Assemblea Plenaria (11-13 marzo 2004) La fede cristiana all'alba del nuovo millennio e la sfida della non credenza e dell'indifferenza religiosa Intervento di S. Em. il Cardinale Paul POUPARD Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura Conferenza Stampa 8 marzo 2004 1. La Plenaria 2004 si inserisce in una lunga serie di Assemblee plenarie su vari temi: scienza, etica, ideologie e mentalità, ricerca della felicità, dire Dio oggi, pastorale della cultura, nuovo umanesimoÂ
A venti anni di distanza, essa rimette la cultura al centro dellÂincontro della Chiesa con la non credenza e lÂindifferenza religiosa. Malgrado le apparenze spesso ingannevoli, la sete di Dio è sempre nel cuore dellÂuomo con lÂaspirazione alla felicità. Tuttavia, le strade che conducono a ciò devono essere liberate da ogni ostacolo. Le 300 risposte alla nostra inchiesta dimostrano un indebolimento della fede, per così dire, sia nellÂateismo che nella Chiesa, nella cultura occidentale dominante, contrassegnata da un misto di razionalismo tecnico e di edonismo permissivo. Al contrario, lÂAfrica e lÂAsia, come pure lÂAmerica Latina continuano ad essere animate dalla religione popolare nel cuore delle culture. La Cina resta sotto lÂinfluenza del potere ateo, come il Viet Nam, la Corea del Nord e Cuba. LÂAmerica Latina è contraddistinta da una distorsione tra una Âélite liberale colorata di agnosticismo e popolazioni che cercano di soddisfare i primordiali bisogni del Corpo e del Cuore. 2. La grande sfida della cultura moderna per la Chiesa, come anche per le società, è la rottura delle forti integrazioni delle società gerarchizzate, e il passaggio da appartenenze unificanti ad una cultura acentrica, senza un centro, piena di immagini molteplici. La Chiesa è portatrice di una buona novella. Ma né lÂeconomia, né la politica, né la scienza, né i mezzi di comunicazione sociale sembrano aderire ad essa. EÂ, allora, necessario per essa riprendere il dialogo col mondo politico, degli artisti, dellÂeconomia, dei mass media e della scienza, per ritrovare la sua credibilità e suscitare un nuovo interesse culturale. ÂIl vero nemico della fede non è lÂateismo aggressivo, bensì lÂindifferenza. Dio, oggi, è considerato del tutto insignificante per la maggior parte degli Inglesi. Non cÂè posto né bisogno di lui nelle esigenze e nei desideri della loro vita quotidianaÂ. (The Tablet, 10-1-2004). Il sociologo descrive ciò che vede: una eclissi di Dio in un orizzonte intramondano. Il teologo ciò che crede senza riuscire a condividere la sua intelligenza della fede in una cultura segnata dallÂipertrofia dei mezzi e dallÂatrofia dei fini. Ma una società di non credenti non può fare a meno di credere. Quando la cultura relativizza lÂassoluto, essa assolutizza il relativo: la razza, la classe, la scienza, lo scientismo, il marxismo-leninismo, il nazionalismo, il razzismo, tanti ismi tragici con il loro immenso corteo di milioni di morti durante il secolo scorso. LÂalba del nuovo millennio illumina un duplice fenomeno: il regresso dellÂadesione alle grandi Chiese come pure ai grandi sistemi  lÂateismo riflesso e militante è in regresso  e il rinnovato interesse per il fatto religioso, col pullulare di nuove religiosità pagane, come il New Age. In tutte le culture, a tutte le latitudini, lÂessere umano ha bisogno di credenze che diano senso e consistenza alla sua odissea terrena. 3. La posta in gioco di questa Plenaria è aiutare i pastori a prendere innanzi tutto coscienza dellÂemergere della cultura della modernità e della post-modernità, vale a dire del passaggio da una cultura con o contro Dio a una cultura senza Dio che non può non influire sugli stessi credenti, immersi in questo processo di secolarizzazione. Inoltre, discernere come lÂindebolimento crescente dellÂinflusso delle istituzioni religiose sulla società non implichi la scomparsa parallela delle credenze, ma una ricomposizione del campo religioso, contraddistinto dalla religione dellÂio e dalla spersonalizzazione di Dio. Infine, indicare nuove vie per rispondere alle attese insoddisfatte dellÂuomo che resta sempre e malgrado tutto homo religiosus. Vi è tutto un corredo di mezzi da proporre per evangelizzare la cultura della non credenza e dellÂindifferenza: da una presenza rinnovata della Chiesa nel dibattito pubblico ad un nuovo linguaggio che tocchi la ragione e il cuore, da una iniziazione cristiana assunta dalla famiglia e dalla comunità dei credenti, prolungata dalle istituzioni educative, sostenuta da una catechesi irrigata da una liturgia densa di bellezza, allÂamore condiviso sullÂesempio di Cristo, Redentore dellÂuomo.
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