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PONTIFICIO CONSIGLIO DEI LAICI

CELEBRAZIONE PROMOSSA DALL'ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE
DI DIRITTO PONTIFICIO "ARALDI DEL VANGELO"
IN OCCASIONE DEL XXV ANNIVERSARIO
DI PONTIFICATO DI GIOVANNI PAOLO II

OMELIA DI S.E. MONS. STANISLAW RILKO

Chiesa di san Benedetto in Piscinula
Martedì, 18 novembre 2003
 

 

1. La giornata del 16 ottobre scorso rimarrà a lungo impressa nella nostra memoria. Quel giorno, in una Piazza San Pietro gremita di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, il Papa Giovanni Paolo II - accompagnato da tanti Cardinali, Vescovi e sacerdoti - ha presieduto la Celebrazione Eucaristica per il XXV anniversario del suo Pontificato. Quel giorno, tutta la Chiesa, stretta attorno al Successore di Pietro ha innalzato a Dio la sua preghiera di lode e di ringraziamento per il dono di questo Papa. Una preghiera di rara intensità, per implorare il Signore di conservarlo e di sostenerlo nella sua missione, specialmente in questa stagione della sua vita segnata da una crescente fragilità fisica e dal dolore. Chi c'era ha avvertito, quasi tangibilmente, di essere partecipe di un avvenimento saliente della storia della Chiesa. Quello di Giovanni Paolo II non è soltanto uno dei Pontificati più lunghi, ma è il Pontificato di eventi che hanno solcato in profondità la vita della Chiesa e del mondo: eventi di cui egli è stato architetto e protagonista.

Oggi, mediante questa Eucaristia, vogliamo anche noi unirci a questa preghiera corale di tutta la Chiesa nelle intenzioni del Pontefice. Saluto cordialmente il Presidente Generale e il Coro ed Orchestra degli Araldi del Vangelo. Un caloroso saluto a tutti voi, fratelli e sorelle che avete voluto partecipare a questa odierna preghiera. Con gli Araldi del Vangelo mi congratulo per questa iniziativa - l'espressione di un amore figliale nei confronti di questo Papa.

2. Torniamo ancora a quel memorabile 16 ottobre scorso. Chi non si è commosso, quando il Papa nella sua omelia confidava con voce tremante di emozione: "Nel Conclave, attraverso il Collegio cardinalizio, Cristo ha detto anche a me, come un tempo a Pietro sul lago di Genezaret: "Pasci le mie pecorelle" (Gv 21, 16). Sentivo nella mia anima l'eco della domanda rivolta allora a Pietro: "Mi ami tu? Mi ami tu più di costoro?" (Cfr Ibid. 21, 15-16). Come potevo umanamente non trepidare? Come poteva non pesarmi una responsabilità così grande? È stato necessario ricorrere alla divina misericordia perché alla domanda: "Accetti?" Potessi rispondere con fiducia: "Nell'obbedienza della fede, davanti a Cristo mio Signore, affidandomi alla Madre di Cristo e della Chiesa, consapevole delle grandi difficoltà, accetto"" (Omelia, L' Osservatore Romano, 18 ottobre 2003). Così è iniziato questo Pontificato.

Lo stupore di fronte a questo Papa, iniziato XXV anni fa, non si affievolisce, anzi, continua a crescere. Sono tanti nostri contemporanei:  cristiani e non cristiani, credenti e non credenti, a porsi la domanda:  Chi è questo Papa venuto da "un paese lontano"? Proviamo a darci una risposta anche noi., guidati non da un sentimentalismo o dalla ricerca di facili emozioni, ma soprattutto dallo spirito di fede, cercando di capire sempre di più e sempre meglio la grandezza del dono che Giovanni Paolo II costituisce per la Chiesa e per il mondo.

3. Giovanni Paolo II è un grande profeta dei nostri tempi. Una autorità morale unica e punto fermo di riferimento per una umanità confusa, segnata da un drammatico relativismo in fatto di valori morali, in preda a uno spaventoso smarrimento spirituale, alla ricerca angosciosa di un senso.

Nell'epoca di globalizzazione, è riuscito a dare al papato dei nostri tempi una dimensione universale e planetaria, che oltrepassa i confini di Stati e di continenti. Intrepido difensore dell'uomo, dei suoi diritti inalienabili fra cui il diritto fondamentale alla vita, della famiglia ai nostri giorni minacciata da più parti, egli è stato protagonista di cambiamenti epocali su scala mondiale (basti menzionare la "primavera della libertà" nei Paesi dell'Europa centro-orientale). Buon samaritano che si china con amore sulle piaghe e sulle ferite dell'uomo, facendosi voce di chi non ha la voce. Amico sensibile dei piccoli, dei deboli, dei poveri, degli emarginati, dei malati, di coloro che soffrono. Coraggioso operatore di pace, tutti richiama instancabilmente alla giustizia, alla solidarietà, al perdono e alla misericordia. Papa osannato dalle grandi masse, che in tutti i continenti si radunano intorno a lui per ascoltarne la parola. E al tempo stesso Papa scomodo - come ogni profeta - perché indisponente segno di contraddizione, Papa contestato per il suo coraggio di annunciare verità controcorrente, di screditare mode e tendenze dominanti, di denunciare il male dovunque si annidi. In un mondo che idolatra la forma fisica e l'eterna giovinezza, che rimuove la realtà della malattia, della sofferenza e della vecchiaia, Giovanni Paolo II ha il coraggio di mettere sotto gli occhi di tutti la sua fragilità fisica, diventando così - lui stesso - il messaggio vivente del valore e della dignità della vita umana in ogni sua stagione.

4. Chi è questo Papa? - continuiamo a chiedere. La personalità, forte e affascinante, di Papa Wojtyla ne fa un Papa non convenzionale da varie angolature:  contemplativo, mistico immerso nella vita di preghiera, e un uomo di azione sensibile alle questioni più scottanti; grande comunicatore e uomo di media; intellettuale, filosofo, e sportivo innamorato della natura, della montagna e dello sci; teologo che esplora il mistero di Dio e pastore vicino alla gente e attento ai problemi quotidiani delle persone; uomo di pensiero e poeta che avverte, irresistibile, il bisogno di addentrarsi negli abissi del Mistero.

Ma la dimensione più profonda della personalità di questo Papa sta nel fatto che lui è un grande testimone della fede - un vero homo Dei, uomo di Dio. E lo è in tempi che vedono dilagare secolarizzazione e modelli di vita senza Dio. Un testimone fino all'effusione del sangue, in quell'inaudito attentato del 13 maggio 1981 a Piazza San Pietro. Un grande testimone di speranza in mezzo a una umanità che, in modo drammatico e disperato cerca ragioni per vivere. Il 16 ottobre scorso il Papa ha voluto ribadire: "Ecco perché, sin dal primo giorno, non ho mai cessato di esortare: "Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà!". Oggi, lo ripeto con forza: "Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Lasciatevi guidare da lui! Fidatevi del suo amore!"". A quante persone, in tutti i continenti, Giovanni Paolo II ha ridato il coraggio di credere e di sperare! Quanti cristiani ha aiutato di liberarsi da falsi complessi di inferiorità nei confronti della cultura dominante e a vivere il Vangelo in modo coerente e radicale!

Giovanni Paolo II è il Papa di nuova evangelizzazione, un instancabile pellegrino del Vangelo attraverso tutti i continenti. I numeri sono impressionanti: ad oggi sono 102 i suoi viaggi apostolici, l35 paesi visitati, circa 2.500 i discorsi pronunciati, 600 i giorni passati in viaggio, circa 1.200.000 chilometri percorsi. A milioni di persone si è rivolto nelle loro lingue e milioni di persone lo hanno potuto avvicinare. L'autore di 14 encicliche, di 14 esortazioni apostoliche post-sinodali, di innumerevoli discorsi. Ardentemente teso verso l'unità dei cristiani, ha aperto con determinazione orizzonti nuovi al dialogo ecumenico. Con memorabili incontri di Assisi, ha dato un impulso forte anche al dialogo con le religioni non cristiane. È un'opera immensa quella compiuta da Giovanni Paolo II in questi 25 anni.

5. Nonostante l'età avanzata, la sua fragilità fisica e la sua sofferenza, questo Papa non si ferma, ma guarda sempre avanti, verso il futuro... È anche lui stesso a incoraggiare tutti noi:  "Andiamo avanti con speranza ! Un Nuovo millennio si apre davanti alla Chiesa come oceano vasto in cui avventurarsi, contando sull'aiuto di Cristo. Il Figlio di Dio, che si è incarnato duemila anni or sono per amore dell'uomo, compie anche oggi la sua opera:  dobbiamo avere occhi penetranti per vederla, e soprattutto un cuore grande per diventarne noi stessi strumenti" (Novo Millennio ineunte, n. 58).

In questa Eucaristia rendiamo grazie al Signore per il dono che questo Papa costituisce per la Chiesa del nostro tempo - una guida sicura, una figura veramente profetica. E chiediamo che il Signore lo sostenga e gli dia la forza nella sua missione che una volta ha affidato a Pietro: "Io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli" (Lc 22, 32).

       

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