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Bollettino N. 3 (periodo 1° gennaio 1993 – 31 dicembre 1993)

Editoriale

Il Santo Padre, all'inizio del Suo Pontificato, il 9 giugno 1979, a Mogila (Nowa Huta), Santuario della Santa Croce, ebbe a dire:

« Essi [gli uomini del lavoro] gli sono sempre stati particolarmente vicini.

È’ uscito di mezzo a loro. È uscito dalle cave di pietra di Zakrowek, dalle caldaie di Solvay in Borek Falecki, poi da Nowa Huta. Attraverso tutti questi ambienti, attraverso le proprie esperienze di lavoro—oso dire—il Papa ha imparato nuovamente il Vangelo. Si è accorto e si è convinto quanto profondamente nel vangelo sia incisa la problematica contemporanea del lavoro umano. Come sia impossibile risolverla fino in fondo senza il Vangelo ».

Le encicliche Laborem exercens del 14 settembre 1981, Sollecitudo rei socialis del 30 dicembre 1987, Centesimus annus del 1° maggio 1992, documentano la sollecitudine del Santo Padre per gli uomini che lavorano.

La Lettera del Santo Padre al Cardinale Segretario di Stato del 20 novembre 1982, circa il significato del lavoro prestato alla Sede Apostolica, è espressione della Sua sollecitudine per la particolare comunità costituita da quanti—uomini e donne, sacerdoti, religiosi e laici—coadiuvano il Vescovo di Roma nel suo ministero di Pastore della Chiesa universale. La Lettera indica i fondamenti di carattere teologico di tale specifica comunità ed i conseguenti criteri di azione pratica, affidando al Cardinale Segretario di Stato di preparare « gli opportuni documenti per assecondare, tramite convenienti norme e strutture, la promozione di una comunità di lavoro secondo i principi esposti ».

A conclusione di molteplici ed altamente qualificate consultazioni, il Cardinale Segretario di Stato sottopose al Santo Padre il documento approvato ad quinquennium con il Motu Proprio « Nel primo anniversario » del 1° gennaio 1989 istitutivo dell'Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica (ULSA).

« Attendendo alle funzioni ad esso affidate, l'ULSA contribuirà a far sì che nella particolare comunità di lavoro, operante alle dipendenze del Papa,

— sia fattivamente onorata la dignità di ciascun collaboratore;

— siano riconosciuti, tutelati, armonizzati e promossi i diritti economici e sociali di ogni

     membro;

— siano sempre più fedelmente adempiuti i rispettivi doveri;

— sia stimolato un vivo senso di responsabilità;

— sia reso sempre migliore il servizio » (cfr. Motu Proprio 1° gennaio 1989).

Nel concludersi del quinquennio di attività « ad experimentum » dell'Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica è doveroso una valutazione del cammino percorso alla luce delle parole rivolte dal Santo Padre ai Membri dell'Ufficio nell'Udienza del 17 aprile 1989, qui riportate:

«Le caratteristiche del vostro impegno sono allo stesso tempo molto semplici e molto esigenti. La vostra collaborazione agli scopi dell'ULSA dovrà essere caratterizzata da alcune annotazioni specifiche:

— il desiderio di contribuire alla creazione di una vera comunità di lavoro, animata dal

     superiore ideale di servire Cristo e la Chiesa;

— il dialogo, nella ricerca di soluzioni sempre più rispondenti ai fini per cui esiste ed opera la

     Sede Apostolica;

— la collaborazione sincera, quale s'addice a persone che sanno di spendere le loro energie

     per consentire il pieno esercizio del servizio Petrino ».

L'Ufficio ha sviluppato la sua azione ed il dialogo con le componenti della comunità di lavoro della Sede Apostolica su accertamenti puntuali e rigorosi delle realtà sottoposte ad esame e su studi, condotti con la massima oggettività, dei dati giuridici ed economico-finanziari inerenti alle proposte normative.

Riferimenti costanti sono stati la Lettera del Santo Padre al Cardinale Segretario di Stato del 20 novembre 1982, il Motu Proprio « Nel primo anniversario » del 1° gennaio 1989 istitutivo dell'ULSA e il suo Statuto.

Il Consiglio ULSA, organo di consulenza e di elaborazione della normativa in materia di lavoro, composto da esperti in diritto del lavoro e da Rappresentanti delle Amministrazioni e di diversi ambienti del personale, ha sempre approvato alla unanimità le proposte che hanno concorso alla emanazione da parte della Superiore Autorità dei seguenti atti normativi:

— Revisione normativa dell'Aggiunta Speciale di Indicizzazione (ASI) e

     conglobamento ASI negli stipendi di livello con decorrenza 1° gennaio 1990;

— Motu Proprio « De Pensionibus Denuo Ordinandis » in data 8 settembre 1992 che

     approva una nuova regolamentazione giuridica dei trattamenti pensionistici ed

     istituisce il Fondo Pensioni;

— Norme per la disciplina della concessione dell'Assegno per il Nucleo Familiare;

— Provvidenze a favore della Famiglia;

— Rivalutazione degli scatti biennali di anzianità con decorrenza 1° luglio 1993.

La nuova regolamentazione giuridica del trattamento pensionistico assicura l'integrale conservazione del rapporto fra il trattamento retributivo tempo per tempo in atto ed il trattamento pensionistico, mediante la piena rispondenza dell'incremento percentuale dell'uno e dell'altro trattamento.

Amministrazioni, dipendenti in servizio ed in quiescenza, con apporti specifici di conoscenze e di studi, hanno contribuito alla elaborazione della normativa che realizza una piena solidarietà tra quanti lavorano o hanno lavorato a servizio della Sede Apostolica.

L'Assegno per il Nucleo Familiare e le Provvidenze a favore della Famiglia sono espressione della costante preoccupazione del Santo Padre di assicurare, ai suoi collaboratori, qualificati sostegni economici a favore delle loro famiglie. Nella scarsità dei mezzi economici a disposizione, punti di riferimento sono stati la tutela di situazioni oggettive (es. maternità, nascita di figli) e la tutela delle famiglie economicamente più deboli sulla base di criteri di selettività in funzione del numero dei componenti e del reddito complessivo del nucleo familiare.

In particolare le « Provvidenze a favore della Famiglia » entrano in vigore dal 1° gennaio 1994, Anno della Famiglia, e garantiscono: un assegno una tantum per la nascita di ogni figlio; agevolazioni a tutela della maternità, integrative di quelle già in vigore; agevolazioni in favore del dipendente con familiari disabili; deducibilità delle spese scolastiche dal calcolo del reddito ai fini della determinazione del reddito del nucleo familiare; assegni per l'acquisto di libri scolastici. Tali provvidenze sono riferibili anche ai casi di adozione e di affidamento di bambini ed al padre nel caso di completa impossibilità fisica della madre.

Durante questi anni vi è stato in seno al Consiglio ULSA un effettivo e sincero dialogo tra i Rappresentanti delle Amministrazioni e i Rappresentanti dei diversi ambienti del Personale, conseguendo il superamento di iniziali divergenze ed il consolidamento della comunità di lavoro.

Il dialogo condotto con l'Associazione Dipendenti Laici Vaticani (A.D.L.V.) ha consentito, nel mese di ottobre del 1993, l'approvazione dello Statuto della Associazione attraverso il suo adeguamento alla natura specifica della Sede Apostolica. Sono in corso colloqui per far sì che l'A.D.L.V., tramite il dialogo con l'ULSA, possa svolgere un compito valido di collaborazione nella realizzazione della comunità di lavoro.

In ordine alla realizzazione e al consolidamento della comunità di lavoro, è stata significativa l'attività di conciliazione del Direttore Generale e l'attività di conciliazione ed arbitrato del Collegio di conciliazione e arbitrato. La composizione delle questioni di carattere amministrativo o economico-sociale, emerse nei vari Organismi della Sede Apostolica, ha trovato soluzione attraverso le previste forme di conciliazione e, in caso di fallita conciliazione, attraverso la attività giurisdizionale del Collegio di accertamento del diritto e quindi di emanazione di decisioni.

La novità della procedura dell'attività di conciliazione e arbitrato ha determinato inizialmente numerose dichiarazioni o decisioni di inammissibilità e di improponibilità, come pure di rinunzie da parte dei ricorrenti.

Sono state conciliate n. 18 controversie di fronte al Direttore Generale, di cui n. 2 in modo parziale.

Sono state conciliate di fronte al Collegio n. 11 controversie. Il Collegio, fino a tutto il 31 dicembre 1993, ha emesso n. 9 decisioni di accoglimento delle richieste dei ricorrenti.

Nel dare atto del ruolo di « amico delle parti » svolto dal Direttore Generale e dal Collegio, della disponibilità al dialogo delle Amministrazioni, l'Ufficio resta consapevole che la soccombenza in via di giustizia, dell'una o dell'altra parte, non sempre risolve il malessere che ha originato la controversia.

Resta necessaria e prioritaria la promozione di normative uniformi ed espressioni della «vita della singolare comunità che opera sub umbra Petri, in così immediato contatto con la Sede Apostolica » (cfr. citata Lettera n. 1).

Nel riconsiderare le attività realizzate nel quinquennio, non si può non sottolineare il contributo della Segreteria di Stato nel raccordare e portare ad armonica sintesi le istanze provenienti da tutte le componenti della comunità di lavoro della Sede Apostolica, determinando una sua crescita nella direzione voluta dal Santo Padre.

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