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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move - Supp. N° 93,  December 2003, pp.17-18

Indirizzo di saluto

S.E. Mons. Nándor Bosák

Vicepresidente

Conferenza Episcopale Ungherese

Eccellentissimi Arcivescovi e Vescovi!

Cari fratelli partecipanti!

A nome dei membri della Conferenza Episcopale Ungherese desidero salutare con affetto e rispetto tutti Voi in occasione del Vº Congresso Mondiale della Pastorale per gli Zingari. È un grande onore poter offrire, anche in questo modo, un contributo alla realizzazione di un compito importante, cioè l’evangelizzazione degli Zingari. Riteniamo importanti ed apprezziamo molto gli intenti e le direttive della Santa Sede, realizzati attraverso il Pontificio Consiglio per i Migranti a gli Itineranti, che mette in rilievo il servizio pastorale a favore degli Zingari. Siamo riconoscenti che Voi abbiate accettato la nostra proposta e scelto il nostro Paese come sede di questo Congresso.

Il servizio pastorale per gli Zingari è un impegno molto notevole anche per la Chiesa Ungherese. Nel nostro paese l’Ufficio per le Migrazioni della Conferenza Episcopale, intende incoraggiare e coordinare queste iniziative, tenendo conto delle direttive del Pontificio Consiglio. Non abbiamo dati precisi, ma secondo i nostri calcoli, il 5-8% della popolazione ungherese, cioè 500-800 mila persone sono d’origine zingara. Già questo numero dimostra come sia importante il compito che dobbiamo affrontare. Possiamo comprendere la reale consistenza di questa missione se prendiamo in considerazione la complessità dei problemi etnici, culturali e sociali. 

La Chiesa, da sola, non può provvedere alla soluzione dei problemi sociali, questo è il compito di tutta la società. Noi possiamo e vogliamo invece contribuire allo sviluppo spirituale e umano di questo gruppo etnico. Perciò la cura pastorale dei nostri fratelli Zingari, è una delle più grandi sfide della Chiesa Ungherese. Sappiamo bene che gli Zingari hanno una spiritualità fondamentalmente religiosa, ma dobbiamo avere molta pazienza, comprensione e carità per conquistare la loro fiducia e aiutarli ad inserirsi nella comunità ecclesiastica senza che essi debbano rinunciare alle tradizioni e dell’identità proprie. È una grande benedizione e un esempio incoraggiante che si trovino tra di noi sacerdoti, religiosi e laici i quali già da decenni svolgono con successo questo servizio. Ci sono ancora moltissimi compiti da affrontare. Dobbiamo lavorare assiduamente per eliminare le discriminazioni e per sanare le ferite dovute alle reciproche offese. È necessario adoperarsi per lo sviluppo umano e sociale dei nostri fratelli Zingari. I mezzi più adatti sono l’istruzione e la formazione professionale, perciò dobbiamo intensificare le opere di carità, la pazienza e la mutua benevolenza nelle nostre comunità. Si tratta di un processo complesso che esige una programmazione adeguata, un lavoro incessante e uomini impegnati. Sono convinto che il vostro Congresso darà nuovo slancio e incoraggiamento all’importante lavoro di evangelizzazione qui in Ungheria, come anche nei Paesi in situazioni simili. Possiamo imparare l’uno dall’altro e possiamo condividere le nostre esperienze.

Con questi pensieri vorrei salutare tutti i partecipanti al Congresso e chiedere la benedizione di Dio per il vostro lavoro. Domenica scorsa abbiamo avuto in tutte le Chiese Cattoliche d’Ungheria un giorno di preghiera e abbiamo pregato per il successo di questo Congresso, chiedendo i doni spirituali necessari per poter compiere fruttuosamente il vostro lavoro al servizio pastorale per gli Zingari. 

Voglia Iddio accompagnarvi.
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