PONTIFICIO CONSIGLIO MESSAGGIO PER IL DIWALI 2007
“Cristiani e Indù:
Cari amici Indù, 1. Con l’avvicinarsi del Diwali, la vostra festività religiosa, sono certo che tutti voi nelle vostre famiglie, quartieri e comunità dedicherete tempo a condividere la vostra gioia con gli altri. Da parte del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso sono lieto di avere l’opportunità, per la prima volta da quando sono Presidente, di inviarvi fervidi auguri. Attento ai vostri sentimenti religiosi e rispettoso delle vostre antiche tradizioni religiose, spero sinceramente che la vostra ricerca del Divino, simboleggiata dalla celebrazione del Diwali, vi aiuti a superare le tenebre con la luce, il falso con il vero, il male con il bene. 2. Il mondo attorno a noi desidera ardentemente la pace. Le religioni annunciano la pace perché traggono la propria origine da Dio, il quale, per la fede cristiana, è la nostra pace. Possiamo noi, in quanto credenti di diverse tradizioni religiose, non lavorare insieme per ricevere il dono divino della pace e diffonderlo attorno a noi così che il mondo divenga per tutti i popoli un luogo migliore in cui vivere? Le nostre rispettive comunità devono dedicare urgente attenzione all’educazione dei credenti, che possono facilmente essere indotti in errore da una propaganda falsa ed ingannevole. 3. La credenza religiosa e la libertà vanno sempre di pari passo. Non ci può essere costrizione nella religione: nessuno può essere forzato a credere, né chiunque voglia credere può esserne impedito. Permettetemi di ripetere ancora l’insegnamento del Concilio Vaticano II, che è molto chiaro su questo punto: “Un elemento fondamentale della dottrina cattolica è che gli esseri umani sono tenuti a rispondere a Dio credendo volontariamente; nessuno, quindi, può essere costretto ad abbracciare la fede contro la sua volontà” (Dichiarazione sulla libertà religiosa, Dignitatis Humanae, n. 10). La Chiesa cattolica, come ha recentemente ricordato il Papa Benedetto XVI agli Ambasciatori dell’India e di altri Paesi accreditati presso la Santa Sede, è stata fedele a questo insegnamento: “…la pace si fonda sul rispetto per la libertà religiosa, che è un aspetto fondamentale e primordiale della libertà di coscienza degli individui e della libertà dei popoli” (18 maggio 2006). Per le comunità religiose impegnate a costruire la pace mondiale, una sfida importante è costituita dal formare i credenti perchè anzitutto scoprano tutta l’ampiezza e la profondità della propria religione e quindi dall’incoraggiarli a conoscere altri credenti. Non dimentichiamo che l’ignoranza è il primo e, forse, il principale nemico nella vita di chi crede, mentre il contributo di ogni credente ben formato, insieme a quello degli altri, costituisce una ricca risorsa per una pace duratura. 4. Come tutte le relazioni umane, anche quelle fra persone di diverse religioni richiedono di essere nutrite con incontri regolari, ascolto paziente, attiva collaborazione e, soprattutto, con un atteggiamento di reciproco rispetto. Di conseguenza dobbiamo lavorare per costruire legami di amicizia, come del resto devono fare gli aderenti di ogni religione. “L’amicizia si nutre di contatti, di condivisione di sentimenti nelle situazioni liete e tristi, di solidarietà, di scambio di aiuto”(Giovanni Paolo II, Messaggio ai partecipanti al Convegno Internazionale su “Matteo Ricci: per un dialogo tra Cina e Occidente”, 24 ottobre 2001, n. 6). In situazioni di incomprensione, è necessario che le persone si riuniscano e comunichino fra loro per chiarire, in uno spirito fraterno ed amichevole, le rispettive credenze, aspirazioni e convinzioni. E’ solo attraverso il nostro dialogo, evitando ogni forma di pregiudizio e di idee stereotipate sugli altri e testimoniando fedelmente i nostri precetti ed insegnamenti religiosi, che possiamo realmente superare i conflitti. Il dialogo fra seguaci di diverse religioni è oggi il cammino necessario, ed è davvero l’unico cammino percorribile per noi credenti. Collaborando insieme possiamo fare molto per costruire una società armoniosa ed un mondo pacifico. 5. Cari amici indù, la mano che vi tendo calorosamente per felicitarmi con voi in occasione della vostra festa è anche un gesto di buona volontà, da parte della Chiesa cattolica, ad incontrarvi ed a collaborare con voi, con le vostre famiglie, con i leaders delle vostre comunità e con tutti i seguaci del Sanatana dharma, per promuovere l’armonia nella società e la pace nel mondo. Ancora una volta, auguro a ciascuno di voi un felice Diwali. Jean-Louis Cardinale Tauran Pier Luigi Celata
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