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PONTIFICIUM CONSILIUM PRO DIALOGO INTER RELIGIONES

MESSAGGIO AI BUDDISTI
PER LA FESTA DI VESAKH 2002

Buddisti e Cristiani:
Promuovere una Cultura della Vita per il Futuro

 

Cari amici buddisti,

1. Scrivo di nuovo a voi quest’anno in occasione della festa di Vesakh per offrirvi le più sentite felicitazioni da parte del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Prego che tutti i nostri amici buddisti in ogni parte del mondo trascorrano una felice e gioiosa festività.

2. Mentre invio questo messaggio di felicitazioni, non posso non ricordare i drammatici eventi dell’11 settembre dello scorso anno. Da allora, la gente in ogni parte del mondo ha avvertito un nuovo timore per il futuro. In mezzo a questo timore, non dovrebbe essere nostro dovere, come cristiani e buddisti, insieme alle persone di buona volontà, incoraggiare la speranza e costruire una cultura che si basi su questa per contribuire ad un mondo più pacifico nel futuro?

3. Noi viviamo in un’era contraddistinta da un grande progresso tecnologico. Ciò suscita problemi sulla promozione dei valori umani, ed è su questo argomento che vorrei condividere alcuni pensieri con voi. Uno dei più importanti valori umani è senza dubbio il diritto alla vita, a proteggerla dal momento del concepimento fino al momento della morte naturale. Tuttavia, si deve considerare il serio paradosso che questo diritto alla vita è minacciato proprio dall’odierna tecnologia altamente avanzata. Un tale paradosso è giunto fino al punto di creare una “cultura della morte”, nella quale l’aborto, l’eutanasia, e gli esperimenti genetici sulla stessa vita umana hanno già ottenuto o stanno per ottenere il riconoscimento legale. Possiamo non mettere in relazione questa cultura della morte nella quale le vite umane più innocenti, indifese e gravemente malate sono minacciate dalla morte, e gli attacchi terroristici, come quelli dell’11 settembre, nei quali sono state colpite migliaia di persone innocenti? Dobbiamo dire che entrambi si fondano sul disprezzo per la vita umana.

4. L’insegnamento e la tradizione buddista sostengono il rispetto per tutti gli esseri viventi non importa quanto essi possano apparire insignificanti. Se perfino le creature che sembrano non avere alcun valore sono trattate con una tale attenzione, tanto più si deve rispettare l’essere umano che, come crediamo noi cristiani, è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio stesso. La dignità dell’essere umano e i diritti che ne derivano sono stati certamente di recente una primaria preoccupazione dei cattolici. E’ precisamente sul comune rispetto per gli esseri umani che noi cristiani e buddisti dobbiamo costruire una “cultura della vita”, nella quale il diritto alla vita sia pienamente protetto dal concepimento fino alla morte naturale e si realizzino concretamente tutte le condizioni necessarie per una vita degna degli esseri umani. Questa sarebbe una maniera per reagire e superare la cultura della morte.

5. E’ nostra comune credenza che il rispetto per la vita umana prima di divenire una realtà sociale sia nel cuore delle persone. Vorrei qui ricordare in particolare i giovani, i cui cuori sono probabilmente scandalizzati e soffrono a causa dei tragici eventi che hanno visto con i propri occhi. Una educazione particolarmente per i giovani a rispettare la vita deve essere una delle priorità più urgenti. Attraverso le nostre rispettive comunità e istituzioni noi possiamo progettare il nostro proprio approccio nell’educare i giovani così che possano prevalere fra di loro delle convinzioni fortemente etiche e una cultura della vita. Solo nella misura in cui un’etica e una cultura della vita prevarranno nell’intera società possiamo sperare che il principio del rispetto per la vita si conservi negli atteggiamenti e nelle leggi della società.

6. Cari amici buddisti, questi sono i pensieri che desidero condividere quest’anno con voi. Guardiamo insieme al futuro con la speranza che esso porti un mondo più pacifico e prospero per tutti. Buona festa!

Francis Card. Arinze
Presidente

 

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