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  PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PASTORALE DELLA SALUTE

VI ASSEMBLEA PLENARIA

OMELIA DEL CARD. JAVIER LOZANO BARRAGÁN

Santa Marta in Vaticano
Giovedì, 20 gennaio 2005


Desidero salutare tutti i partecipanti, Membri, Superiori, Officiali e Consultori dei Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute. Iniziamo questa VI Assemblea Plenaria del Dicastero, Assemblea di valutazione del nostro piano di lavoro con questa Eucaristia rivolta allo Spirito Santo.

Il Santo Padre ci ha affidato questo Dicastero per compiere una missione molto difficile: rispondere alle domande più profonde che l'uomo possa farsi, specialmente in questa epoca di scristianizzazione, dove sembra che anche le stesse domande siano proibite. Perché si muore? Perché si soffre? Perché il dolore? Perché la malattia?

La risposta la conosciamo bene noi cristiani ed è stata ripetuta tante volte da noi sacerdoti, il perché non è altro che Cristo crocifisso, morto e risorto.

Ma questa risposta, purtroppo, corre il rischio di essere logorata nella nostra presentazione; una risposta stereotipata che, a forza di essere ripetuta, sembra rimanere come una formula vuota.
Per entrare nella profondità del mistero cristiano, che appunto è il nucleo del compito affidato al nostro Dicastero, bisogna viverlo in una identificazione con Cristo morto e risorto. E questa unione non può essere altro che seguire il modo come una persona si può identificare con un'altra, cioè, l'amore.

C'è l'amore umano con il quale, talvolta, qualcuno si vuole identificare con Cristo avvalendosi delle proprie forze, stile pelagiano, mediante una falsa ascesi di rinuncia e forza di volontà, oppure di stoicismo. Penso che così non superiamo le ideologie religiose che nello scorrere della storia l'uomo ha inventato per tentare di risolvere il problema del male. Ideologie che si sfumano nell'esperienza intima della morte e ci lasciano scoperti nella nostra disperata impotenza.

L'unica forza di risposta è un amore vitale, cioè, un Amore onnipotente che possa creare la vita nella morte stessa. Questo Amore con A maiuscola non può essere un sentimento solo sublime, deve essere la stessa persona di Dio. Il Dio Amore, il Dio dono che arriva al cuore e suscita la risposta affettiva, mentale e complessivamente personale più soddisfacente che si possa trovare: cioè, trovare nella negazione assurda e crudele della morte la ricreazione della vita. Questo vuol dire che ciò che umanamente, nell'evidenza dell'esperienza è assurdo, si trova come infinitamente logico e veritiero: la nostra morte come l'unica e vera nascita.

Questa è la risposta del vero Amore alle questioni più sconcertanti dell'esistenza.

Per questo, abbiamo letto nel Vangelo di s. Giovanni che il Signore ha pregato affinché il Padre ci invii "un altro Consolatore perché rimanga con Voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce". Questo Spirito è sì il vero Consolatore, perché chi altro ci può consolare dal danno della morte? Questo Spirito è sì lo Spirito di verità, perché soltanto Lui ci può condurre alla verità della nostra esistenza nell'unirci con l'unica verità esistente: il Logos del Padre, la cui rivelazione si ha soltanto nella croce vittoriosa.

Certamente questo Amore divino suscita in noi la pienezza del nostro amore umano personale, affettivo, mentale, corporale, totale. È l'amore con il quale, come risposta e con la forza stessa dello Spirito, amiamo Cristo e, dice il Signore: "In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre, e voi in me ed io in voi", che significa: avremo il totale delle risposte che cerchiamo, perché avremo il totale della vita.

Ma, questo amore non può essere soltanto un affetto vuoto, dice Cristo: "Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a Lui". Proprio questa risposta, da parte del Pontificio Consiglio della Pastorale della Salute è quella che vogliamo esaminare nella presente Assemblea di valutazione: se abbiamo e come abbiamo osservato i comandamenti dei Signore nel campo specifico del lavoro del Dicastero, secondo i programmi designati nella precedente Assemblea Plenaria dai Membri del Pontificio Consiglio ed approvati dal Santo Padre, in maniera da valutare se veramente stiamo compiendo la missione che il Papa ci ha affidato, dare cioè una risposta viva ai più vitali quesiti dell'uomo attuale.

Voglia lo Spirito Santo, la cui S. Messa stiamo celebrando, identificarci in questa Eucaristia con Cristo morto e risorto e darci il Suo Amore onnipotente perché la nostra Assemblea sia in se stessa parte importante della testimonianza vitale che, come risposta ultima, diamo all'uomo di oggi sui massimi problemi dell'esistenza.

Affidiamo il nostro lavoro a Maria, "Salus infirmorum", la quale, piena di Spirito Santo è stata costituita "Arca dell'Alleanza", Arca del Testamento divino definitivo di vita, salute e salvezza.

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