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  MESSAGGIO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO
PER IL DIALOGO INTER-RELIGIOSO
AGLI HINDU IN OCCASIONE DELLA FESTA DI DIWALI 2003


Indu e Cristiani: la promozione della dignità umana

 

1. Anche quest’anno sono lieto di porgervi i miei auguri e di condividere con voi un breve messaggio in occasione del Diwali, la festa che voi celebrate secondo la vostra venerabile tradizione religiosa. So che fra le tante feste indù che celebrate durante l’anno questa, in particolare, ha un posto speciale ed un profondo rilievo per voi e per le vostre famiglie. Il Diwali è un tempo in cui le famiglie si riuniscono e celebrano in maniera significativa i riti prescritti dall’antico dharma. A tutte queste famiglie e a ciascuno di voi faccio i miei migliori auguri.

2. Le feste religiose ci invitano non solo a rinnovare e a rafforzare la nostra fede in Dio, il Bene Supremo di ogni essere vivente, e a rivitalizzare le nostre reciproche relazioni, ma ci invitano anche a riscoprire, a riaffermare con rispetto e a difendere con coraggio la nostra stessa dignità e quella di ogni persona in quanto essere umano creato da Dio. Mi ha sempre impressionato il fatto che in occasione del Diwali vi sono alcuni indù che compiono ogni sforzo per portare la riconciliazione nelle loro famiglie e fra vicini, amici e conoscenti. Non potrebbero i cattolici e gli indù allargare questi sforzi per portare una più vasta riconciliazione ed una pace più duratura nelle loro città e paesi e davvero in tutte le nostre nazioni e in tutto il mondo?

3. ‘L’amore per Dio e per il prossimo’ è nel cuore della fede cristiana. Come leader religioso, perderei credibilità se permettessi che questa verità fondamentale fosse offuscata. Le vostre varie tradizioni indù (sampradaya) non parlano forse in maniera eloquente non solo dell’amore di Dio per noi e del nostro amore per Dio ma anche dell’amore che gli esseri umani devono avere gli uni per gli altri? La dignità di ogni persona proviene da Dio, Creatore di tutti, e promuovere, proteggere e difendere questa dignità è parte integrante della vita di ogni credente. L’occasione della festa di Diwali ci fornisce cibo in abbondanza per riflettere sulla tradizione indù quando ci insegna come la luce vinca le tenebre, come si ottenga la vittoria del bene sul male e come l’odio, attraverso il perdono, lasci il posto all’amore.

4. Che cosa possiamo fare insieme, noi cristiani e indù, per promuovere e proteggere la dignità di ogni essere umano? Fare un’offesa, fosse anche ad un’unica persona, in nome della religione, non significa offendere un’intera tradizione religiosa? Né il dharma indù né la fede cristiana insegnano l’odio, il disprezzo o la mancanza di rispetto verso gli altri. L’odio o il disprezzo da parte dei credenti reca soltanto discredito alla religione e al suo ruolo nella società. Più ci impegniamo a promuovere la dignità di ogni persona più le nostre tradizioni religiose diverranno credibili agli occhi degli altri.

5. I vostri suggerimenti su come compiere questo saranno benvenuti. Potranno essere dati direttamente al Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, il Dicastero di Sua Santità il Papa per le relazioni con le diverse tradizioni religiose, oppure ai capi e ai membri della Chiesa cattolica nella vostra area. Camminiamo insieme e condividiamo le nostre comuni preoccupazioni, facendo lo sforzo di ascoltarci attentamente gli uni gli altri. Parliamo con onestà, consapevoli delle nostre responsabilità riguardo alle scelte che dobbiamo fare per risolvere i problemi del mondo d’oggi.

6. Cari amici indù, possiate voi, le vostre famiglie, come pure o forestieri che sono fra voi, sperimentare gioia, pace, serenità, e la luce della festa di Diwali, simboleggiata dalle innumerevoli fiammelle, il Deepavali.

Arcivescovo Michael L. Fitzgerald
Presidente

 

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