Messaggio per il Vesakh 2000
1. A nome del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e mio personale, auguro a tutti i nostri fratelli e sorelle buddhisti una felice festa di Vesakh.
2. Durante questo anno 2000, i cristiani stanno commemorando i duemila anni dell'anniversario della nascita di Gesù Cristo. Le celebrazioni avranno luogo in ogni parte del mondo, ma specialmente a Roma e nella terra in cui Gesù nacque, visse, soffrì, morì e resuscitò. Ma quest'anno è significativo non solo per i cristiani. L'inizio di un nuovo millennio è un tempo opportuno per ogni singola tradizione religiosa così come per tutte le tradizioni religiose nel loro insieme, di fare il punto sul passato e di affrontare il futuro con rinnovato vigore. A questo scopo, nel contesto delle varie celebrazioni promosse dalla Chiesa cattolica, al nostro Pontificio Consiglio è stata affidata 1'organizzazione di un'Assemblea Interreligiosa che si è tenuta a Roma lo scorso mese di ottobre. Sono stati invitati partecipanti di varie tradizioni religiose del mondo intero. La risposta è stata incoraggiante. Papa Giovanni Paolo II, mentre presiedeva la Cerimonia conclusiva dell'Assemblea, ha invitato tutte le persone di buona volontà a contrastare la crisi di civiltà, che è sfortunatamente presente nel nostro mondo, con la nuova civiltà dell 'amore, fondata sui valori universali di pace, solidarietà, giustizia e libertà.
3. Poiché la nascita di Gesù Cristo è all'origine del calendario che annuncia il nuovo millennio, ci è sembrato appropriato in questo messaggio centrare la nostra riflessione su Gesù Cristo. Gesù è colui che ha donato la sua vita per gli altri, colui che si è sacrificato per (a salvezza degli altri. Ma per i cristiani è molto più che un bodhisattva. Gesù, Verbo di Dio fatto carne, nato dalla Vergine Maria, è la pienezza della rivelazione di Dio. In Lui Dio si è manifestato all'umanità. E' 1'unico salvatore di tutti. "Quando la Chiesa cattolica proclama Gesù Cristo ed entra in dialogo con credenti di altre religioni, essa lo fa per testimoniare il suo amore per tutti gli uomini in ogni tempo, un amore che si è manifestato sulla croce per la riconciliazione e la salvezza del mondo. E' in questo spirito che la Chiesa cerca di promuovere un avvicinamento più profondo con ogni popolo e religione" (Giovanni Paolo II, Ai capi delle diverse religioni della Corea, 6 maggio 1984).
4. Anche se i buddhisti non condividono la stessa fede in Gesù Cristo, non sarà possibile per noi apprezzare insieme 1'esempio che dà Gesù Cristo? Egli ha insegnato 1'amore per il prossimo e ha mostrato compassione, particolarmente per i poveri. Ha invitato ad avere uno spirito di perdono e ha perdonato coloro che lo hanno messo a morte. Si è mostrato come il Redentore, che libera coloro che sono nell'ignoranza e nel peccato. Non è perciò Gesù un modello ed un messaggio permanente per 1'umanità?
5. Mentre entriamo nel nuovo Millennio, noi cristiani e buddhisti, insieme ai seguaci di altre religioni, e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, abbiamo qualcosa da ricevere dal messaggio di Gesù: un messaggio di compassione e perdono, di carità e fraternità, di giustizia e pace.
6. E' in questo spirito che rinnovo i miei saluti ed invio i miei migliori auguri per una vita di pace e serenità.
Francis Card. Arinze
Presidente