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Riflessione del Card. FRANCIS ARINZE
Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso

PENTECOSTE 2000: GIORNATA DI RIFLESSIONE 
SUI DOVERI DEI CATTOLICI VERSO GLI ALTRI: 
ANNUNCIO DI CRISTO, TESTIMONIANZA E DIALOGO

          

Nel calendario generale del Grande Giubileo dell'Anno 2000, l'11 giugno, giorno di Pentecoste, è stato dedicato ad una Giornata di riflessione e preghiera sui doveri dei cattolici verso tutti gli uomini e le donne:  annuncio di Cristo, testimonianza e dialogo. Lo scopo è di aiutare i cattolici in questa solennità di Pentecoste a ripensare a ciò che la prima Pentecoste significò per la Chiesa, a riflettere su ciò che la Pentecoste dice oggi ai cattolici e a pregare per questi temi e nella speranza di concludere con giuste risoluzioni.

1. La prima Pentecoste

Fu dieci giorni dopo che il Signore Gesù ascese al cielo. Gesù aveva detto ai suoi Apostoli:  "di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre" (At 1, 4). Obbedienti al loro Divino Maestro, gli undici Apostoli tornarono indietro dal Monte dell'Ascensione, il Monte degli Olivi, alla città di Gerusalemme. Stettero al piano superiore e "tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui" (At 1, 14). In questo tempo Mattia fu scelto per sostituire Giuda.

Al termine di questa eccezionale novena di preghiera nell'attesa, il Dono promesso, lo Spirito Santo, discese su Maria e sugli Apostoli il decimo giorno. Essi udirono un suono simile ad un potente vento dal cielo. Una lingua di fuoco si fermò su ciascuno di loro.

Iniziarono ad accadere fatti notevoli. Ricolmi di Spirito Santo, cominciarono a parlare lingue straniere. Non avevano più paura. Essi diedero una vigorosa testimonianza a Gesù. Tremila persone si convertirono solo in quel giorno (cfr At 2, 41). In breve, si inaugurò la Chiesa nascente. Si era manifestata al mondo.

2. Chiesa inviata al mondo intero

Gesù aveva dato ai suoi Apostoli, e attraverso loro all'intera Chiesa, un mandato inequivocabile. "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque ed ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28, 18-20; cfr anche Mc 16, 16). È questo un mandato chiaro, radicale ed esigente, specialmente se consideriamo che fu dato dal Figlio di Dio poco tempo prima di lasciare questo mondo, e ad un piccolo gruppo di suoi seguaci.

Gli Apostoli assunsero seriamente il loro mandato. Cominciarono a predicare al popolo il Signore Gesù come unico Salvatore di tutti. Essi diedero testimonianza a Gesù. Compirono miracoli. Invitarono le persone al pentimento, alla conversione e al battesimo. Il numero dei cristiani raggiunse presto i cinquemila (cfr At 4, 4).

Il Sinedrio era invidioso, timoroso ed in collera che gli Apostoli predicassero la risurrezione di Cristo. I capi dei Giudei "vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e considerando che erano senza istruzione e popolani, rimanevano stupefatti" (At 4, 13). Non si rendevano conto che gli Apostoli erano condotti e rafforzati dallo Spirito Santo. Negli Atti degli Apostoli si pone spesso l'attenzione sullo Spirito Santo che guida l'opera evangelizzatrice (cfr At 2, 4; 4, 8; 6, 3; 8, 29; 10, 19; 13, 2, 9; 16, 7; 19, 21; 20, 28). Così che è giusto dire che lo Spirito Santo è "il primo agente dell'evangelizzazione" (Evangelii nuntiandi, 75; cfr Redemptoris missio, 24).

3. Compito della giovane Chiesa

Gesù inviò i suoi Apostoli perché fossero "testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra" (At 1, 8).

Gesù mandò la sua Chiesa ad annunciare la sua Buona Novella di salvezza ad ogni uomo ed ogni donna. La Chiesa non deve restare in silenzio. Il Vangelo deve essere proposto a tutti. La necessità di annunciare il Vangelo deriva dalla natura stessa della Chiesa. Fa parte della sua stessa identità (cfr Evangelii Nuntiandi, 14).

Gesù inviò anche i suoi discepoli a vivere in maniera tale che tutti potessero riconoscerli come suoi seguaci. "E anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio" (Gv 15, 27). Pietro e Giovanni lo fecero così bene che perfino gli invidiosi membri del Sinedrio "li riconobbero per coloro che erano stati con Gesù" (At 4, 13). La carità reciproca era stata scelta da Cristo quale segno distintivo dei suoi seguaci (cfr Gv 13, 35).

La Chiesa primitiva fu inviata al mondo che ancora non conosceva Gesù Cristo, la sua vita e le sue opere e il suo messaggio per l'umanità. La Chiesa doveva incontrare persone di varie religioni e culture. Non tutti avrebbero ricevuto il messaggio del Vangelo ed abbracciato la fede in Gesù Cristo. La loro libertà doveva essere rispettata. Tuttavia i cristiani furono invitati ad entrare in dialogo con loro, portando testimonianza di Gesù Cristo e dello Spirito che li guidava.

4. La Chiesa oggi si interroga

Mentre la Chiesa celebra oggi la Pentecoste, quasi duemila anni dopo la prima Pentecoste, non può evitare di porsi alcune questioni rilevanti. Che cosa la Pentecoste del 2000 dice oggi alla Chiesa? Quale bilancio possiamo fare di come la Chiesa nei due passati millenni ha portato avanti il suo mandato divino di annuncio, testimonianza e dialogo? Come annuncia oggi la Chiesa che soltanto Gesù Cristo è "la Via, la Verità e la Vita" (Gv 14, 6) e che solo in Lui le persone possono trovare la pienezza della verità religiosa ed i mezzi per la salvezza? (cfr Nostra Aetate, 2).

La Chiesa, inoltre, nella Pentecoste del 2000 deve anche esaminare la propria vita di testimonianza. Come i membri della Chiesa rendono testimonianza a Cristo con la loro vita quando si trovano a vivere e a lavorare con persone nelle più varie situazioni:  in società segnate dal senso del sacro, del rispetto per Dio e per la religione e consapevoli della vocazione trascendente della persona umana, o in società sedotte dal secolarismo, dal permissivismo e dal materialismo pratico o perfino ideologico? Come i cristiani testimoniano Cristo sia in mezzo alle persecuzioni che in tempi di consolazione?
Non tutti i cristiani sono uniti in un unico gregge e con un solo pastore. Che cosa si deve fare, con la preghiera, lo studio e la cooperazione concreta, per sanare le ferite della mancanza di unità dei cristiani così che possa essere resa una comune testimonianza?

La società in ogni parte del mondo è oggi segnata dalla presenza di molte religioni. Come si impegna effettivamente la Chiesa nel dialogo? Che cosa si sta facendo per stabilire buone relazioni di reciproca comprensione e rispetto, in particolare con persone di altre religioni? In quello che alle volte si potrebbe descrivere come un supermercato delle religioni, come reagiscono i seguaci di Gesù Cristo? Come manifestano la propria fedeltà al loro Signore?

5. Il messaggio del Grande Giubileo in questa Giornata

In questo giorno di Pentecoste, il Grande Giubileo 2000 sta quindi dicendo alla Chiesa:  Piccolo gregge, non temere. Vai con coraggio e porta frutti, frutti che rimarranno.

I membri della Chiesa sono chiamati a rinnovare l'impegno con Gesù Cristo e con il suo Vangelo. Considerando che i cristiani formano solo un terzo dell'umanità, la validità permanente del mandato missionario della Chiesa non può essere messa in dubbio.

La condivisione della Buona Novella di Gesù Cristo richiede a tutti noi uno zelo rinnovato e l'uso dei moderni mezzi di comunicazione così che la Parola di Dio possa raggiungere sempre più persone. L'amore di Cristo ci spinge (cfr 2 Cor 5, 14).

La Chiesa nascente era riunita con Maria la Madre di Gesù e sotto la guida di Pietro. La Chiesa di oggi si affida all'intercessione della Beata Vergine Maria, sotto la guida del Successore di San Pietro, Papa Giovanni Paolo II, per proseguire nella testimonianza a Cristo non solo a Gerusalemme, ma anche nella Giudea e in Samaria, e davvero fino ai confini della terra.

 

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