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MESSAGGIO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO
PER IL DIALOGO INTER-RELIGIOSO
AGLI HINDU IN OCCASIONE DELLA FESTA DI DIWALI 2005

 

Indu e Cristiani solidali

Cari amici indù,

1. In occasione dell’annuale celebrazione del Diwali, vorrei augurare a ciascuno di voi una grande gioia e felicità. Possa questo periodo di festa portarvi ristoro per la mente e il corpo e rinnovarvi nello spirito per continuare ad affrontare le difficoltà della vita quotidiana con coraggio e speranza.

2. E’ certamente naturale sperare che il carattere gioioso delle nostre celebrazioni religiose possa estendersi ad ogni momento della nostra esistenza. Sappiamo, tuttavia, che purtroppo la vita non è così. Ne facciamo infatti esperienza come di un misto di gioie e dolori, speranze e delusioni, benessere e malattia, consolazione e afflizione. Le feste religiose, ricordandoci la dimensione spirituale della vita e la ricerca di un vero significato, ci offrono l’opportunità di riflettere sul significato di eventi tragici nelle nostre vite o in quelle di coloro che ci circondano. Questa riflessione è ispirata dalla tragedia dello "tsunami", "l’onda assassina" causata dal terremoto nell’Oceano Indiano alla fine dello scorso anno. Le forze della natura hanno seminato una enorme devastazione, tante vite sono andate perdute, innumerevoli abitazioni sono state distrutte, mezzi di sussistenza andati in rovina e le famiglie, compresi tanti bambini, ne sono rimaste prive.

3. Come me, molti di voi che riceverete questo messaggio non siete stati personalmente colpiti dallo "tsunami". Tuttavia, anche se abbiamo appreso di seconda mano le sofferenze delle vittime, abbiamo desiderato esprimere la nostra simpatia e manifestare la nostra solidarietà. E siamo stati in grado di farlo insieme. Attraverso i vincoli di amicizia forgiati dal dialogo lungo il corso degli anni, noi cristiani abbiamo scoperto che voi indù siete molto sensibili verso coloro che soffrono. Da parte vostra, avete potuto rendervi conto che la fede cristiana insegna che ogni essere umano è creato ad immagine e somiglianza di Dio e perciò gli si deve attenzione e coinvolgimento. In questo contesto vorrei citare un brano della Nostra Aetate, la dichiarazione del Concilio Vaticano II sulle relazioni della Chiesa con le religioni non-cristiane. Questo documento, del quale si celebra quest’anno il quarantesimo anniversario, afferma: "Non possiamo invocare Dio Padre di tutti, se ci rifiutiamo di comportarci da fratelli verso alcuni tra gli uomini che sono creati a immagine di Dio. L’atteggiamento dell’uomo verso Dio Padre e quello dell’uomo verso gli uomini fratelli sono tanto connessi che la Sacra Scrittura dice: ‘Chi non ama, non conosce Dio’ (I Giovanni, 4,8)" (NA, 5).

4. Nei luoghi colpiti dallo "tsunami", la solidarietà, al di là delle frontiere religiose, ha contribuito a portare speranza a molte vittime. Gruppi di soccorritori, appartenenti a diverse tradizioni religiose, sono stati infaticabili nel lavorare per alleviare le sofferenze immediate e per iniziare la ricostruzione. In un’epoca in cui il secolarismo aggressivo sembra essere in crescita e il rispetto per i valori umani fondamentali appare spesso in declino, una tale cooperazione fra persone di diverse religioni può portare, nel mondo d’oggi, ad un nuovo rispetto per la religione.

5. Cari amici indù, continuiamo a collaborare per cercare soluzioni ai problemi che dobbiamo affrontare, siano essi piccoli o grandi, siano locali o internazionali. Il Diwali celebra la luce, la bontà, la riconciliazione, la pace, l’armonia e la felicità. Auguro a tutti voi una festa davvero lieta.

Michael L. Fitzgerald
Presidente

     

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