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PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA

CONFERENZA “IL FONDAMENTO DEI DIRITTI UMANI: CONTRIBUTI CATTOLICI”
AVE MARIA SCHOOL OF LAW, AVE MARIA UNIVERSITY,
SACRED HEART MAJOR SEMINARY

AVE MARIA, FLORIDA, 3-4 MARZO 2011

MESSAGGIO S.Em. ENNIO CARD. ANTONELLI
PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA


Sono onorato e molto lieto di poter rivolgere un breve messaggio augurale a tutti voi partecipanti alla Conferenza sul tema “Il fondamento dei diritti umani: contributi cattolici”.

In particolare saluto con vivo sentimento di fraternità Sua Eccellenza Mons. Frank Dewane, Vescovo di Venice, in Florida.

Il mio saluto cordiale va anche al Prof. Nicholas J. Healy, Presidente dell’Ave Maria University, al Prof. Eugene Milhizer, Presidente e Decano dell’Ave Maria School of Law, e a Mons. Jeffrey Marc Monforton, Rettore del Sacred Heart Major Seminary, Detroit.

Desidero condividere con voi alcune riflessioni sul tema della vostra conferenza e incoraggiare i vostri lodevoli sforzi a difesa e promozione degli autentici diritti umani, minacciati da ideologie individualiste e stataliste.

Non c’è bene comune senza rispetto dei diritti umani fondamentali, a cominciare da quelli che riguardano la vita, la famiglia, la libertà di coscienza e di religione. Nel suo discorso all’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite a New York nel 2008 il Papa Benedetto XVI sottolineava che “I diritti umani sono sempre più presentati come linguaggio comune e sostrato etico delle relazioni internazionali” e perciò “la promozione dei diritti umani rimane la strategia più efficace per eliminare le disuguaglianze fra Paesi e gruppi sociali, come pure per un aumento della sicurezza”[1].

Il sostegno ai diritti umani costituisce una linea costante nell’azione della Sede Apostolica, specialmente nel magistero di Giovanni Paolo II il quale ha riconosciuto nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 una delle più alte espressioni della coscienza umana nel nostro tempo” [2], che ha reso possibile a diverse tradizioni culturali e religiose, a diverse espressioni giuridiche e modelli istituzionali, di convergere attorno ad un nucleo basilare di diritti e di doveri, derivanti dalla comune umanità e dignità, “radicati nella natura della persona, nei quali si rispecchiano le esigenze obiettive e imprescindibili di una legge morale universale”.[3]

In occasione del cinquantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, il Pontificio Consiglio per la Famiglia, con il contributo di esperti e di altre persone impegnate nella causa della famiglia e della vita, ha pubblicato una sua riflessione su “La famiglia e i diritti umani”, in cui ha messo in risalto che il documento delle Nazioni Unite, sebbene non faccia menzione di Dio, presenta tuttavia una “grande convergenza con l’antropologia e l’etica cristiane”[4] e offre un “punto di incontro” per il dialogo e un riferimento necessario per lo sviluppo umano integrale e la pace.

Innanzitutto è importante che la Dichiarazione dell’O.N.U. non conferisca i diritti, ma li riconosca come derivanti dall’intrinseca dignità della persona umana, come spettanti sia ai singoli uomini sia alle comunità con conseguenti limiti necessari per un equo ordine sociale [5].

Inoltre la Dichiarazione afferma che la persona umana si sviluppa e si perfeziona a partire dalla sua famiglia naturale, luogo insostituibile per lo sviluppo etico, morale, religioso, spirituale, emotivo e fisico [6].

Riconosce che la famiglia è basata sull’istituzione naturale del matrimonio tra un uomo e una donna, che liberamente si donano e si accolgono reciprocamente nell’amore, formando un’unione stabile, aperta alla procreazione e all’educazione della prole [7]; in modo da costituire la cellula naturale e fondamentale della società, avente diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato, in conformità con il principio di sussidiarietà[8].

Inoltre meritevole di apprezzamento è il fatto che il rapporto madre-figlio (nato o nascituro), sia visto come rapporto tra due persone umane distinte, uguali nella loro dignità e nei loro diritti da trattare quindi con pari rispetto, che deve trovare riscontro in una speciale cura ed assistenza[9].

Infine è importante che il diritto dei genitori a educare la prole sia riconosciuto come primordiale e antecedente rispetto al ruolo sussidiario dello Stato e che il diritto dei genitori includa la facoltà di scegliere il tipo di educazione e la formazione religiosa da impartire ai figli[10].

Tenendo presenti questi elementi, è facile costatare come tra la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, approvata dall’O.N.U. nel 1948, e la Carta dei diritti della Famiglia, pubblicata dalla Santa Sede nel 1983, ci sia una profonda consonanza e come la seconda possa essere considerata uno sviluppo coerente e un arricchimento della prima. Per essere precisi, il documento della Santa Sede enuncia delle implicazioni normative desunte dall’art. 16 (3) della Dichiarazione dell’O.N.U.

Ambedue i documenti mantengono oggi la loro attualità e continuano ad offrire validissimi orientamenti giuridici ed etici, per le molteplici e mutevoli situazioni, determinate da rapide e profonde trasformazioni culturali, economiche, tecnologiche e politiche.

Auspico che il vostro studio della tradizione intellettuale cattolica, dai fondamenti classici ad oggi, possa illuminare e presentare in modo convincente agli uomini del nostro tempo i valori della persona, della famiglia, della libertà religiosa e della autentica laicità.

Il Signore benedica e renda fruttuoso il vostro contributo al bene comune della società e alla venuta del regno di Dio. Vi conceda di compiere nella vostra vita l’esperienza evocata dalle parole di Isaia

Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero
che annunzia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: Regna il tuo Dio
” (Is 52, 7).

 

Città del Vaticano, 11 febbraio 2011, Festa della Beata Maria Vergine di Lourdes, L’Immacolata Concezione

 

Ennio Cardinale Antonelli
Presidente



[1] Benedetto XVI, Discorso all’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite,

[2] Giovanni Paolo II, Messaggio all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la celebrazione del 50º di fondazione, 5 ottobre 1995, n. 2; cf. anche Giovanni Paolo II, Discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 2 ottobre 1979, nn. 7-8.

[3] Giovanni Paolo II, Messaggio all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 5 ottobre 1995, n. 3.

[4] Pontificio Consiglio per la Famiglia, Famiglia e diritti umani, 9 dicembre, 1º gennaio 1999, n. 2.

[5] Cf. Famiglia e diritti umani, n. 5; cf. Giovanni Paolo II, Messaggio a S.E. il Sig. Didier Opertti Badán, Presidente della 53a Sessione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, in occasione del 50° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, 30 novembre 1998.

[6] Cf. Famiglia e diritti umani, nn. 13-15.

[7] Cf. Ibid., n. 77.

[8] Cf. Ibid., n. 66.

[9] Cf. Ibid., nn. 44 e 48. Per inciso, è giusto ricordare a questo punto che, con la pubblicazione dell’Istruzione Dignitas Personae, la Congregazione per la Dottrina della Fede – alla quale compete la promozione e la tutela della dottrina sulla fede e la morale – ha dichiarato che la pratica dell’adozione prenatale (anche se attuata con l’intenzione lodevole di rispettare e difendere la vita umana) presenta vari problemi non dissimili da quelli elencati dalla Congregazione quanto parla, ad esempio della procreazione artificiale eterologa. Per questa ragione, qualsiasi considerazione contenuta nel par. 48 del documento “Famiglia e diritti umani” deve essere letta oggi alla luce del chiarimento espresso nel 2009 dalla Congregazione. Cf. Congregazione per la Dottrina della Fede, Istruzione Dignitas Personae, 8 settembre 2008, n. 19.

[10] Cf. Famiglia e diritti umani, n. 43-51.

  

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