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XV GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ - GIUBILEO DEI GIOVANI
ROMA 15-20 AGOSTO 2000
UN EVENTO DEL GRANDE GIUBILEO

PROGRAMMA PASTORALE

«Vogliamo Vedere Gesù» (Gv 12,21)

Il contesto di riferimento

1. Le Giornate Mondiali della Gioventù dal loro inizio fino ad oggi – Roma (1984), Buenos Aires (1987), Santiago de Compostela (1989), Czestochowa (1991), Denver (1993), Manila (1995), Parigi (1997) – si sono dimostrate avvenimenti provvidenziali, occasioni di grazia per moltissimi giovani, momenti privilegiati per riscoprire e professare la fede in Cristo, per rinsaldare la comunione con la Chiesa, per sentirsi chiamati all’impegno della nuova evangelizzazione nel mondo. Le Giornate sono state eventi missionari e pastorali di prim’ordine, stimolando nelle Chiese particolari il rinnovamento della cura dei giovani, con obiettivi e contenuti di largo respiro ecclesiale, spirituale e culturale.

Ora questo dono di Dio è proposto dal Santo Padre nel cuore del Grande Giubileo che celebra il bimillenario dell’incarnazione di Cristo, perché le giovani generazioni, cui appartiene «il futuro del mondo e della Chiesa», possano incontrare in modo nuovo Cristo che le attende, e così «recare il proprio contributo alla sua presenza nel prossimo secolo» (Tertio millennio adveniente, 58).

La Giornata Mondiale della Gioventù nel 2000 si presenta quindi come un’esperienza di fede, cha va compresa e vissuta nello spirito e con i significati del Giubileo, diventando così il Giubileo della “Chiesa giovane”.

«Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14)

Il quadro teologico

2. Il fondamento teologico e centro ispiratore della Giornata Mondiale della Gioventù è dato dal tema scelto dal Santo Padre: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14).

Questa affermazione del quarto Vangelo, come pure tutto il prologo dello stesso Vangelo in cui essa è collocata, mettono in evidenza la salvezza che viene da Dio, tanto assolutamente necessaria quanto imprevedibilmente gratuita e generosamente donata. L’incarnazione del Verbo segna l’inizio della redenzione dell’umanità e del cosmo, si compirà pienamente nella Pasqua di morte e risurrezione e con il dono dello Spirito Santo.

Nella lettura della fede cogliamo così la divina economia o progetto di salvezza nel suo farsi misterioso:

  • Gesù Cristo, Verbo del Padre, fatto uomo, è il dono più grande offerto da Dio all’umanità: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16).
  • Cristo è contemporaneamente la risposta più fedele dell’uomo a Dio, in quanto figlio obbediente al volere del Padre, dalla sua incarnazione fino all’offerta totale di sé sulla croce: «Un corpo mi hai preparato. Allora ho detto: Ecco, io vengo... per fare, o Dio, la tua volontà» (Eb 10,5-7).
  • Cristo non conserva per sé l’amore e la missione del Padre, ma ne rende partecipi quanti credono in Lui. La sera di Pasqua annuncia ai suoi discepoli: «Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi»; e dona loro il suo Spirito per una nuova vita, libera dal peccato e dal male (Gv 20,21-22).

Così uno straordinario circolo di comunione missionaria, animata dallo Spirito Santo, coinvolge e muove la storia dell’umanità: il Padre dona il Figlio al mondo (cf. Rm 8,32); il Figlio corrisponde al Padre, dando tutto se stesso a Lui per noi (cf. Gv 19,30); i discepoli, su mandato di Gesù, portano il suo Vangelo a tutti i popoli, sicuri della sua compagnia, fino alla fine del mondo (cf. Mt 28,19-20).

3. La Chiesa si riconosce in questa dinamica di dono-risposta e la vive secondo molteplici aspetti:

  • La esprime in modo visibile e pubblico nel cammino di fede e di vita cristiana (ad esempio con il catecumenato), segnatamente attraverso la consegna e l’accoglienza consapevole del Simbolo della fede; la celebra ogni domenica, giorno del Signore e Pasqua settimanale.
  • La pone a fondamento della sua vocazione missionaria, per coinvolgere tutti gli uomini nella gioia del dono e nella responsabilità della risposta: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8).
  • La sperimenta nell'esercizio continuo del perdono, accolto e offerto a tutti. Consapevole infatti che la concreta possibilità di peccato consiste sempre in una cattiva risposta - di rifiuto o infedeltà - dell’uomo ai grandi doni ricevuti da Dio, la Chiesa confessa che ogni credente in Cristo vi è esposto a causa della sua fragilità: «Egli era nel mondo eppure il mondo non lo riconobbe. Venne tra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto» (Gv 1,10-11).

4. Strettamente collegata al tema generale e da esso conseguente è l’idea madre e sintesi dell’intera Giornata: riconoscere e vivere la fede come dono-risposta a Dio in Gesù Cristo, il Verbo fatto carne.

Essa trova nella consegna (traditio) e riconsegna (redditio) del Simbolo (Credo) una delle forme più alte ed espressive sia della professione pubblica della fede nella Chiesa, sia della sua testimonianza nel mondo. A questa «icona», squisitamente biblica e storico-ecclesiale, si ispireranno i diversi momenti della Giornata, culminando nella Veglia e nella solenne Celebrazione Eucaristica conclusiva.

Cristo cerca i giovani i giovani incontrano Cristo (cf. TMA, 58)

Il quadro pastorale

5. Compresa e vissuta come consegna-riconsegna della fede, la Giornata Mondiale della Gioventù esprime efficacemente il suo significato mediante i diversi aspetti che la caratterizzano all’interno del Grande Giubileo:

  • Globalmente si manifesta come avvenimento intrinsecamente missionario: l’amore del Padre rinnova nello Spirito il dono del Figlio ai giovani del mondo, li stimola ad una scelta libera e fedele, li manda a darne «bella notizia» al millennio che inizia: «Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, veduto, contemplato, toccato..., ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l’abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza), noi lo annunzia mo anche a voi» (1Gv 1,1-3).
  • Diventa esperienza forte di conversione, di riconciliazione, di perdono, di gioia nel passare al terzo millennio attraverso Cristo, porta della salvezza.
  • Si alimenta con un singolare momento di grazia: l’incontro con la viva memoria della fede, rappresentata dagli apostoli Pietro e Paolo e dai primi martiri della Chiesa.
  • Riceve direttamente dalle mani del Papa il mandato a restituire la fede ricevuta con l’impegno di una coerente vita di testimonianza e di annuncio di Cristo nel mondo.
  • Entra nella storia di ogni giovane come singolare annuncio evangelico di pace, di libertà, di speranza, da portare con sé nel varcare la soglia del terzo millennio come dono per l’umanità del futuro.

In sintesi, il «Giubileo» e «Roma» rappresentano per i giovani il tempo e il luogo quanto mai propizi di un’esperienza cristiana unica nel suo genere: la fede, manifestatasi in certo modo come invocazione nei loro desideri e domande, viene ora attinta e donata alla sorgente del Cristo Salvatore, è professata sulle tombe degli apostoli e dei martiri, è confermata dal Papa e da lui riconsegnata ai giovani, perché diventi sostanziale ragione della loro vita e speranza, ed anzi perché se ne facciano coraggiosi testimoni ed annunciatori nel terzo millennio cristiano, in tutto il mondo, in ogni cultura, verso ogni creatura.

6. La Giornata Mondiale della Gioventù, con il suo pregnante significato giubilare, non deve apparire estranea al mondo dei giovani, perché di fatto non lo è. Infatti, «con l’incarnazione, il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo» (Gaudium et spes, 22). Per questo «Gesù Cristo è la via principale della Chiesa. Egli stesso è la nostra via alla “casa del Padre” (cf. Gv 14,1ss), ed è anche la via a ciascun uomo» (Redemptor hominis, 13).

In questi duemila anni il Verbo si è veramente incarnato in ogni popolo, cultura e tradizione, ha posto la sua «tenda» in mezzo ad ogni nazione della terra e chiama anche oggi ogni uomo e ogni donna ad aprire il proprio cuore e la propria vita a Lui. Nel dinamismo della Giornata Mondiale della Gioventù ogni giovane è perciò chiamato a riscoprire e rinnovare i grandi momenti del cammino di fede iniziato e vissuto nella propria comunità di origine: in famiglia, nella parrocchia, nelle aggregazioni ecclesiali, ecc., con sentimenti di profonda riconoscenza a Dio, di gioiosa condivisione di doni, di partecipazione piena a precisi impegni:

  • La memoria della fede ricevuta nella propria Chiesa locale e sperimentata come evento di unità e di comunione nella Chiesa universale, si fa ora nitida e cosciente e riceve dal Papa, successore di Pietro, conferma di verità e di comunione.
  • Ognuno eleva a Dio una confessione umile e sincera delle proprie debolezze e peccati, chiedendone sincero perdono e gustando la sua misericordia di Padre.
  • Ciascuno è invitato ad esprimere un’accoglienza incondizionata al Vangelo di Gesù Cristo secondo la fede della Chiesa, percorrendo cammini specifici di fede, animati dalle risorse proprie dei giovani, quali la percezione dei nuovi problemi dell’esistenza, la ricerca di nuove motivazioni per vivere e credere, l’uso di linguaggi e segni nuovi, il coraggio delle scelte, un sincero dono di sé verso i poveri e gli oppressi.
  • La rinnovata consegna della fede viene accolta con un solenne impegno di riconsegna carica di frutti (cf. Gv 15,18), dandone testimonianza a tutti, in particolare ai giovani coetanei che, pur desiderando di aprire la loro vita alla trascendenza, non trovano risposte adeguate nella cultura in cui sono immersi.
    Questa responsabilità missionaria sarà vissuta come «inizio del vangelo di Gesù Cristo» (Mc 1,1) nel terzo millennio, imitando in tutto Gesù in mezzo alla gente, facendosi carico delle domande, delle aspirazioni, dei bisogni degli altri, orientandoli a Lui con l’annuncio e la testimonianza della carità.

In questo modo ogni giovane riconosce che la sua vita, il suo quotidiano così carico di aspirazioni e non di rado segnato dalla delusione e dal dolore, diventa luogo di incontro con Cristo, che lo guarda, lo ama e lo invita a seguirlo, a servizio del più vasto mondo dei poveri e degli infelici, dei giovani anzitutto, con le risorse delle tante doti di natura e di grazia che ha ricevuto e che questo Grande Giubileo manifesta e conferma: «Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: Una cosa sola ti manca: vá, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi» (Mc 10,21).

«E voi, chi dite che io sia?» (Mc 8,29)

Il quadro operativo

7. La dinamica della consegna-riconsegna della fede percorre ed ispira tutte le fasi della Giornata Mondiale della Gioventù, dal cammino preparatorio alla sua celebrazione in Roma. A tale riguardo si terrà presente che la Giornata Mondiale del 2000 avviene a Roma, città santuario, dove le memorie vive degli apostoli Pietro e Paolo, dei martiri e confessori della fede e la presenza ed il magistero del Papa parlano direttamente a chi vi si fa pellegrino. Il luogo stesso rappresenta per i giovani una «catechesi in atto», da valorizzare opportunamente. Roma poi, diocesi del Papa, non è soltanto un insieme di ricordi e di memorie, ma una comunità ecclesiale viva, che nel 2000 si dispone ad accogliere i giovani di tutto il mondo per un reciproco scambio di doni.

  • La fase della preparazione: i giovani sono invitati a prendere coscienza della «memoria fidei» nella propria Chiesa particolare, ad aprirsi all’unità della fede e ai dinamismi missionari della Chiesa universale, a metterla a confronto con l’oggi della storia e a cogliere le nuove impellenti sfide che ciò comporta per la loro vita in Cristo e nella Chiesa e per la loro testimonianza missionaria.
  • Le catechesi in Roma: due di esse, proposte da Vescovi secondo la formula tradizionale al mattino dei tre giorni prima della Veglia in diversi luoghi della città, inviteranno i giovani a riflettere sull’annuncio-consegna della fede personale e sulla dimensione ecclesiale della fede ricevuta; la terza assumerà invece la forma di un pellegrinaggio di carattere penitenziale verso la Basilica di San Pietro, attraverso la Porta Santa, segno di Cristo: «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me sarà salvo, entrerà e uscirà e troverà pascolo» (Gv 10,9).Tale giornata giubilare, che sarà svolta a turno da gruppi di giovani secondo un apposito programma stabilito, comprenderà una liturgia penitenziale con la possibilità di celebrare individualmente il sacramento della Riconciliazione, il contatto con i segni della memoria fidei dei martiri di Roma, la preghiera e la professio fidei sulla tomba dell’apostolo Pietro, la fatica del pellegrinaggio che fa vivere l’attesa nella speranza dell’incontro definitivo con il Signore.
  • Proposte di incontri ed esperienze spirituali e culturali: saranno promosse ogni pomeriggio e sera, in chiese e luoghi prestabiliti, da parte di parrocchie, movimenti, associazioni, gruppi, realtà ecclesiali. Il giorno precedente la Veglia è prevista la Via Crucis, che sarà svolta, per un congruo numero di giovani , dai Fori imperiali al Colosseo e per tutti gli altri nei diversi quartieri e piazze della città.
  • La Veglia: in essa la dinamica della consegna-riconsegna della fede, si esprimerà attraverso le dimensioni della narrazione – mettendo a tema la memoria, la fedeltà e la novità della fede in Gesù Cristo e dando voce ai testimoni della fede nella storia e nell’oggi: Maria in primo luogo, i santi apostoli Pietro e Paolo, i santi e martiri della Chiesa di Roma e delle Chiese in Italia in particolare –; del dia logo tra il Papa e i giovani sui loro interrogativi ed attese in rapporto alla fede sulla soglia del terzo millennio; della celebrazione, per riconsegnare ai giovani la fede e la sua espressione con i diversi linguaggi propri del mondo giovanile.

* * *

In sintesi la Giornata Mondiale della Gioventù del 2000 intende proporsi nel suo farsi come una forte e coinvolgente esperienza di consegna e riconsegna della fede, che vede protagonisti i giovani con tutta la carica di novità e di futuro che essi esprimono e testimoniano nella Chiesa e nel mondo intero.

Email: gmg@laity.va

 

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