Convegno Bambini non nati: l’onore e la pietà - Omelia del Card. Ennio Antonelli, 26 marzo 2010
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PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA

CONVEGNO "BAMBINI NON NATI: L'ONORE E LA PIETÃ?"

OMELIA DI S.Em. ENNIO CARD. ANTONELLI
PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA

Basilica di Santa Maria Maggiore
Solennità dell’Annunciazione – 25 marzo 2011

 

 

1. Saluto con affetto e con gioia tutti voi presenti a questa santa liturgia.

In particolare saluto voi che partecipate al Convegno “Bambini non nati: l’onore e la pietàâ€?.

Il Signore benedica le vostre Associazioni, le guidi ad operare con intelligenza, con impegno e perseveranza, con entusiasmo sempre nuovo malgrado le difficoltà.

 

2. Celebriamo oggi il mistero dell’Annunciazione del Signore, il momento in cui il Verbo eterno di Dio, il Figlio unigenito nato dal Padre prima di tutti i secoli, cominciò ad essere anche uomo nel grembo di Maria. “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noiâ€? (Gv 1, 14). L’Eterno entrò nella storia e divenne l’Emmanuele, Dio con noi e uno di noi per sempre, secondo la profezia di Isaia che abbiamo ascoltato nella I lettura: “Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele, perché Dio è con noiâ€?.

Dio è con noi e per noi. Dono di sé totale, irrevocabile, per la nuova ed eterna alleanza.

L’angelo Gabriele portò a Maria questa buona notizia, la notizia più buona e più bella che ci possa essere. “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te … Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimoâ€?.

Questo annuncio è destinato, attraverso Maria, a tutto il genere umano. Maria è figura che rappresenta e impersona il popolo di Dio e tutta la famiglia umana. In lei noi tutti abbiamo ricevuto la buona notizia del Figlio di Dio fatto uomo, per essere nostro Salvatore.

 

3. Tre volte al giorno, al mattino, a mezzogiorno e alla sera, le campane suonano l’Angelus, per farci ricordare l’evento centrale della storia. Questo suono dovrebbe farci pensare anche a tutti i bambini che vengono al mondo e a tutti i bambini concepiti nel grembo materno, ai quali è impedito di nascere con l’aborto. Credere in Dio fatto uomo è anche credere nella dignità di ogni uomo. A riguardo viene subito in mente l’insegnamento del Concilio Vaticano II: “Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore, svela anche pienamente l’uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione … Con la sua incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomoâ€? (GS 22).

Il Papa Benedetto XVI, da parte sua, aggiunge: “L’Incarnazione ci rivela con intensa luce e in modo sorprendente che ogni vita umana ha una dignità altissima, incomparabile … Credere in Gesù Cristo comporta anche avere uno sguardo nuovo sull’uomo, uno sguardo di fiducia, di speranzaâ€? (Omelia alla Veglia 27.11.2010).

Ogni uomo, che viene al mondo, sboccia nel grembo materno come un prodigio, una stupenda meraviglia, un soggetto singolarissimo, irripetibile e insostituibile, vertice di tutte le realtà terrene. A ogni vita umana che germoglia bisogna guardare con rispetto e venerazione, come a qualcosa di sacro. Bisogna guardare a ogni essere umano, a cominciare dai più piccoli, deboli e fragili, come a una persona alla quale, secondo il Concilio, “il Figlio di Dio con la sua incarnazione si è unito in certo modoâ€? (GS 22). Del resto Gesù stesso nel Vangelo ha dichiarato solennemente: “Chi accoglie un solo bambino nel mio nome, accoglie meâ€? (Mt 18, 5).

 

4. Qualcuno potrebbe obiettare: “Ma un embrione non è un bambino; non è una personaâ€?. Di fatto non mancano oggi tendenze culturali che, con motivazioni di questo tipo, cercano di anestetizzare le coscienze. Opportunamente il Papa Benedetto XVI osserva: “Riguardo all’embrione nel grembo materno, la scienza stessa ne mette in evidenza l’autonomia capace di interazione con la madre, il coordinamento dei processi biologici, la continuità dello sviluppo, la crescente complessità dell’organismo. Non si tratta di un cumulo di materiale biologico, ma di un nuovo essere vivente, dinamico e meravigliosamente ordinato, un nuovo individuo della specie umana. Così è stato per Gesù nel grembo di Maria; così è stato per ognuno di noi nel grembo della madre. Con l’antico autore cristiano Tertulliano possiamo affermare: ‘E’ già uomo colui che lo sarà’ (Apologetico IX, 8); non c’è alcuna ragione per non considerarlo persona fin dal concepimentoâ€? (Omelia alla Veglia 27.11.2010).

Purtroppo oggi l’aborto è diventato una scelta socialmente rispettabile e addirittura c’è chi non si contenta che esso sia tollerato, ma pretende che venga riconosciuto come un diritto della donna, quasi si trattasse di un bene, doveroso da rispettare e promuovere. Dobbiamo invece promuovere un’azione intelligente, decisa e perseverante, di carattere caritativo, culturale e politico per la prevenzione dell’aborto, in modo da dare alle donne tentate di abortire un adeguato sostegno, psicologico, etico, religioso, logistico, finanziario, lavorativo, che favorisca la scelta di non abortire. Occorre inoltre sensibilizzare l’opinione pubblica e le coppie di sposi a favore di una procreazione generosa e responsabile, anche per evitare il rapido invecchiamento della popolazione che comporta gravi problemi sociali ed economici, facilmente intuibili.

 

5. Voglio concludere questa omelia, citando per intero la parte finale dell’intervento del Santo Padre durante la Veglia per la vita nascente in San Pietro all’inizio dello scorso Avvento.

“Davanti al triste panorama delle ingiustizie commesse contro la vita dell’uomo, prima e dopo la nascita, faccio mio l’appassionato appello del Papa Giovanni Paolo II alla responsabilità di tutti e di ciascuno: “Rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita umana! Solo su questa strada troverai giustizia, sviluppo, libertà vera, pace e felicitàâ€? (Evangelium vitae, 5). Esorto i protagonisti della politica, dell’economia e della comunicazione sociale a fare quanto è nelle loro possibilità, per promuovere una cultura sempre rispettosa della vita umana, per procurare condizioni favorevoli e reti di sostegno all’accoglienza e allo sviluppo di essa.

Alla Vergine Maria, che ha accolto il Figlio di Dio fatto uomo con la sua fede, con il suo grembo materno, con la cura premurosa, con l’accompagnamento solidale e vibrante di amore, affidiamo la preghiera e l’impegno a favore della vita nascente. Lo facciamo nella liturgia - che è il luogo dove viviamo la verità e dove la verità vive con noi - adorando la divina Eucaristia, in cui contempliamo il Corpo di Cristo, quel Corpo che prese carne da Maria per opera dello Spirito Santo, e da lei nacque a Betlemme, per la nostra salvezza. Ave, verum Corpus, natum de Maria Virgine! Amenâ€? (Omelia alla Veglia 27.11.2010).

 

  

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