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  PONTIFICIUM CONSILIUM PRO DIALOGO INTER RELIGIONES

MESSAGGIO PER LA FINE DI RAMADAN
‘Id al-Fitr 1423 A.H. / 2002 A.D.

  Cristiani e musulmani sulle vie della pace

 

Cari amici musulmani,

1. È per me un piacere rivolgermi a voi in occasione di ‘Id al-Fitr, che conclude il mese di Ramadan, per presentarvi i miei auguri più amichevoli, a nome del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e della Chiesa cattolica nel suo insieme.

Siamo lieti di ricevere sempre più risposte al nostro messaggio ed anche auguri in occasione delle nostre feste, soprattutto per il Natale. Siamo ugualmente felici di costatare che, in vari luoghi, gli scambi tra cristiani e musulmani s’intensificano a livello locale. 

2. Voi sapete, cari amici musulmani, quanto la questione della pace si ponga oggi al nostro mondo con un’urgenza tutta particolare. Le situazioni di guerra costituiscono una ferita aperta nel cuore dell’umanità, soprattutto i conflitti che durano da più tempo, in Medio Oriente o in Africa o in Asia. In molti paesi, i conflitti fanno numerose vittime innocenti, e portano le popolazioni a perdere la speranza che si possa pervenire ad una pace prossima sulla loro terra.

3. Le cause dei conflitti hanno spesso origine nel cuore degli uomini che si rifiutano di aprirsi a Dio. Un tale cuore è abitato dall’egoismo, dal desiderio smodato del potere, del dominio e della ricchezza, e tutto ciò a detrimento dell’altro e senza alcuna attenzione al grido dell’affamato e dell’assetato di giustizia e di solidarietà. Se noi conosciamo bene le cause profonde delle guerre, dobbiamo cercare di esplorare soprattutto le vie della pace

4. Come credenti nel Dio Unico, noi siamo consapevoli del nostro dovere di cercare di instaurare la pace. Cristiani e musulmani, crediamo che la pace sia prima di tutto un dono di Dio, ed è per questo che le nostre rispettive comunità pregano per la pace e sono sempre chiamate a farlo. Come sapete, il Papa Giovanni Paolo II ha invitato, il 24 gennaio 2002, dei rappresentanti di diverse religioni ad Assisi, la città di San Francesco, per pregare ed impegnarsi a favore della pace nel mondo. Numerosi musulmani, provenienti da vari paesi, hanno contribuito alla riuscita di questa giornata. E’ stato chiesto di non lasciar spegnere la fiamma della speranza, simboleggiata dalla lampada. Da parte sua, il nostro Consiglio sta cercando la maniera migliore di realizzare questo impegno. 

5. Al fine di ottenere la pace e mantenerla, le religioni possono giocare un ruolo importante che, più che mai ai nostri giorni, la società civile e i governi degli Stati riconoscono loro. A questo riguardo, l’educazione è un ambito dove le religioni possono dare un contributo particolare. Siamo infatti convinti che le vie della pace passino per l’educazione. Grazie a quest’ultima, la persona è in grado di riconoscere la propria identità e quella dell’altro. La nostra identità sarà chiara senza essere messa in opposizione a quella dei nostri fratelli, come se l’umanità potesse essere costituita da partiti antagonisti. La pace è infatti inseparabile dal riguardo per l’uomo, nella verità e nella giustizia. L’educazione alla pace comporta ugualmente la conoscenza e l’accettazione delle diversità. Imparare a gestire le crisi – per non farle degenerare in conflitti – fa anche parte di questa educazione alla pace. Noi siamo lieti di vedere crescere, in numerosi paesi, la collaborazione fra cristiani e musulmani in questo ambito, soprattutto per quanto riguarda una revisione obiettiva dei testi scolastici.

6. È in un momento per voi molto particolare, il tempo del Ramadan, in cui il digiuno, la preghiera e la solidarietà vi apportano una pace interiore, che condivido con voi queste riflessioni sulle vie della pace. Vi auguro dunque questa pace, nei vostri cuori, nelle vostre famiglie e nelle vostre patrie, e invoco su di voi la benedizione del Dio della Pace.

 

S.E. Mons. Michael L. Fitzgerald
Presidente

 

   

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