The Holy See
back up
Search
riga

 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move

N° 99, December 2005

 

 

Intervista di Radio Vaticana

all’Arcivescovo Agostino MARCHETTO

in occasione del Messaggio Pontificio

 

1) Quali cambiamenti si possono registrare oggi nel turismo rispetto a come aveva immaginato il mondo Giulio Verne?

Nel Messaggio per la Giornata Mondiale del Turismo di quest’anno si esprime la sollecitudine e si assicura la preghiera di Papa Benedetto XVI per questo ambito della mobilità umana, mentre è sottolineato il valore e il significato dei viaggi e dei trasporti, certo nel contesto del centenario della morte dello scrittore Giulio Verne. Come leggiamo nel Messaggio, questi fu un uomo di lettere, viaggiatore e scrittore dalla fervida immaginazione, e seppe coniugare intelligentemente nei suoi scritti fantasia e conoscenze scientifiche del suo tempo. Egli passò cioè, con sapienza e creatività, dal sogno alla realtà. Anche oggi è necessario fare ricorso alla dimensione del sogno, ma soprattutto è importante non trascurare di mostrare rispetto alle persone che andiamo ad incontrare e al creato che le circonda. Come si attesta infatti nel Messaggio: chi viaggia per turismo deve essere mosso dal desiderio di incontrare gli altri, rispettandoli nella loro diversità personale, culturale e religiosa; deve essere pronto ad aprirsi al dialogo e alla comprensione e con i propri comportamenti veicolare sentimenti di rispetto, di solidarietà e di pace. E ciò non si verificava al tempo del Verne, con l’Europa imperante di allora. 

2) In che modo il turismo può essere un elemento di avvicinamento fra i popoli, a cui il Messaggio fa menzione?

Oggi il turismo si presenta come una delle maggiori industrie dell’economia mondiale. Le statistiche dell’Organizzazione Mondiale del Turismo segnalano una grande crescita registrata anche lo scorso anno, periodo in cui i turisti internazionali sono stati 760 milioni. Quasi dieci volte maggiore è stato poi il numero di coloro che hanno viaggiato all’interno del proprio paese. Sono cifre significative, ma ben lungi dall’abbracciare tutte le fasce sociali e tutti i Paesi.

Nel Messaggio leggiamo dunque che nuove ed inedite possibilità di viaggi con mezzi di trasporto sempre più moderni e veloci possono fare del turismo una provvidenziale occasione per condividere i beni della terra e della cultura, per avvicinare così le genti. Si parla quindi di modernità e di velocità al passo con i tempi frenetici moderni, ma nel contempo la Chiesa ribadisce, anche in questo ambito, la sua opzione preferenziale verso i più deboli e si preoccupa che il turismo divenga accessibile ad un numero sempre maggiore di persone, anche nei paesi poveri. Si va realizzando il sogno – dice il Messaggio – di un turismo senza frontiere, che potrebbe contribuire a creare un futuro migliore per l’umanità.

Perché questa preoccupazione? Mi basta citare quanto ha detto Domenica scorsa il Santo Padre, in vacanza in Valle d’Aosta, e cioè: nel mondo in cui viviamo, diventa quasi una necessità potersi ritemprare nel corpo e nello spirito, specialmente per chi abita in città, dove le condizioni di vita, spesso frenetiche, lasciano poco spazio al silenzio, alla riflessione e al distensivo contatto con la natura.

Si comprende quindi che nel Messaggio vi sia un diretto invito ai promotori, agli organizzatori e a quanti lavorano nel settore turistico affinché si realizzino strutture che rendano il turismo popolare ed economicamente sostenibile. Un turismo inoltre più rispettoso anche dell’ambiente, più moderato nell’uso delle risorse naturali e più solidale con le culture locali. 

3) Cosa dice quest’anno il messaggio, fondamentalmente?

Abbiamo già accennato all’invito ai turisti al rispetto, al dialogo e alla collaborazione fraterna. Infatti le tre S che la Chiesa propone sono: socialità, sostenibilità e solidarietà, in contrapposizione alle ormai purtroppo tradizionali altre tre S: sex, sun and sea.

Il Messaggio fa appello anche ai politici e legislatori, agli uomini di governo e della finanza perché si impegnino a favorire l’incontro pacifico fra le popolazioni, garantendo sicurezza e facilità di comunicazione. E qui si può pensare al dramma del terrorismo. Abbiamo anche menzionato le responsabilità che hanno gli organizzatori e gli operatori.

Vale dunque concludere con le comunità cristiane, che sono invitate, nel Messaggio, a un impegno di testimonianza della presenza di Cristo nella loro vita quotidiana, come Chiesa. Esse sapranno certamente anche presentare i monumenti e le opere d’arte, senza però trascurare l’ispirazione religiosa che li ha originati.

Sarà possibile in questo modo annunciare la Buona Novella in ogni angolo della terra, come avevano iniziato a fare i primi cristiani nei loro viaggi. Il Cristianesimo, infatti, si è irradiato grazie alla testimonianza itinerante degli apostoli e dei fedeli stessi. Anche qui non dimentichiamo le nostre radici cristiane!

 

top