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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move

N° 104 (Suppl.), August 2007

 

 

Presentazione della pastorale

per le donne e i ragazzi di strada,

e per i senza fissa dimora

 

 

Arcivescovo Agostino MARCHETTO

Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale

per i Migranti e gli Itineranti

 

 

Introduzione

Per la Chiesa, gli utenti della strada e della ferrovia, e coloro che vivono nella e della strada, hanno bisogno di una pastorale specifica[1]. Essa di fatto, segue con interesse e sollecitudine, lÂ’uomo in movimento. Dove cÂ’è lÂ’uomo, con le sue gioie e i suoi dolori, là cÂ’è anche la Chiesa, con presenza pastorale, da Buon Samaritano. 

Rivitalizzazione  della  pastorale della strada

Sin dal 2002, il Pontificio Consiglio si è impegnato in unÂ’opera di rivitalizzazione del settore della Pastorale della Strada, nel contesto generale della mobilità umana, inserendovi anche la cura per le persone che vivono nella e della strada, specialmente ragazzi, donne e senza fissa dimora.

Il nostro Presidente, lÂ’Em.mo Cardinale Martino, ha presentato la prima parte del Documento. Io mi accingo, ora, a presentare le altre tre. 

Pastorale per la liberazione delle donne di strada

La seconda parte si riferisce a tale Pastorale. Sappiamo che esse vivono nella strada e della strada, e che la prostituzione è una forma di schiavitù, che trascina nella sua rete anche uomini e bambini. Lo sfruttamento sessuale e la prostituzione, molte volte legati al traffico di esseri umani, sono atti di violenza che costituiscono unÂ’offesa alla dignità umana e una grave violazione dei diritti fondamentali. Molte donne di strada sono vittime del traffico di essere umani, che risponde alla crescente domanda dei “consumatori” di sesso. Facciamo eco qui alle parole del Servo di Dio Giovanni Paolo II, che così denunciava lo sfruttamento delle donne: “Guardando a uno degli aspetti più delicati della situazione femminile nel mondo, come non ricordare la lunga e umiliante storia – per quanto spesso sotterranea – di soprusi perpetrati nei confronti delle donne nel campo della sessualità? Alle soglie del terzo millennio non possiamo restare impassibili e rassegnati di fronte a questo fenomeno. È ora di condannare con vigore, dando vita ad appropriati strumenti legislativi di difesa, le forme di violenza sessuale che non di rado hanno per oggetto le donne. In nome del rispetto della persona non possiamo altresì non denunciare la diffusa cultura edonistica e mercantile che promuove il sistematico sfruttamento della sessualità, inducendo anche ragazzine in giovane età a cadere nei circuiti della corruzione e a prestarsi alla mercificazione del proprio corpo”[2].

Per una risposta pastorale efficace è importante conoscere i fattori che spingono o attraggono le donne alla prostituzione, le strategie usate da intermediari e sfruttatori per sottometterle al proprio dominio, le piste di movimento dai Paesi dÂ’origine a quelli di destinazione e le risorse istituzionali per affrontare il problema. Fortunatamente la Comunità internazionale e molte Organizzazioni non governative stanno cercando, sempre più energicamente, di opporsi alle attività criminali e di proteggere le persone vittime del traffico di esseri umani, sviluppando una vasta gamma di interventi per prevenire tale fenomeno e riabilitare, a livello di integrazione sociale, le sue vittime.

La Chiesa ha la responsabilità pastorale di difendere e promuovere la dignità umana delle persone sfruttate a causa della prostituzione, e di perorare la loro liberazione fornendo, a questo scopo, un sostegno economico, educativo e formativo. Inoltre, per rispondere a queste necessità pastorali, la Chiesa deve denunciare profeticamente le ingiustizie e le violenze perpetrate contro le donne di strada, e invitare le persone di buona volontà a mettere il loro impegno per difendere la loro dignità umana, combattere la prostituzione e il traffico di esseri umani, ponendo fine allo sfruttamento sessuale. Affinché ciò si possa realizzare, cÂ’è bisogno di una rinnovata solidarietà nelle comunità cristiane e di programmi specifici di formazione per operatori pastorali. È necessario, inoltre, collaborare con i mezzi di comunicazione sociale per assicurare una corretta informazione su questo gravissimo problema. La Chiesa dovrà chiedere lÂ’applicazione di leggi che proteggano le donne dalla piaga della prostituzione e del traffico di esseri umani, così come si dovrà creare un piano adeguato di formazione, al fine di suscitare una presa di coscienza generale e pubblica su questo grave problema, e trovare insieme i mezzi per combatterlo.  

Pastorale per i ragazzi di strada

La terza parte del Documento li riguarda. Essi indubbiamente costituiscono una delle sfide più inquietanti del nostro secolo, per la Chiesa e per la società civile e politica. Si tratta di un fenomeno di ampiezze inimmaginabili, anche per le istituzioni pubbliche e che coinvolge circa 100 milioni di ragazzi, secondo le stime di “Amnesty International” (150 milioni secondo lÂ’Organizzazione Internazionale del Lavoro). È un fenomeno in crescita quasi ovunque, il che rappresenta una vera e propria emergenza sociale e pastorale.

Numerose sono le cause alla base di questo fenomeno sociale, come la crescente disgregazione delle famiglie, le situazioni di tensione tra i genitori, i comportamenti aggressivi e violenti, e talvolta persino perversi, nei confronti dei figli, lÂ’immigrazione con conseguente sradicamento dal contesto abituale di vita e conseguente disorientamento, le condizioni di povertà e di miseria che mortificano la dignità e privano dellÂ’indispensabile per sopravvivere, lÂ’aumento delle tossicodipendenza e dellÂ’alcolismo, la prostituzione e lÂ’industria del sesso, che continua a mietere un numero impressionante di vittime, molte volte indotte con la violenza alla più feroce delle schiavitù, le guerre e i disordini sociali, con il diffondersi – soprattutto in Europa – di una “cultura dello sballo e della trasgressione” e la mancanza di valori di riferimento.

Per questo, è necessario che la Chiesa si faccia carico di questo problema, sia con la prevenzione che con il recupero dei ragazzi. Ricordiamo le parole di Giovanni Paolo II :  “Diamo ai bambini un futuro di pace! Ecco lÂ’appello che rivolgo fiducioso agli uomini e alle donne di buona volontà, invitando ciascuno ad aiutare i bambini a crescere in un clima di autentica pace. È  un loro diritto, è un nostro dovereÂ…Vi sono in alcuni Paesi bambini costretti a lavorare in tenera età, maltrattati, puniti violentemente, retribuiti con un compenso irrisorio, poiché non hanno modo di farsi valere, sono i più facili da ricattare e sfruttare”[3].

Affinché i bambini abbiano un futuro nella vita, è di fondamentale importanza infondere in loro la fiducia in se stessi, lÂ’autostima, il senso della dignità e una conseguente responsabilità personale, affinché possa nascere in loro un autentico desiderio di riprendere gli studi scolastici e prepararsi professionalmente ad un inserimento, anche lavorativo, nella società, così da potere sviluppare, con le proprie forze e non solo in condizioni di dipendenza dagli altri, progetti di vita dignitosi e gratificanti. 

Per la pastorale, è necessario accogliere quellÂ’invito ad una nuova evangelizzazione che ha caratterizzato il Pontificato di Giovanni Paolo II. Solo lÂ’incontro con Cristo risorto può, di fatto, restituire la gioia della risurrezione a quanti sono nella morte. Solo lÂ’incontro con Colui che è venuto a curare le piaghe dei cuori trafitti (cfr. Is 61, 1-2; Lc 4,18-19) può guarire nel profondo le devastanti ferite di esseri umani traumatizzati e induriti dalle tante frustrazioni e violenze subite. Di conseguenza, è importante passare da una pastorale dellÂ’attesa a una pastorale dellÂ’incontro e dellÂ’accoglienza, cercando e incontrando i ragazzi (giovani) nei loro luoghi di aggregazione, nelle strade, nelle piazze, nelle discoteche e nelle zone più “calde” delle nostre metropoli. È necessario andare loro incontro con amore per portare la Buona Novella e testimoniare con la propria esperienza di vita che Cristo è Via, Verità e Vita.

È chiaro che il meglio delle risorse impegnate in questo campo deve essere destinato a preparare professionalmente e spiritualmente operatori pastorali che devono mostrare una grande maturità umana e una capacità di agire in sintonia e collaborazione con gli altri educatori. 

Pastorale per i senza fissa dimora

La quarta parte del nostro Documento li riguarda. La Chiesa, con la sua opzione preferenziale, né esclusiva, né escludente, per i poveri e i bisognosi, incoraggia i cristiani ad accompagnare e servire queste persone, qualunque sia la situazione morale o personale nella quale esse si trovino.

Le persone che vivono e dormono sulla strada, o riparandosi sotto i ponti, rappresentano uno dei tanti volti della povertà nel mondo di oggi. Questi clochards possono essere persone costrette a vivere in strada perché non hanno un tetto sotto il quale ripararsi, stranieri immigrati che talvolta, pur avendo un lavoro, non hanno un luogo in cui vivere, oppure anziani senza domicilio, o ancora persone giovani che hanno scelto di vivere così.

Generalmente chi abita per strada è guardato con diffidenza e sospetto, e il fatto di non avere una casa è lÂ’inizio di una perdita progressiva di diritti. Diventano così una moltitudine di persone senza nome e senza voce, incapaci di difendersi e di trovare le risorse per migliorare il proprio futuro. Sono comunque persone con la propria dignità, da rispettare.

Possiamo affermare, che non mancano risposte pastorali, nei loro riguardi, anche se insufficienti, da parte di parrocchie, organizzazioni cattoliche, movimenti ecclesiali e nuove comunità. CÂ’è chi va alla ricerca di questi fratelli e sorelle bisognosi, e lÂ’incontro crea una rete di amicizia e di sostegno, dando luogo a generose iniziative di solidarietà, come ad esempio lÂ’offerta di generi alimentari. A questo proposito, il dar da mangiare agli affamati (cfr. Mt 25,35) è un valore umano antico, diffuso in tutte le culture, perché ha un legame diretto con il valore della vita. LÂ’attenzione alla dignità e alla persona dellÂ’altro si esprime nel modo di accoglierlo, di servirlo, nella cura dellÂ’ambiente dove si offre da mangiare, nellÂ’atteggiamento gentile dei volontari e degli operatori pastorali.

Ecco allora lo stretto legame della “Pastorale della strada” con la sua sorgente, Cristo Signore, nel mistero della Sua incarnazione, e con la Chiesa e la sua opzione preferenziale per i poveri da evangelizzare, ovviamente nel rispetto della libertà di coscienza di ciascuno, lasciandosi, a sua volta, evangelizzare da loro. 

Conclusione

Dopo il I Incontro Europeo per i Direttori Nazionali dellÂ’Apostolato della Strada, realizzato nel febbraio del 2003, e il II Incontro Internazionale di Pastorale della strada, che si tenne nel dicembre 2006, dopo il I Incontro Internazionale di Pastorale per i ragazzi di strada (2004), e il I Incontro Internazionale della Pastorale per la liberazione delle donne di strada (2005), il Pontificio Consiglio ha programmato, per il mese di novembre di questÂ’anno, la realizzazione del I Incontro Internazionale della Pastorale per i senza fissa dimora (clochard), il cui tema sarà “In Cristo e con la Chiesa al servizio dei senza fissa dimora”. Vi si intende riflettere sulle condizioni di povertà, abbandono e pericolo in cui si trovano le persone che vivono in strada, soprattutto nelle grandi città.

Con la certezza che Gesù Cristo accompagna gli uomini e le donne ogni giorno della loro vita, grazie anche alla Chiesa, presente nel campo della mobilità umana con una pastorale di incontro e di accoglienza, di evangelizzazione e promozione umana e con la consapevolezza che qualsiasi cosa venga fatta ai più piccoli è diretta a Cristo, il nostro Dicastero si impegna specialmente con questi Orientamenti affinché sia avviata, laddove ancora non esiste, e rafforzata, laddove invece è già operante, una pastorale specifica. Essa è di presenza, accoglienza e accompagnamento, che dà risposte concrete alle necessità che si presentano, e ciò sensibilizzando maggiormente Vescovi e diocesi, associazioni cattoliche e movimenti ecclesiali e nuove comunità.            

Grazie.          


 

[1] Cfr. Giovanni Paolo II, costituzione Pastor Bonus art. 151: AAS LXXX (1988) 900.

[2] Giovanni Paolo II, Lettera alle donne, 29 giugno 1995, n 5: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. XVIII, 1 (1995) 1875.

[3] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XXIX Giornata Mondiale della Pace, 1996: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. XVIII, 2 (1995) 1331.

 

 

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