PONTIFICIO CONSIGLIO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO MESSAGGIO AI SIKH
Cari Amici sikh, 1. Il Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, in spirito di amicizia e di buona volontà, vi porge i suoi più cordiali saluti e le sue felicitazioni mentre osservate il Prakash Diwas di Sri Guru Nanak Dev Sahib il 6 novembre di quest’anno. Possano le celebrazioni di questa festa rafforzare ulteriormente i vincoli tra le vostre famiglie e comunità per una maggiore felicità, armonia e pace! 2. Quest’anno desideriamo riflettere con voi su come noi, cristiani e sikh insieme, possiamo promuovere il servizio compassionevole nella società. Si può dire che il servizio compassionevole, nei suoi diversi aspetti e sfumature, sia al centro stesso di ogni grande religione. Per noi cristiani trova la sua espressione perfetta nella persona stessa di Gesù. La sua descrizione più eloquente nella Sacra Bibbia (Nuovo Testamento) si trova nella parabola del “buon Samaritano” (Lc 10, 25-37). Anche per voi la compassione (daya) e il servizio (seva), o meglio il servizio altruistico, a beneficio di altri, sono i concetti centrali. Bhai Gurdas, primo interprete di Gurbani, scrisse: «Le mani e i piedi che evitano il seva sono da condannare; le azioni diverse dal seva sono infruttuose» (Varan, XXVII, 10). Svolgere un servizio compassionevole significa andare incontro a poveri, bisognosi, malati, anziani, diversamente abili, migranti, rifugiati, sfruttati e perseguitati, superando ogni sorta di ostacolo e rinunciando ai propri interessi e alle proprie comodità, poiché anche loro sono parte di ciò che Dio ha creato e, come tali, sono nostri fratelli e sorelle e fanno parte della nostra unica grande famiglia umana. Se è rivestito del vero spirito di carità e di generosità, tale servizio diventa un’esperienza onnicomprensiva e gratificante sia per chi dà sia per chi riceve. 3. Le crescenti tendenze materialistiche, consumistiche e individualistiche nel mondo attuale stanno purtroppo rendendo gli uomini sempre più egocentrici, insensibili e indifferenti ai bisogni e alle sofferenze altrui. Denunciando queste tendenze allarmanti, Papa Francesco, le cui parole e i cui gesti di compassione e di servizio sono ormai diventati proverbiali, ha auspicato una cultura in cui tutti si sentano amati, desiderati e accuditi e «nessuno va considerato inutile, fuori posto o da scartare» (Messaggio per la 101ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato [2015], 3 settembre 2014). 4. Come credenti nelle nostre rispettive religioni con un patrimonio comune di valori, possiamo noi, cristiani e sikh, riscoprire l’importanza del servizio compassionevole nella nostra vita personale e collettiva, e renderlo uno stile di vita, ispirando e incoraggiando anche gli altri a questo riguardo, così da promuovere felicità, armonia e pace ovunque! Possiamo noi, unendo le nostre mani a quelle altrui, contribuire a costruire un mondo migliore, più giusto e fraterno. Auguriamo a tutti voi un Felice Prakash Diwas di Sri Guru Nanak Dev Sahib! Cardinale Jean-Louis Tauran Padre Miguel Ángel Ayuso Guixot, mccj
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