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PONTIFICIUM CONSILIUM PRO DIALOGO INTER RELIGIONES

MESSAGGIO DEL PRESIDENTE 
DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO 
IN OCCASIONE DELLA FESTIVITÀ
BUDDISTA DI VESAKH 2001

 

Cari amici buddisti,

1. A nome del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso sono lieto di fare nuovamente quest'anno fervide congratulazioni a tutti i Buddisti in occasione del Vesakh/Hanamatsuri. Prego affinché questa festa annuale porti gioia e serenità nel cuore di tutti i Buddisti del mondo.

2. L'anno 2001 è stato proclamato dalle Nazioni Unite "Anno Internazionale del Dialogo fra le Civiltà". Ciò offre l'opportunità di riflettere sui fondamenti del dialogo, sulle sue conseguenze e sui frutti che può recare all'umanità. Il dialogo fra le civiltà, il dialogo fra le culture e fra le religioni non è altro che un incontro umano volto a edificare una civiltà di amore e di pace. Siamo tutti chiamati a promuovere questo dialogo secondo le sue forme particolari per promuovere un maggiore apprezzamento di altre culture e religioni.

3. Nel corso della loro lunga storia sia il cristianesimo sia il buddismo hanno sviluppato modi particolari di esprimersi in forme culturali distinte. A volte, in passato, queste differenze possono aver ostacolato il dialogo, ma ciò non dovrebbe accadere più. Senza ignorare le nostre differenze, e con il massimo rispetto per le esigenze della verità, dobbiamo riconoscere i tesori delle tradizioni dell'altro. Per mezzo del dialogo e della cooperazione possiamo accrescere la nostra consapevolezza di ogni tradizione e offrire insieme un contributo significativo all'umanità.

4. In sintonia con il messaggio di Sua Santità Papa Giovanni Paolo II in occasione della Giornata Mondiale della Pace 2001, desidero invitare tutte le persone di buona volontà a cooperare all'edificazione della civiltà dell'amore. Sua Santità afferma che per fare questo dobbiamo "tendere al superamento di ogni egoismo etnocentrico". Ciò renderà possibile "coniugare l'attenzione alla propria identità con la comprensione   degli  altri  e il rispetto  della  diversità  Si rivela fondamentale,  a  questo  riguardo, la responsabilità dell'educazione... (che) ha una particolare funzione nella costruzione di un mondo più solidale e pacifico. Essa può contribuire all'affermazione di quell'umanesimo integrale, aperto  alla  dimensione  etica  e  religiosa,  che  sa  attribuire  la dovuta importanza alla conoscenza e alla stima delle culture e dei valori spirituali delle varie civiltà" (n. 20).

5. Vorrei ricordare l'Assemblea Inter-Religiosa, organizzata nel 1999 dal nostro Consiglio, dal tema:  "Alla vigilia del terzo millennio:  collaborazione fra le differenti religioni". Riunì 200 persone appartenenti a circa 20 tradizioni religiose. 28 Buddisti di diversi Paesi erano presenti e parteciparono attivamente alle deliberazioni e alla redazione del Messaggio Finale che ha sottolineato l'importanza dell'educazione per la promozione della comprensione, della cooperazione e del rispetto reciproco. Il messaggio elenca alcuni modi e strumenti mediante i quali la comunità religiosa può educare i propri membri:  formazione della coscienza, promozione della vita spirituale (per esempio attraverso la preghiera, la meditazione e l'attenzione secondo la pratica di ogni tradizione religiosa) e l'offerta di informazioni obiettive sulle diverse religioni, in particolare nei libri di testo e attraverso i mezzi di comunicazione sociale.

6. In quanto cristiani uniamo i nostri cuori ai vostri e preghiamo affinché il nuovo millennio che è appena cominciato porti a tutti una pace duratura.

Buon Vesakh/Hanamatsuri.

Cardinale Francis Arinze,
Presidente

                                            

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