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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move

N° 96 (Suppl.), December 2004

 

 

LA PASTORALE PER GLI SPORTIVI IN OCCASIONE DEI GIOCHI OLIMPICI AD ATENE

 

S.E. Mons. Ioannis SPITERIS

Arcivescovo di Corfù, Zante e Cefalonia,

Amministratore Apostolico di Tessalonica,

Grecia

 

Il 25 giugno il Santo Padre Giovanni Paolo II, in occasione della XXV Giornata Mondiale del Turismo che si terrà il prossimo 27 settembre, diffondeva lÂ’annuale Messaggio. In questo documento il Pontefice, tra lÂ’altro, scrive: «Quest'anno il tema della Giornata è "Sport e Turismo: due forze vitali al servizio della reciproca comprensione, della cultura e dello sviluppo dei Paesi". Sport e turismo fanno riferimento prima di tutto al tempo libero, in cui vanno promosse attività che aiutino lo sviluppo fisico e spirituale. Ci sono, peraltro, numerose situazioni nelle quali il turismo e lo sport si intrecciano in maniera specifica e si condizionano reciprocamente, quando cioè lo sport si trasforma, precisamente, in motivo determinante per viaggiare, tanto all'interno del proprio Paese quanto all'estero. In effetti, sport e turismo sono strettamente uniti nei grandi avvenimenti sportivi ai quali partecipano i Paesi di una regione o del mondo intero, come in occasione dei Giochi Olimpici, che non devono rinunciare alla loro nobile vocazione di riaccendere gli ideali di convivenza, di comprensione e di amicizia» (Messaggio 2004, 2).

Queste parole del Santo Padre rispecchiano quelle che leggiamo nella Carta Costitutiva dei Giochi Olimpici, Principi Costitutivi, firmata nel 1992: «Lo scopo dei Giochi Olimpici consiste nel contribuire alla costruzione di un mondo migliore, più pacifico educando la gioventù - per mezzo dello sport e senza nessuna discriminazione - allo spirito Olimpico il quale richiede mutua comprensione, spirito di amicizia e fratellanza e buona competizione».  

Come si sa, questÂ’anno, i Giochi Olimpici estivi si terranno ad Atene dal 13 al 29 agosto, e dal 17 al 28 settembre avranno luogo i giochi paraolimpici per atleti con problemi motori. 

Per questa occasione si aspettano ad Atene e nelle altre città olimpiche 16.963 atleti, senza contare gli accompagnatori e naturalmente le decine di migliaia di tifosi. Si pensi che nel Villaggio olimpico si offriranno ogni giorno più di 50.000 pasti. 

Per quanto riguarda la religione degli atleti, i cattolici rappresentano il numero più consistente, saranno esattamente 4.922. Mentre i protestanti saranno 3.827, gli ortodossi 1.909, gli islamici 1.954, gli indù 182, gli induisti 125, i buddisti 685, e lÂ’insieme delle altre religioni 3.359. 

Il Comitato Organizzativo per i Giochi Olimpici di Sydney 2000, aveva preparato unÂ’ottima assistenza religiosa per gli atleti delle varie religioni, che aveva il suo centro operativo (Religious Services Centre) nel Villaggio Olimpico. 

Questo era aperto ogni giorno, dalle 6 del mattino fino alle 11 di sera, con tutto il personale presente. Anche durante la notte, cÂ’era almeno una persona, a disposizione degli sportivi che avessero avuto bisogno di un contatto religioso. 

Il personale organizzativo, tra religiosi e volontari, era stato debitamente addestrato mesi prima; esso era composto da 85 persone, mentre i volontari erano 95. Tale Centro aveva il compito di organizzare i servizi religiosi, dare la possibilità agli atleti di pregare e di meditare individualmente, assicurare dei cappellani e il loro aiuto allÂ’interno del villaggio olimpico, dare la possibilità di consultare privatamente i loro ministri religiosi.

Le varie confessioni cristiane hanno avuto incontri ecumenici e hanno fornito a tutti i cristiani delle Bibbie ecumeniche e di studio e meditazioni comuni sulla Bibbia.

Per quanto riguarda lÂ’assistenza religiosa degli atleti di confessione cattolica, durante i Giochi Olimpici e Paraolimpici di Sydney, si sono celebrate nelle varie lingue 1267 messe dentro il villaggio olimpico. Hanno visitato i sacerdoti per un colloquio 1421 atleti, mentre 205 si sono confessati. Si sono avuti inoltre 25 battesimi.

Nei Giochi olimpici di Atene la nostra piccola comunità di cattolici è chiamata a organizzare almeno lo stesso lavoro pastorale svolto a Sydney. 

Il 15 maggio 2004, il Santo Padre riceveva in udienza il sindaco di Atene Signora Dora Bakoyanni, alla quale rivolgeva queste parole: «Sono lieto di accoglierla, Signora Sindaco, e di dare il benvenuto a lei, come pure alla delegazione che l'accompagna. Esprimo l'augurio che la prossima celebrazione dei Giochi Olimpici nella sua città sia una manifestazione di fratellanza per tutti i partecipanti e un messaggio di pace e di incontro per quanti vi assisteranno come spettatori in tutto il mondo. In questo spirito, invoco su di lei e su tutti gli organizzatori di questa festa le Benedizioni divine».

Certamente gli organizzatori sono convinti che i giochi olimpici siano unÂ’occasione «di fratellanza per tutti i partecipanti e un messaggio di pace». Tuttavia in questo momento, dopo gli avvenimenti dellÂ’undici settembre, la preoccupazione principale degli organizzatori, del Governo greco e della comunità internazionale, è la garanzia da eventuali attacchi terroristici. Il Governo greco, nonostante la sua non fiorente economia, ha speso più di un miliardo di dollari per la sicurezza e la prevenzioni di atti terroristici. 

Queste preoccupazioni, aggiunte al fatto che qui in Grecia, composta di cristiani in stragrande maggioranza greco-ortodossi, si ignora quasi del tutto il concetto della pastorale del turismo, ha fatto sì che lÂ’organizzazione dellÂ’assistenza religiosa degli atleti fosse fortemente penalizzata rispetto agli altri aspetti organizzativi. Si pensi che il Comitato Organizzativo Religioso è composto solo da una signora la quale non ha idea di cosa significhi pastorale del turismo. Nel Villaggio olimpico si sono preparati solo i luoghi del culto per le maggiori religioni. A tutte le confessioni cristiane si è offerto unÂ’unica sala per i loro servizi religiosi creando immense difficoltà nellÂ’organizzare i servizi religiosi domenicali.

Noi cattolici, insieme agli anglicani, siamo stati gli unici a muoverci a tempo per organizzare una dignitosa assistenza religiosa per gli atleti cattolici e i loro accompagnatori. Per essere più efficaci abbiamo chiesto aiuto a diverse Conferenze Episcopali, specialmente per avere dei sacerdoti che parlino le lingue più diffuse. Alcune di queste Conferenze sono venute in nostro aiuto promettendo di inviare dei sacerdoti. Così, con i sacerdoti greci e quelli che verranno da altre parti, potremo assicurare la presenza nel villaggio olimpico di almeno un presbitero che sarà a disposizione degli atleti dalle 8 di mattina fino alle 10 la sera per accoglierli, sentire i loro problemi e problematiche religiose, le loro ansietà ed eventualmente accogliere le loro confessioni. Naturalmente assicureremo anche la celebrazione eucaristica ogni giorno, ma soprattutto nella domenica e nelle feste. 

Nel citato messaggio del Papa si legge: «L'Apostolo San Paolo, per illustrare la vita cristiana, proponeva ai cristiani di Corinto l'immagine dell'atleta, come esempio di sforzo e di costanza (cfr. 1 Co 9, 24-25). In effetti, la giusta pratica dello sport deve essere accompagnata dalla temperanza e dall'educazione alla rinuncia; con molta frequenza essa richiede altresì un buono spirito di squadra, atteggiamenti di rispetto, apprezzamento delle altrui qualità, onestà nel gioco e umiltà per riconoscere i propri limiti. Lo sport, infine, specialmente nelle sue forme meno competitive, invita alla festa e alla convivenza amichevole» (Messaggio 2004, 3).

Dal momento che la maggior parte dei riferimenti «sportivi» di San Paolo si trovano nelle Lettere rivolte ai cristiani di città che si trovano in Grecia, in una collaborazione ecumenica, si è cercato di collegare questi riferimenti ai Giochi Olimpici di Atene. È per questo che la Società Biblica Greca (composta da ortodossi, cattolici e protestanti) ha preparato in diverse lingue un Nuovo Testamento in cui troviamo diverse rappresentazioni iconografiche che illustrano alcuni suoi passaggi in cui si fa riferimento alla lotta, alla corona, alla competizione, alla vittoria. Le illustrazioni sono state realizzate dal sacerdote ortodosso Stamatis Skliros considerato uno dei più noti iconografi della Grecia.

Sempre dalla Società Biblica Greca sarà distribuita gratuitamente unÂ’edizione in inglese del Nuovo Testamento. La stessa Società ha preparato anche un elegante volumetto, in undici lingue, in cui sono riportati i capitoli 16-20 degli Atti degli Apostoli nei quali si descrivono i viaggi di San Paolo in Grecia, specialmente ad Atene, Tessalonica e Corinto, tutte città «olimpiche». Si prevede così che, in occasione dei Giochi Olimpici di Atene, si distribuiranno migliaia di copie del Nuovo Testamento. In tal modo gli atleti, gli sportivi e i visitatori in genere potranno, tra lÂ’altro, situare concretamente alcuni nomi che si incontrano quando ascoltano o leggono il Nuovo Testamento, quali, per esempio, Ario Pago, Corinto, Tessalonica, MacedoniaÂ… 

Il fatto che i Giochi Olimpici di questÂ’anno siano tornati nel loro luogo di origine non garantisce automaticamente la nobiltà che li caratterizzava nellÂ’antichità. Vorremmo che fossero vere per questi Giochi Olimpici le parole del Papa: «Â… Senza trascurare di prestare la dovuta attenzione alle deviazioni che purtroppo continuano a verificarsi, desidero vivamente esortare, con rinnovata speranza, a promuovere "uno sport che tuteli i deboli e non escluda nessuno, che liberi i giovani dalle insidie dell'apatia e dell'indifferenza, e susciti in loro un sano agonismo; uno sport che sia fattore di emancipazione dei Paesi più poveri ed aiuti a cancellare l'intolleranza e a costruire un mondo più fraterno e solidale; uno sport che contribuisca a far amare la vita, educhi al sacrificio, al rispetto e alla responsabilità, portando alla piena valorizzazione di ogni persona umana" (Giubileo degli Sportivi, 29-10-2000, n. 3) » (Messaggio 2004, 4).

 

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