Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti Giornata Mondiale del Turismo 2002 Memoria del dono del Creato Un criterio per l’Ecoturismo
S. E. Mons. Stephen Fumio HAMAO Presidente del Pontificio Consiglio
Potrà risultare paradossale che la Giornata Mondiale del Turismo si celebri quando tutta la società si trova soggetta all’impegno di un nuovo cominciare. Le vacanze dell’estate sono ormai un ricordo e la prospettiva delle prossime è ancora lontana. È questo il momento – come ci ricordava il Santo Padre nell’Angelus del 1° settembre u.s. – di condividere le esperienze fatte durante le vacanze. In questa linea ci sembra pure la decisione dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, di indicare il 27 settembre come Giornata Mondiale del Turismo, la quale ci invita più a una riflessione sul turismo, che non a una mera celebrazione o a un elogio della sua forza e capacità d’espansione nel mondo attuale. Proprio per quest’ultimo motivo, poiché il turismo fa parte della realtà economica e sociale del nostro mondo e riveste un’importanza decisiva in molti settori o Paesi, è opportuno sia costantemente oggetto di studio e di riflessione.
La Chiesa partecipa alla celebrazione della Giornata Mondiale del Turismo con il proposito di contribuire essa stessa a questa necessaria riflessione, innanzitutto per aiutare i cristiani a vivere secondo il Vangelo o come lavoratori nel settore, o quali membri delle comunità visitate o come turisti. Essa desidera, inoltre, che la sua voce giunga a quanti sono anche impegnati nel garantire che il turismo sia sempre al servizio del pieno sviluppo umano.
Il Messaggio di Sua Santità Giovanni Paolo II per la Giornata Mondiale del Turismo, offre ottimi elementi per la nostra breve analisi sul tema indicato per quest’anno:
“Ecoturismo, chiave dello sviluppo sostenibile”. Un tema, per la verità, che entra a pieno nella preoccupazione, ogni giorno crescente, per la situazione di degrado che colpisce non solo l’ambiente in quanto tale, ma anche la vita di molti milioni di persone che ne soffrono le conseguenze. Il degrado ambientale, ha ripetuto più volte il Santo Padre, e lo ricorda in questo Messaggio, avviene nel contesto di una “profonda crisi morale”. E in questo senso, è necessario
“ ricuperare la dimensione spirituale del rapporto con il creato”.
L’ecoturismo, secondo il tema della Giornata, può essere considerato uno strumento chiave per lo sviluppo sostenibile, tanto necessario all’umanità immersa in un implacabile e molto spesso disumanizzante processo di globalizzazione. Fondato sulla “riscoperta del compito originariamente affidato da Dio all’umanità” (n. 3), l’ecoturismo potrà contribuire anche a mantenere la qualità umana e solidale che deve orientare l’attività turistica.
“Il creato è il primo dono che fu dato all’uomo perché ‘lo coltivasse e lo custodisse’”. Ricordando queste parole della prima pagina della Rivelazione, gli Orientamenti per la Pastorale del Turismo, che il Pontificio Consiglio ha pubblicato nel 2001, indicano che:
“in nessun momento l’uomo deve dimenticare che tutta la creazione è il dono che gli parla continuamente della bontà del suo Dio e Creatore. Nell’esperienza intima di questo dono, la contemplazione del creato accompagna l’uomo nella sua vita religiosa (cf. Sal 104), gli ispira la sua preghiera (cf. Sal 148) e lo anima nella speranza della salvezza promessa (cf. Rm 8,19-21; 2 Pt 3,13; Ap 21,1; Is 65,17). È questo il senso che l’uomo deve dare al tempo del riposo che è divenuto più esteso, grazie alla saggezza e alla tecnica che Dio gli ha concesso di poter sviluppare” (Orientamenti n. 15).
Il ricordo del dono primogenito include sempre questa duplice dimensione: l’ammirazione e la gratitudine, da una parte, e l’assunzione della responsabilità, dall’altra. Sono, in un certo modo, le dimensioni liturgica e caritativa che devono dar senso alla vita del cristiano. Ammirare, lodare e rendere grazie a Dio nel creato, traducendo ciò in impegno a salvaguardare, per condividere e per restare al servizio dei fratelli. E questo, anche attraverso il turismo. Approfittando delle condizioni da esso offerte di maggior disponibilità di tempo, facilità d’incontro e nuovi orizzonti. La maggior libertà che si può godere nel tempo libero dedicato al turismo, va a colmare, in un certo modo, con un più intenso grado di generosità, l’atteggiamento “ecologico” del cristiano. La memoria del dono del Creato sarà, inoltre, un criterio efficace nella scelta degli atteggiamenti che si definiscono ecologici o nel momento di offrire sostegno a forme di turismo che si vantano di questa qualifica. Lo avverte il Santo Padre nel suo Messaggio: è essenziale che il rispetto della natura assicuri il diritto dell’uomo, di tutti gli uomini, a beneficiarne per lo sviluppo personale. In nome dell’ecoturismo, infatti, proclamando i suoi benefici e le sue virtù, possono essere trascurati i diritti di intere comunità con
“forme moderne - come dice il Papa - di colonialismo”. Su questo punto noi cristiani dobbiamo essere particolarmente sensibili alle voci di allarme e di richiesta d’aiuto che si levano da molte comunità di Paesi in via di sviluppati, recentemente “conquistati” in nome dell’ecoturismo.
La memoria del dono del Creato come criterio per una versione cristiana dell’ecoturismo, ci offre un ulteriore motivo, più profondo, per celebrare questa Giornata Mondiale del Turismo. Ora, fuori dal tempo di vacanza, sarà utile, alla luce del messaggio pontificio rivedere l’uso che facciamo del nostro tempo libero e valorizzare meglio ciò che pianificheremo per il futuro. È il desiderio che esprime Giovanni Paolo II al termine del suo messaggio per questa Giornata: “Mi rivolgo pertanto specialmente ai cristiani, perché facciano del turismo anche un’occasione di contemplazione e d’incontro con Dio, Creatore e Padre di tutti, e siano così corroborati nel servizio alla giustizia e alla pace, in fedeltà a Colui che ha promesso cieli nuovi e terra nuova” (n. 5). |