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Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti

Direttive per la Pastorale Cattolica dell’Aviazione Civile

Indice

Prefazione
I. Introduzione
II. La Pastorale dell’Aviazione Civile
III. La cappella dell’aeroporto
IV. Struttura
V. La cappellania cattolica d’aeroporto
VI. La formazione permanente dei membri della Cappellania aeroportuale
VII. Le associazioni di membri delle cappellanie dell’Aviazione Civile


Prefazione

Come una madre, la Chiesa, si preoccupa del benessere di tutti i suoi figli. Per questo essa si sforza affinché nessuno si senta escluso dalla sua materna sollecitudine. La Pastorale dell’Aviazione Civile abbraccia coloro il cui impiego in una compagnia aerea o in un aeroporto non permette di godere della pastorale parrocchiale ordinaria.

Le direttive qui contenute hanno la scopo di descrivere il ministero che la Chiesa cattolica intende esercitare nel mondo dell’Aviazione Civile. Esse si rivolgono ai cappellani dell’Aviazione Civile, agli operatori pastorali e ai loro collaboratori. 

Presenza in aeroporto e ministero esprimono e riassumono, in maniera individuale o collettiva, i due più grandi comandamenti dell’“amore di Dio” e dell’ “amore per il prossimo”. Non richiedono, quindi, una descrizione dettagliata.

La creazione di una cappella nell’aeroporto e la liturgia, invece, devono seguire indicazioni precise, in conformità alla legislazione in vigore nella Chiesa cattolica. A motivo di chiarezza, e per facilitare l’osservanza di queste norme, ci si è preoccupati di definire quel che bisogna fare in tutte le circostanze che si possono prevedere e in cui potrebbe sussistere un dubbio.

In molti aeroporti internazionali, il cappellano cattolico lavora fianco a fianco con cappellani di altre denominazioni cristiane. Al fine di rendere la collaborazione più efficace e priva di ogni ambiguità, è necessario definire l’identità di un cappellano cattolico dell’aviazione civile, e dei membri della cappellania cattolica.

È altresì imperativo che essi siano stati formati e preparati a questo compito.

Cari cappellani dell’Aviazione Civile, cari operatori pastorali e membri delle cappellanie, auspico che la vostra carità e il vostro zelo apostolico si esprimano nella vostra attività pastorale mediante un fedeltà autentica a queste direttive. Solo lo Spirito Santo conosce i tesori di grazia che riserva a voi e a tutti coloro che sono affidati alla vostra cura.

Dio vi ama.

S.E. Mons.Giovanni Cheli
Presidente

Vaticano, 15 marzo 1995 (top)


I. Introduzione

1. I viaggi nella società di oggi sono contrassegnati dalla tecnologia moderna. L’aereo permette alla gente di percorrere distanze più grandi in minor tempo.

2. Lavorare per una compagnia aera comporta taluni benefici, ma difficoltà e problemi sono inevitabili. Il personale navigante è spesso lontano da casa. Il personale aeroportuale e i prestatori di servizi osservano orari di lavoro lunghi e non abituali. Inutile dire che questa situazione si ripercuote sulla loro vita familiare e sociale. In queste circostanze, è difficile per il personale delle compagnie aeree, d’aeroporto e dei servizi usufruire delle ordinarie strutture pastorali offerte dalla Chiesa per la loro crescita cristiana.

3. Anche i passeggeri che trascorrono lunghe ore di attesa negli aeroporti, dovrebbero poter avere la possibilità di incontrare Cristo.(top)

II. La Pastorale dell’Aviazione Civile

Natura e obiettivi

4. La pastorale dell’Aviazione Civile è uno dei settori di responsabilità della Chiesa verso i suoi fedeli, e partecipa alla sua missione universale di proclamare la Buona Novella a tutte le genti, nel contesto specifico dell’Aviazione Civile.

Perché nessuno sia privato del Messaggio di Salvezza, la Chiesa vuole andare verso tutti coloro che “per la loro situazione di vita non possono usufruire sufficientemente della cura pastorale ordinaria o ne sono totalmente privi”[1]. Sono inclusi “coloro che hanno un impiego o prestano il loro lavoro negli aeroporti o negli aerei”[2]. Quando è necessario e opportuno, questa pastorale è offerta anche “ai passeggeri”[3].

Portata

5. La pastorale dell’Aviazione Civile è diretta in particolare al personale navigante, anche in formazione, e a terra delle compagnie aeree, al personale aeroportuale e ai prestatori di servizi, e al personale con base nell’aeroporto per il rifornimento degli aerei o il servizio dei passeggeri. In caso di necessità o quando ritenuto utile, questo ministero è offerto anche ai passeggeri e a categorie particolari come i rifugiati nei centri di detenzione negli aeroporti, le persone in difficoltà, i senza tetto che trovano rifugio nell’aeroporto, ecc.

6. Indirettamente, ciò include il contatto con le famiglie delle categorie su menzionate. Allo stesso modo bisogna mantenere il contatto con tutti coloro che, nel passato, sono stati legati in un modo o nell’altro all’Aviazione Civile, in particolare coloro che, dopo un lungo periodo al suo servizio, sono oggi in pensione.

7. Se è vero che la pastorale offerta da ogni Chiesa e comunità ecclesiale è diretta ai propri fedeli, tuttavia ci sono certe situazioni in cui la cura pastorale dell’Aviazione Civile potrà essere maggiormente efficace per rispondere ai bisogni del popolo cristiano se gli operatori pastorali, ordinati o laici, delle diverse Chiese e comunità ecclesiali lavorano insieme ecumenicamente[4].

8. Per riassumere, la pastorale dell’Aviazione Civile viene esercitata in favore di tutti coloro che, in un modo o nell’altro, appartengono al mondo dell’Aviazione Civile, temporaneamente o permanentemente, a prescindere dalla loro nazionalità, cultura o fede religiosa, e mostra un’attenzione speciale verso quanti di loro sono più poveri e piccoli, sofferenti o emarginati[5].

Presenza e ministero in aeroporto

Testimonianza

9. La prima e insostituibile forma di esercitare il ministero pastorale in un aeroporto, è, per il singolo individuo come per la comunità cristiana, la testimonianza con la sua stessa vita. Oggi si dà maggiore fiducia ai testimoni che ai predicatori[6].

Testimonianza cristiana individuale

10. “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremmo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23). Se i cristiani sono fedeli agli insegnamenti del Signore e, malgrado tutti i loro limiti e difetti umani, cercano di prendere Cristo a modello delle loro vite, allora essi saranno ”un segno di Dio e delle realtà trascendenti”[7].

Nella pastorale dell’Aviazione Civile, questo è il modo più accessibile per essere missionario. Questo modo di vivere vuol dire svolgere la propria funzione in questo ambiente particolare e, così, promuovere tutti i valori umani ed evangelici di giustizia, di pace e di amore, difendere infine i diritti del povero, del debole e di colui che soffre.

Testimonianza di una comunità cristiana

11. “Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35). Due o più cristiani in un aeroporto possono portare la loro testimonianza di discepoli di Cristo se hanno amore l’uno per l’altro.

La testimonianza dei membri della comunità cristiana in un aeroporto diventa più forte se essi sono pronti ad aiutarsi reciprocamente moralmente e/o materialmente, quando le circostanze lo richiedono. Se condividono questo sostegno reciproco con coloro che vivono attorno a loro, danno anche una testimonianza cristiana collettiva.

Espressioni di testimonianza cristiana

12. Ci sono numerosi e differenti modi di esprimere questa testimonianza. Essi possono essere differenti a causa dell’ambiente creato nei diversi aeroporti dal contesto sociale e culturale in cui sono situati. Se la pastorale dell’Aviazione Civile vuole essere in grado di portare Cristo a tutti ed essere un lievito nella società aeroportuale, deve immergersi nella vita, nei problemi e nelle situazioni contingenti dell’ambiente specifico in cui opera[8]

13. E’ altamente raccomandato di cooperare con gli operatori pastorali delle altre chiese e comunità ecclesiali per testimoniare Cristo[9]. Bisogna anche incoraggiare i cristiani a collaborare con gli altri credenti e con tutte le persone di buona volontà.

Proclamazione

14.a. Come ogni ministero nella Chiesa, la pastorale dell’Aviazione Civile ha il dovere di proclamare Cristo e il suo Vangelo a tutti i popoli[10]. Poiché la Sacra Scrittura è la Parola di Dio, leggerla, studiarla, spiegarla e viverla fa parte integrante del ministero aeroportuale[11].

b. Poiché si sforzano di essere testimoni di Cristo attraverso la loro vita, i cristiani impegnati nella pastorale dell’Aviazione Civile possono annunciare la Buona Novella attraverso la loro parola, i loro scritti e le altre vie che possono offrire i moderni mezzi di comunicazione.

Presenza

15. Per avere la possibilità di dare testimonianza e di proclamare Cristo, bisogna essere presenti nell’aeroporto. La grazia di Dio all’opera nel cuore di ciascuno può suggerirgli il desiderio di comunicare con qualcuno che comprenderà. Data la situazione del tutto particolare in cui una persona si può trovare in un aeroporto, la presenza e la disponibilità di qualcuno può costituire un’occasione unica per questa persona di incontrare Dio.(top)

III. La Cappella dell’Aeroporto

16. Il cuore spirituale dell’aeroporto, in cui Cristo parla all’uomo, in modo intimo, nel silenzio, è la cappella[12].

La cappella cattolica

17. La cappella cattolica di un aeroporto è, dal punto di vista canonico, una chiesa, il che vuol dire un edificio sacro “destinato la culto divino, ove i fedeli abbiano il diritto di entrare per esercitare soprattutto pubblicamente il culto”[13].

18. In quanto edificio sacro, la cappella deve essere utilizzata solo quanto serve all’esercizio e alla promozione del culto, della pietà e della religione[14]. Per riunioni o altre funzioni, è meglio utilizzare l’ufficio della cappellania o un altro locale.

19.a. Negli aeroporti in cui ci sia una cappella cattolica, dovrebbe essere conservata la santissima Eucaristia. Ciò darà a tutti, e in ogni momento, la possibilità di essere alla presenza di Gesù Cristo che ha scelto lui stesso di restare sulla terra per sempre, sotto le specie del pane e del vino, nell’Eucaristia.

b. Il tabernacolo nel quale si custodisce la santissima Eucaristia deve essere collocato in una parte realmente prominente della cappella, adeguatamente ornata da ispirare la preghiera. Bisogna anche che sia perfettamente protetto contro ogni pericolo di profanazione[15].

c. Quando nel tabernacolo è presente la santissima Eucaristia, vi deve essere qualcuno che ne abbia cura, e, per quanto possibile, un sacerdote deve celebrare la messa nella cappella almeno due volte al mese[16].

Cappella cristiana condivisa

20. Condividere l’uso di una cappella con altre chiese e comunità ecclesiali cristiane dovrà avvenire solo dopo dovuta consultazione con le rispettive autorità competenti, al fine di assicurare una equa reciprocità secondo la dottrina e le tradizioni delle differenti denominazioni[17].

21. Là dove si condivide una cappella, i cattolici devono dar prova di sincero rispetto per la disciplina liturgica e sacramentale delle altre chiese e comunità ecclesiali. Queste sono invitate ad avere lo stesso rispetto per la disciplina della Chiesa cattolica[18].

Cappella inter-religiosa

22. Quando è opportuno, e le strutture sono sufficienti, sarebbe auspicabile, oltre alla cappella cristiana, che venisse messo a disposizione delle comunità di credenti di altre religioni uno spazio per una cappella inter-religiosa.

Una cappella inter-religiosa non è, dal punto di vista canonico, una chiesa, ma piuttosto una sala di meditazione. Vi si potranno riunire i testi sacri di diverse religioni. Il rispetto da parte dei cattolici e di altri cristiani verso queste tradizioni diversi deve essere esemplare. Lo stesso rispetto è dovuto, naturalmente, alla religione cristiana. Sarebbe opportuno che ci fosse consultazione tra i responsabili religiosi delle diverse comunità.

23.a. Se è possibile avere solo una cappella inter-religiosa nell’aeroporto, bisogna che ci sia un altare portatile per la celebrazione dell’Eucaristia. Potrà essere posto al lato della stanza ma spostato al centro al momento della celebrazione. Le altre cose necessarie alla celebrazione possono essere collocate in una stanza adiacente che servirà da sagrestia.

b. Poiché la santissima Eucaristia può essere conservata solo in un luogo canonicamente consacrato, una cappella inter-religiosa non è opportuna per questo[19].

Luogo

24. La cappella dovrebbe essere facilmente accessibile a tutta la popolazione dell’aeroporto, adeguatamente indicata da segnali convenzionali. Il luogo ideale è quello tra lo spazio aperto al pubblico e la zona riservata a coloro che hanno proceduto alle formalità d’imbarco, con ingresso dai due lati. È evidente che deve essere presa ogni precauzione per assicurare adeguate misure di sicurezza, come ad esempio una vetrata infrangibile che separi le due zone.

Celebrazioni liturgiche e altri servizi religiosi

25. E’ necessario incoraggiare nell’aeroporto celebrazioni liturgiche frequenti e in armonia con le norme in vigore nella Chiesa Cattolica.

26. Poiché la celebrazione dell’Eucaristia nel giorno del Signore è il fondamento e il centro di tutto l’anno liturgico, i fedeli hanno l’obbligo di partecipare alla messa la domenica e nei giorni di precetto[20]. In quei giorni il sacramento dell’Eucaristia dovrebbe essere celebrato almeno una volta per permettere al personale dell’aeroporto di ascoltare la Parola di Dio, di prendere parte al Mistero Pasquale, e di adempiere ai loro obblighi. Nella domenica e nelle feste di precetto nulla può sostituire il Santo Sacrificio della Messa. Per questo la celebrazione eucaristica non può mai essere sostituita da un servizio ecumenico[21].

27. Se, per un motivo valido, non ci fosse un sacerdote disponibile la domenica o il giorno di festa, è consigliabile disporre perché la celebrazione possa aver luogo nel vespro del giorno precedente e permettere così a tutti di adempiere ai propri obblighi[22].

28. E’ ampiamente raccomandato di celebrare la messa ogni giorno.

29. Oltre ad affiggere gli orari dei servizi religiosi in aree adatte dell’aeroporto, annunciare la celebrazione dell’Eucaristia attraverso gli altoparlanti pubblici è un utile mezzo di comunicazione con i passeggeri e con tutti coloro che passano nell’aeroporto ma non ne conoscono la routine.

30. Bisogna incoraggiare la celebrazione della liturgia della Parola come previsto dalle disposizioni del Vescovo diocesano, seguita dalla distribuzione della Santa Comunione. Ciò è ancor più indicato quando la domenica o il giorno di festa non c’è nessun sacerdote disponibile[23]. Un diacono o un Ministro Straordinario dell’Eucaristia dovrebbe presiedere tale celebrazione.

31. Al di fuori delle domeniche o feste di precetto, la preghiera ufficiale della Chiesa può essere celebrata sotto forma di un servizio ecumenico preparato per l’occasione. La partecipazione a celebrazioni quali la preghiera del mattino o della sera e a veglie straordinarie, permetterà a persone di tradizioni liturgiche diverse – cattoliche, orientali, anglicane e protestanti – di meglio comprendere la preghiera delle altre comunità e di condividere più profondamente tradizioni che, spesso, si sono sviluppate partendo da radici comuni[24].

32. Sono da incoraggiare i servizi biblici.

33. Dato il carattere internazionale degli aeroporti, si raccomanda di avere testi in diverse lingue da mettere a disposizione di coloro che prendono parte ai servizi liturgici.

34. Regolare la liturgia sacra dipende dall’esclusiva autorità della Santa Sede e, nella misura determinata dal diritto canonico, del Vescovo diocesano. Nessuno dunque, neanche un sacerdote, può aggiungere, togliere o mutare alcunché nella liturgia, di sua iniziativa[25].

35. Benché non sia strettamente necessario adempiere agli obblighi religiosi in un luogo consacrato, bisognerà fare del tutto per celebrare la liturgia in una cappella[26].

Cappella funebre

36. Le spoglie mortali delle persone decedute all’estero e rimpatriate nel loro paese d’origine arrivano nella zona cargo dell’aeroporto. Le esequie di un fedele defunto devono essere celebrate di norma in una chiesa o in un oratorio[27]. Se le circostanze richiedono che la celebrazione dei riti funebri abbiano luogo in aeroporto, ciò dovrà avvenire nella cappella. Ma poiché la cappella dell’aeroporto è spesso inaccessibile per questo scopo, si raccomanda di allestire una cappella funebre, anche nella zona cargo.(top)

IV. Struttura

37. Compete al vescovo diocesano scegliere la struttura appropriata per organizzare la pastorale dell’Aviazione Civile nella sua diocesi, adattata al carattere proprio e ai bisogni specifici dell’aeroporto e della comunità dell’Aviazione Civile locale.

38.a. Tale struttura ecclesiale dovrà fare parte integrante della vita della chiesa locale. Essa deve essere uno strumento versatile in vista di un’azione integrata e la cui direzione appartiene in proprio al vescovo diocesano, primo responsabile della pastorale nella sua diocesi[28].

b. E’ responsabilità del vescovo diocesano di includere la pastorale dell’Aviazione Civile nel piano pastorale della sua diocesi, apportare il proprio sostegno ai cappellani d'aeroporto e agli operatori pastorali impegnati in questo apostolato, nonché assicurare che questi operatori pastorali abbiano avuto la formazione adeguata per esercitare questo ministero.

39. La pastorale in un aeroporto situato su un territorio comune a più diocesi, sarà oggetto di concertazione tra i vescovi interessati.

40. La pastorale dell’Aviazione Civile dovrebbe essere inclusa tra le responsabilità della Commissione Episcopale incaricata della pastorale della Mobilità Umana in seno alla Conferenza Episcopale nazionale, così come il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti guida la pastorale dell’Aviazione Civile a livello mondiale.

Opzioni

41. Una delle opzioni possibili nella struttura della pastorale dell’Aviazione Civile è la creazione di una “missio cum cura animarum” che potrà essere collegata a una parrocchia territoriale[29].

42. La formula più comunemente scelta è quella della cappellania dell’aeroporto, affidata a un cappellano nominato dal Vescovo diocesano “per coloro che non possono usufruire, per la loro situazione di vita, della cura ordinaria dei parroci”[30].

43. Quando non c’è sacerdote disponibile per creare una cappellania, il vescovo diocesano può affidare la cura pastorale dell’Aviazione Civile a un diacono, a un(a) religioso(a) non ordinato(a) o a un(a) laico(a) che, ben inteso, non possono assumere le funzioni proprie di un chierico ordinato.(top)

V. La Cappellania Cattolica d’Aeroporto

44. Sono membri della cappellania dell’Aviazione Civile: un cappellano, con a volte uno o più cappellani associati e/o assistenti, coadiuvato da uno o più operatori pastorali e da associato(i) o assistente(i) del servizio sociale e dell’ufficio.

Il Cappellano dell’Aviazione Civile

45.a. Il cappellano dell’Aviazione Civile è un sacerdote al quale è stata affidata in modo stabile la cura pastorale dei fedeli cattolici del mondo dell’Aviazione Civile. Egli è nominato dal Vescovo del luogo[31] e gode di uno statuto simile a quello degli altri sacerdoti della diocesi.

b. Devono essergli accordate tutte le facoltà richieste per assolvere l’incarico pastorale dell’Aviazione Civile. In forza del suo ufficio, egli ha la facoltà di udire le confessioni dei fedeli affidati alle sue cure, di predicare loro la Parola di Dio, di amministrare loro l’Unzione dei Malati e il Viatico, nonché di conferire il sacramento della Confermazione a chi di loro versa in pericolo di morte[32].

c. Nell’esercizio delle sue funzioni pastorali, il cappellano deve mantenere il debito rapporto con il parroco[33].

d. Un cappellano dell’Aviazione Civile può esercitare questo ministero a tempo parziale e avere altri incarichi.

e. Se il cappellano dell’Aviazione Civile non può esercitare il ministero aeroportuale a tempo pieno, si può nominare un operatore pastorale come amministratore della Cappellania.

Il cappellano associato o assistente dell’Aviazione Civile

46. Il cappellano dell’Aviazione Civile può avere uno o più cappellani associati o assistenti se il lavoro pastorale dell’aeroporto lo richiede. Anche il cappellano associato o assistente è nominato dal vescovo diocesano. 

L’operatore pastorale dell’Aviazione Civile

47.a. L’operatore pastorale dell’Aviazione Civile è un diacono, un(a) religioso(a) o un(a) laico(a) cattolico nominato dal vescovo diocesano per la cura pastorale nel mondo dell’Aviazione Civile.

b. Egli/ella svolge le funzioni pastorali quali: il servizio liturgico, la condivisone della Parola di Dio in particolare attraverso l’istruzione catechetica, la spiegazione e la difesa dei principi cristiani e la loro corretta applicazione per risolvere i problemi del nostro tempo, e infine la pratica di opere di misericordia spirituale o corporale.

c. Nel caso in cui non sia possibile nominare un sacerdote come cappellano, il vescovo diocesano può affidare la cura pastorale dell’Aviazione Civile ad un operatore pastorale, benché questi non possa assolvere le funzioni riservate al ministro ordinato.

Associati o assistenti del servizio sociale dell’Aviazione Civile

48. Gli associati o assistenti del servizio sociale della cappellania sono dei religiosi(e) o dei laici(e), non necessariamente cattolici, già esperti nelle professioni secolari, che assistono il cappellano o l’operatore pastorale nell’esercizio dei loro doveri in materia sociale come l’aiuto ai poveri e ai malati, l’assistenza per alleviare ogni tipo di bisogni umani, e la difesa dei diritti di coloro che lavorano nell’Aviazione Civile.

Associati o Assistenti per l’ufficio della Cappellania

49. Aiutano il cappellano e/o l’operatore pastorale in tutti i compiti dell’ufficio come la pubblicazione di un bollettino, la contabilità, l’accoglienza e altri servizi di segreteria, gli archivi, ecc.

50. Per le diverse attività della cappellania dell’Aviazione Civile si raccomanda di reclutare personale in pensione dell’Aviazione Civile che ha già familiarità con questo ambiente e che può disporre del proprio tempo.

51. Tutti i membri della cappellania dell’Aviazione Civile devono essere conosciuti per la loro integrità e disponibilità verso coloro che, anche temporaneamente, possono essere loro affidati. La conoscenza delle lingue straniere è auspicabile, quella dell’inglese necessaria.(top)

VI. La Formazione Permanente dei Membri della Cappellania Aeroportuale

Formazione spirituale

52. I membri della cappellania, ordinati o laici, devono avere come ideale la santità di vita e la perfezione dell’amore se vogliono essere credibili e meritare di proclamare la Buona Novella[34]. È dunque richiesta una formazione spirituale adeguata.

53. E’ altresì necessario che essi siano messi al corrente degli sviluppi sopravvenuti nella vita e nella dottrina della Chiesa.

54. Ci sono diversi modi per ottenere questo scopo:

a. Offrire giornate di rievocazione o di ritiro ben preparate per i membri della cappellania di uno o più aeroporti;

b. mettere a disposizione del personale della cappellania d’aeroporto delle pubblicazioni che li aiuteranno a crescere nella vita spirituale e permetteranno loro di mantenersi aggiornati sugli insegnamenti del Magistero della Chiesa;

c. incoraggiare i pellegrinaggi e altre iniziative spirituali per la crescita spirituale;

d. può anche essere utile offrire dei corsi sui vari rami degli studi ecclesiastici.

Iniziazione all’Apostolato

55. Quanti lavorano nella cappellania dell’Aviazione Civile devono essere iniziati a questo apostolato mediante uno studio serio di queste direttive pastorali. Ciò dovrà avvenire in corsi di formazione.

56. Il programma di formazione dei candidati al sacerdozio nei seminari dovrebbe includere lo studio dei principi fondamentali della pastorale dell’Aviazione Civile nel contesto della pastorale della Mobilità Umana.

57. Si raccomanda che il cappellano appena nominato per sostituire un cappellano uscente, lavori con lui almeno tre mesi prima di assumere l’incarico.

58. E’ altresì auspicabile che il cappellano destinato per la prima volta a una nuova cappellania abbia avuto una formazione pratica in una cappellania già ben stabilita, collaborando con il cappellano per almeno tre mesi, o per tutto il tempo ritenuto necessario.

59. Bisogna dare agli operatori pastorale la formazione richiesta dall’incarico pastorale che dovranno esercitare. Così i Ministri Straordinari dell’Eucaristia dovranno aver acquisito la formazione offerta dalle istituzioni diocesane specializzate, e i catechisti dovranno aver seguito i corsi di una scuola di catechesi.

60. Gli operatori pastorali e gli assistenti o associati del servizio sociale dovranno essere istruiti sul vero significato e valore dei beni temporali, considerati in se stessi sia rispetto a tutte le finalità della persona umana[35].

61. Affinché si possa stabilire una vera relazione ecumenica e un buon dialogo inter-religioso, bisogna fornire a tutti coloro che sono impegnati nella pastorale dell’Aviazione Civile un’informazione sufficiente sulle altre chiese, comunità ecclesiali e religioni, come pure sui bisogni specifici dei loro fedeli.

62. I Seminari internazionali organizzati dal settore dell’Aviazione Civile del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti sono incontri regolari il cui scopo è quello di perseguire la formazione dei membri cattolici delle cappellanie dell’Aviazione Civile, e permettere loro di informarsi.

63. I Congressi Mondiali della Pastorale dell’Aviazione Civile valutano i bisogni pastorali, offrono suggerimenti e incoraggiano quanti appartengono, in un modo o nell’altro, al mondo dell’Aviazione Civile a dare una testimonianza di vita cristiana nel proprio ambiente e anche ad impegnarsi nell’apostolato attivo sul campo.(top)

VII. Le Associazioni di Membri delle Cappellanie dell’Aviazione Civile

64. I cappellani e i membri delle cappellanie dell’Aviazione Civile sono invitati a costituire delle associazioni nazionali per la condivisione, il sostegno e l’incoraggiamento reciproci. Un tale legame sarà benefico per coloro che viaggiano da un aeroporto all’altro nel paese.

65. Allo stesso modo, essi possono organizzarsi sul piano regionale, sia per solidarietà e sostegno reciproco (spirituale e materiale), sia a beneficio di coloro che viaggiano oltre le frontiere nazionali.(top) 

Città del Vaticano, 1995

Note:
[1]Cf. Codice di Diritto Canonico (CDC), Can. 383 § 1, 568, 71 § 1.
[2]Costituzione Apostolica Pastor Bonus (PB), 150 § 3.
[3]Pontificia Commissione per le Migrazioni e il Turismo, Lettera alle Conferenze Episcopali Chiesa e Mobilità Umana (CMU), 2.
[4]Cf. Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, Direttorio per l’applicazione dei principi e delle norme su l’Ecumenico (DE), 204.
[5]Cf. Enciclica di Giovanni Paolo II Redemptoris Missio (RM), 42.
[6]Ibid.
[7]RM, 42.
[8]Cf. Costituzione Apostolica Gaudium et Spes (GS), 40.
[9]Cf. DE, 204.
[10]Cf. RM 3; 16,20.
[11]Cf. Costituzione Dogmatica Dei Verbum (DV), 23-35.
[12]Cf. Discorso di Giovanni Paolo II per la Giornata Mondiale del Trasporto Aereo, 10 dicembre 1991, Aeroporto di Fiumicino.
[13]CDC, Can. 1214.
[14]CDC, Can. 1210.
[15]Cf. CDC, Can. 938 §§ 2,3.
[16]Cf. CDC, Can. 934 § 1.
[17]Cf. DE, 106.
[18]Cf. DE, 107.
[19]Cf. CDC, Can. 934 § 1.
[20]CDC, Can. 1246.
[21]Cf. DE, 115.
[22]CDC, Can. 1248 § 1.
[23]Cf. CDC, Can. 1248 § 2.
[24]Cf. DE, 117.
[25]Cf. CDC, Can. 838, 846.
[26]Cf. CDC, Can. 932.
[27]Cf. CDC, Can. 117, 1179.
[28]Cf. CDC, Can. 381.
[29]Congregazione per i Vescovi, Instructio De pastorali migratorum cura (DPMC), 33 §§ 2-3.
[30]CDC, Can. 568.
[31]CDC, Can. 564-565.
[32]Cf. CDC, Can. 566 § 1.
[33]CDC, Can. 571.
[34]Costituzione dogmatica Lumen Gentium (LG), 40; RM, 42.
[35]Cf. Decreto Conciliare Apostolicam Actuositatem (AA), 31.
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