esprimere il cordoglio della Santa Sede.
Mercoledì 4 luglio S. B. Ignace Moussa I Daoud, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha partecipato, come rappresentante del Santo Padre, alle esequie del defunto Patriarca a Damasco, nella Cattedrale greco-melkita cattolica della Dormizione della Santissima Madre di Dio.

Simposio Internazionale "Ius Ecclesiarum - Vehiculum Caritatis" per il decennale dell'entrata in vigore del Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium

Nel 10E anniversario dall'entrata in vigore, il 1E ottobre 1991, del Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium, la Congregazione per le Chiese Orientali ha promosso un Simposio internazionale dal titolo Ius Ecclesiarum - Vehiculum Caritatis. Il Simposio è stato presieduto dal Prefetto della Congregazione, S. B. il Card. Ignace Moussa I Daoud. I vicepresidenti del Simposio erano S. E. Mons. Julián Herranz, Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi che interpreta anche il Codice orientale, e S. E. Mons. Emilio Eid, Giudice del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, già Vicepresidente, nell'ultima fase dell'elaborazione, della Pontificia Commissione che ha preparato il C.C.E.O.
Il titolo del Simposio si ispira alle parole dette da Giovanni Paolo II in occasione della promulgazione del Codice. In quella circostanza il Papa auspicava "... che questo Codice diventi vehiculum di quella carità che, ... deve essere profondamente radicata nell'anima di ogni umana creatura". Il Papa si augurava pure che fosse un mezzo per stabilire nelle Chiese orientali cattoliche quella tranquillitas ordinis, che assegna "il primato all'amore, alla grazia e al carisma" (cf. Acta Apostolicae Sedis 82, 1990, pp. 1042-1043).
Nel Sinodo straordinario dei Vescovi dell'ottobre 1990, il Santo Padre dichiarava inoltre che questo Codice, insieme con quello latino, è da considerarsi espressione di quel precetto dell'amore di Gesù (Gv 13, 34) che in ultima analisi è la sola Legge del popolo di Dio (cf. Lumen Gentium, 9). Esso è elaborato alla luce e sul fondamento di questa Legge, sotto la costante cura del Vescovo di Roma che, secondo la nota espressione di S. Ignazio di Antiochia, praesidet caritati (cf. Acta Apostolicae Sedis 83, 1991, pp. 488-489, n. 5).
L'espressione latina Ecclesiarum è rappresentata anche figurativamente attraverso il logo del Simposio. Le tre navicelle, da un mosaico di S. Apollinare in Ravenna, rappresentano le diverse Chiese orientali sui iuris - sono infatti ventuno - che guidano le anime alla salvezza lungo la rotta sicura del Regno, attraverso le norme del Codice. Non a caso lo stesso logo appare sul frontespizio di ognuno dei trentuno fascicoli di Nuntia, che fu bollettino ufficiale della Commissione preparatoria del Codice.
Il Simposio si è svolto in Vaticano, nella Nuova Aula del Sinodo, dal 19 al 23 novembre 2001. Vi hanno partecipato circa quattrocento studiosi da tutte le parti del mondo. Le tematiche trattate, riguardanti tutto il Codice, si sono articolate in una ventina di relazioni, alcune delle quali seguite da un ampio dibattito. Altre comunicazioni, pervenute in iscritto da altri studiosi, saranno pubblicate negli Atti del Simposio, a cura del Pontificio Istituto Orientale, cui è stata affidata la gestione organizzativa dell'evento.
Oltre che un appuntamento accademico-scientifico, il Simposio è stato un favorevole momento d'incontro di diverse culture e tradizioni ecclesiali ed ha offerto altresì l'occasione di partecipare a due significativi momenti liturgici. La celebrazione bizantina dell'inno Akathistos ha chiuso la giornata inaugurale del 19 novembre, alle ore 19.30 nella Chiesa di S. Maria in Traspontina; il 23 novembre, alle ore 9.30, ha avuto luogo la solenne concelebrazione della Divina Liturgia in rito maronita nella Basilica Vaticana, all'altare della Cattedra, seguita alle ore 11.45 da un'udienza del Santo Padre nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico.


ANNO 2002

La morte di S. Em. il Card. Alexandru Todea, Arcivescovo emerito di Fagaras e Alba Iulia

Il Cardinale romeno Alexandru Todea è morto quasi novantenne nel pomeriggio di mercoledì 22 maggio 2002 nell'ospedale universitario di Targu Mures. Il compianto Porporato viveva dal 1992 l'esperienza della malattia e dell'infermità, dopo essere stato colpito da un ictus cerebrale.
Le solenni esequie hanno avuto luogo il 28 maggio nella cattedrale metropolitana di Blaj. La celebrazione è stata presieduta, a nome del Santo Padre, da S. Em. il Card. Achille Silvestrini, Prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali. "A lui la Chiesa romena unita con Roma deve la credibilità e la forza della sua esistenza" - ha affermato il celebrante durante l'omelia - "Ma quale era la sorgente a cui attingeva un animo così intrepido? Lo ha detto il Cardinale Todea stesso: "Ho celebrato anche con le catene ai piedi e con le manette ai polsi [ÂÂ…] La considero la Messa più solenne della mia vita sacerdotale"".
La sua eroica testimonianza ha consentito alla Chiesa greco-cattolica di Romania di resistere all'implacabile persecuzione comunista che ne aveva persino decretato la soppressione. L'intera Nazione romena si è fermata per dire 'grazie', nella preghiera, al grande Pastore. Al termine della Divina Liturgia, alla presenza di moltissimi fedeli, il Card. Silvestrini ha espresso la partecipazione del Santo Padre al dolore della comunità cattolica di Romania e la grata venerazione che la Chiesa universale deve a questo luminoso testimone di Cristo. Per la Congregazione erano presenti l'Arcivescovo Segretario, Mons. Antonio Maria Vegliò, e Mons. Maurizio Malvestiti.

b) Organico della Congregazione

 

ANNO 1998

Il 28 febbraio 1998 il Santo Padre ha annoverato tra i Membri della Congregazione per le Chiese Orientali i Cardinali Christoph Schönborn e Francesco Colasuonno.

Il 20 marzo 1998 il Santo Padre ha nominato Capi Ufficio della Congregazione per le Chiese Orientali i Monsignori Lucian Lamza e Djura Dzudzar, già Minutanti dello stesso Dicastero.

ANNO 1999

Il 31 agosto 1999 il Santo Padre ha nominato Membri della Congregazione per le Chiese Orientali i Cardinali Lucas Moreira Neves, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, Aloysius Matthew Ambrozic, Arcivescovo di Toronto, Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Genova, e Francis Eugene George, Arcivescovo di Chicago; i Vescovi Agostino Cacciavillan, Arcivescovo titolare di Amiterno, Presidente dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, Renato Corti, Vescovo di Novara, Antoine Audo, Vescovo di Alep dei Caldei, e Piero Marini, Vescovo titolare di Martirano, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice.

ANNO 2000

Il 25 novembre 2000 il Santo Padre ha accolto la rinuncia presentata dal Card. Achille Silvestrini, a norma del can. 354 del C.I.C., all'incarico di Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali; in pari data ha nominato Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali S. B. Ignace Moussa I Daoud, Patriarca di Antiochia dei Siri.

Il 30 novembre 2000 il Santo Padre ha nominato Consultori "ad quinquennium" della Congregazione per le Chiese Orientali le Loro Eccellenze Walter Kasper, Vescovo emerito di Rottenburg-Stuttgart, Segretario del Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani, e Lajos Kada, Arcivescovo titolare di Tibica, Nunzio Apostolico; i Revv.di Mons. Alwan Hanna, Prelato Uditore del Tribunale Apostolico della Rota Romana, Mons. Osvaldo Raineri, P. Emiliano Fabbricatore, O.S.B.I., Esarca del Monastero di Santa Maria di Grottaferrata, P. Borys Gudziak, Rettore dell'Accademia Teologica di Lviv, P. David Maria Jaeger, O.F.M., Sac. Natale Loda, P. Cyril Vasil', S.J., Sac. Antonio Zani, P. Thom Sicking, S.J., P. Maciej Bielawski, O.S.B., Sac. Johannes Hoffmann e il Prof. Herman Teule.

ANNO 2001

L'8 gennaio 2001 il Santo Padre ha accettato le dimissioni da Patriarca di Antiochia dei Siri presentate da S. B. Ignace Moussa I Daoud, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali. Il 10 gennaio 2001 Sua Beatitudine il Prefetto ha fatto il suo ingresso ufficiale nella sede della Congregazione per le Chiese Orientali.

Nel Concistoro del 21 febbraio 2001 il Santo Padre ha creato e pubblicato cardinali S. B. Ignace Moussa I Daoud, S. B. Stéphanos II Ghattas, Patriarca di Alessandria dei Copti, S. E. Lubomyr Husar, Arcivescovo Maggiore di Lviv degli Ucraini e S. E. Varkey Vithayathil, Arcivescovo Maggiore di Ernakulam-Angamaly dei Siro-Malabaresi.

Il 3 marzo 2001 il Santo Padre ha nominato Ausiliare dell'Eparca di Mukachevo (Ucraina), Mons. Djura Dzudzar, già Capo Ufficio della Congregazione per le Chiese Orientali, assegnandogli la sede titolare di Acrasso. Il 19 marzo 2001, Solennità di san Giuseppe, S. E. Mons. Dzudzar è stato ordinato Vescovo dal Santo Padre nella Basilica Vaticana.

L'11 aprile 2001 il Santo Padre ha accettato le dimissioni di S. E. Mons. Miroslav Stefan Marusyn da Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali; in pari data ha nominato Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali S. E. Mons. Antonio Maria Vegliò, Arcivescovo titolare di Eclano, già Nunzio Apostolico in Libano. Il 5 giugno 2001 Sua Eccellenza il Segretario ha fatto il suo ingresso ufficiale nella sede della Congregazione per le Chiese Orientali.

Il 15 maggio 2001 il Santo Padre ha annoverato tra i Membri della Congregazione per le Chiese Orientali le Loro Eminenze i Cardinali Varkey Vithayathil, Lubomyr Husar, Karl Lehmann, Agostino Cacciavillan e Walter Kasper.

Il 18 maggio 2001 il Santo Padre ha nominato S. B. il Card. Ignace Moussa I Daoud membro del Pontificio Consiglio per la promozione dell'Unità dei Cristiani.

Il 7 dicembre 2001 il Santo Padre ha nominato Nunzio Apostolico in Georgia, Armenia e Azerbaigian Mons. Claudio Gugerotti, già Sotto-Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali, elevandolo alla sede titolare di Ravello con dignità di Arcivescovo.

ANNO 2002

Il 15 marzo 2002 il Santo Padre ha nominato Sotto-Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali Mons. Krzysztof Nitkiewicz, già Officiale del medesimo Dicastero.

Il 24 aprile 2002 il Santo Padre ha nominato Capo-Ufficio della Congregazione per le Chiese Orientali Mons. Francesco Giovanni Brugnaro, già Minutante del medesimo Dicastero.

Il 2 maggio 2002 il Santo Padre ha nominato S. B. il Card. Ignace Moussa I Daoud membro della Congregazione delle Cause dei Santi.


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