Struttura e funzionamento


L’organizzazione centrale dell’Ordine del Santo Sepolcro è così strutturata:

- il Gran Maestro, un Cardinale di Santa Romana Chiesa, nominato da Sua Santità
- il Patriarca Latino di Gerusalemme, che è anche il Gran Priore dell’Ordine
- un Ufficio di Presidenza, di cui fanno parte un Governatore Generale e tre Vice Governatori Generali (attualmente uno di nazionalità tedesca, uno statunitense ed uno italiano)
- un Gran Magistero, avente funzioni consultive: esso è composto di non più di 18 Membri nominati dal Gran Maestro tenendo conto di una equa distribuzione geografica.

L’organizzazione territoriale si configura in Luogotenenze (una o più per ogni Stato), ciascuna guidata a sua volta da un Luogotenente laico, da un Gran Priore e da un Consiglio.
Al quesito di come siano divisi i poteri in seno all’Ordine, ai termini della sua Costituzione, si può rispondere con buona approssimazione richiamandosi alla Costituzione Americana: il Gran Maestro è come il Presidente degli Stati Uniti, titolare di tutto il potere esecutivo; il Governatore e i Vice Governatori formano il suo Gabinetto. Il Governatore Generale se volete è il Segretario di Stato, quello americano, ben inteso.
Quanto ai concetti di "checks and balances", propri della Costituzione Americana, essi si realizzano attraverso una interpretazione estensiva delle funzioni del Gran Magistero: questo organismo difatti, con gli anni ed in piena unità di spiriti ed il Gran Maestro e con il Patriarca di Gerusalemme, ha finito con l’assumere funzioni quasi legislative ed il compito di tracciare le linee direttive dell’azione dell’Ordine.
Anche significativi - nel senso dei "checks and balances" - sono la larga autonomia che, nel rispetto dei principi fondamentali, viene lasciata alle Luogotenenze ed il continuo dialogo che si vuole mantenere aperto tra il Gran Magistero e le Luogotenenze stesse.
Altro Organo che riunisce attorno al Gran Maestro, i Membri del Gran Magistero e tutti i Luogotenenti, è la Consulta: il Parlamento o, se mi si consente il Sinodo, si svolge, per più giorni ogni quattro anni e, anche attraverso il lavoro di Commissioni, rende possibile un riesame approfondito delle finalità, strategie e procedure operative dell’Ordine.
Venendo ora a parlare del funzionamento dell’Ordine, si fa evidente riferimento alle sue finalità caritative e assistenziali in Terra Santa.
La parte spirituale, difatti, facendo salve le direttive e le raccomandazioni emananti dal Gran Maestro, viene, com’è logico assicurata dalle singole Luogotenenze e dalle loro divisioni
Anzitutto una parola sui destinatari dei nostri aiuti: gli arabi cristiani in Terra Santa non hanno della nostra assistenza. I nostri fratelli di Palestina, molti di essi, certamente, discendenti delle prime comunità cristiane fondate dagli apostoli, si trovano oggi in condizioni particolarmente difficili: stretti fra gli Israeliani che li amano perchè Arabi, ed i Musulmani che non si sentono ad essi solidali in quanto cristiani, essi tendono ad emigrare.
La diaspora palestinese non è un fatto nuovo, ma è specialmente grave per i Cristiani, poiché essi sono pochi. La loro partenza totale dalla Palestina farebbe della Terra Santa come disse Paolo VI, un "musco vuoto".
Per quanto riguarda il trasferimento delle risorse economiche raccolte dalle Luogotenenze e inoltrate in Terra Santa, esse vengono utilizzate prioritariamente, per sostenere il bilancio ordinario del Patriarcato. Trattasi di una Diocesi "sui generis", non solo per l’ampiezza (attraverso 68 parrocchie la sua giurisdizione copre la città di Gerusalemme, Israele propriamente detto, i Territori occupati e la Giordania), ma anche perché gestisce, oltre alle tradizionali attività diocesane, anche ben 40 asili nido, 40 scuole elementari, 26 scuole medie e 7 licei, con un personale di 862 docenti e di 107 religiose e con un’affluenza di quasi 18.000 alunni.
Vien fatto di domandarsi quante altre Diocesi al mondo debbano far fronte a questo tipo di impegno e se ve ne sia un’altra così strettamente dipendente - per quanto riguarda la provenienza delle sue risorse - da un’Associazione di laici cattolici.
Ma gli interventi dell’Ordine non si fermano al bilancio ordinario del Patriarcato: esso finanzia altresì iniziative destinate a finalità sociali del Patriarcato, sovvenziona alcune fra le tante Istituzioni religiose esistenti in Terra Santa, assicura borse di studio all’Università di Bethlehem e aiuta, sempre con borse di studio, scuole professionali e così via.
Un momento privilegiato della vita di un Cavaliere del Santo Sepolcro è il Pellegrinaggio in Terra Santa. Esso comporta non soltanto la venerazione dei Luoghi santificati duemila anni fa, dalla presenza del nostro Redentore, ma anche la visita del Seminario e di una o più parrocchie e l’incontro con le comunità cristiane e con i loro pastori ed i loro insegnanti. Da essi, e dalla loro viva voce, i nostri Confratelli possono rendersi conto delle dimensioni dei loro problemi, delle loro preoccupazioni, delle loro necessità anche materiali, ma soprattutto del gran bisogno di pace, di lavoro, di libertà nel loro proprio paese. In cambio i nostri Confratelli danno testimonianza della loro solidarietà, dell’impegno preso dall’Ordine a loro favore e li fanno sentire, forse, meno soli e più forti per far fronte alle difficoltà di tutti i giorni.
Non poche volte questi incontri danno lo spunto ad iniziative particolari prese da alcune Luogotenenze per venire incontro a necessità urgenti prospettate da questa o da quella parrocchia, da questa o da quella scuola.
In taluni casi singoli o gruppi o Luogotenenze si assumo la responsabilità di progetti di più ampie dimensioni in aree particolarmente bisognose e ad alto rischio sociale.
E’ da notare che tutte queste risorse finanziarie - e questo è un punto che si desidera particolarmente sottolineare - provengono, o meglio sono il frutto, dal primo all’ultimo dollaro, della generosità dei singoli Cavalieri, Dame ed Ecclesiastici Membri del Santo Sepolcro. Ci vantiamo dunque del titolo di Ordine "mendicante" differenziandoci così da altri Ordini Cavallereschi che pure perseguendo benemerite attività caritative, dispongono di una forte consistenza patrimoniale. L’unica nostra proprietà è il Palazzo dei Penitenzieri, detto altrimenti Palazzo della Rovere, in Via della Conciliazione, che ci consente, attraverso il canone proveniente da alcuni affittuari, di far fronte alle spese generali dell’Ordine e consentire così che lo stesso ultimo dollaro più sopra ricordato sia utilizzato in Terra Santa.

Chi siamo e quanti siamo

La consistenza numerica dei Membri dell’Ordine si aggira sui 20.000 tra Cavalieri, Dame ed Ecclesiastici, ripartiti in circa di 50 Luogotenenze, di cui grosso modo una ventina nell’Emisfero Occidentale (principalmente Stati Uniti e Canada) e altrettanto in Europa, di cui 4 in Italia.
Alcune di queste presenze organizzate dell’Ordine nel mondo, per il limitato numero di Membri che ne fanno parte, prendono il nome di "Delegazioni Magistrali". Esse tuttavia non differiscono in nulla dalle Luogotenenze, ne in dignità, ne in "status giuridico", ne nelle finalità che esse si propongono o negli impegni assunti dai loro aderenti.
Quanto al modo con cui si diventa Membri dell’Ordine le procedure sono sostanzialmente due: su richiesta e per cooptazione.
La prima viene seguita soprattutto dalle quattro Luogotenenze Italiane, Paese dove l’Ordine è sufficientemente conosciuto, non fosse altro per la pratica di svolgere Investiture, nella Città dove ha sede la Luogotenenza, ma anche in altri centri di Provincia. Il Consiglio della Luogotenenza valuta la domanda si sofferma sulle qualità morali e sociali del Candidato anche basandosi sulle dichiarazioni del parroco e dell’Ordinario; appone il suo parere favorevole alla domanda la quale trasmessa a Roma per la decisione finale del Gran Maestro.
Negli altri Paesi, e sono la maggioranza, dove viene sistema seguito il sistema di cooptazione, l’iniziativa parte dai Membri del Consiglio di Luogotenenza, i quali valutano confidenzialmente le qualità della persona che si reputa suscettibile di desiderare i titoli per essere ammessa all’Ordine e, successivamente prendono contatti con l’interessato. Il resto della pratica segue il suo iter normale.
In questi ultimi anni la media delle ammissioni annuali si aggira intorno al migliaio. Considerando i decessi, le rare dimissioni ed il caso di coloro che, con gli anni, abbiano dimostrato di aver perso interesse nell’Ordine o di averne aderito con idee errate, cessando così "de facto" di esserne Membri, si può contare su un aumento degli effettivi di qualche centinaio di Membri all’anno; questo aumento è da considerarsi soddisfacente, tenendo conto di un principio più volte espresso dal Gran Maestro e condiviso dal Gran Magistero che la qualità dei nostri ‘agio" sulla loro quantità.

Conclusioni

Scopo di queste righe, è quello di dare un’idea sommaria di che cosa sia l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, di quali siano le finalità e gli impegni che assumono i suoi Aderenti, Cavalieri, Dame ed Ecclesiastici e come essi vi facciano fronte.
Chi fosse interessato a ricevere maggiori informazioni potrà rivolgersi agli uffici del Gran Magistero, alle Luogotenenze ed invero ad ogni Membro dell’Ordine che non mancherà di rispondere adeguatamente.
L’impegno a migliorare il livello della nostra spiritualità (obiettivo primario dell’azione dell’Ordine) ed i nostri metodi di lavoro per quanto riguarda l’assistenza ai nostri fratelli di Terra Santa è profondamente sentito da tutti i nostri Membri; sono pertanto ben più frequenti gli impulsi in tal senso che provengono dalle Luogotenenze e dai singoli Membri di quanto non lo siano le direttive di carattere generale formulate dal Gran Magistero.
Ma la cosa che maggiormente ci conforta è la benevolenza nei confronti dell’Ordine che ha dimostrato in più occasioni Sua Santità Giovanni Paolo II e che si è espressa in due Suoi recenti messaggi.
Vi è in uno di essi una frase che ci ha fatto riflettere: "Vi incoraggio", ha detto il Papa ai Membri del Gran Magistero ricevuti in udienza il 24 aprile 1993, "vi incoraggio a sostenere con dedizione ogni iniziativa di riconciliazione tra individui e popoli".
Ci rendiamo conto che tutta la nostra azione si traduce in poche gocce d’acqua nel mare dei problemi politici, economici che affliggono il Medio Oriente. L’esortazione del Sommo Pontefice, tuttavia, ci lascia pensare che il nostro piccolo aiuto per alleviare le sofferenze dei nostri fratelli in Terra Santa, la nostra presenza nei pellegrinaggi, le Scuole del Patriarcato frequentate da cristiani e da musulmani, la preghiera dei nostri Confratelli, possano, per le vie misteriose della Divina Provvidenza, rendere più vicino l’avvento della pace e della riconciliazione in Terra Santa.

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