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CONTRIBUTO DEL CARD. JAVIER LOZANO BARRAGÁN
MODERATORE GENERALE DEL SIMPOSIO   

Un contributo alla riflessione teologica
e pastorale sul grande Mistero dell'Amore

 


Lo scopo del Simposio teologico pastorale svoltosi il 6, il 7 e l'8 ottobre, alla vigilia del 48° Congresso Eucaristico Internazionale di Guadalajara, è stato quello di offrire un contributo al progresso della teologia che ha per oggetto l'Eucaristia. Abbiamo concepito lo sforzo scientifico-teologico anche come un carisma dato alla Chiesa per rinnovarla, ampliarla ed unificarla. Così, siamo partiti dallo stato attuale della fede nella Eucaristia, e abbiamo inteso farla progredire nella sua intelligenza e nella sua pratica, nel senso dell'autentico progresso teologico, per contribuire ad una migliore evangelizzazione eucaristica all'inizio dell'Anno della Eucaristia, apertosi in coincidenza con la conclusione del Congresso.

Infatti, abbiamo incominciato il nostro Simposio con una sintetica esposizione dello stato della fede eucaristica in ogni Continente. Dopo, guardando questa fede attraverso le diverse angolazioni indicate dall'Enciclica "Ecclesia de Eucharistia", abbiamo approfondito questo progresso. I temi chiave trattati sono stati:  la Santissima Trinità, l'Alleanza, la Beata Vergine Maria, l'unità eucaristica, il Primato, le virtù teologali, l'evento e la libertà, l'identità antropologica, il rito, l'ortodossia eucaristica, l'arte e la bellezza.

Dando uno sguardo rapido e molto sintetico ai contenuti di questo Simposio, così come io l'ho vissuto da Moderatore Generale, questi sono gli aspetti che mi sono apparsi più significativi.

Uno sguardo all'Enciclica "Ecclesia de Eucharistia"

Innanzitutto, abbiamo incominciato con uno sguardo e una considerazione generale sull'Enciclica "Ecclesia de Eucharistia". L'ha presentata il Cardinale Marc Ouellet, Arcivescovo di Québec (Canada). Egli ha sottolineato l'Eucaristia come cuore del mondo che Cristo crea, donandoci la partecipazione alla vita trinitaria. Questa partecipazione si realizza nella Eucaristia mediante un processo apostolico espresso attraverso il ministero ordinato nella Chiesa e sotto la figura delle "nozze" dell'umanità con Dio. Infatti, l'Ecclesiologia non si comprende senza la Cristologia. La base per unire Cristologia ed Ecclesiologia è lo Spirito Santo. Maria appare nell'Eucaristia come un "abbraccio" a Cristo che personifica la fede di tutta Chiesa. Così adoriamo il Mistero eucaristico ed entriamo nella comunione con il Padre celeste, frutto dello Spirito Santo.

Dopo questa visione generale, abbiamo avuto alcune testimonianze sulla vita eucaristica in ogni Continente.

Per l'Africa, ha parlato il Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Arcivescovo di Cape Coast (Ghana). Egli ha detto che l'Africa riceve con facilità l'evangelizzazione eucaristica perché la cultura del popolo si avvicina ad essa:  non gli è estranea l'immagine d'un "eroe" che muore per il popolo, né quella del banchetto che riunisce insieme le famiglie in una casa in comunione con gli antenati.

Queste occasioni sono propizie per raccontare le storie degli eroi della tribù. La transustanziazione e la presenza reale di Cristo nell'Ostia si accettano facilmente perché essi capiscono che il sacrificio esige vittime reali.

Per l'America ha parlato il Cardinale Bernard Francis Law, Arciprete di Santa Maria Maggiore a Roma. Egli ha diviso la parte di lingua inglese da quella delle lingue latinoamericane. Per la parte inglese, la fede eucaristica è stata la fede del Concilio di Trento nelle sue affermazioni eucaristiche contro i protestanti. Attualmente, si è incrementata l'adorazione eucaristica. Riguardo alla parte latinoamericana, la fede si è espressa con un culto eucaristico diffuso, attraverso processioni, adorni sacri, con l'arte, con l'adorazione sacramentale perpetua. Ma in entrambe le parti adesso si notano il processo di secolarizzazione e l'attacco delle sette fondamentaliste. Specialmente si diffonde la pratica della Comunione senza ricevere, anche quando si ha bisogno, il Sacramento della Penitenza.

Per l'Asia Mons. Carmelo D.F. Morelos ha detto che la fede cristiana è concepita come una religione "straniera", che la percentuale dei cattolici in Asia arriva appena al 2 %, che le celebrazioni eucaristiche sono assai semplici e povere, e che la fede eucaristica viene oggi minacciata dalla globalizzazione economica.

Per Europa, il Cardinale Carlos Amigo Vallejo, Arcivescovo di Sevilla, ha affermato che la Chiesa si identifica con la celebrazione eucaristica, ma che questa celebrazione oggi viene messa in discussione dalla grave crisi di valori, da un'apostasia silenziosa, da un pragmatismo che invade tutta la vita, dal relativismo. Perfino la religiosità popolare viene travolta da questo processo di laicizzazione. Ma l'Eucaristia si deve vivere come realtà storica del mistero dell'Incarnazione.

Per l'Oceania, il Cardinale Gorge Pell, Arcivescovo di Sidney (Australia) ha affermato che il 27% della popolazione è cattolica e che il culto eucaristico si trova sottoposto alla pressione della secolarizzazione. Tuttavia vi sono alcune regioni, come la Nuova Zelanda, dove si sta incrementando la partecipazione alla Messa, anche se si riceve la Comunione senza la dovuta riconciliazione sacramentale. In Papua Nuova Guinea c'è un culto eucaristico forte, malgrado la celebrazione della Santa Messa non sia frequente a causa della carenza di sacerdoti ordinati. Lo stesso accade in Melanesia, dove in alcune località si celebra la Santa Messa soltanto tre volte all'anno. Malgrado ciò, le Ostie consacrate vengono custodite con cura e viene loro tributato il culto appropriato.

Con questo panorama generale del culto eucaristico e con l'introduzione precedentemente offerta dal Cardinale Ouellet, siamo entrati pienamente nella riflessione teologica.

Il primo tema trattato è stato esposto da P. Jesús Castellano, OCD, Vice Preside del Pontificio Istituto di Spiritualità "Teresianum" di Roma. "L'Eucaristia, edifica la Chiesa" è stato l'argomento del suo intervento. Sottolineo come più significativi i seguenti punti:  il capitolo 17 del Vangelo di Giovanni come "l'Anafora della Ultima Cena"; le Anafore della Chiesa primitiva come prima Ecclesiologia; l'impossibilità di capire l'Ecclesiologia senza l'Eucaristia; la presenza eucaristica a tutti gli effetti; l'unione eucaristica fra Chiesa universale e Chiese particolari; l'origine della Missione; il senso eucaristico del primato di Pietro; la non comprensione di una unione soltanto trasversale delle Chiese particolari; la comunione come parola d'ordine del Terzo Millennio, comunione che è l'icona della Trinità ovunque si celebra la Santa Messa; la somiglianza di questa comunione eucaristica con il dono di sé trinitario; la prospettiva cosmica eucaristica; la gratuità eucaristica contrastante con il pensiero della post-modernità incentrato sull'interesse.

L'esposizione di ogni tema è stato seguito da un dibattito, dove i diversi interventi hanno arricchito il pensiero esposto.

Libertà di Dio e libertà dell'uomo

Successivamente il Card. Angelo Scola, Patriarca di Venezia, ha svolto una conferenza sul tema "Eucaristia mistero di fede". Il mistero eucaristico - ha sottolineato - non si può capire se non si penetra in esso come evento dove la libertà di Dio s'incontra con la libertà dell'uomo. Questo è un evento di mutua donazione. Un evento trinitario, pasquale ed eucaristico. Come evento trinitario, è la benevolenza del Padre che per lo Spirito ci si dona nel suo Figlio; come evento pasquale, è l'obbedienza del Figlio fino alla piena donazione della Croce, dove si realizza la benevolenza del Padre che risuscita a Cristo. Il nesso fra l'evento trinitario e l'evento pasquale è lo Spirito Santo, la Persona "Dono". L'evento eucaristico del pane e del vino è infinitamente differente dall'evento trinitario e pasquale. Differente non è lo stesso che diverso: differente vuol dire che "di fert", cioè, che porta all'evento trascendente mediante un simbolo che è infinitamente distante da quello che significa. Così si elimina qualsiasi forma d'idolatria. L'evento eucaristico è la presenza nella storia quotidiana degli eventi trinitari e pasquali irripetibili. La ripetizione si dà soltanto nell'evento eucaristico e questa ripetizione è frutto della Tradizione apostolica ecclesiale. Nell'evento eucaristico la comunità ecclesiale si trova davanti agli eventi trinitari e pasquali che nella loro oggettività, soggettivamente l'interpellano, e ai quali risponde con la sua libertà.

Dunque l'evento eucaristico è l'incontro della libertà di Dio Trino nella Pasqua di Cristo con la libertà dell'uomo. La libertà di Dio ha significato una donazione piena, frutto della benevolenza di Dio Padre e della obbedienza di Cristo; la libertà dell'uomo nell'incontro eucaristico deve essere anche la piena donazione a Dio e ai fratelli, a somiglianza della libertà di Dio. Questa è la logica trinitaria, pasquale e sacramentale. Così, mediante il differente evento eucaristico, l'uomo partecipa dell'eternità divina, che fa sì che la Pasqua sia anche eterna ed storica. Così si possono capire l'"opus operatum" e l'"opus operantis"; e capire anche che l'unità dell'evento eucaristico è duale. Da qui si capisce come la vera ortodossia sia quella eucaristica.

L'apostolicità della Chiesa

Successivamente Mons. Gerhard Ludwig Müller, Vescovo di Regensburg, ha sviluppato il tema "L'apostolicità della Eucaristia e della Chiesa". Egli ha indicato come ambiente antitetico le mentalità gnostiche e protestanti. L'apostolicità si comprende all'interno della visibilità del Capo glorificato della Chiesa, Cristo. Questa visibilità ci offre la dimensione storica ed è un segno effettivo e costitutivo della Chiesa, in connessione con gli apostoli e i missionari della Chiesa primitiva.

L'apostolicità è la maniera propria della trasmissione dell'attuare nel nome di Cristo. Questa apostolicità porta con sé la collegialità, che esclude un'azione meramente individualista nella Chiesa, ed esclude anche che si parli della comunità come fonte del sacerdozio ordinato. Dentro questa apostolicità si trova come base il mandato eucaristico "Fate questo in memoria di me". Per questo non si può partecipare ad essa mediante il sacerdozio ordinato senza celebrare sempre l'Eucaristia, giacché mediante l'apostolicità eucaristica si realizza la funzione, essenziale per l'esistenza della Chiesa, di convocare ed unire quotidianamente la comunità. Senza questa convocazione ed unione non c'è Chiesa. Così il sacerdote opera la mediazione che ha come oggetto Cristo che si unisce immediatamente con una unione inscindibile al suo Corpo costituendo la Chiesa. Per questo, il sacerdote in se stesso deve essere generatore di nuove vocazioni sacerdotali, in quanto, mediante l'apostolicità, egli è la voce di Cristo.

Il Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, ha riflettuto sul tema "L'Eucaristia e la Comunione ecclesiale". I punti a mio parere da sottolineare sono quattro:  l'unità, il sacrificio, la comunione e l'ecumenismo.

Il Cardinale Kasper ha sottolineato che l'essenziale nell'Eucaristia è l'unità. Secondo san Tommaso d'Aquino, l'unità è la "res" del "sacramentum". L'unità è la realtà, che rende possibile la pluralità.

Questo si comprende nell'"exitus et reditus" tomistico; al contrario di come pensa la post modernità, che si figura l'unità come totalitarismo ed allora rinuncia ad un pensiero strutturato e costituisce il suo "pensiero debole".

La Bibbia ci parla dell'unità del piano salvifico, di Cristo che distrugge il muro dell'inimicizia, della escatologia come Dio "tutto in tutti", dell'Ultima Cena come concentrazione del passato e del futuro.

La Messa è la "Missa mundi", dove culto e cultura convergono e si esprimono nella visione unificata dell'arte, come preludio del mondo celeste. Ma quest'unità si realizza soltanto attraverso il sacrificio.

Così è impossibile il sacramento dell'Eucaristia senza il sacramento della Penitenza. L'Eucaristia si dà soltanto nella comunità, non in una maniera individualista. I Dodici sono la figura della comunità primitiva che per celebrare l'Eucaristia si riuniva nello stesso luogo. La comunione eucaristica porta con sé la comunione ecclesiale. L'unità della Chiesa non è una unità "imperiale", ma la sussistenza della Chiesa universale nella Chiesa particolare. Esige unità anche nel campo economico, come si indica nella Dottrina Sociale della Chiesa. Questa unità è il mandato del Signore, pertanto è il cammino della Chiesa. L'Eucaristia la realizza pienamente. Quest'unità è frutto dello Spirito Santo, e in un sano ecumenismo non si può instaurare un dialogo senza affermare la piena identità cattolica:  in caso contrario, questo diverrebbe piuttosto un ostacolo al progresso nell'unità. Ecumenismo significa abbracciare tutta l'"Ecumene". È un'esigenza dell'unità trinitaria, della quale la celebrazione d'ogni Messa è icona, e si presenta come un progredire verso l'unità escatologica. Così la pace è frutto dell'Eucaristia.

Il tema "Il decoro nella celebrazione eucaristica" è stato trattato da Mons. Victor Sánches, Vescovo ausiliare di Messico. Sottolineo quattro punti del suo intervento:  festa, bellezza, celebrazione, pericoli. Ha considerato l'Eucaristia come il massimo evento che si celebra festosamente. Così ha celebrato Gesù la Cena. La Pasqua di Gesù, come "uscita" dal Padre e ritorno a Lui passando dalla condizione mortale a quella gloriosa, non è soltanto un insieme di enunciati di verità, ma un fatto storico sostenuto che suscita la nostra ammirazione. Così la bellezza nella celebrazione esprime quest'ammirazione come tributo di onore che si deve all'umanità di Cristo vivificata attraverso lo Spirito. Nella Celebrazione Eucaristica vi sono parti immutabili come il sacrificio e il banchetto. Le forme esterne manifestano l'attitudine interna all'adorazione, a vivere il mistero della fede. Cercano forme adatte per rappresentarla nell'architettura, nella musica, negli oggetti di culto, negli ornamenti, ecc.. Nell'espressione adeguata del Mistero si devono evitare espressioni non degne e dunque si deve osservare tutto ciò che è indicato nelle normative liturgiche della Chiesa. Si deve confluire verso una pastorale liturgica che susciti un'autentica spiritualità liturgica. La riforma liturgica si deve capire attraverso la teologia liturgica. Così non si devono confondere le funzioni liturgiche che competono a ciascuno, non si devono creare altre anafore oppure strumentalizzare i testi liturgici. I riti liturgici devono orientare i fedeli e non disorientarli.

Infine P. Stefano di Fiores, S.M.M., professore di Mariologia alla Pontificia Università Gregoriana, ha presentato il tema "Alla scuola di Maria, Donna eucaristica".

Mi sembrano significativi i seguenti punti:  storia e presenza di Maria nell'Eucaristia.

Maria donna Eucaristica

Il P. di Fiores ha sottolineato che al centro della sua presentazione c'era Maria come donna relazionale, come persona relazionale. Così egli ha posto la figura di Maria in relazione con i punti storici della sua vita, in particolare in rapporto con l'Eucaristia, come fa Giovanni Paolo II nell'Enciclica "Ecclesia de Eucharistia". Nella Annunciazione il relatore si è riferito alla fede eucaristica; nella visitazione a Elisabetta, a Maria come "Tabernacolo"; nel Magnificat, alla lode all'Eucaristia:  nell'infanzia del Signore, all'amore sacrificale che rappresenta l'Eucaristia; nella presentazione nel Tempio, allo "Stabat Mater"; nella Croce, a Maria Madre dell'umanità; nel Cenacolo, all'esperienza della Incarnazione; ed anche in riferimento a questa esperienza, alla partecipazione di Maria alla frazione del pane nella Chiesa primitiva. Circa la presenza di Maria nell'Eucaristia, ha parlato della intercessione di Maria e della comunione. Poi ha sviluppato l'ipotesi di una presenza pneumatica, ossia:  come l'Eucaristia è la sintesi di tutto l'evento salvifico in modo sacramentale e glorioso, così possiamo parlare della presenza di Maria Assunta nella pienezza del Mistero eucaristico, come la presenza escatologica del mondo futuro rinnovato attraverso l'amore. Certamente questa presenza non sarebbe come la presenza reale di Cristo per la transustanziazione.

Nelle conclusioni il P. di Fiores ha detto che dal rapporto di Maria con l'Eucaristia dobbiamo attingere la forza per essere intorno a Gesù con Maria, per riflettere come Lei sul mistero di Gesù, per essere relazionali, cioè, vivere per la comunità, per pregare Maria affinché ci conduca all'Eucaristia e all'unità della Chiesa, per trovare nell'Eucaristia il nuovo Adamo e la nuova Eva.

Il Simposio è stato chiuso dall'intervento dei Presidenti. Il Card. Jozef Tomko, Presidente del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali e Legato Pontificio al Congresso di Guadalajara, ha ringraziato per i diversi interventi svolti durante il Simposio.

Per finire devo sottolineare ancora una volta come quello che qui ho indicato è frutto di una sintesi personale dei lavori del Simposio. E come ogni sintesi, presenta il rischio di non lasciar trasparire pienamente tutta la ricchezza degli apporti di ogni intervento. Si stanno già preparando gli Atti del Simposio. Così si potrà valutare meglio il contenuto e il valore dei diversi contributi.

 

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