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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move

N° 97 (Suppl.), April 2005 

 

Pellegrinaggi con gli Zingari, 

incontro DI culture

 

S.E. Mons. Szilárd KERESZTES 

Vescovo di Hajdúdorog 

Ungheria

 

Su richiesta del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti ho preparato un intervento sul nostro Santuario greco-catolico a Máriapócs, luogo d'incontro di nazioni e religioni. Durante questo mese ho potuto partecipare a due pellegrinaggi degli Zingari ungheresi. I ricordi e i sentimenti di questi incontri straordinari mi hanno molto impressionato, perciò Vi chiedo scusa, e con il permesso degli organizzatori lascio l'intervento preparato, e vi parlo di questi pellegrinaggi.

Nella pastorale degli Zingari si nota sempre che i pellegrinaggi occupano un posto importante per la loro religiosità. In vista degli Orientamenti per una pastorale degli Zingari, un documento così recita: “I pellegrinaggi sono espressione devozionale molto apprezzata dagli Zingari. Risultano, di fatto, occasioni di riunione attraenti per le loro famiglie. Spesso i ‘luoghi sacriÂ’ di incontro con il ‘SantoÂ’, o la ‘SantaÂ’, sono legati alla storia familiare. Un avvenimento, un voto, un cammino di preghiera vissuti come un incontro personale con il ‘Dio del Santo o della SantaÂ’, cementano in effetti la fedeltà di un gruppo. Se la Chiesa, grazie ai Cappellani, ai religiosi o ai laici, condivide, comprendendo, la preghiera degli Zingari, amministra loro i sacramenti, il pellegrinaggio disporrà i partecipanti a un'esperienza di cattolicità che condurrà attraverso la Santa o il Santo alla persona di Cristo, e a legami ecclesiali con i Gagi, cioè a non Zingari."

I pellegrinaggi corrispondono al modo di vivere, alla mentalità e alla religiosità degli Zingari, i quali, come popolazione originariamente nomade, ha un enorme esigenza di movimento. Gli Zingari amano qualsiasi forma di viaggio, ed è per questo che anche i loro sacerdoti devono organizzare per loro escursioni, visite a diverse comunità o altre occasioni di spostamento. In questi movimenti i pellegrinaggi sono occasioni privilegiate. Bisogna tener conto anche che gli Zingari vogliono essere dappertutto protagonisti. I pellegrinaggi sono motivo per vestirsi solennemente, fare processioni in gruppi parrocchiali, cantare dal profondo del cuore a piena voce ed essere felici perché tutta la festa è per loro. Per noi i pellegrinaggi sono occasioni molto proficue per l'evangelizzazione, perché proprio la loro mentalità fa sì che nel pellegrinaggio siano aperti ad accogliere il Vangelo, la Chiesa e i fratelli non Zingari. Naturalmente i pellegrinaggi sono feste familiari e popolari dove, dopo le celebrazioni, si mangia bene, si canta e si danza gioiosamente.

Il primo pellegrinaggio menzionato è stato il 5 settembre al Santuario in Csatka. Questo Santuario si trova nellÂ’Ungheria occidentale, su una montagna nelle vicinanze del Lago Balaton. In questo luogo, fuori del villaggio, viveva un santo eremita alla cui memoria è stata costruita una chiesa, dove affluiscono pellegrinaggi zingari nella prima domenica di settembre. Il pellegrinaggio di quest'anno è stato un evento molto speciale.

Nel maggio scorso un gruppo formato da una famiglia di Zingari ha proposto a me, che sono secondo loro ben conosciuto e apprezzato in Vaticano, di far sì che il Santo Padre venisse in Ungheria per benedire un crocifisso di legno fatto da loro, secondo la tradizionale arte popolare. Non è stato facile per me spiegare l'assurdità di tale idea, ma infine hanno accettato la mia proposta di portare loro il crocifisso a Roma, dove il Santo Padre lo avrebbe benedetto durante l'Udienza Generale. Ho scelto la data del 19 novembre, in cui dovevo essere a Roma per il Congresso Mondiale della Migrazione.

Quando tutto era pronto, l'idea della famiglia zingara è diventata un'impresa nazionale. L'amministrazione Nazionale degli Zingari ha appoggiato lÂ’iniziativa e quel piccolo gruppo di 5-10 persone si è trasformato in un pellegrinaggio di 200 persone. Il gruppo era accompagnato da alcuni sacerdoti e dalle alte autorità statali. Il 18 novembre, arrivati a Piazza San Pietro, i pellegrini sono stati salutati dal Cardinale Hamao. Il giorno seguente poi, il 19 novembre, hanno partecipato all'Udienza Generale, in cui il Santo Padre ha benedetto il “Crocifisso degli Zingari”. Eravamo tutti commossi e orgogliosi, l'atmosfera dellÂ’Udienza e la bontà del Santo Padre non hanno lasciato indifferente alcuno. Sapevamo che la maggior parte dei componenti del gruppo erano partiti per Roma come turisti, ma tutti sono tornati come pellegrini, profondamente toccati dall'incontro con la Chiesa universale e con il Santo Padre.

Dopo il ritorno in Ungheria gli zingari stessi hanno portato il crocifisso in tutte le chiese visitate dagli zingari. In quattro mesi il crocifisso è stato venerato in molte chiese di tutte le diocesi, infine, il lunedì di pentecoste è stato collocato nella chiesa del Santuario in Csatka. Alla liturgia bizantina celebrata con l'aiuto dei nostri Zingari greco-cattolici, erano presenti quasi duemila Zingari. Inoltre gli Zingari hanno edificato con i loro fondi una piccola cappella nel Santuario in Csatka. Nel loro pellegrinaggio annuale a questo Santuario, la prima domenica di settembre, c'è stata la benedizione della cappella e la collocazione del crocifisso, celebrate dal Vescovo locale, l'Arcivescovo di Veszprém. Per me era una vera gioia poter assistere a una festa alla quale, fin dallÂ’inizio, anch'io avevo potuto dare qualche aiuto. Era una grande festa popolare di quasi 10.000 persone. Dopo la celebrazione tutta la collina era diventata un campo gioioso, con pasti caratteristici preparati all'aperto, e con musica e danze. Adesso gli Zingari sono lieti: "abbiamo la nostra chiesa, abbiamo il nostro Crocifisso benedetto dal Santo Padre". Ritengo che questa festa sia ancor più importante, in quanto non è stata inventata da noi sacerdoti, ma è nata per iniziativa degli Zingari stessi.

Nelle vicinanze di Máriapócs vivono molte comunità di Zingari, in maggioranza cattolici. Sono già numerose le parrocchie dove gli Zingari e gli Ungheresi vanno nella stessa chiesa e partecipano alla vita parrocchiale. In alcuni luoghi abbiamo organizzato parrocchie proprio per loro, e qui essi si sentono ancor più responsabili della loro religiosità, soprattutto dell'educazione dei giovani. Gli Zingari cattolici dellÂ’Ungheria orientale già da molto tempo fanno il loro pellegrinaggio a Máriapócs, la domenica dopo il 14 settembre, festa dell'Esaltazione della Santa Croce. Quest'anno erano presenti oltre cinquemila pellegrini Zingari. Nella Casa del Pellegrino a Máriapócs sono stati organizzati gli esercizi spirituali di due giorni per gli Zingari e vi hanno partecipato 50 di loro, provenienti da 12 parrocchie. Anch'io ho preso parte ad un forum dove potevamo parlare apertamente con molta sincerità, di tutti i problemi della vita e religiosità zingara, e pure dei problemi e delle difficoltà che essi creano alla popolazione ungherese.

Gli Zingari sono presenti anche in altri pellegrinaggi a Máriapócs, specialmente nelle due grandi feste dellÂ’Assunzione e della Natività di Maria Vergine. La presenza dei loro gruppi era sempre stata un problema, per le cause ben note, in quanto i pellegrini attribuivano loro furti e altri disordini. Negli ultimi anni la situazione è cambiata. Gli Zingari arrivano ben vestiti, si comportano cortesemente e prendono parte alla preghiera e alle celebrazioni. Secondo i rapporti della polizia quest'anno non vi è stato alcun caso di furto. Forse l'ambiente e l'atmosfera del luogo sacro lentamente possono cambiare il comportamento di coloro che altrove sono difficilmente tollerabili.

Inoltre, la liturgia bizantina è molto vicina agli Zingari. Nella tradizione della Chiesa greco-cattolica ungherese non c'è un coro polifonico, come nelle Chiese ortodosse, ma la liturgia viene cantata da tutto il popolo. Gli Zingari cantano a loro modo, con un ritmo assai libero, pieno di effetti adottando una polifonia naturale che accompagnano con le chitarre, mentre i giovani Zingari, specialmente le ragazze, cantano le invocazioni. Una liturgia celebrata con loro è un avvenimento musicale molto speciale, che ha una naturale bellezza e profondità religiosa. Non cÂ’è da meravigliarsi che le nostre liturgie con gli Zingari siano molto apprezzate da radio e televisione, e che molti fedeli ungheresi vengano a Máriapócs in queste occasioni.

II I° Congresso Europeo dei Santuari e Pellegrinaggi a Máriapócs aveva come tema: I Santuari, dove Dio cerca l'uomo. Adesso vorrei dire così: I Santuari, dove Dio ritrova l'uomo e dove gli uomini, come anche gli Zingari, possono trovare Dio. A Lui sia gloria per il dono dei Santuari!

 

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