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NOTIZIARIO 21/2010

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Presidente ai lettori

 

Nel nostro mondo in cui tanto si parla di democrazia, di diritti umani e di tolleranza, si sta diffondendo a macchia d’olio, in maniera paradossale, un fenomeno estremamente preoccupante: la violazione del diritto alla libertà religiosa. In non pochi Paesi si moltiplicano le manifestazioni di fanatismo e fondamentalismo di stampo religioso o laicista nonché serie discriminazioni delle minoranze religiose, quando non si tratta di vere e proprie persecuzioni. È significativo che sempre più spesso le vittime di questi atti di intolleranza e di violenza siano i cristiani. C’è chi parla addirittura di una pericolosa diffusione di una specie di « cristianofobia » e di un « nuovo anti-cristianesimo » (R. Remond). Alle soglie del terzo millennio dell’era cristiana sono tornati i martiri della fede. È un problema molto serio che merita una approfondita riflessione.

Tra i vari diritti della persona umana, la libertà religiosa occupa un posto tutto speciale. Il Concilio Vaticano II insegna che « tutti gli uomini devono essere immuni dalla coercizione da parte sia di singoli, sia di gruppi sociali e di qualsivoglia potestà umana, e in modo tale che in materia religiosa nessuno sia forzato ad agire contro la sua coscienza né sia impedito, entro debiti limiti, di agire in conformità alla sua coscienza, privatamente o pubblicamente, in forma individuale o associata » (Dignitatis humanae, n. 2). E il servo di Dio Giovanni Paolo II vede in questo diritto la « fonte e la sintesi » di tutti gli altri diritti della persona umana e la verifica più attendibile della loro messa in pratica (cfr. Centesimus Annus, n. 47). Per tale motivo l’odierna diffusione dell’intolleranza religiosa nel mondo preoccupa tutti e ci costringe ad assumere nei suoi confronti una posizione di chiara ed univoca condanna.

Nell’ambito del rispetto del diritto alla libertà religiosa, una particolare attenzione merita il continente asiatico, dove vivono due terzi della popolazione mondiale, di cui un’esigua minoranza di circa centoventi milioni è cristiana. Secondo il Rapporto 2008 sulla libertà religiosa nel mondo, pubblicato dall’associazione Aiuto alla Chiesa che soffre, su cinquantadue paesi asiatici, almeno in trentadue la libertà religiosa è limitata o addirittura negata. Durante il recente Congresso del laicato cattolico dell’Asia, organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici a Seul in Corea, abbiamo ascoltato delle testimonianze molto toccanti circa il prezzo pagato dai cristiani per la loro fede in alcuni Paesi asiatici. Anche l’Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, che ha avuto luogo in Vaticano lo scorso ottobre, ha ricordato la situazione particolarmente delicata in cui vivono i cristiani del Medio Oriente. Negli ultimi mesi la stampa mondiale ci ha informato della drammatica realtà dei cristiani in Iraq, dove la Chiesa cattolica è diventata vero bersaglio dei gruppi di terrorismo islamico radicale. L’opinione pubblica è stata profondamente scossa dall’attentato terroristico alla cattedrale siro-cattolica di Bagdad in cui hanno perso la vita cinquantotto fedeli tra cui tre sacerdoti. E la raffica degli attacchi anticristiani continua. Pare che ci sia in corso una vera e propria “ pulizia confessionale ” che si propone di eliminare la presenza cristiana da quelle terre nelle quali la Chiesa è presente ormai da due millenni. Di fatto i vescovi delle Chiese del Medio Oriente denunciano questa folle strategia e parlano di una preoccupante “ emorragia ” dei cristiani in quella regione, un fatto estremamente grave anche dal punto di vista culturale.

Di fronte a questi dolorosi episodi il Papa e la Santa Sede non si stancano di esprimere la loro comunione e solidarietà ai cristiani che soffrono a causa della loro fede, cercando al tempo stesso di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica e i rispettivi governi circa la gravità della situazione. Benedetto XVI ha detto recentemente: « Penso alle tante situazioni difficili, come i continui attentati che si verificano in Iraq contro cristiani e musulmani, agli scontri in Egitto in cui vi sono stati morti e feriti [...] La nostra preghiera al Signore e la nostra solidarietà possano portare speranza a coloro che si trovano nella sofferenza » (Angelus, 5 dicembre 2010). E nella sua ultima esortazione apostolica sulla Parola di Dio ha scritto: «Esprimo la gratitudine di tutta la Chiesa per i cristiani che non si arrendono davanti agli ostacoli e alle persecuzioni a causa del Vangelo. Allo stesso tempo ci stringiamo con profondo e solidale affetto ai fedeli di tutte quelle comunità cristiane, in Asia e in Africa in particolare, che in questo tempo rischiano la vita o l’emarginazione sociale a causa della fede » (Verbum Domini, n. 98). Ma il Papa sollecita anche i cristiani – in modo speciale il laicato cattolico – ad impegnarsi seriamente a favore della « promozione di un’autentica libertà religiosa e di coscienza, uno dei diritti fondamentali della persona umana che ogni Stato dovrebbe sempre rispettare » (Omelia, 24 ottobre 2010).

Di fronte a questi fatti eclatanti, dopo un lungo silenzio, sembra essersi finalmente svegliata anche la comunità internazionale: il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è schierato in maniera esplicita contro la persecuzione dei cristiani in Iraq; l’Europarlamento – a sua volta – ha approvato una risoluzione che condanna i massacri dei cristiani in Iraq e impegna i governi dei Paesi membri dell’Unione Europea ad esercitare pressioni su Bagdad affinché le violenze contro i cristiani non si ripetano più. Ma l’Iraq, come abbiamo visto, non è l’unico Paese dove la libertà religiosa è calpestata. Basti ricordare le violenze in alcuni Stati dell’India come l’Orissa oppure il caso di Asia Bibi in Pakistan, una cristiana condannata a morte per blasfemia. Durante il recente vertice dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) ad Astana (Kazakhstan), il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano, ha ribadito con forza: «È ampiamente documentato che i cristiani sono il gruppo religioso maggiormente perseguitato e discriminato. Oltre duecento milioni di essi, appartenenti a confessioni diverse, si trovano in situazioni di difficoltà a causa di strutture legali e culturali. La comunità internazionale deve combattere l’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani con la stessa determinazione con cui lotta contro l’odio nei confronti di membri di altre comunità religiose » (“Osservatore Romano ”, 2 dicembre 2010). Il principio di libertà religiosa e di coscienza vale dunque per tutti e non può essere negato a nessuno.

Ma l’intolleranza religiosa si sta diffondendo anche nella nostra vecchia Europa che si vanta di esser la culla della democrazia moderna. Ne parla ampiamente un dettagliato rapporto (Shadow Report 2005-2010) recentemente pubblicato dall’organizzazione non governativa austriaca Observatory on intolerance and discrimination against Christians in Europe. Le forme della violazione del diritto alla libertà religiosa nel nostro continente sono, però, più sofisticate e sono promosse addirittura in nome della tolleranza. A volte sorge il sospetto che l’aggressione, l’offesa o la diffamazione dei cristiani nei mass media siano considerati dall’opinione pubblica una cosa “ normale ”, un atto “ politicamente corretto ”. Si tratta in realtà di un’intolleranza di nuovo tipo, cosiddetta « tolleranza negativa », di cui ha parlato papa Benedetto XVI nel suo recente libro-intervista con Peter Seewald Luce del mondo. Vale la pena ricordare le parole chiare ed illuminanti del Santo Padre: «Esistono modi di pensare ben rodati che devono essere imposti a tutti. E che vengono promossi in nome della cosiddetta tolleranza negativa. Come, ad esempio, quando si dice che in virtù della tolleranza negativa non devono esserci crocefissi negli edifici pubblici. In fondo così sperimentiamo l’eliminazione della tolleranza, perché in realtà questo significa che la religione, che la fede cristiana non possono più esprimersi in modo visibile. Quando, ad esempio, in nome della non discriminazione si vuole costringere la Chiesa cattolica a cambiare la propria posizione riguardo all’omosessualità o all’ordinazione sacerdotale delle donne, questo significa che non le è più consentito di vivere la propria identità, ergendo invece una astratta religione negativa a tirannico criterio ultimo, al quale tutti devono piegarsi. [...] La vera minaccia di fronte alla quale ci troviamo è che la tolleranza venga abolita in nome della tolleranza stessa. C’è il pericolo che la ragione, la cosiddetta ragione occidentale, sostenga di avere finalmente riconosciuto ciò che è giusto e avanzi così una pretesa di totalità che è nemica della libertà. Credo necessario denunciare con forza questa minaccia. Nessuno è costretto ad essere cristiano. Ma nessuno deve essere costretto a vivere secondo la “ nuova religione ”, come fosse l’unica e vera, vincolante per tutta l’umanità » (pp. 82-83). Sono state, dunque, profetiche le parole del servo di Dio Giovanni Paolo II che nella Centesimus annus ha scritto: «Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia » (n. 46).

Quale, dunque, la conclusione delle nostre riflessioni? La libertà è un dono del Creatore che conferisce alla persona umana una straordinaria dignità, ma, al tempo stesso, è una sfida, un compito che richiede un impegno permanente e responsabile perché non sia smarrita. La libertà esige il coraggio di diventare nel mondo, sull’esempio del nostro Maestro, un « segno di contraddizione » (cfr. Lc 2, 34). Aveva ragione il filosofo russo Nikolaj Bierdiajev quando ha scritto che per un cristiano la libertà non è solo un diritto... è un dovere.

 

Card. Stanisław Ryłko

Presidente

 

 

 

 

Annnunciare Gesù Cristo in Asia oggi

 

Si è svolto a Seul, in Corea del Sud, dal 31 agosto al 5 settembre 2010, il Congresso dei laici cattolici dell’Asia, che si inscrive nella tradizione del Pontifico Consiglio per i Laici di convocare periodicamente i laici impegnati nella Chiesa in una regione geopolitica o in un continente, accompagnati dai loro Pastori, perché possano conoscersi, confrontarsi e aiutarsi nel segno dell’unità con la Sede di Pietro per rafforzare la loro azione apostolica.

La scelta del continente asiatico è stata operata in relazione al grande sviluppo economico e alle profonde trasformazioni sociali cui gran parte di questa regione del mondo sta andando incontro negli ultimi anni, e per questo si è scelta la Corea del Sud per ospitare questo nuovo appuntamento, incentrato sul tema “Annunciare Gesù Cristo in Asia oggi ”.

Fin dalla sua programmazione, attuata in stretta collaborazione con la Commissione per il laicato della Conferenza episcopale coreana e il locale Consiglio nazionale dei laici, il Congresso ha ricevuto il sostegno e il concreto apporto di tante realtà ecclesiali presenti in Asia, che hanno dimostrato la loro vitalità e attiva partecipazione.

Hanno aderito fattivamente e con entusiasmo le delegazioni di diciannove Paesi membri o associati della Federazione delle conferenze episcopali asiatiche (Fabc), quasi tutte guidate da un vescovo, alcuni responsabili della stessa Fabc e trentasette delegazioni di associazioni, movimenti ecclesiali e nuove comunità riconosciute dalla Santa Sede, presenti e operanti in Asia.

Moltissimi vescovi e cardinali hanno dato testimonianza, con la loro presenza attiva e partecipe, della condivisione delle tematiche inerenti la partecipazione dei laici alla vita della Chiesa che è in Asia e della loro sollecitudine pastorale nei confronti dell’azione apostolica dei christifideles laici.

Il cardinale Stanisław Ryłko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, ha dato principio al Congresso presiedendo la Santa Messa nella cattedrale di Myong-dong a Seul nella mattina del 1° settembre.

A dimostrazione del clima di piena comunione ecclesiale vissuto nei giorni del Congresso hanno preso parte alla celebrazione presbiteri, religiosi e laici di diverse nazionalità, insieme al cardinale Nicholas Cheong Jinsuk, arcivescovo di Seul, al cardinale Telesphore Placidus Toppo, arcivescovo di Ranchi (India), all’arcivescovo Osvaldo Padilla, nunzio apostolico in Corea, e a numerosi vescovi coreani e di altre diocesi asiatiche.

Nel saluto iniziale a tutti i partecipanti il cardinale Ryłko ricordava che la sfida dell’evangelizzazione esige una profonda riscoperta della missione profetica di tutti i battezzati, ed esortava tutti ad essere orgogliosi del proprio essere cattolico e a non avere timore di proclamare il Vangelo.

Ha suscitato grande emozione e viva gratitudine in tutti i partecipanti la lettura, da parte del nunzio apostolico in Corea mons. Osvaldo Padilla, del messaggio inviato da Sua Santità Benedetto XVI.

In esso il Santo Padre ricordava che « i cattolici dell’Asia sono chiamati a essere segno e promessa di quell’unità e di quella comunione – comunione con Dio e fra gli uomini – di cui tutta la famiglia umana deve godere e che Cristo rende sempre possibile ».

Aggiungeva che «è stata affidata loro una grande missione, ovvero quella di recare testimonianza di Gesù Cristo, il Salvatore universale dell’umanità. Questo è il servizio supremo e il dono più grande che la Chiesa può offrire al popolo asiatico e spero che l’attuale Congresso offra rinnovato incoraggiamento e orientamento per svolgere questo sacro mandato ».

Il Papa sottolineava il tema della necessità della proclamazione di Gesù Cristo in Asia oggi, dicendo che i laici cattolici « in unione di mente e di cuore con i loro pastori, e accompagnati a ogni passo del loro viaggio di fede da un’adeguata formazione spirituale e catechetica, devono essere incoraggiati a cooperare in maniera attiva non solo all’edificazione delle loro comunità cristiane locali, ma anche alla creazione di nuove modalità di annuncio del Vangelo in ogni settore della società ».

Menzionava poi alcuni campi che particolarmente necessitano di questo annuncio, quali la testimonianza di amore coniugale e di famiglia cristiana, la difesa della vita in toto, la sollecitudine verso i poveri e gli oppressi, la disponibilità al perdono, la testimonianza di giustizia, verità e solidarietà nei luoghi di lavoro e nella vita pubblica.

Esprimeva apprezzamento sia per il ruolo significativo di tanti laici impegnati nelle parrocchie come catechisti, sia delle « associazioni e movimenti ecclesiali dediti alla promozione della dignità e della giustizia umane » che « dimostrano in maniera concreta l’universalità del messaggio evangelico della nostra adozione quali figli di Dio ».

Il Santo Padre impartiva sui partecipanti la sua benedizione apostolica augurandosi « che la Chiesa in Asia rechi una testimonianza sempre più fervida della bellezza incomparabile di essere cristiani e proclami Gesù Cristo come l’unico Salvatore del mondo ».

Giungevano anche i saluti del presidente della Repubblica di Corea, Lee Myung Bak, in un messaggio, letto dal ministro della cultura, dello sport e del turismo, In-chon Park, in cui, ricordando il grande contributo offerto dai martiri della Chiesa cattolica che è in Corea alla maturità spirituale e alla riconciliazione del popolo coreano, il presidente dimostrava vivo apprezzamento per la scelta operata di tenere questo congresso a Seul.

Anche il cardinale Nicholas Cheong Jinsuk, arcivescovo di Seul, portava il suo saluto, esortando tutti i partecipanti a riscoprire la propria vocazione e missione nella Chiesa per annunciare con entusiasmo Gesù Cristo.

In una prima conferenza padre Felipe Gomez, S.I., dell’East Asian Institute di Manila (Filippine), tratteggiava sapientemente la linea di continuità che percorre la storia della missione della Chiesa in Asia, lungo due millenni di evangelizzazione e di testimonianza di santità e martirio, di cui approfondiva le tappe principali.

Era poi la volta del cardinale Telesphore Placidus Toppo, che focalizzava l’attenzione dei partecipanti sulle principali sfide dell’evangelizzazione in Asia oggi, ricordando le due dimensioni fondamentali da tenere presenti per il cristiano chiamato a proclamare il Vangelo: quella missionaria e quella della testimonianza di vita.

Il primo giorno del Congresso vedeva poi la presentazione di diverse realtà geopolitiche ed ecclesiali, attraverso la testimonianza, a tratti vibrante e commovente, dei rappresentanti delle diverse conferenze episcopali nazionali, che illustravano la loro esperienza di vita cristiana e di annuncio del Vangelo in contesti spesso difficili, in cui i cattolici sono un’esigua minoranza, ma comunque una “minoranza creativa ”, artefice di un reale rinnovamento e di una trasformazione alla luce del Vangelo di tante realtà e contesti anche molto lontani da Dio.

Nel secondo giorno, era la volta del segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, mons. Josef Clemens, che ripercorreva con grande chiarezza i contenuti dell’esortazione apostolica post-sinodale Christifideles laici, riguardanti vocazione e missione dei laici nella Chiesa, rileggendoli in una sapiente ottica, che evidenziava la continuità tra i contenuti di questo documento, magna charta per il laicato cattolico, e il pensiero prima e il magistero poi di Joseph Ratzinger, che ne aveva anticipato e condiviso le tematiche fondamentali.

Il secondo intervento vedeva padre Joseph Dinh Duc Dao, vietnamita, docente alla Pontificia Università Urbaniana di Roma, svolgere le sue considerazioni in ordine alla importanza della formazione cristiana dei laici cattolici in Asia come base fondamentale della loro capacità missionaria.

Egli ricordava come « formazione significa missione », perché è tramite essa che i cattolici divengono maturi nella fede e possono davvero condividerla con gli altri. Da ciò scaturiva l’appello a prestare la massima attenzione ai programmi di educazione e formazione nella fede da rivolgere a tutti i fedeli.

I lavori del 2 settembre proseguivano poi con due tavole rotonde, in cui i vari ospiti condividevano con l’assemblea le loro esperienze e la loro formazione specifica in differenti settori della vita e della società di primaria importanza per una genuina evangelizzazione dei popoli.

Dopo la concelebrazione eucaristica, l’attenzione dei partecipanti si focalizzava sulla vita e la testimonianza di una figura cardine dell’evangelizzazione in Asia, quella del gesuita padre Matteo Ricci, messa in luce attraverso la proiezione di un film, che ripercorreva le tappe più significative del suo operato.

La mattina di venerdì 3 settembre prevedeva l’intervento di padre Bernardo Cervellera, del Pontificio Istituto Missioni Estere, direttore di Asianews, che offriva con il suo discorso una vasta panoramica sul significato attuale del martirio dei cattolici in Asia, sottolineando, attraverso fatti di cronaca recente, diverse situazioni di difficoltà e sofferenza che scaturiscono dalla limitazione della libertà religiosa in tanti Paesi di quel continente.

Dopo una interessante tavola rotonda, in cui molteplici voci di esperti riflettevano sulle principali aree e priorità dell’evangelizzazione in Asia oggi, il pomeriggio proseguiva con un appassionante excursus sull’apporto significativo e fondamentale alle sfide attuali dell’evangelizzazione in Asia da parte delle realtà associative dei fedeli, movimenti ecclesiali e nuove comunità.

Tale conferenza, dal titolo “ La nuova stagione associativa dei fedeli laici ”, era tenuta dal prof. Guzmán Carriquiry, sottosegretario del Pontificio Consiglio per i Laici, che ripercorreva in particolare tutti i passaggi più significativi del magistero della Chiesa sull’importanza, nell’ottica dell’evangelizzazione, dell’apostolato organizzato dei fedeli laici e della nascita di nuove realtà aggregative, considerate da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI doni provvidenziali dello Spirito Santo per la Chiesa dei nostri tempi.

In una successiva tavola rotonda la parola veniva lasciata ai testimoni viventi di questa ricchezza ecclesiale: delegati provenienti da differenti realtà associative, quali il Rinnovamento Carismatico Cattolico, Sposi per Cristo (Couples for Christ), Movimento dei Focolari, Legione di Maria, Cammino Neocatecumenale e altri, riportavano le proprie esperienze nell’ambito dell’evangelizzazione in Asia.

La concelebrazione eucaristica quotidiana si svolgeva in uno dei luoghi “ simbolo ” del cattolicesimo in Asia, il Santuario dei martiri coreani Jeol-doo San.

Il 4 settembre i lavori del Congresso proseguivano, dopo la Santa Messa, con la conferenza conclusiva del cardinale Stanisław Ryłko che, tracciando un bilancio finale dei lavori, si incentrava su quello che sembrava essere già allora il frutto più significativo dell’incontro: avere alimentato la speranza. Egli indicava proprio nell’incapacità di sperare il segno della dimenticanza di Dio da parte di tanti uomini di oggi e, citando l’enciclica Spe Salvi di Benedetto XVI, ricordava che « Chi non conosce Dio, pur potendo avere molteplici speranze, in fondo è senza speranza, senza la grande speranza che sorregge tutta la vita (cfr. Ef 2, 12). La vera, grande speranza dell’uomo, che resiste nonostante tutte le delusioni, può essere solo Dio – il Dio che ci ha amati e ci ama tuttora “ sino alla fine ”, “ fino al pieno compimento ” (cfr. Gv 13, 1 e 19, 30) » (n. 27). Individuava proprio in questo concetto « la consegna che Cristo ci dà al termine del nostro Congresso: annunciare la speranza a questo continente », attraverso un rinnovato impegno di tutti i fedeli battezzati e un’azione efficace di apostolato ed evangelizzazione, come risposta alla vocazione e missione di ciascuno in seno all’unica Chiesa. Riteneva fondamentale per questo un processo di formazione continua autenticamente cristiano, che abbia come prospettiva ultima la santità. Su questa strada, nonostante le difficoltà e gli ostacoli in tante situazioni del continente asiatico e la necessità, a volte, della croce sino al martirio, i cristiani incontreranno la certezza del sostegno di Dio, che, ricordava il cardinale Ryłko, sempre citando Benedetto XVI, « non fallisce perché trova sempre nuovi modi per raggiungere gli uomini e per aprire di più la sua grande casa » (Omelia durante la concelebrazione eucaristica con i vescovi della Svizzera, 7 novembre 2006).

I partecipanti elaboravano due testi finali, uno rivolto al Santo Padre, in risposta al messaggio da questi inviato all’assemblea, in cui ringraziavano il successore di Pietro con sincera gratitudine per la sua vicinanza e promettevano un rinnovato impegno missionario nell’annuncio di Gesù Cristo ai popoli dell’Asia; e un secondo, a tutti i laici cattolici del continente, in cui sottolineavano l’importanza dell’unità nella Chiesa sotto la guida dei propri Pastori e la necessità della consapevolezza dell’efficacia delle “minoranze creative ”, che, anche nella difficoltà, sono segno di speranza viva per l’annuncio di Cristo a ogni uomo.

La serata prevedeva un momento conviviale con una caratteristica festa coreana.

Domenica 5 settembre i delegati si riunivano nella cattedrale di Seul, insieme alla comunità locale, per la solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dal cardinale Cheong Jinsuk, in cui venivano donati a ciascuno dei partecipanti, come memoria di quei giorni di riflessione e rinnovamento, un crocifisso di legno e un rosario benedetto da Sua Santità.

L’eccellente esito del Congresso va attribuito soprattutto alle qualità organizzative del dott. Thomas Hong-Soon Han, dal 1984 e fino a quest’anno Membro del Pontificio Consiglio per i Laici per più mandati, e del quale il dicastero ha potuto apprezzare le doti professionali, l’impegno e la generosa collaborazione in varie occasioni.

Laureato in Economia, specializzato in Scienze Sociali e dottore honoris causa in Giurisprudenza, ha partecipato in qualità di uditore a diversi Sinodi dei vescovi ed è stato presidente del Consiglio dell’Apostolato dei Laici della Corea.

Lo scorso 21 ottobre il dott. Han è stato ricevuto dal Santo Padre Benedetto XVI nella nuova veste di Ambasciatore di Corea presso la Santa Sede.

 

 

 

Verso Madrid 2011

 

Si sono aperte nel mese di luglio le iscrizioni per la XXVI Giornata mondiale della gioventù, che si svolgerà a Madrid, in Spagna, dal 16 al 21 agosto 2011. Già più di duecentomila giovani partecipanti si sono registrati attraverso il sito web del Comitato organizzatore spagnolo (www.madrid11.com), sul quale si possono trovare, in sette lingue, anche indicazioni pratiche e contenuti pastorali relativi all’evento, costantemente aggiornati dai curatori. L’itinerario di approfondimento pastorale è stato tracciato dal Santo Padre Benedetto XVI, che nel suo tradizionale Messaggio ha dedicato una vera e propria catechesi al tema della Giornata Mondiale di Madrid: “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede ” (cfr. Col 2, 7). Il documento, disponibile in diverse lingue sul sito web del Vaticano (www.vatican.va), è un punto di riferimento fondamentale per la preparazione spirituale dei giovani.

È proprio questa preparazione l’elemento chiave del successo di ogni Giornata mondiale. E se in tutto il mondo miriadi di giovani, accompagnati dai loro Pastori, hanno da tempo iniziato il loro cammino verso la Gmg, dal canto suo l’intera Chiesa di Spagna si sta preparando ad accoglierli. Prosegue infatti il pellegrinaggio della Croce delle Gmg e dell’icona di Maria attraverso tutto il territorio spagnolo che, di diocesi in diocesi, coinvolge l’intera comunità ecclesiale in momenti di preghiera, festa e testimonianza, anticipando e promuovendo l’appuntamento di Madrid.

Di pari passo, procede a pieno ritmo anche il lavoro organizzativo, che vede impegnati in primo piano il Comitato organizzatore spagnolo e il Pontificio Consiglio per i Laici per definire i molteplici aspetti logistici e pastorali di cui si compone la Giornata mondiale della gioventù: programma generale, accoglienza dei pellegrini, alloggi, pasti, celebrazioni principali, catechesi, comunicazione ecc.

Su questi stessi aspetti verterà anche il secondo Incontro preparatorio internazionale, in programma a San Lorenzo de El Escorial (Madrid) dal 12 al 15 gennaio, al quale parteciperanno i responsabili nazionali di pastorale giovanile delle conferenze episcopali di tutto il mondo e i rappresentanti dei movimenti, associazioni e comunità ecclesiali internazionali, che avranno così la possibilità di ottenere informazioni più complete sull’evento, fornire i propri suggerimenti agli organizzatori e visitare personalmente i luoghi in cui si svolgerà la Giornata mondiale – occasioni davvero preziose per programmare al meglio la partecipazione dei tanti gruppi giovanili che si recheranno a Madrid sotto la loro direzione.

Pronto infine anche l’inno ufficiale della Gmg 2011, che è stato presentato al pubblico per la prima volta l’8 novembre a Madrid, alla vigilia della festa della Vergine dell’Almudena, patrona della città. Il brano, ispirato al tema della Gmg, si intitola Firmes en la fe e ha una chiara finalità liturgica e devozionale. Infatti, sia il testo che la musica sono stati concepiti come invito alla preghiera e al raccoglimento, come una sorta di “ colonna sonora ” delle celebrazioni principali della Giornata. L’autore del testo è mons. César Franco, vescovo ausiliare di Madrid e coordinatore generale della Gmg 2011, il quale spiega che « le strofe evidenziano l’umanità santissima di Cristo nello stile della tradizione mistica spagnola e cercano di avvicinarla ai giovani ». La musica è stata composta da padre Enrique Vázquez Castro, sacerdote di Victoria e noto compositore liturgico, che sottolinea come, per scrivere questa partitura, « la prima sfida sia stata quella di elaborare una melodia che aiutasse a capire il testo, cantarlo e recitarlo ».

Il brano è disponibile sul sito del Comitato organizzatore spagnolo in tre versioni: una liturgica, una strumentale per grandi cori e una popolare con accompagnamento di chitarra. Accanto all’inno ufficiale, ci sarà spazio anche per tanti altri canti scritti e proposti direttamente dai giovani, sempre ispirati al tema della Gmg.

 

 

La Lettera alle donne quindici anni dopo

 

Il Pontificio Consiglio per i Laici nel 2010 ha voluto ricordare la Lettera alle donne di Giovanni Paolo II, pubblicata il 29 giugno 1995. Con questo importante documento il Santo Padre si era rivolto direttamente alle donne, ringraziandole del fatto stesso di “ essere donne ” e promuovendo una riflessione sul “ genio femminile ” con l’auspicio che trovasse la giusta valorizzazione.

L’occasione per la Lettera fu offerta dalla celebrazione della IV “Conferenza mondiale sulla donna” organizzata dalle Nazioni Unite nel 1995 a Pechino. Il venerabile Giovanni Paolo II non volle che l’evento si svolgesse senza che si udisse la parola della Chiesa; d’altronde, durante quell’anno il Papa intervenne ripetutamente sul tema della dignità e vocazione della donna.

Dopo quindici anni ci troviamo in un clima di crescente confusione antropologica che richiede orientamento e luce per proseguire il cammino. La Chiesa, esperta in umanità, sa bene che deve offrire al mondo la diakonìa di indicare la verità dell’essere umano, maschio e femmina, annunciandola e proponendola come luce per superare il disorientamento dei nostri tempi.

Il nostro dicastero si è rivolto ad alcune studiose invitandole a rileggere il documento di Giovanni Paolo II e a commentarlo alla luce delle sfide di oggi, chiedendo al contempo di tracciare un bilancio delle conseguenze della IV Conferenza sulla donna di Pechino. In particolare abbiamo chiesto quali contenuti del documento dovrebbero trovare migliore accoglienza, come approfondire il fondamento teologico e antropologico della dignità dell’uomo e della donna proposto dalla Lettera, quale accoglienza abbia ricevuto il “ genio femminile ” e altre questioni ancora. Inoltre, abbiamo chiesto un’analisi dell’influsso dell’ideologia del “ genere ” dal 1995 a oggi e abbiamo sollecitato pareri su come rilanciare l’antropologia cristiana nel contesto attuale. Le donne interpellate sono state scelte tra le collaboratrici del dicastero, membri o consultrici, esperte delle problematiche della donna nel nostro tempo. Ringraziamo di tutto cuore le donne che ci hanno mandato le loro riflessioni, tutte apprezzabili per qualità e profondità, manifestando il desiderio di lavorare insieme per costruire un futuro migliore per le donne e gli uomini del nostro tempo.

Continueremo a raccogliere contributi da tutto il mondo per studiarli e giungere a una diagnosi precisa dello status quaestionis della situazione della donna.

 

 

La catechesi di Benedetto XVI sulle donne sante del Medioevo

 

Dal 1° settembre di quest’anno il Santo Padre Benedetto XVI durante le udienze generali del mercoledì ha iniziato un ciclo di catechesi sulle figure femminili del Medioevo che « spiccano per la santità della vita e la ricchezza dell’insegnamento » (Udienza generale, 1 settembre 2010).

Si tratta di «manifestazioni del “ genio ” femminile », espressioni dei « carismi che lo Spirito Santo elargisce alle donne nella storia del popolo di Dio » (Giovanni Paolo II, Mulieris dignitatem, 31). Riproponendo queste figure che hanno marcato la storia della Chiesa, il Papa ci aiuta a conoscere i tesori spirituali in essa celati perché, attingendovi, possiamo affrontare le sfide dei nostri giorni.

Il ciclo si è aperto con due catechesi dedicate a santa Ildegarda di Bingen, mistica del XII secolo, dotata di straordinari carismi spirituali, di vasta cultura, di indole forte e coraggiosa. Ildegarda, detta “ profetessa teutonica ”, denunciò con chiarezza gli errori dei catari e sollecitò una vera riforma della Chiesa attraverso la penitenza e il cammino di conversione. Il Santo Padre in proposito ha espresso il desiderio che anche nel nostro tempo sorgano donne sante e forti, che sappiano valorizzare i doni ricevuti da Dio e offrano « il loro prezioso e peculiare contributo per la crescita spirituale delle nostre comunità e della Chiesa nel nostro tempo » (Udienza generale, 8 settembre 2010). Donna molto dotta nelle scienze e nelle arti, testimonia che l’attività culturale dei monasteri femminili del Medioevo era assai intensa e ricca, contrariamente a tanti pregiudizi molto diffusi. Santa Ildegarda ci mostra come nel corso della storia molte donne abbiano trovato nella vita monastica il contesto ideale per sviluppare i propri doni e metterli a servizio della Chiesa e della società. In particolare il Santo Padre addita la santa a modello per le teologhe, in quanto grazie alla sua opera « vediamo come anche la teologia possa ricevere un contributo peculiare dalle donne, perché esse sono capaci di parlare di Dio e dei misteri della fede con la loro peculiare intelligenza e sensibilità » (ibid.).

Il ciclo è proseguito con la presentazioone di « una delle sante più amate »: santa Chiara di Assisi. Benedetto XVI ha sottolineato l’efficacia per la riforma della Chiesa della sua santità, l’importanza della sua opera nella complementarità di doni con san Francesco; il papa ha chiesto a Dio che anche nel nostro tempo la Chiesa possa disporre di « donne coraggiose e ricche di fede come lei, capaci di dare un decisivo impulso per il rinnovamento della Chiesa » (Udienza generale, 15 settembre 2010).

Il Santo Padre in seguito ha presentato santa Matilde di Hackeborn, monaca di Helfta, vissuta nel XIII secolo. Figura affascinante, ricca di doni mistici, profondamente amante della liturgia, ci insegna una spiritualità monastica fondata sull’amore all’Eucaristia guidata dalla Scrittura. Benedetto XVI la propone come modello per tutti, affermando che la sua vita è « un forte invito a intensificare la nostra amicizia con il Signore, soprattutto attraverso la preghiera quotidiana e la partecipazione attenta, fedele e attiva alla Santa Messa. La Liturgia è una grande scuola di spiritualità » (Udienza generale, 29 settembre 2010).

La catechesi successiva ha riguardato santa Gertrude la Grande, discepola di santa Matilde, anche lei monaca di Helfta. Anche in questo caso si tratta di una donna versata nelle scienze e nelle arti del suo tempo. Approfondì la conoscenza delle scienze del trivio e del quadrivio, la formazione di quel tempo, ma dopo un’intensa esperienza spirituale, iniziò a combattere in sé la vanità e la curiosità, dedicandosi quindi a studi specificamente teologici per applicarli all’apostolato, scrivendo a scopi divulgativi; la semplicità, la grazia e la capacità persuasiva delle sue opere hanno giovato al progresso di molte generazioni. Secondo il Santo Padre « l’esistenza di santa Gertrude rimane una scuola di vita cristiana, di retta via, e ci mostra che il centro di una vita felice, di una vita vera, è l’amicizia con Gesù, il Signore. E questa amicizia si impara nell’amore per la Sacra Scrittura, nell’amore per la liturgia, nella fede profonda, nell’amore per Maria, in modo da conoscere sempre più realmente Dio stesso e così la vera felicità, la meta della nostra vita » (Udienza generale, 6 ottobre 2010).

La beata Angela da Foligno è stata la protagonista della catechesi del 13 ottobre. Se la sua vita inizialmente si dipanava lonano da Dio, l’incontro con la figura di san Francesco e, per suo tramite, con Cristo stesso, la condusse alla conversione, facendole scoprire che « solo con Dio la vita diventa vera vita ». Così parla a tutti noi, osserva il Santo Padre, che viviamo in un tempo in cui forte è la tentazione di vivere come se Dio non esistesse. L’esempio della beata Angela ci sprona a prestare attenzione « a questi segni con i quali il Signore ci tocca l’anima, […] alla presenza di Dio, per imparare così la via con Dio e verso Dio, nella comunione con Cristo crocifisso » (Udienza generale, 13 ottobre 2010).

Proseguendo nel suo percorso tra le donne sante del Medioevo, il Papa ha presentato santa Elisabetta d’Ungheria come « un vero esempio per tutti coloro che ricoprono ruoli di guida: l’esercizio dell’autorità, ad ogni livello, dev’essere vissuto come servizio alla giustizia e alla carità, nella costante ricerca del bene comune ». Effettivamente questa donna, regina della Turingia, « non assumeva cibi se prima non era sicura che provenissero dalle proprietà e dai legittimi beni del marito. Mentre si asteneva dai beni procurati illecitamente, si adoperava anche per dare risarcimento a coloro che avevano subito violenza » (Udienza generale, 20 ottobre 2010). Si tratta dunque di un vero esempio di quella carità nella verità così necessaria per costruire società più degne dell’uomo.

Santa Brigida di Svezia, co-patrona d’Europa, fondò l’ordine del Santo Salvatore, composto da monaci e monche sotto l’autorità di una badessa. Per il Santo Padre, questa scelta « non deve stupirci: nel Medioevo esistevano fondazioni monastiche con un ramo maschile e un ramo femminile, ma con la pratica della stessa regola monastica, che prevedeva la direzione dell’abbadessa. Di fatto, nella grande tradizione cristiana, alla donna è riconosciuta una dignità propria, e – sempre sull’esempio di Maria, Regina degli Apostoli – un proprio posto nella Chiesa, che, senza coincidere con il sacerdozio ordinato, è altrettanto importante per la crescita spirituale della comunità. Inoltre, la collaborazione di consacrati e consacrate, sempre nel rispetto della loro specifica vocazione, riveste una grande importanza nel mondo d’oggi » (Udienza generale, 27 ottobre 2010).

L’ultima catechesi prima della redazione di questo articolo ha riguardato la monaca certosina francese Margherita d’Oingt, anch’essa nata nel XIII secolo. I suoi scritti rivelano una profonda spiritualità, una cultura elevata, doti di governo. Si dedicò a conoscere e amare il Signore e a lasciarsi illuminare dalla luce di Cristo, che ci purifica e ci indica il cammino da seguire. Perciò il Papa ce la propone come modello, perchè seguiamo i suoi passi nel nostro cammino spirituale.

Con queste catechesi il Santo Padre non sta proponendo un mero esercizio di memoria storica, per quanto interessante. Possiamo invece affermare che presentandoci queste donne sta esortando tutti – uomini e donne – a conoscerle e a considerarle modelli di partecipazione attiva e inserimento tutto femminile nella vita della Chiesa. Si tratta quasi di una provocazione che valorizza le diverse forme di “ genio femminile ” che hanno arricchito la Chiesa durante il corso della storia, con l’auspicio che anche nel nostro tempo si manifesti il genio della santità femminile, che germoglia dalla vita in Cristo, e trovi più ampia accoglienza nella Chiesa e nella società.

 

 

I cento anni dell’Umofc

Assemblea generale in Terra Santa

 

Dal 6 al 12 ottobre 2010 si è tenuta a Gerusalemme l’Assemblea generale dell’Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche (Umofc). L’associazione, fondata nel 1910, ha celebrato il suo centenario riflettendo sul tema: “Voi sarete miei testimoni ” (At 1, 8). L’Umofc è un’associazione pubblica internazionale di fedeli che raccoglie un centinaio di organizzazioni femminili cattoliche in rappresentanza di più di cinque milioni di donne, attive in oltre sessanta Paesi. L’Umofc promuove la presenza, la partecipazione e la corresponsabilità delle donne cattoliche nella Chiesa e nella società a sostegno della loro missione di fede e del loro impegno per lo sviluppo dell’umanità e della pace nel mondo. La scelta della Terra Santa rispondeva alla necessità di “ tornare alle radici della nostra fede, nella terra percorsa da Gesù, per incontrarlo in modo speciale ” grazie anche a un programma liturgico e di formazione, in particolare grazie all’ascolto della Parola di Dio proclamata nei luoghi santi. La Celebrazione eucaristica di apertura è stata presieduta da Sua Beatitudine Fouad Twal, Patriarca latino di Gerusalemme. La scrittrice polacca Ludmila Grygiel, esperta di questioni attinenti alla famiglia e all’antropologia cristiana, ha tenuto la relazione principale sul tema: “Voi siete tesimoni dell’Amore ”. La teologa francese Florence Gillet, che ha pubblicato studi su Maria, Teresa di Lisieux e Chiara Lubich, ha svolto il tema “Maria, testimone dell’Amore di Dio ieri e oggi ”. Ana Cristina Villa Betancourt, responsabile della Sezione Donna del Pontificio Consiglio per i Laici, ha presentato la relazione “Gesù e le donne: incontrarlo, seguirlo, essere sue testimoni ”. La giornalista e saggista Marguerite Peeters, fondatrice dell’Institute for Intercultural Dialogue Dynamics, ha affrontato il tema “ Come essere testimoni di Cristo in un mondo globalizzato ”. Christine Vollmer, fondatrice di “Alleanza per la famiglia ”, ha parlato de “ L’importanza della formazione per essere testimoni efficaci nel mondo di oggi ”. La realtà della vita quotidiana in Terra Santa è stata presentata da giri d’orizzonte di donne cristiane e di rappresentanti di un gruppo interconfessionale di giovani focolarini. L’assemblea ha stabilito le priorità per i prossimi quattro anni, ha approvato un comunicato finale e ha eletto il comitato direttivo e la nuova presidente generale, l’italiana Maria Giovanna Ruggieri.

 

 

Anna Maria Federici Manni si è congedata dal nostro dicastero

 

 

Nel mese di settembre 2010 per Anna Maria Federici Manni è giunto il momento di congedarsi dal servizio offerto per lunghi anni al nostro dicastero. Segretaria particolare di Sua Eminenza il cardinale Ryłko, fin da quando questi fu nominato segretario del dicastero, la signora, entrata nel 1969 nel neonato Consilium de Laicis, divenuto poi Pontificio Consiglio per i Laici, ha svolto diverse mansioni, ricoprendo anche l’incarico di segretaria particolare degli allora vice presidenti i vescovi Lucas Moreira Neves e Paul Josef Cordes. Dopo quarantuno anni di servizio dedicato alla Santa Sede, svolto con professionalità e competenza, la signora Federici Manni porta via con sé la memoria storica della quotidianità del lavoro nel dicastero, come anche dei tanti eventi organizzati e dei contatti avuti con membri e consultori dei vari mandati. A coronamento di tanti anni di servizio, vissuto con coscienza e cuore, i Superiori del dicastero hanno voluto ottenere dal Santo Padre Benedetto XVI una speciale onorificenza con cui la signora è stata insignita del titolo di Dama dell’Ordine di San Silvestro Papa. Ad Anna Maria gli auguri di tutto il personale affinché in questa nuova fase della vita possa trovare giorni lieti e sereni, meritato premio a tanti anni di dedicato lavoro.

 

 

Benedetto XVI e i movimenti

Il discorso ai vescovi portoghesi

 

 

Negli ultimi mesi il Santo Padre è intervenuto ripetutamente a proposito dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità, arricchendo ulteriormente il suo vasto magistero sulla « nuova stagione aggregativa dei fedeli laici » (Christifideles laici, 29). In particolare ha dedicato all’argomento un ampio stralcio del discorso ai vescovi del Portogallo il 13 maggio scorso, durante la visita a Fatima. Rileggiamo la parte del discorso che riguarda i movimenti, confrontandola con analoghi interventi del Santo Padre per comprenderla meglio.

 

Parlare all’uomo di oggi

 

Il Papa introduce il discorso sui movimenti dopo aver tratteggiato la situazione delle società scristianizzate di oggi e le difficoltà che si incontrano in tali circostanze nell’annuncio del Vangelo: «Quando, nel sentire di molti, la fede cattolica non è più patrimonio comune della società e, spesso, si vede come un seme insidiato e offuscato da “ divinità ” e signori di questo mondo, molto difficilmente essa potrà toccare i cuori mediante semplici discorsi o richiami morali e meno ancora attraverso generici richiami ai valori cristiani. Il richiamo coraggioso e integrale ai principi è essenziale e indispensabile; tuttavia il semplice enunciato del messaggio non arriva fino in fondo al cuore della persona, non tocca la sua libertà, non cambia la vita. Ciò che affascina è soprattutto l’incontro con persone credenti che, mediante la loro fede, attirano verso la grazia di Cristo, rendendo testimonianza di Lui ».

Per parlare in modo efficace all’uomo di oggi, c’è dunque bisogno di testimoni credibili. La questione della scelta di un linguaggio che renda comprensibile il Vangelo è stato approfondito dal Santo Padre incontrando il Pontificio Consiglio per la Cultura: « i Pastori e i fedeli avvertono con preoccupazione alcune difficoltà nella comunicazione del messaggio evangelico e nella trasmissione della fede, all’interno della stessa comunità ecclesiale. […] I problemi sembrano talora aumentare quando la Chiesa si rivolge agli uomini e alle donne lontani o indifferenti ad una esperienza di fede, ai quali il messaggio evangelico giunge in maniera poco efficace e coinvolgente». […] Per trovare un linguaggio adeguato, il Papa chiede che vengano valorizzati «l’inculturazione del Vangelo », « il ricco e denso simbolismo della liturgia », « il linguaggio dell’arte, la cui bellezza ha una sua particolare forza comunicativa ». «Tuttavia, più incisiva ancora dell’arte e dell’immagine nella comunicazione del messaggio evangelico è la bellezza della vita cristiana » (Udienza ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura, 13 novembre 2010).

Dunque le « persone credenti che, mediante la loro fede, attirano verso la grazia di Cristo, rendendo testimonianza di Lui », evocate in Portogallo, sono coloro che mostrano innanzitutto con la propria vita la bellezza di essere cristiani: è questo il linguaggio più eloquente per raggiungere l’uomo della globalizzazione e della secolarizzazione.

 

La gioia di essere cristiani

 

Proseguendo il discorso ai vescovi portoghesi, il Santo Padre indica dove cercare terreni fertili di vita cristiana: «Mi vengono in mente queste parole del papa Giovanni Paolo II: “ La Chiesa ha bisogno soprattutto di grandi correnti, movimenti e testimonianze di santità fra i christifideles perché è dalla santità che nasce ogni autentico rinnovamento della Chiesa, ogni arricchimento dell’intelligenza della fede e della sequela cristiana, una ri-attualizzazione vitale e feconda del cristianesimo nell’incontro con i bisogni degli uomini, una rinnovata forma di presenza nel cuore dell’esistenza umana e della cultura delle nazioni ” (Discorso per il XX della promulgazione del Decreto conciliare Apostolicam actuositatem, 18 novembre 1985). Qualcuno potrebbe dire: “ la Chiesa ha bisogno di grandi correnti, movimenti e testimonianze di santità…, ma non ci sono! ”». Infatti, di fronte alle difficoltà e alle crisi che hanno con- traddistinto la Chiesa nel suo rapporto col mondo contemporaneo, si era diffuso un certo pessimismo. Ma Benedetto XVI ha personalmente constatato che lo Spirito Santo ha agito per tempo nella Chiesa suscitando ciò di cui c’era bisogno, come ricorda continuando il suo discorso a Fatima: «A questo proposito, vi confesso la piacevole sorpresa che ho avuto nel prendere contatto con i movimenti e le nuove comunità ecclesiali. Osservandoli, ho avuto la gioia e la grazia di vedere come, in un momento di fatica della Chiesa, in un momento in cui si parlava di “ inverno della Chiesa ”, lo Spirito Santo creava una nuova primavera, facendo svegliare nei giovani e negli adulti la gioia di essere cristiani, di vivere nella Chiesa, che è il Corpo vivo di Cristo ». Il Papa ha rievocato in più di un’occasione la sorpresa provata di fronte alla “ irruzione ” dei movimenti e delle nuove comunità nella vita della Chiesa, come nel 1998, da cardinale, durante il Convegno mondiale dei movimenti organizzato dal nostro dicastero: « Per me personalmente fu un evento meraviglioso la prima volta che venni più strettamente a contatto – agli inizi degli anni Settanta – con movimenti quali i Neocatecumenali, Comunione e Liberazione, i Focolarini, sperimentando lo slancio e l’entusiasmo con cui essi vivevano la fede e dalla gioia di questa fede si sentivano necessitati a partecipare ad altri ciò che avevano ricevuto in dono. A quei tempi, Karl Rahner ed altri usavano parlare di “ inverno ” nella Chiesa […]. Ma ecco, all’improvviso, qualcosa che nessuno aveva progettato. Ecco che lo Spirito Santo, per così dire, aveva chiesto di nuovo la parola. E in giovani uomini e in giovani donne risbocciava la fede, senza “ se ” né “ma ”, senza sotterfugi né scappatoie, vissuta nella sua integralità come dono, come un regalo prezioso che fa vivere » (in: Nuove irruzioni dello Spirito, Cinisello Balsamo 2006, 13-14). Una chiave di lettura essenziale per comprendere il magistero del Santo Padre sui movimenti e le nuove comunità è proprio la sua esperienza personale di stupore e di gioia di fronte a queste novità suscitate dallo Spirito Santo dopo il Concilio. Dunque, il Papa ha ricordato ai vescovi portoghesi che il linguaggio più efficace per annunciare all’uomo di oggi la novità del vangelo è la gioia che scaturisce dalla vita cristiana, e uno dei contesti più importanti nei quali questa vita oggi fiorisce è costituito dai movimenti ecclesiali e dalle nuove comunità.

L’importanza dei movimenti per la nuova evangelizzazione è stata rimarcata dal Papa anche parlando ai vescovi di Inghilterra e Galles, durante il suo recente viaggio in Gran Bretagna, il 19 settembre 2010: «molti dei nuovi movimenti ecclesiali hanno un carisma particolare per l’evangelizzazione e son certo che continuerete ad esplorare vie appropriate ed efficaci per coinvolgerli nella missione della Chiesa »; d’altronde troviamo un pensiero analogo al n. 94 dell’esortazione apostolica postsinodale Verbum Domini: « Il Sinodo riconosce, inoltre, con gratitudine che i movimenti ecclesiali e le nuove comunità sono, nella Chiesa, una grande forza per l’evangelizzazione in questo tempo, spingendo a sviluppare nuove forme d’annuncio del Vangelo ».

Proseguendo nel suo discorso, Benedetto XVI ha voluto precisare ai vescovi portoghesi come movimenti ecclesiali e nuove comunità siano capaci di riproporre e rivivere il patrimonio di fede bimillenario della Chiesa cattolica secondo le modalità proprie del mondo odierno, senza diminuzioni né compromessi: «Grazie ai carismi, la radicalità del Vangelo, il contenuto oggettivo della fede, il flusso vivo della sua tradizione vengono comunicati in modo persuasivo e sono accolti come esperienza personale, come adesione della libertà all’evento presente di Cristo ». In altre parole, movimenti e nuove comunità si mostrano capaci di realizzare un « rinnovamento nella continuità dell’unico soggetto-Chiesa, che il Signore ci ha donato; è un soggetto che cresce nel tempo e si sviluppa, rimanendo però sempre lo stesso, unico soggetto del Popolo di Dio in cammino» (Discorso alla Curia romana, 22 dicembre 2005).

 

Movimenti ecclesiali e nuove comunità nelle Chiese particolari

 

Il Santo Padre prosegue il suo discorso di Fatima senza trascurare di offrire le sue autorevoli indicazioni per aiutare a risolvere le tensioni che possono crearsi per l’inserimento delle nuove realtà nel tessuto delle Chiese particolari; il Papa chiede a tutti un’obbedienza fedele all’unico Spirito, nel rispetto dei compiti di ciascuno; innanzitutto si rivolge ai portatori dei carismi particolari, che hanno generato i movimenti: «Condizione necessaria, naturalmente, è che queste nuove realtà vogliano vivere nella Chiesa comune, pur con spazi in qualche modo riservati per la loro vita, così che questa diventi poi feconda per tutti gli altri. I portatori di un carisma particolare devono sentirsi fondamentalmente responsabili della comunione, della fede comune della Chiesa e devono sottomettersi alla guida dei Pastori. Sono questi che devono garantire l’ecclesialità dei movimenti ». Per l’inserimento e la piena valorizzazione delle nuove realtà ecclesiali nella Chiesa è dunque fondamentale la comunione con i vescovi, che ricoprono il loro ruolo istituzionale grazie al dono dello Spirito Santo elargito dal sacramento dell’Ordine; i Pastori – precisa il papa – possono adempiere la loro funzione perché portatori dello stesso Spirito che ha suscitato i movimenti: « I Pastori non sono soltanto persone che occupano una carica, ma essi stessi sono portatori di carismi, sono responsabili per l’apertura della Chiesa all’azione dello Spirito Santo. Noi, Vescovi, nel sacramento, siamo unti dallo Spirito Santo e quindi il sacramento ci garantisce anche l’apertura ai suoi doni. Così, da una parte, dobbiamo sentire la responsabilità di accogliere questi impulsi che sono doni per la Chiesa e le conferiscono nuova vitalità, ma, dall’altra, dobbiamo anche aiutare i movimenti a trovare la strada giusta, facendo delle correzioni con comprensione – quella comprensione spirituale e umana che sa unire guida, riconoscenza e una certa apertura e disponibilità ad accettare di imparare ». L’apertura, l’appoggio alla nuova stagione aggregativa dei fedeli laici e persino la disponibilità a imparare da parte dei vescovi garantiscono i loro interventi di governo e di correzione, che risulteranno efficaci e condivisibili in quanto suscitati dall’unico Spirito; in tal senso infatti il Santo Padre aveva esortato i vescovi riuniti in occasione di un seminario di studio organizzato dal nostro dicastero il 17 maggio 2008: «A noi Pastori è chiesto di accompagnare da vicino, con paterna sollecitudine, in modo cordiale e sapiente, i movimenti e le nuove comunità, perché possano generosamente mettere a servizio dell’utilità comune, in modo ordinato e fecondo, i tanti doni di cui sono portatori e che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare […]. Chi è chiamato a un servizio di discernimento e di guida non pretenda di spadroneggiare sui carismi, ma piuttosto si guardi dal pericolo di soffocarli (cfr. 1 Ts 5,19-21), resistendo alla tentazione di uniformare ciò che lo Spirito Santo ha voluto multiforme per concorrere all’edificazione e alla dilatazione dell’unico Corpo di Cristo, che lo stesso Spirito rende saldo nell’unità ».

L’unità nella comunione ecclesiale che siamo chiamati a realizzare coinvolge necessariamente lo stretto legame tra Chiesa universale e Chiese particolari, specie quando si tratta di movimenti e comunità di rilevanza internazionale, come il Santo Padre ha indicato con chiarezza incontrando i partecipanti agli incontri organizzati dalla Fraternità Cattolica delle Comunità e Associazioni Carismatiche di Alleanza, il 31 ottobre 2008: « Proprio perché assistiamo a una promettente fioritura di movimenti e comunità ecclesiali, è importante che i Pastori esercitino nei loro confronti un prudente e saggio e benevolo discernimento. Auspico di cuore che si intensifichi il dialogo tra Pastori e movimenti ecclesiali a tutti i livelli: nelle parrocchie, nelle diocesi e con la Sede Apostolica. So che sono allo studio opportune modalità per dare riconoscimento pontificio ai nuovi movimenti e comunità ecclesiali e non sono pochi quelli che già lo hanno ricevuto. Di questo dato – il riconoscimento o l’erezione di associazioni internazionali da parte della Santa Sede per la Chiesa universale – i Pastori, specialmente i Vescovi, non possono non tenere conto nel doveroso discernimento che ad essi compete ». I Pastori delle Chiese particolari dunque sono chiamati a esercitare il loro compito di discernimento e di governo in sintonia con tutti i vescovi e con la Sede Apostolica, i cui pronunciamenti sono un elemento imprescindibile per le decisioni a livello locale.

Il fondamento teologico di questa indicazione è stato mostrato dall’allora cardinale Ratzinger durante il Convegno mondiale dei movimenti del 1998. Dopo aver escluso alcune false contrapposizioni in voga nella teologia attuale (istituzione/carisma, cristologia/pneumatologia, gerarchia/profezia), l’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede propose un excursus storico sulle diverse “ ondate ” di carismi che hanno caratterizzato la storia del popolo di Dio, paragonandole alla nuova stagione aggregativa dei fedeli laici, per evidenziarne le notevoli affinità e rimarcare i benefici che la Chiesa ne ha tratto nel corso di tutta la sua storia. Il Papa è tornato sul tema durante l’udienza generale del 13 gennaio 2010: lo « stile personale e comunitario degli ordini mendicanti, unito alla totale adesione all’insegnamento della Chiesa e alla sua autorità, fu molto apprezzato dai Pontefici dell’epoca, come Innocenzo III e Onorio III, i quali offrirono il loro pieno sostegno a queste nuove esperienze ecclesiali, riconoscendo in esse la voce dello Spirito. E i frutti non mancarono […]. Anche oggi non mancano simili iniziative: i movimenti, che partono realmente dalla novità del Vangelo e lo vivono con radicalità nell’oggi, mettendosi nelle mani di Dio, per servire il prossimo ». L’excursus storico del ’98 aveva lo scopo di rivelare la natura ecclesiologica delle inevitabili tensioni che si creano quando sorgono nuovi carismi, per il fatto che vengono a collocarsi proprio al centro del delicato rapporto tra Chiesa universale e particolare; lo sforzo per ricomporre la comunione deve quindi riguardare tutte le parti in causa, nel rispetto dei ruoli e dei carismi, con particolare riguardo alla Sede Apostolica: « tutti devono lasciarsi misurare col metro dell’amore per l’unità dell’unica Chiesa, che rimane unica in tutte le Chiese locali e, in quanto tale, si palesa continuamente nei movimenti apostolici. Chiese locali e movimenti dovranno, le une e gli altri, costantemente riconoscere e accettare che è vero tanto l’ubi Petrus, ibi ecclesia quanto l’ubi episcopus, ibi ecclesia. Primato ed episcopato, struttura ecclesiale locale e movimenti apostolici hanno bisogno gli uni degli altri: il primato può vivere solo tramite e con un episcopato vivo, l’episcopato può salvaguardare la sua dinamica e apostolica unità solo in costante collegamento col primato. Quando uno dei due è indebolito o sminuito, è la Chiesa tutta a soffrirne » (in: Nuove irruzioni dello Spirito, cit., 49).

 

I sacerdoti e i movimenti

 

L’ultima breve raccomandazione riguardo ai movimenti e alle nuove comunità offerta ai vescovi portoghesi concerne il coinvolgimento dei sacerdoti: « Iniziate o confermate proprio in questo i presbiteri ». Si tratta di un tema caro al Santo Padre, perfettamente consapevole che l’inserimento e la crescita delle nuove realtà ecclesiali passa necessariamente per l’apertura e l’impegno dei presbiteri. Nella Lettera di indizione dell’anno sacerdotale (18 giugno 2009) Benedetto XVI si era soffermato a lungo sul tema: «Nel contesto della spiritualità alimentata dalla pratica dei consigli evangelici, mi è caro rivolgere ai sacerdoti, in quest’Anno a loro dedicato, un particolare invito a saper cogliere la nuova primavera che lo Spirito sta suscitando ai giorni nostri nella Chiesa, non per ultimo attraverso i movimenti ecclesiali e le nuove comunità. “Lo Spirito nei suoi doni è multiforme… Egli soffia dove vuole. Lo fa in modo inaspettato, in luoghi inaspettati e in forme prima non immaginate […] ma ci dimostra anche che Egli opera in vista dell’unico Corpo e nell’unità dell’unico Corpo ” (Benedetto XVI, Omelia nella Veglia di Pentecoste, 3 giugno 2006). A questo proposito, vale l’indicazione del decreto Presbyterorum ordinis: “ Sapendo discernere quali spiriti abbiano origine da Dio, (i presbiteri) devono scoprire con senso di fede i carismi, sia umili che eccelsi, che sotto molteplici forme sono concessi ai laici, devono ammetterli con gioia e fomentarli con diligenza ” (n. 9). Tali doni che spingono non pochi a una vita spirituale più elevata, possono giovare non solo per i fedeli laici ma per gli stessi ministri. Dalla comunione tra ministri ordinati e carismi, infatti, può scaturire “ un valido impulso per un rinnovato impegno della Chiesa nell’annuncio e nella testimonianza del Vangelo della speranza e della carità in ogni angolo del mondo ” (Benedetto XVI, Discorso ai Vescovi amici del Movimento dei Focolari e della Comunità di Sant’Egidio, 8 febbraio 2007) ». Il Papa dunque non solo raccomanda che i sacerdoti offrano la loro cura pastorale a movimenti e comunità, ma vede in essi un valido aiuto per alimentare la loro stessa vita spirituale.

D’altronde le nuove realtà aggregative costituiscono una straordinaria fonte di vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa, tanto che ormai quasi tutti i seminari e i luoghi di formazione devono imparare a confrontarsi con questa novità, accogliendola e governandola senza snaturarla, perché divenga occasione di arricchimento spirituale per tutti, come il Santo Padre ha voluto precisare nella sua Lettera ai seminaristi del 18 ottobre 2010 (n. 7): « I movimenti sono una cosa magnifica. Voi sapete quanto li apprezzo e amo come dono dello Spirito Santo alla Chiesa. Devono essere valutati, però, secondo il modo in cui tutti sono aperti alla comune realtà cattolica, alla vita dell’unica e comune Chiesa di Cristo che in tutta la sua varietà è comunque solo una. Il seminario è il periodo nel quale imparate l’uno con l’altro e l’uno dall’altro. Nella convivenza, forse talvolta difficile, dovete imparare la generosità e la tolleranza non solo nel sopportarvi a vicenda, ma nell’arricchirvi l’un l’altro, in modo che ciascuno possa apportare le sue peculiari doti all’insieme, mentre tutti servono la stessa Chiesa, lo stesso Signore ».

 

 

Riconoscimenti giuridici e approvazioni statutarie

 

Il Pontificio Consiglio per i Laici:

 

• con decreto del 7 ottobre 2010 ha concesso l’approvazione definitiva degli statuti del World Apostolate of Fatima.

 

• Con decreto dell’8 dicembre 2010 ha riconosciuto Nuovi Orizzonti come associazione internazionale di fedeli, approvandone gli statuti “ ad experimentum”. Nuovi Orizzonti nasce a Roma intorno al 1993, per iniziativa di Chiara Amirante, una giovane donna che sente l’anelito di condividere la pienezza di gioia che le proviene dalla sua fede nel Cristo Risorto, con quella umanità di disperati, di abbandonati, di emarginati e di bisognosi che abitano la strada. In breve tempo molte persone, desiderose di condividere l’esperienza di Chiara donandosi agli altri, si uniscono a lei, e le sempre più numerose richieste d’aiuto che le vengono rivolte da quel popolo di disperati la convincono ad aprire, nella periferia della capitale, la prima casa di accoglienza, dove giovani soli, schiavi della dipendenza da alcol e droghe, possano ricostruire sé stessi alla luce del Vangelo e per mezzo di un programma terapeutico riabilitativo ideato da lei stessa. In pochi anni si aprono molti centri, prima in Italia e poi all’estero; numerose persone aderiscono all’ideale di Nuovi Orizzonti e cominciano a dedicarsi completamente alla realizzazione di molti progetti sociali, formativi e riabilitativi. Attualmente Nuovi Orizzonti è una realtà molto strutturata che intende rispondere con generosità alle molteplici esigenze di chi si trova in grave difficoltà, intervenendo in tutti gli ambiti del disagio sociale.

 

• Con decreto del 26 dicembre 2010 ha approvato la pubblicazione del Direttorio catechetico del Cammino Neocatecumenale. Attualmente, il Dicastero sta procedendo all’esame delle domande di riconoscimento canonico presentate dalle seguenti aggregazioni laicali: Movimento Apostolico di Schönstatt, Movimiento de la Palabra de Dios, Legio Mariae, Communauté du Chemin Neuf, Movimiento Athletae Christi, Movimento Apostolico, Jesus Youth, Movimiento de Retiros Parroquiales Juan XXIII, Movimento Laicale Orionino.

 

 

 

 

Visite ad limina

 

Nel periodo compreso tra il mese di giugno 2010 e la fine dell’anno abbiamo ricevuto i vescovi di cinque regioni ecclesiastiche del Brasile: Leste 1 (Rio de Janeiro), Leste 2 (Espírito Santo e Minas Gerais), Nordeste 5 (Maranhão), Sul 2 (Paraná) e Centro Oeste (Districo Federal, Goiás, Tocantins). Si è conclusa così la visita ad limina Apostolorum dei presuli brasiliani, che ha impegnato la Curia romana per un anno e mezzo. Abbiamo già riferito nel n. 19 del nostro Notiziario della visita del primo “ scaglione ” di vescovi, anche in quel caso cinque gruppi, in rappresentanza di otto regioni ecclesiastiche. Complessivamente il Pontificio Consiglio per i Laici è stato visitato da vescovi di tredici regioni ecclesiastiche del Brasile su sedici.

I presuli hanno confermato unanimemente il giudizio positivo sui fedeli laici, senza i quali l’azione pastorale sarebbe difficile o addirittura impossibile, a causa dell’esiguo numero di sacerdoti. I laici inseriti nella pastorale sono in aumento e mostrano disponibilità e generosità. Le diocesi hanno ampiamente sviluppato le forme ufficiali di organizzazione del laicato, quali i consigli pastorali diocesani e parrocchiali, le consulte delle aggregazioni laicali e altre analoghe strutture collegiali. Sono diffuse le comunità di base; in numerose diocesi vengono promosse anche forme comunitarie alternative, quali i “ gruppi di riflessione ” sulla Parola di Dio. Sono molto numerosi i ministri straordinari dell’Eucaristia, ma operano anche analoghe figure che si occupano di battesimi, matrimoni, funerali. Altri ministeri affidati ai laici riguardano la Parola, dove non si può celebrare la Santa Messa, e soprattutto la catechesi. Non mancano però i problemi. Secondo le parole di un presule, « il valore dei laici brasiliani è il loro impegno entusiasta e la loro partecipazione, il punto debole è la mancanza di formazione ». Prevale tra i fedeli la religiosità tradizionale, certamente devota, ma disarmata di fronte alle sfide della secolarizzazione. Emergono perciò problemi riguardo alla morale sessuale e coniugale, mentre rimane allarmante la diffusione delle sette. Pertanto la formazione dei fedeli laici è una delle preoccupazioni principali dei vescovi, che cercano di moltiplicare le opportunità di crescita nella fede attraverso scuole, corsi, ritiri, anche se ovviamente gran parte della formazione è offerta nelle parrocchie e nei movimenti. I vescovi inoltre cercano di governare e indirizzare le molte espressioni di religiosità popolare affidando, quando è possibile, i gruppi e le iniziative alla cura di un sacerdote. Tutte le diocesi, per far fronte al disagio delle nuove generazioni, stanno incrementando la pastorale giovanile; si cura in modo particolare una pastorale per settori: studenti, pastorale giovanile popolare, pastorale rurale, lavoratori. Anche in questo campo è essenziale l’apporto delle nuove aggregazioni laicali. In effetti sono molto attivi in Brasile i principali movimenti e nuove comunità internazionali; il movimento numericamente più rappresentativo è certamente il Rinnovamento Carismatico Cattolico, dalle cui fila sono nate numerose nuove comunità brasiliane, alcune delle quali hanno assunto ormai una rilevanza internazionale.

Molti cattolici sono coinvolti nella vita pubblica, a livello federale e nelle amministrazioni locali, tuttavia la loro azione nella politica è generalmente giudicata “ timida ”, d’altronde molti tra di essi devono la loro elezione a partiti ideologicamente strutturati, non interessati alla dottrina sociale della Chiesa, ma solo al voto cattolico, per cui a volte finiscono per schierarsi su posizioni inconciliabili con l’appartenenza ecclesiale. Un ruolo positivo svolgono le associazioni professionali, come i giuristi o i medici cattolici, che intervengono autorevolmente quando sono messi in discussione i principi non negoziabili, come il diritto alla vita, alla libertà religiosa, alla tutela della famiglia e alla libertà di educazione. In questo settore è attivo il Movimento politico per l’unità dei Focolarini. Da parte dei vescovi si moltiplicano le iniziative per far conoscere meglio la dottrina sociale della Chiesa.

 

 

Contatti con associazioni e movimenti

 

Durante il secondo semestre dell’anno, il presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, S. Em. il cardinale Stanisław Ryłko, ha ricevuto la visita di responsabili e rappresentanti delle seguenti aggregazioni laicali: Associazione “ Identità Cristiana ”, Comunità di Sant’Egidio, Fondacio. Cristiani per il mondo, Federazione Internazionale Pueri Cantores, Fraternità Cattolica delle Comunità e Associazioni Carismatiche di Alleanza, Movimento di Vita Cristiana, Istituzione Teresiana, Cammino Neocatecumenale, Federazione Mondiale delle Opere Eucaristiche della Chiesa, Servizi al Rinnovamento Carismatico Cattolico Internazionale (Iccrs), Associazione Laicale Memores Domini, Punto Cuore, Comunità dell’Emmanuele, Comunità Missionaria di Villaregia, Comunità Gesù Risorto, Fraternità di Comunione e Liberazione.

• Il 24 e il 25 agosto il cardinale Ryłko ha partecipato a Rimini alla XXXI edizione del Meeting per l’amicizia tra i popoli.

• È intervenuto al III Incontro internazionale dei vescovi organizzato dalla Fraternità Cattolica delle Comunità e Associazioni Carismatiche di Alleanza, che ha avuto luogo ad Assisi dal 25 al 28 ottobre, con una conferenza dal titolo: “ I movimenti ecclesiali e le nuove comunità nella sollecitudine pastorale dei vescovi ”. Ha presieduto, inoltre, la celebrazione eucaristica di apertura alla XIV Conferenza internazionale della Fraternità Cattolica che si è svolta sempre ad Assisi dal

28 al 31 ottobre.

• Nel quadro delle celebrazioni per il bicentenario della fondazione dell’adorazione notturna, organizzate a Roma dalla Federazione Mondiale delle Opere Eucaristiche della Chiesa, il 18 novembre il card. Ryłko ha presieduto una celebrazione eucaristica nella basilica di Sant’Anastasia al Palatino.

• È intervenuto al XXXVI Congresso della Federazione Internazionale Pueri Cantores che si è svolto a Roma dal 28 dicembre al 1° gennaio 2011, introducendo il Concerto di Natale tenuto dai Pueri il 29 dicembre nella basilica di Santa Maria Maggiore.

 

Il segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, S.E. mons. Josef Clemens, ha ricevuto i responsabili della Conferenza Internazionale Cattolica dello Scautismo, delle comunità del Cammino Neocatecumenale presenti nelle Filippine, di Catholics United for the Faith, del Movimento Internazionale d’Apostolato dei Ceti Sociali Indipendenti (Miamsi), degli Scouts et Guides de France, della Federazione Internazionale Pueri Cantores, della Fraternità Cattolica delle Comunità e Associazioni Carismatiche di Alleanza, della Comunità Obra de María, della Comunità Cattolica Shalom, della Maple Ridge Community, della Comunità Missionaria di Villaregia, della Comunità Canção Nova, dei Foyers de Charité, della Fraternità di Comunione e Liberazione.

 

Il sottosegretario del Pontificio Consiglio per i Laici, prof. avv. Guzmán Carriquiry, ha ricevuto responsabili e rappresentanti dell’Associazione Internazionale Cattolica Rurale e del Movimento Contemplativo Missionario “P. de Foucauld ”.

• Nei giorni 4 e 5 ottobre, il prof. Carriquiry ha partecipato all’Incontro internazionale di preghiera per la pace: “Vivere insieme in un tempo di crisi. Famiglia di popoli, Famiglia di Dio ”, organizzato a Barcellona (Spagna) dalla Comunità di Sant’Egidio, e nel pomeriggio del 4 ottobre ha presieduto la tavola rotonda dal titolo “ Elemosina e giustizia ”.

• Il 30 ottobre, nel corso della XIV Conferenza internazionale della Fraternità Cattolica delle Comunità e Associazioni Carismatiche di Alleanza che si è tenuta ad Assisi dal 28 al 31 ottobre 2010 sul tema “Gesù Cristo è lo stesso ieri oggi e sempre ”, ha moderato una tavola rotonda su vocazione e missione dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità nel nostro tempo.

 

Il capo ufficio del Pontificio Consiglio per i Laici, mons. Miguel Delgado Galindo, ha ricevuto responsabili e rappresentanti della Federazione Internazionale dei Farmacisti Cattolici, di Incontri Matrimoniali Mondiali, di Hogar de la Madre, di Nuovi Orizzonti, dei Silenziosi Operai della Croce, dell’Associazione Cattolica Mondiale per la Comunicazione (Signis), dei Foyers de Charité.

• Il 24 novembre mons. Delgado Galindo ha partecipato al V Convegno nazionale del Movimento Apostolico, tenutosi a Roma.

 

Il rev. Eric Jacquinet, responsabile della Sezione Giovani, ha ricevuto responsabili e rappresentanti di Jesus Youth, di Scouts et Guides de France e della Gioventù Studentesca Cattolica Internazionale.

 

La sig.na Ana Cristina Villa Betancourt, responsabile della Sezione Donna, ha ricevuto la visita di dirigenti dell’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche e della Conferenza Internazionale Cattolica del Guidismo.

 

 

L’intenso viaggio in Brasile di S.E. mons. Clemens

 

Dal 16 al 27 ottobre il segretario del dicasero, S.E. mons. Josef Clemens, si è recato in Brasile ove ha visitato diversi movimenti e nuove comunità: il 16 e il 17 ottobre, a Recife, ha incontrato la Comunità Obra de María e il suo fondatore, Gilberto Barbosa, e ha avuto occasione di conoscere sul posto alcune delle opere di apostolato della Comunità.

Dal 17 al 19 si è recato, quindi, a Fortaleza dove ha visitato la Comunità Cattolica Shalom e ha incontrato il fondatore Moysés Louro de Azevedo Filho e la “ diaconia generale ”; inoltre ha presieduto la celebrazione eucaristica con duemila partecipanti nel luogo della nascita di questa Comunità.

Dal 19 al 24 ottobre è stata la volta di Guaratinguetà (Stato di San Paolo), dove mons. Clemens si è recato per la celebrazione del recente riconoscimento pontificio della Fazenda da Esperança, fondata da padre Hans Stapel, O.F.M.; oltre alla condivisione dei diversi momenti della vita della Fazenda, mons. Clemens si è recato al Santuario Nazionale di Nostra Signora della Concezione di Aparecida dove ha tenuto una relazione ai giovani sul Messaggio inviato dal S. Padre alla Familia da Esperança, e ha partecipato alla solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal Nunzio Apostolico in Brasile S.E. mons. Lorenzo Baldisseri.

Il 22 ha visitato la Comunità Canção Nova e varie delle sue opere nella sede di Cachoeira Paulista, ove ha incontrato il fondatore mons. Jonas Abib. Dal 24 al 26 ottobre ha visitato la Comunità Missionaria di Villaregia a Belo Horizonte e i suoi centri sociali ed educativi nel 25° anniversario di presenza evangelizzatrice in Brasile e, grazie alla cordiale ospitalità del vescovo della diocesi S.E. mons. Walmor Oliveira de Azevedo, ha incontrato tutti i responsabili dell’apostolato laicale della diocesi di Belo Horizonte; il 25 ottobre ha visitato la Pontificia Università Cattolica e il Santuario di Nossa Senhora da Piedade, Patrona dello Stato di Minas Gerais.

L’incontro con queste diverse realtà ecclesiali ha dato la possibilità a mons. Josef Clemens di sperimentare la gioiosa testimonianza della fede in Gesù Cristo, di amore alla Chiesa e di filiale e affettuosa devozione al Santo Padre offerta da queste realtà ecclesiali, come anche di poter toccare con mano la realtà di una fraternità vissuta e la dedizione generosa di tanti fedeli laici, animati dalla carità di Cristo, che annunciano in diversi campi d’azione la verità e la bellezza di essere cristiani.

 

 

Altri appuntamenti

 

Nel secondo semestre del 2010, il presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, S.Em. il cardinale Stanisław Ryłko, ha ricevuto S.Em. il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay (India); S.E. mons. Mathew Arackal, vescovo di Kanjirapally dei Siro-Malabaresi (India); S.E. mons. Geraldo Lyrio Rocha, S.E. mons. Luiz Soares Vieira e S.E. mons. Dimas Lara Barbosa, rispettivamente presidente, vicepresidente e segretario generale della Conferenza episcopale brasiliana; S.E. mons. Gervasio Gestori, vescovo di San Benedetto del Tronto- Ripatransone-Montalto; ha ricevuto la visita di padre Adolfo Nicolás, preposito generale della Compagnia di Gesù; padre Pedro Barrajón, rettore dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, la signora Marta Rodriguez e la dottoressa Adele Ercolano, rispettivamente direttrice e coordinatrice dell’Istituto di Studi superiori sulla donna del suddetto Ateneo; la signorina Alejandra Keen, coordinatrice generale della Fraternità Mariana della Riconciliazione; la dott.ssa An Verlinde, presidente internazionale della Coopération Pan Africaine des Acteurs de Santé; il dott. Donato Falmi e il dott. Franco Fortuna, rispettivamente direttore editoriale e responsabile del marketing di Città Nuova editrice.

• Nel quadro delle celebrazioni dell’Anno Santo Compostelano, dal 5 all’8 agosto il card. Stanisław Ryłko ha partecipato a Santiago de Compostela al Peregrinación y Encuentro de Jóvenes, un incontro organizzato in preparazione alla Giornata mondiale della gioventù di Madrid 2011. Nel corso dell’iniziativa ha presieduto una veglia di preghiera e la celebrazione eucaristica conclusiva. Inoltre, è intervenuto a un incontro dei responsabili della pastorale giovanile con una conferenza sul tema “Le Giornate mondiali della gioventù: un dono che impegna tutta la Chiesa ”.

• Il 5 ottobre ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione della Giornata mondiale della gioventù di Madrid 2011 che si è svolta nella Sala Stampa della Santa Sede, con un intervento dal titolo: “Gmg: un fenomeno che continua a stupire il mondo ”.

• Dal 10 al 24 ottobre ha partecipato all’Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi sul tema: “La Chiesa Cattolica nel Medio Oriente: comunione e testimonianza. « La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un’anima sola » (At 4, 32) ”.

• Il 22 ottobre ha presieduto una celebrazione eucaristica in occasione della solenne inaugurazione dell’anno accademico 2010-11 dell’Università Pontificia Giovanni Paolo II di Cracovia. Il giorno successivo, sempre a Cracovia, ha partecipato a un incontro con le associazioni e i movimenti ecclesiali promosso dall’arcidiocesi di Cracovia, durante il quale ha tenuto una conferenza dal titolo: “Nuove comunità ed altre aggregazioni ecclesiali ”, presiedendo infine la celebrazione eucaristica.

• In occasione del viaggio apostolico di Sua Santità Benedetto XVI in Spagna dal 6 al 7 novembre, il card. Stanisław Ryłko ha partecipato a Barcellona alla solenne concelebrazione eucaristica per la dedicazione della basilica La Sagrada Familia e la consacrazione dell’altare.

• Il 27 novembre ha presieduto la celebrazione eucaristica che inaugurava l’ultima giornata dei lavori del Congresso internazionale “ La famiglia, soggetto di evangelizzazione ”, organizzato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia dal 25 al 27 novembre.

 

Il segretario del dicastero, S.E. mons. Josef Clemens ha ricevuto la visita di S.Em. il cardinale Philippe Barbarin, Arcivescovo di Lione (Francia); di S.Em. il card. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga (Germania); di S.E. mons. Ulrich Neymeyer, vescovo ausiliare di Magonza (Germania) accompagnato dai responsabili della pastorale giovanile della diocesi; di S.E. mons. Karl-Heinz Wiesemann, vescovo di Spira (Germania); di S.E. mons. Francisco Javier Martinez Fernández, arcivescovo di Granada (Spagna); di S.E. mons. Franz-Peter Tebartz-Van Elst, vescovo di Limburg (Germania); di S.E. mons. Friedhelm Hofmann, vescovo di Würzburg (Germania); di S.E. mons. Gerhard Ludwig Müller, vescovo di Regensburg (Germania); di S.E. mons. Hans-Josef Becker, arcivescovo di Paderborn (Germania); di S.E. mons. Mathew Arackal, vescovo di Kanjirapally (India) e Presidente della Commissione per il laicato della Chiesa cattolica Siro-Malabarese; di S.E. mons. Héctor Miguel Cabrejos Vidarte, O.F.M, Arcivescovo di Trujillo e presidente della Conferenza episcopale peruviana accompagnato da S.E. mons. Norberto Strotmann, vescovo di Chosica (Perù); di S.E. mons. Franz-Josef Hermann Bode, vescovo di Osnabrück (Germania); di S.E. Jean-Pierre Mazery, Gran cancelliere e ministro degli Affari esteri del Sovrano Militare Ordine di Malta; dell’onorevole Alois Glück, presidente del Comitato Centrale dei Cattolici tedeschi (ZdK); del rev. prof. Eamonn Conway, presidente della Società Europea per la Teologia Cattolica accompagnato dal prof. Pierre Van Hecke, membro della presidenza.

• Il 17 luglio, S.E. mons. Clemens ha partecipato alla riunione della presidenza della Fondazione Giovanni Paolo II per la Gioventù.

• Il 10 settembre ha tenuto una relazione, sul tema: “La partecipazione dei laici alla vita e alla missione della Chiesa ”, al Seminario di aggiornamento per i vescovi nominati di recente nei territori di missione, promosso a Roma dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

• Il 4 ottobre a Roma, ha tenuto un incontro per i responsabili della formazione dei laici dell’arcidiocesi di Colonia (Germania) sul tema: “La responsabilità dei fedeli laici nella vita e nella missione della Chiesa ”.

• Il 5 ottobre ha partecipato, presso la Sala Stampa della S. Sede, alla conferenza stampa di presentazione del Messaggio di Benedetto XVI per la XXVI Gmg di Madrid 2011.

• Il 7 novembre ha partecipato a Barcellona (Spagna) alla S. Messa presieduta dal Santo Padre Benedetto XVI in occasione della dedicazione della basilica La Sagrada Familia e della consacrazione del suo altare.

• Il 13 novembre ha partecipato, presso la chiesa di S. Maria dell’Anima a Roma, alla consacrazione episcopale di mons. Walter Brandmüller, creato cardinale della diaconia di San Giuliano nel concistoro del 20 novembre.

• Il 26 novembre ha portato il saluto iniziale al Seminario di studio “ Sport e Chiesa in Europa ” promosso, presso l’Aula Magna del Pontificio Consiglio per i Laici, dal Centro Sportivo Italiano (Csi) e dal Centro Studi del Csi.

• Il 13 dicembre ha partecipato, presso il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, alla riunione preparatoria del Convegno su “La donna e i diritti umani ”.

 

Il sotto-segretario del dicastero, prof. avv. Guzmán Carriquiry ha incontrato S.E. mons. Javier Augusto del Río Alba, arcivescovo di Arequipa (Perù).

• Il 9 luglio, il prof. Carriquiry è intervenuto con una lezione al corso estivo dell’Università Abat Oliba CEU di Barcellona sul tema “ I cristiani e la politica nel mondo attuale ”.

• Il 15 ottobre, il prof. Carriquiry si è recato nuovamente a Barcellona dove ha tenuto una conferenza su “A la espera de Benedicto XVI. Sentido y responsabilidad ”, in preparazione della visita in Spagna del Santo Padre del 6 e 7 novembre.

• Il 9 novembre ha partecipato all’Assemblea plenaria del Comitato Pontificio per i Congressi eucaristici internazionali, di cui è membro, tenutasi a Roma.

• Nel corso del I Congresso dei laici della diocesi spagnola di Alicante-Orihuela, tenutosi nell’auditorium dell’Università di Alicante dal 12 al 14 novembre, sabato 13 il prof. Carriquiry ha tenuto una conferenza dal titolo “Claves de identidad laical. Fundamentos de la vocación y misión del cristiano laico”.

• Il 17 novembre 2010, a Roma, il prof. Carriquiry ha partecipato all’atto commemorativo pubblico per il 50° anniversario dell’istituzione del Segretariato per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, attuale Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

• Il 18 novembre, presso il Centro Internazionale Giovanile “San Lorenzo” di Roma, ha incontrato un gruppo di professori e studenti del Dipartimento di Pastorale giovanile e Catechetica della Pontificia Università Salesiana. All’incontro era presente anche il rev. don Eric Jacquinet, responsabile della Sezione Giovani del dicastero, il quale ha tenuto ai presenti una relazione sulla formazione dei giovani cattolici.

• Il 19 novembre, in occasione della commemorazione del bicentenario della Fondazione dell’adorazione notturna a Roma, organizzata dalla Federazione Mondiale delle Opere Eucaristiche della Chiesa, ha tenuto una conferenza dal titolo “L’Eucaristia e la nuova epoca associativa dei fedeli laici ”.

 

Il 7 dicembre mons. Miguel Delgado Galindo, capo ufficio del Pontificio Consiglio per i Laici, ha ricevuto la visita della signora Katarina Hulmanova, Membro del dicastero.

• L’8 e il 9 ottobre ha participato al Convegno di studio in occasione del ventesimo anniversario della promulgazione del Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium, tenutosi a Roma.

 

Il rev. Eric Jacquinet, responsabile della Sezione Giovani, ha ricevuto la visita del direttore spirituale del Seminario “Mater Ecclesiae ”, padre Floriano Rodero, LC.

• Il 15 novembre ha tenuto una conferenza sulla Gmg al Seminario “Mater Ecclesiae ” di Roma.

• Il 20 novembre ha partecipato all’incontro dei responsabili del Movimento Giovanile Salesiano, a Genzano (Roma) e ha partecipato a una tavola rotonda dove ha parlato del messaggio del Santo Padre per la Giornata mondiale della gioventù del 2011.

• Il 6 dicembre ha partecipato all’incontro “Da EurHope a EurHome: Ecco la vostra casa. Loreto capitale spirituale dei giovani d’Europa ”, tenutosi a Loreto (Ancona), in occasione del decimo anniversario della fondazione del Centro “Giovanni Paolo II”.

• Il 9 dicembre ha tenuto una lezione sulla pastorale giovanile e le Gmg secondo Benedetto XVI nel corso di un seminario di teologia pastorale, presso la Facoltà di teologia della Pontificia Università della Santa Croce.

 

Il rev. padre Kevin Lixey, LC, responsabile della Sezione “Chiesa e sport ”, ha ricevuto la visita di mons. John Armitage, vicario generale della diocesi di Brentwood (Inghilterra) e responsabile per la pastorale dei cattolici alle Olimpiadi di Londra del 2012; ha ricevuto Mario Pescante, vicepresidente del Comitato Internazionale Olimpico e rappresentante permanente del Cio presso le Nazioni Unite; Patrick Clemens, direttore delle attività sportive alla Cardinal Stritch University di Milwaukee; il generale Gianni Gola, presidente emerito del Consiglio Internazionale dello Sport Militare; Massimo Achini, presidente del Centro Sportivo Italiano; Jeff Suppan, lanciatore professionista nella Major League Baseball statunitense; Math Pieters, presidente della Fédération Internationale Sportive de l’Enseignement Catholique.

• Dal 15 al 19 settembre, padre Lixey ha partecipato alla 38a Conferenza annuale dell’Associazione Internazionale di Filosofia dello Sport, tenutasi a Roma.

• Il 18 ottobre ha preso parte alla cerimonia inaugurale della “Maratona Madre Teresa 2010 ”, organizzata a Tirana (Albania) dall’associazione “Sport for all” in collaborazione con il Centro Sportivo Italiano di Ancona (Italia). In occasione del soggiorno a Tirana, il 19 ottobre ha incontrato l’arcivescovo S.E. mons. Rrok Mirdita, presidente della Conferenza episcopale albanese, e l’onorevole Ferdinand Xhaferaj, ministro per il turismo, la cultura, la gioventù e lo sport della Repubblica Albanese.

• Dal 20 al 22 novembre ha partecipato a Granada (Spagna) alla conferenza su “ Sport, educazione e media ” organizzata dall’Università di Granada e dalla Escuela Universitaria Diocesana de Magisterio “ La Imaculada ”. Durante il soggiorno ha incontrato l’arcivescovo locale S.E. mons. Francisco Javier Martínez Fernández.

• Il 26 novembre padre Lixey ha partecipato alla giornata di studio, ospitata presso l’Aula magna del dicastero, organizzata dal Centro studi del Centro Sportivo Italiano sul tema “Chiesa e sport in Europa ”, in preparazione alle celebrazioni del 100° anniversario della Fédération Internationale Catholique Education Physique et Sportive.

• Il 2 dicembre si è incontrato con la commissione pastorale della Fédération Internationale Sportive de l’Enseignement Catholique, durante l’Assemblea plenaria della Federazione che si è svolta a Roma.

• Il 4 dicembre è intervenuto all’annuale Meeting di Assisi dei delegati regionali del Centro Sportivo Italiano organizzato sul tema: “ Protagonisti del bene comune. Lo sport a servizio della sfida educativa ”.

 

La sig.na Ana Cristina Villa Betancourt, responsabile della Sezione Donna, ha ricevuto la visita della signora Jem Sullivan, del Segretariato per l’Evangelizzazione e la Catechesi della Conferenza dei vescovi degli Stati Uniti; della signora Vicki Thorn, fondatrice del Progetto “Rachel ”; e delle signore Adele Ercolano e Marta Rodriguez dell’Istituto per la Donna dell’ateneo “Regina Apostolorum”.

• Il 25 settembre la sig.na Villa Betancourt è intervenuta ad un corso per religiose, organizzato dall’Unione delle Superiore Maggiori d’Italia della diocesi di Roma e dall’Istituto “Mulieris Dignitatem”, con una conferenza sul tema: “Cuore materno in comunità ”.

• Il 29 settembre ha tenuto una relazione al corso annuale di formazione degli insegnanti di religione organizzato dalla “Delegación para Educación Católica ” della diocesi di Orihuela- Alicante (Spagna) sull’identità del laico, e in particolare della donna, nella Chiesa.

• Dal 19 al 21 novembre ha partecipato al Congresso “Cattolici e vita pubblica ”, organizzato a Madrid dall’Università San Pablo CEU, intervenendo a una tavola rotonda sul tema “Quale eredità per le nuove generazioni? ”.

• Il 26 novembre ha partecipato, presso la sede del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, alla riunione del Forum delle Organizzazioni non governative cattoliche sulle nuove disposizioni per l’azione delle Ong nell’ambito della Fao.

 

Tra gli appuntamenti di S.Em. il cardinale Ryłko nel secondo semestre dell’anno si segnalano anche la visita del neo ambasciatore di Corea presso la Santa Sede, S.E. il signor Thomas Hong-Soon Han, già Membro di questo dicastero; e di S.E. il signor Fernando Zegers Santa Cruz, nuovo ambasciatore del Cile presso la Santa Sede.

 

S.E. mons. Clemens ha ricevuto la visita di S.E. il dott. Walter Jürgen Schmid, nuovo ambasciatore della Repubblica Federale di Germania presso la Santa Sede; di S.E. il sig. Thomas Hong-Soon Han, ambasciatore di Corea presso la Santa Sede all’inizio del suo mandato; ha inoltre partecipato alla cerimonia di congedo di S.E. Martin Bolldorf, ambasciatore della Repubblica d’Austria presso la Santa Sede, e ha ricevuto la visita del sig. Bernhard Stephan Schlagheck, nuovo ministro consigliere dell’Ambasciata di Germania presso la Santa Sede.