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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move

N° 96, December 2004

PRESENTAZIONE

 

Card. Stephen Fumio HAMAO

Presidente del Pontificio Consiglio

della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti

 

È per me motivo di gioia potermi incontrare con voi, oggi, per presentarvi ancora una volta il Messaggio di Sua Santità in occasione della Giornata Mondiale del Turismo, che si celebrerà, come ogni anno, il prossimo 27 settembre. 

Questa Giornata, indetta dall’Organizzazione Mondiale del Turismo, è un punto di riferimento importante anche per la Pastorale del Turismo. Infatti, il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, che si occupa, tra l’altro, pure del fenomeno turistico, seguendo le direttive del Santo Padre, promuove la celebrazione ecclesiale della Giornata in tutti i Paesi, consapevoli, noi, di come il turismo sia un fenomeno planetario con vaste ripercussioni, anche di tipo pastorale.

Nei suoi Messaggi, in effetti, il Papa Giovanni Paolo II l’ha ribadito diverse volte, e sulla scia delle tematiche proposte nell’ambito della Giornata, la sua riflessione ha toccato aspetti rilevanti. In essi, inoltre, compare l’invito esplicito a considerare il fenomeno turistico non come un evento, tra tanti, dell’attività umana, ma come un fenomeno inserito in una concezione unitaria e cristiana dell’uomo e della società. Proprio perché il turismo è un fenomeno dalle molteplici e differenti implicazioni - antropologiche, spirituali, sociali, economiche, politiche o ecologiche - deve perciò essere inquadrato nella Dottrina Sociale della Chiesa, come quest’anno ribadisce il Santo Padre, proiezione cioè del “principio supremo che deve governare la convivenza umana: il rispetto della dignità di ciascuno, in quanto persona creata a immagine di Dio e, pertanto, fratello universale” (Messaggio 2004, n. 1).

La Chiesa ha mostrato costantemente il proprio apprezzamento per i valori del turismo, forza che porta allo sviluppo della convivenza umana. Lo fa come parte di quanto il Concilio Vaticano II esprimeva a livello generale, quando attestava che: “la Chiesa riconosce tutto ciò che di buono si trova nel dinamismo sociale odierno: soprattutto la evoluzione verso l’unità, il processo di una sana socializzazione e della solidarietà civile ed economica ” (Gaudium et spes, n. 42). Il turismo, in effetti, fa parte di questo dinamismo e, realisticamente parlando, per quanto possibile, ne è una delle componenti migliori. Basta riprendere i Messaggi del Santo Padre per vedere segnalate le possibilità che esso offre nella costruzione della pace, nello sviluppo solidale dei Paesi, nel dialogo tra le culture, nella lotta contro la povertà o nella difesa del creato.  

Non si tratta però di una visione unilaterale o semplicistica. Le informazioni fornite dai mezzi di comunicazione, ed in special modo la vicinanza del nostro Pontificio Consiglio con gli operatori pastorali in questo settore, ci mostrano anche le sofferenze e i problemi che derivano da una pratica del turismo sprovvista di ogni etica. È a questo fenomeno che il Santo Padre si è riferito in modo esplicito varie volte e con molta chiarezza.

La Pastorale del Turismo, perciò, trova il proprio campo specifico di attuazione, che è vasto ed esigente, nella missione evangelizzatrice della Chiesa: si tratta di proclamare e portare la salvezza di Cristo in questo mondo dinamico e notevole dell’attività turistica.

È inoltre un compito molto ampio e dalle vaste sfaccettature. Un valido esempio ne è il tema proposto per la Giornata Mondiale di quest’anno che, nella formulazione presentata dall’Organizzazione Mondiale del Turismo, dice espressamente: “Sport e turismo: due forze vitali al servizio della reciproca comprensione, della cultura e dello sviluppo dei Paesi”.

Nella società contemporanea, sport e turismo fanno riferimento poi ad alcuni elementi considerati come i più caratteristici e ambìti per il benessere della persona. L'uno e l'altro si presentano come strumenti per uno sviluppo non solo fisico, ma anche spirituale e culturale, tanto del singolo quanto della società. E in entrambi - come indica il Santo Padre - non è raro che “nonostante la nobiltà degli obiettivi proclamati, vi si insinuino in molti casi anche abusi e deviazioni” (Messaggio 2004, n. 2).

Certamente l’importanza che la nostra società riserva allo sport e la complessa realtà che ruota attorno a questa attività, richiedono una pastorale specifica. Dai suoi criteri e dalle sue iniziative dovrà trarre vantaggio anche la Pastorale del Turismo, quando sarà chiamata in causa dalla congiunzione delle due attività.

È un compito che la Giornata Mondiale del Turismo di quest’anno propone alla Chiesa, ma anche alla società in generale, che dovrà moltiplicare i propri sforzi e le proprie risorse per sviluppare un comportamento etico nella pratica del turismo e dello sport.

 

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