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 PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PASTORALE DELLA SALUTE

INTERVENTO DELL'ARCIVESCOVO
JAVIER LOZANO BARRAGÁN

Sabato, 14 dicembre 2002

Etica globale: il nuovo paradigma

AVIER LOZANO BARRAGÁN
Arcivescovo-Vescovo emerito di Zacatecas
Presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute

Specialmente nel campo della Bioetica si sentono pareri che spesso discordano da quelle norme che nella cultura cristiana eravamo abituati a sentire, ascoltiamo pareri ed anche decisioni da parte di alcuni Ministeri della Sanità di diversi Paesi che veramente sono contrari alla morale cattolica, e ci domandiamo:  cosa sta succedendo? Certo, si parla della secolarizzazione della società odierna, e questa potrà essere già una risposta; ma ci domandiamo:  c'è un corpo dottrinale etico dal quale si parte verso queste nuove concezioni normative della condotta, specialmente nel campo della manipolazione della vita, nel campo della biogenetica? La presentazione che qui espongo è un tentativo di offrire alcune linee sintetiche di questo pensiero normativo, specialmente nel campo della vita; lo scopo è di far conoscere un progetto di etica universale che vuole oggi supplire al Cristianesimo e che in una o in altra maniera si trova spesso nelle posizioni che si assumono per alcune decisioni riguardanti la Bioetica. Presentiamo una specie di sintesi di questi pensieri, e poi un breve giudizio sugli stessi. Questo progetto alcuni lo chiamano "Il Nuovo Paradigma". Queste linee che propongo sono il frutto di una riflessione sui diversi interventi al riguardo, uditi specialmente sulle posizioni delle Nazione Unite nelle sue varie dipendenze. Come introduzione, prima partiamo dal concetto di globalizzazione, quindi mettiamo la cornice sotto la quale si vuole presentare questa etica "globalizzata", per procedere poi ad un tentativo di sintesi di essa e ad alcuni punti di critica.

 

I. Introduzione

La globalizzazione

Oggi, nell'epoca della globalizzazione si parla anche del bisogno di avere un'etica globale, universale; nella globalizzazione assistiamo al defluire attraverso le frontiere geografiche e politiche di gente, di informazione, di merce, e specialmente di capitale. Risaltano i fattori della comunicazione, della tecnologia, delle migrazioni, dell'informatica e della standardizzazione produttiva e finanziaria. Ci troviamo di fronte ad una crescita dei rapporti sovraterritoriali fra la gente, dove gli elementi basilari sono la sovraterritorialità, il capitalismo di libero mercato, una densità di reti di scambio indipendenti ed autonome riguardo i differenti Governi nazionali.

In questa globalizzazione si parla del bisogno di una nuova etica anche globalizzata:  il Nuovo Paradigma, che s'inscriverebbe sotto questa cornice ideologica: 

- l'Eclettismo, che accetta qualsiasi affermazione di condotta, indipendentemente dal suo sistema, contesto e giudizio;

- lo Storicismo, secondo il quale la verità cambia secondo il suo adeguamento ad un'epoca determinata della storia che di per sé passa;

- lo Scientismo, in cui si dice che l'unica verità accettabile è quella sperimentabile nel campo scientifico;

- il Pragmatismo, in cui le decisioni etiche vanno prese considerando come unico criterio l'utilità, secondo il binomio costo/beneficio, e guidati in questo dall'opinione della maggioranza;

- il Nichilismo, in cui semplicemente si rinuncia alla capacità di giungere a verità oggettive;

- la Postmodernità, in cui si assumono decisioni nichiliste.

Organizzazioni non governative, fautori del Nuovo Paradigma

Come abbiamo ormai accennato, il Nuovo Paradigma si forgia nell'Organizzazione delle Nazioni Unite, ONU, specialmente nelle sue diramazioni:  OMS, UNESCO.

Al riguardo, nell'ONU sono specialmente attive tre Organizzazioni non governative, cioè:  "Women's Enviroment and Developement Organization", "Earth Council Greenpeace" ed "International Planed Parenthood Federation".

 

II. Il Nuovo Paradigma (sintesi)*

In questa piccola sintesi elenco i seguenti punti:  lo sviluppo sostenibile, finalità dell'Etica, le religioni, i valori, i pilastri dell'Etica, problemi, fondamenti, principi della Bioetica ed origini di questi principi.

1. Lo sviluppo sostenibile

Il mondo attuale non può continuare ad andare avanti così; dopo la guerra fredda ci troviamo davanti a situazioni ecologiche insostenibili, andiamo verso la degradazione totale del pianeta dovuta alla contaminazione per residui tossici di tutte le risorse, senza escludere le radioattive.

Questo ci conduce ad un malessere continuo che non può durare. Abbiamo bisogno di arrivare al benessere per tutti, al benessere globale. Questo benessere globale è possibile soltanto dentro uno sviluppo globale, ma non lo sviluppo come quello che fino ad oggi abbiamo, perché questo non lo si può sostenere più, ma dobbiamo arrivare allo sviluppo sostenibile, cioè che non degradi il pianeta e che mediante uno sviluppo armonico consegua il benessere per tutti e sia centrato nel popolo (people centredness).

2. Finalità dell'Etica

Il benessere globale dentro lo sviluppo sostenibile è la finalità della nuova etica globale, è la convergenza verso la quale si dirige il Nuovo Paradigma. Questo benessere globale costituisce la meta chiamata qualità di vita, che è "la percezione dell'individuo della sua posizione nella vita, nel contesto della cultura e del sistema di valori nel quale si trova, in rapporto con le sue mete, aspettative, standard ed interessi". Si tratta di un concetto di ampio raggio, composto in maniera complessa per la salute fisica della persona, il suo stato psicologico, le sue credenze personali, le sue relazioni sociali e la sua relazionabilità con i dati sopra indicati del suo intorno (whool). La Qualità di vita copre 6 campi:  Salute fisica, salute psicologica, livello di dipendenza, relazioni sociali, dintorni (economia, libertà, sicurezza, informazione, partecipazione, ambiente, traffico, clima, trasporto...), spiritualità (religione e credenze personali). Quello che è basilare è l'autonomia e la autodeterminazione individuale. Si prescinde dalle obbligazioni sociali.

3. Le Religioni

Le diverse religioni esistenti nel mondo non sono state capaci di generare questa etica globale, pertanto si devono sostituire con una nuova spiritualità che abbia come finalità il benessere globale dentro lo sviluppo sostenibile. La natura, la terra, chiamata "GAIA", è divina ed inviolabile. L'uomo è un suo elemento in più che si capisce soltanto in armonia con la terra. Non si tratta di una nuova religione, ma di una nuova spiritualità. Le religioni finora esistenti si preoccupano dell'altra vita; questa spiritualità si preoccupa della vita attuale, terrena, è una spiritualità senza Dio, a livello secolare, la sua ultima finalità è la viabilità del mondo attuale ed il benessere dell'uomo in essa.

Ma in questa spiritualità non s'ignorano elementi validi che si trovano in altri credi, questi vengono presi per formare l'Etica globale. Così, specialmente dalle religioni delle comunità indigene americane si raccoglierà il rispetto per la natura e la necessaria interazione fra natura e uomo; dall'Ebraismo, il concetto di santità; dal Buddismo, la serenità e l'impassibilità; dall'Induismo, il rispetto per gli animali; dall'Islamismo la virtù della giustizia; dal Cristianesimo, la carità e la misericordia. Malgrado questo, tutte le religioni sono uguali:  incompetenti a risolvere il problema ecologico. Non hanno risposte valide per questa epoca di globalizzazione. Si deve lottare contro egemonie pretese e gerarchie dogmatiche che vogliano imporre i loro punti di vista; l'obiettivo è creare una cornice comune di condotta che identifichi i principi etici fondamentali per la società globale emergente. Si tratta di combattere efficacemente la sovrappopolazione, l'industrializzazione, la degradazione ambientale, l'inettitudine delle istituzioni, la polluzione ambientale, l'ingiustizia sociale, gli estremismi religiosi ed ideologici, l'intolleranza e la esclusione sociale. La nuova spiritualità trascende tutte le altre spiritualità e religioni, le combatte e le supplisce, perché queste spiritualità e religioni si percepiscono come bastioni di resistenza contro i valori e le mete del Nuovo Paradigma.

I valori della libera impresa, la sovranità nazionale, le religioni, i dogmi, la legge naturale, i valori tradizionali si devono rifiutare per essere irrilevanti ed aver creato un vuoto etico; oggi si deve aprire il varco ai nuovi valori che sono gli unici che permetteranno di vivere in pace.

4. Valori

I valori del Nuovo Paradigma sono quelli che ispirano una cultura della pace, una pace ecologica "Greenpeace", dell'amore, della amicizia, del condividere, del curare, del processo di prendere decisioni consultate, della democrazia partecipativa, della decentralizzazione, della negoziazione, dei processi d'arbitrio e assegnazione positiva, del no alla guerra, del rispetto per la vita, per la libertà, la giustizia e l'equità, il mutuo rispetto, l'integrità.

5. Pilastri dell'Etica

Questa nuova etica si fonda su cinque pilastri:  Diritti umani e responsabilità, democrazia ed elementi della società civile, protezione delle minoranze, impegno per la soluzione pacifica dei conflitti e trattative trasparenti, equità intergenerazionale.

6. Problemi

I problemi ai quali si deve dare soluzione sono quattro:  il primo riguarda l'equilibrio uomo-natura; il secondo il significato della felicità, della vita e della pienezza; il terzo esamina la relazione fra  l'individuo  e la comunità ed il quarto contempla l'equilibrio fra equità e libertà.

Questa nuova etica è indipendente dal dogma e dalla legge naturale. La connessione fra conoscenza e prassi etica non è causale come nelle scienze, ma situazionale. Cioè, non occorrono norme evidenti che reggano la condotta, piuttosto la condotta che oggi si adopera si tradurrà in norme di condotta per il futuro. Il problema è generare il Consenso, affinché la gente accetti questa nuova etica globale. Per questo fine si devono creare delle motivazioni del tutto efficaci. Così le "lobby" che le ONG devono attuare perché i diversi Governi accettino le proposte che loro fanno.

7. Fondamenti

I tre fondamenti sopra i quali si costruisce questa nuovo etica e spiritualità sono i diritti umani, la salute per tutti e l'educazione. I diritti umani si fondano nella totale equità di tutti gli uomini. Per questo si esige come unico rimedio accettabile ed efficace da una parte la stabilizzazione della popolazione e dall'altra il trasferimento massiccio della ricchezza dai ricchi ai poveri. Per alcuni sostenitori di questa etica, il Capitalismo è la radice di tutti i mali ed è una esigenza del nuovo ordine opporsi alla globalizzazione economica (non global). Si dice che si deve creare un nuovo standard di vita comune per tutti. Si rispetta la diversità delle culture, ma nello stesso tempo si pretende imporre una cultura universale.

Riguardo la salute per tutti, si esigono otto elementi:  educazione alla salute, nutrizione adeguata, acqua pulita, cure elementari, salute materno-infantile, immunizzazione contro le malattie infettive più importanti, prevenzione e controllo delle malattie endemiche locali, cura adeguata delle malattie e disastri comuni e salute riproduttiva. Questo diritto s'ingloba nella sicurezza sociale, comporta cancellare la povertà, ottenere l'equità globale sociale e si realizza dalla governabilità globale. Esige occuparsi dell'educazione e delle tendenze democratiche.

Riguardo l'Educazione, questa deve essere un'educazione per tutti; i suoi contenuti sono il curriculum basilare dell'educazione della popolazione e si divide in quattro categorie: sviluppo sociale ed economico con enfasi nella demografia sociale, ambiente ed ecosistema, trattando specialmente della relazione fra popolazione ed ambiente; "gender", sessualità e complemento personale; famiglia e benessere. Si sottolineano i diritti umani, lo sviluppo sostenibile, l'equità del genere (gender), l'assicurazione della salute, la partecipazione, la governabilità, le tecniche per forgiare i consensi, la cittadinanza globale, la pace, la protezione dell'ambiente, la salute riproduttiva. Questa educazione deve essere olistica ed è la chiave per ottenere il consenso d'accettazione del Nuovo Paradigma. La educazione deve essere interdisciplinare e generare così un processo assai complesso. Deve essere tanto formale come informale.

8. Principi per la Bioetica

All'interno di questa bioetica chiusa al Trascendente, che alcuni hanno chiamato "soggettiva", "autonoma", sono stati formulati alcuni principi generali normativi per poter tracciare lo studio della condotta umana nelle scienze della vita e della salute. Questi principi sono tre, e cioè: 

1. Il principio di autonomia
2. Il principio di beneficenza (ed in negativo della non malvagità)
3. Il principio di giustizia

Il principio di autonomia significa la libertà dell'agente morale, cioè che un'azione è buona se rispetta la libertà dell'agente morale e degli altri.

Il principio di beneficenza significa che bisogna fare sempre il bene ed evitare il male.

Il principio di giustizia significa che bisogna dare ad ognuno ciò che gli è dovuto.

9. Origine di questi principi

Poiché di per sé non ci sarebbero norme oggettive in questa bioetica, appare complicata la giustificazione di questi principi. Alcuni li hanno attaccati, dichiarando che hanno già superato il principialismo americano (riferendosi al luogo dove sono stati formulati). Tuttavia, altri ne danno una giustificazione e affermano che si è giunti alla loro formulazione in via sperimentale, sulla base dei risultati buoni e dei risultati cattivi delle azioni realizzate nel campo della bioetica  e  sintetizzandone  le  conseguenze.

Si danno varie spiegazioni, oppure non se ne danno affatto; le diverse posizioni sono le seguenti: 

9.1. Teoria evoluzionista

L'evoluzione della specie continua quando appare l'uomo e l'uomo continua ad evolversi non solo per quanto riguarda la sua natura, bensì per quanto riguarda la sua cultura, così che per ogni tappa della storia ci sono una cultura ed un'etica differenti. Nella tappa attuale della storia, la bioetica si sintetizza in detti principi.

9.2. Teoria soggettivista

Non è possibile conoscere i valori, ognuno deve procedere come crede opportuno e, come risultato generale di questo procedere, nascono i principi addotti.

9.3. Teoria contrattualista

Siccome la teoria soggettivista ci portava al pieno relativismo, essa va applicata però motivando un consenso, cioè accordandosi tra tutti e procedendo secondo l'opinione della maggioranza, una sorta di contratto sociale tra i membri della società. Tutti sono stati d'accordo con questi principi.

9.4. Teoria clinica

Tuttavia, siccome non sempre è possibile mettersi d'accordo, si esamina caso per caso e si agisce nella maniera che si ritiene sia la migliore.

9.5. Teoria utilitaristica

Se si chiede quale sia questa maniera migliore, si risponde con la teoria utilitaristica del costo/beneficio, secondo la quale bisogna realizzare ciò che costa meno e che porta al risultato migliore.

9.6. Teoria dei nuovi principi

Qualcuno opina (Peter Singer) che non bisogna rimanere attaccati ai vecchi principi, bensì inventarne di nuovi. Così per esempio non bisogna fissarsi semplicemente con il principio "non ucciderai", bensì con uno nuovo che dica "uccidi solo se lo decidi liberamente e ti fai carico di tutte le conseguenze". I principi indicati si possono adottare come principi etici, sempre che ognuno lo decida liberamente e si faccia carico di tutte le sue conseguenze.

 

III. Alcuni punti per il giudizio sul Nuovo Paradigma

1. Problematica risultante nei principi della Bioetica

Come possiamo vedere, in ciascuna delle spiegazioni precedenti si giunge ad un relativismo, non solo nel constatare la pretesa origine dei principi, bensì nello stesso loro esame. In effetti, il principio di autonomia corrisponde all'agire con libertà, però esso vorrebbe dire che coloro che non hanno libertà non vanno considerati per questa azione morale, ad esempio gli invalidi, i bambini, i feti, gli embrioni.

D'altra parte, il principio di beneficenza dice di fare il bene agli altri. Ma cosa è il bene? Cosa è buono veramente per una persona? Se non sappiamo oggettivamente nulla di ciò che può essere buono per qualcuno, non possiamo fargli del bene; lo stesso dicasi della giustizia:  cosa spetta ad ognuno?

Gli stessi principi che sono stati posti, considerati in se stessi, non hanno spiegazione. Si suole dire che questi principi devono essere intesi come principi attuali, cioè meramente di attuazione, e non come principi prima facie, cioè come principi teorici; però la difficoltà esiste anche come principi di attuazione:  perché devo agire in questo modo se non è ragionevole?

Inoltre, quando questi principi entrano in collisione tra di loro, quale di essi deve prevalere? Ad esempio, se il principio di autonomia entra in collisione con il principio di beneficenza e questo, a sua volta, con quello di giustizia, quale dobbiamo seguire? Occorre un principio ulteriore, previo a questi, che dia loro unità e che risolva un possibile conflitto. Il principio di autonomia, e così di libertà, ha i propri limiti quando si trova di fronte al bene di un terzo, e anche il bene di un terzo è limitato quando si trova di fronte a quanto è dovuto ad un'altra persona, però in ultima analisi i principi non dicono cosa gli è dovuto. Così alcuni ricorrono a quella che chiamano l'etica narrativa, in cui si narrano uno ad uno solo i casi che succedono, e si agisce su esempio di come si procedette anteriormente; oppure si rifugiano in ciò che chiamano percezione femminile, cioè ciò che la bontà fine di una persona giudica conveniente. Così si avvicinano ad un altro criterio che chiamano criterio "della virtù", secondo il quale colui che decide ciò che è buono e ciò che è cattivo, è chi ha abbastanza virtù, intendendo per virtù l'agire secondo retta ragione. Parlando di retta ragione, si avvicinano alla concezione classica della bioetica oggettiva.

E adesso ci riferiamo globalmente a tutto il Nuovo Paradigma.

2. Valori del Nuovo Paradigma

È giusto reagire contro la degradazione ambientale ed anche rendersi conto che lo sviluppo ha un limite e che uno sviluppo che non sia cosciente della degradazione che causa nella natura, non si deve sostenere. Da un'altra parte, è anche corretto cercare il benessere e procurarlo al meglio per tutti gli abitanti del pianeta. È anche giusto che si procuri la qualità di vita, specialmente se questa si intende come l'autocoscienza del luogo che ognuno occupa nella sua situazione completa, tanto ecologica come culturale nei suoi aspetti economici, sociali, religiosi, politici ed educativi.

È anche corretto sostenere i diritti umani, il rispetto delle minoranze sociali, la democrazia, l'equità fra tutti gli uomini, ovvero sia, la sua uguaglianza fondamentale; è molto legittimo aggiustare le relazioni fra l'uomo ed il suo ambiente ed i rapporti tra l'individuo e la comunità. Così è anche un'esigenza urgente lottare per la giustizia sociale, ed è patente l'ingiustizia sociale ed economica che oggi è presente nel mondo.

È una esigenza molto forte chiedere e realizzare la salute per tutti, almeno nei suoi quadri fondamentali; ed è di prima necessità avere l'educazione per tutti.

3. Antivalori del Nuovo Paradigma

L'antivalore più importante è che il Nuovo Paradigma si presenta, come dicono, come una nuova spiritualità che supplisce a tutte le religioni, perché queste sono inette per preservare l'ecosistema. Praticamente si tratta di una nuova religione secolare, una religione senza Dio, o se si vuole, con un Dio nuovo che sarebbe la stessa terra con il nome di GAIA. Questa nuova divinità avrebbe come elemento subordinato l'uomo.

La serie dei valori che sostengono il Nuovo Paradigma sono valori subordinati a questa divinità che si traduce nel supremo valore ecologico che chiamano sviluppo sostenibile. E dentro questo sviluppo sostenibile la finalità etica suprema sarebbe il benessere.

È chiaro che ci troviamo nella totale negazione del Cristianesimo e così del fatto fondamentale del Cristianesimo che è l'Incarnazione del Verbo, la morte redentrice di Cristo e la sua risurrezione gloriosa. Se si accetta questo fatto storico, il presupposto del Nuovo Paradigma fallisce pienamente.

Questo non vuol dire che anche gli autentici valori enunciati nel Nuovo Paradigma falliscono, giacché si tratta di valori che non sono alieni dal pensiero cristiano, ma si esigono dentro quest'ultimo. Nella Genesi si parla dell'"homo sapiens" e dell'"homo faber"; ambedue si devono conciliare, non è l'uomo l'amo dispotico della natura, ma il lavoratore saggio che la domina rispettando le sue leggi.

Non si accetta il Nuovo Paradigma per la sua negazione di Dio e per la negazione dell'altra vita e in concreto per essere un pensiero totalmente immanente che nega il fatto storico di Cristo, l'unico salvatore.

Al negare la sovranità degli Stati ci si colloca in una pretesa di governo universale a carico di alcune ONG, il che è veramente ridicolo.

Certamente è un grosso problema l'ingiusta distribuzione della ricchezza nel mondo, ed il Capitalismo chiamato "selvaggio" è un sistema nefasto. Si vede con chiarezza che l'economia, pur essendo tanto importante, non può essere la chiave della storia, né nel libero mercato, né nella pianificazione statale. Ma bisogna trovare delle linee di soluzione, quello che fa la Chiesa cattolica indicando per esempio la solidarietà nell'azionariato sociale.

Si accetta l'uguaglianza dei sessi, ma non "l'equità" nel senso del "gender" che vuole unificare talmente i sessi da legittimare l'omosessualità e la distruzione della famiglia. Si accetta il controllo natale, però non la distruzione delle nascite come pianifica la cultura della morte applicata specialmente al terzo mondo.

Non è la stessa cosa benessere che felicità. Cristo non ci promette l'illusione di un benessere totale in questo mondo, ma la felicità. La prova definitiva di qualsiasi religione o, come dice il Nuovo Paradigma, di qualsiasi spiritualità, è la soluzione al problema della morte. Il Nuovo Paradigma non ci dà nessuna soluzione, semplicemente prescinde da questo problema e quello che comporta, cioè, la sofferenza, il dolore, la malattia. Cristo è l'unico che ci dà una risposta soddisfacente dalla sua croce gloriosa con la risurrezione.

Il Nuovo Paradigma ha uno dei suoi grandi problemi quando percepisce che tutto si deve fondare nel consenso, ma un consenso che non procede da verità oggettive, ma da opinioni soggettive; allora si sforza per forgiare consensi artificiali, ricorrendo a tecniche di lavaggio cerebrale mediante un'educazione falsa e con i mass media e le "lobby" che possono fare diverse ONG in seno all'ONU ed altrove. Questi consensi sono assolutamente vani e così, un'Etica basata su di essi non ha alcuna consistenza.

Una vera Etica universale, che veramente abbia la pretesa di essere globale, deve essere un'Etica fondata sull'oggettività dell'uomo stesso. L'Etica è il cammino retto che l'uomo rincorre per soddisfare i suoi propri bisogni. Così l'Etica indica il cammino per la piena realizzazione umana.

Questa Etica non può essere altra che quella che si fonda, sì nell'uomo, ma che ha come finalità lo stesso Dio, e in ultimo termine, il fatto storico dell'Incarnazione di Dio e così la morte e risurrezione di Cristo il Signore. Superando già i pregiudizi della modernità che riteneva la religione come qualcosa d'intimista e sentimentale, troviamo nel cuore più profondo della cultura i suoi bisogni religiosi, ed una legittima ed imprescindibile tendenza verso quello che li soddisfa, che in ultimo termine è soltanto Dio.

Così dobbiamo dire che i fondamenti oggettivi di una vera Etica universale scaturiscono soltanto dalla Legge Naturale e dal fatto storico rivelato di Cristo il Redentore. Oggi molti non desiderano sentir parlare della legge naturale, si esprimono con disprezzo dei "iusnaturalisti", però senza riferimento ad essa, tutto è soggettivo ed arbitrario e mai si potrà arrivare a delineare una vera Etica che abbia pretesa di essere e sia veramente globale, universale.


* Lo sviluppo di quello che si presenta come "Nuovo Paradigma" è preso da Kim Yersu, "A Common Framework for Ethics of the Twenty first Century", UNESCO, Division of Philosophy and Ethics, 1999 November 15, at www.unesco.org drg philosphyandethics.

 

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