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Assemblea Plenaria (11-13 marzo 2004)
La fede cristiana all'alba del nuovo millennio
e la sfida della non credenza e dell'indifferenza religiosa

 

Nota di Stampa

LÂ’ATEISMO NON È IN CRESCITA NEL MONDO

 

Non è vero che lÂ’ateismo è in crescita nel mondo. Lo confermano le statistiche e lÂ’indagine sulla non credenza e lÂ’indifferenza religiosa condotta dal Pontificio Consiglio della Cultura, in preparazione allÂ’Assemblea Plenaria, che si svolgerà a Roma, dallÂ’11 al 13 marzo 2004. Tutte queste risposte, sintetizzate nellÂ’Instrumentum Laboris, che orienterà i lavori della Plenaria, rivelano la complessità del fenomeno della non credenza nel mondo di oggi. DallÂ’ateismo militante e organizzato di altri tempi, si è passati ad una situazione di indifferenza pratica, di perdita di rilevanza della questione di Dio, e di abbandono della pratica religiosa, soprattutto nel mondo occidentale. Ma non un abbandono della credenza in Dio.

Questo “nuovo volto della non credenza” pone la Chiesa davanti ad una sfida pastorale enorme: come annunciare il Vangelo ai nuovi non credenti. Per far fronte ad essa, è stata convocata la Plenaria del Dicastero, che esaminerà le risposte da dare a questa situazione, in modo da offrire ai pastori e agli evangelizzatori un aiuto adeguato. Come ricorda il Cardinale Paul Poupard, Presidente, sin dalla creazione, del Pontificio Consiglio della Cultura, “non si tratta di continuare ad esaminare il problema della perdita o meno della fede, ma di dare risposte concrete. Noi non siamo sociologi, ma pastori. Dobbiamo aiutare a rispondere a una semplice domanda: Cosa dobbiamo fare?”.

 

La mappa della non credenza

In preparazione alla Plenaria è stato elaborato un Instrumentum Laboris, a partire dalle numerose risposte arrivate al Dicastero da tutto il mondo sui fenomeni della non credenza e della nuova religiosità, e sulle esperienze con cui le diverse chiese locali fanno fronte a queste sfide. LÂ’Instrumentum offre nella prima parte una “mappa” aggiornata della non credenza, le cui conclusioni si possono sintetizzare così.

- La non credenza non è in crescita nel mondo. EÂ’ un fenomeno legato soprattutto al mondo occidentale, non asiatico, latinoamericano o africano, né tanto meno al mondo musulmano.

- LÂ’ateismo militante è in regresso e non esercita alcun influsso pubblico, se si eccettuano i regimi dove è ancora in vigore un sistema politico ateo. Si osserva, invece, il risveglio di un certo laicismo militante, specialmente in Europa.

- EÂ’ in crescita lÂ’indifferenza religiosa o lÂ’ateismo pratico. Agnostici e i credenti non praticanti tendono a confondersi in una ampia fascia, in cui si vive di fatto come se Dio non esistesse: è lÂ’ascesa dellÂ’homo indifferens.

- LÂ’ateismo e la non credenza, fenomeni tipicamente maschili, urbani e propri di persone con un livello culturale medio-alto in passato, si estende anche alle donne che lavorano fuori di casa: tra loro la non credenza aumenta e raggiunge livelli quasi pari a quelli degli uomini.

- Cala dappertutto il numero delle persone che frequentano la Chiesa. Ciò non significa aumento della non credenza, bensì trasformazione della pratica religiosa e del modo di credere: credere senza appartenere.

- EÂ’ in crescita anche una nuova ricerca più spirituale che religiosa, che non coincide sempre con un ritorno alle pratiche religiose tradizionali. Cresce perciò il fenomeno dei “recommençants”.

In definitiva: non cÂ’è una globalizzazione della non credenza, ma si ha una globalizzazione dellÂ’abbandono delle religioni tradizionali sia per quanto si riferisce alla pratica religiosa, sia per quanto concerne lÂ’adesione ai contenuti dottrinali e morali. In questa situazione complessa, si può credere senza appartenere; si può appartenere senza credere e soprattutto senza lasciarsi coinvolgere sotto il profilo etico.

La seconda parte analizza le cause del diffondersi di un atteggiamento di relativismo, che contagia persino i credenti e le nuove forme di religiosità –soggettive, narcisistiche, autoreferenziali– che emergono, confondendosi con le religioni tradizionali.

LÂ’ultima parte, alla quale verrà dedicata la Plenaria, propone linee per orientare le risposte pastorali da dare a questi fenomeni. La prima parte è incentrata sul dialogo personale con i non credenti, insostituibile in ogni forma di annuncio. La seconda parte, invece, è orientata verso lÂ’annuncio del Vangelo nelle società segnate dalla non credenza e dallÂ’indifferenza, cioè, verso lÂ’evangelizzazione della cultura. Le azioni pastorali in questo campo si articolano attorno ai seguenti aspetti: la presenza pubblica della Chiesa nella società; iniziazione cristiana e istruzione religiosa; catechesi e iniziazione cristiana; istituzioni educative; in famiglia; la via della bellezza ed il patrimonio culturale; un nuovo linguaggio per comunicare il Vangelo: ragione e sentimento; Centri Culturali Cattolici; turismo religioso; la Via dellÂ’amore.

 

40 membri da tutti i continenti

Questi stessi temi guideranno i lavori della Plenaria, alla quale prenderanno parte 37 membri e consultori convenuti dai cinque continenti. Con la ricca esperienza del lavoro pastorale in alcune delle diocesi più importanti della Chiesa, dalle megalopoli asiatiche o americane, alle capitali europee o alla realtà africana, il Pontificio Consiglio cercherà di proporre modi adatti di parlare di Dio allÂ’uomo di oggi.

 

40º anniversario del Segretariato per i non credenti

Con questa iniziativa, il Pontificio Consiglio della Cultura dà compimento alla missione, assegnatagli dal Santo Padre, di studiare “il problema della non credenza e dellÂ’indifferenza religiosa presente in varie forme nei diversi ambienti culturali, indagandone le cause e le conseguenze per quanto riguarda la fede cristiana” e di “fornire sussidi adeguati allÂ’azione pastorale della Chiesa per lÂ’evangelizzazione delle culture e lÂ’inculturazione del Vangelo”. (Inde a pontificatus, art. 2).

LÂ’attuale Pontificio Consiglio della Cultura è lÂ’erede e il continuatore diretto del Segretariato per i non credenti, creato da Paolo VI il 9 aprile 1965, che il prossimo anno celebrerà il suo quarantesimo di fondazione. Il Segretariato è stato successivamente fuso con il Pontificio Consiglio della Cultura, mediante il Motu Proprio Inde a Pontificatus del 1993, conservandone intatta la missione originaria.

Il Cardinale Poupard, che succedette al Card. König a capo di questo Segretariato nel 1980, ha guidato da allora il Dicastero come Presidente. Il prossimo anno, coincidendo con il suo doppio giubileo sacerdotale ed episcopale, compirà 25 anni come Capo Dicastero, diventando così il Cardinale rimasto più lungo alla guida di un Dicastero.


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