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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move

N° 107, August 2008

 

 

ATTI DELLA XVIII SESSIONE PLENARIA

DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA PASTORALE PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI SUL TEMA:

LA FAMIGLIA MIGRANTE E ITINERANTE

(Città del Vaticano, Palazzo San Calisto, 13-15 maggio 2008)

 

 

I pronunciamenti post-conciliari del Magistero della Chiesa hanno messo in risalto, a più riprese, il ruolo importante della famiglia, quale luogo dove si educa ai valori umani, spirituali e cristiani. Questa osservazione vale anche per la famiglia migrante e itinerante che ha un ruolo di protezione dei valori umani e culturali in un mondo caratterizzato sempre più dalla mobilità.

Nel Messaggio Pontificio per la Giornata Mondiale della Pace (2008), il Santo Padre, Benedetto XVI, descrive la famiglia come il luogo primario dellÂ’umanizzazione della persona e della società, come culla della vita e dellÂ’amore, come la prima società naturale, una istituzione divina che sta a fondamento della vita delle persone e come prototipo di ogni ordinamento sociale.

La nota, somma importanza dellÂ’istituto familiare per lÂ’umanità stimola dunque questo Pontificio Consiglio – chiamato a seguire con la dovuta attenzione le questioni attinenti al fenomeno migratorio – a manifestare la sollecitudine pastorale della Chiesa per la famiglia del migrante e dellÂ’itinerante.

Ad approfondire il summenzionato tema durante la XVIII Sessione Plenaria, sono stati, oltre ai superiori e agli officiali del Pontificio Consiglio, i Membri, i Consultori e gli Operatori pastorali ed Esperti provenienti da tutti i continenti. Vi erano 5 Cardinali assieme al Presidente, 9 Arcivescovi, 12 Vescovi, 14 Consultori, 13 Operatori Pastorali ed Esperti provenienti da 23 Paesi (Australia, Austria, Belgio, Brasile, Burkina Faso, Colombia, Costa dÂ’Avorio, Cuba, Francia, Filippine, Germania, Ghana, India, Italia, Malesia, Messico, Polonia, Regno Unito, Romania, Slovacchia, Spagna, Stati Uniti dÂ’America, Vietnam).

 

Eccone la lista:

 

Membri:

 

Le Loro Eminenze Reverendissime i Signori Cardinali:

Geraldo Majella AGNELO – BRASILE

Georg Maximilian STERZINSKI – GERMANIA

Pedro RUBIANO SAENZ – COLOMBIA

Theodore McCARRICK – STATI UNITI D’AMERICA

Keith Michael Patrick OÂ’BRIEN - SCOZIA

 

Le loro Eccellenze Reverendissime gli Arcivescovi:

Fernando FILONI – Sostituto per gli Affari Generali – Segreteria di Stato

Dominique MAMBERTI – Segretario per i Rapporti con gli Stati– Segreteria di Stato

Pier Luigi CELATA – Segretario, Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso

Jean-Louis BRUGUÈS – Segretario, Congregazione per lÂ’Educazione Cattolica

Emilio Carlos BERLIÉ BELAUNZARAN – MESSICO

Anselme Titianma SANON – BURKINA FASO

Marian GOŁĘBIEWSKI – POLONIA

Joseph NGÔ QUANG KIÊT - VIETNAM

Leo CORNELIO, S.V.D. – INDIA

 

e i Vescovi:

Josef CLEMENS – Segretario, Pontificio Consiglio per i Laici

José SÁNCHEZ GONZÁLEZ – SPAGNA

Renato ASCENCIO LEÓN – MESSICO

Petru GHERGHEL – ROMANIA

Precioso D. CANTILLAS, S.D.B. – FILIPPINE

Nicholas A. DiMARZIO – STATI UNITI D’AMERICA

Jean-Luc BRUNIN – FRANCIA

Josef VOSS, Ausiliare, – GERMANIA

 

Consultori:

Mons. Guerino DI TORA – ITALIA

Mons. Roberto A. ESPENILLA – FILIPPINE

Mons. Aldo GIORDANO – ITALIA

Rev.do Don Giorgio RIZZIERI – ITALIA

Rev.do P. Arij A. ROEST CROLLIUS, SJ – COSTA D’AVORIO

Rev.do P. Cyril VASILÂ’, SJ – ITALIA

Rev.do Fr. Anthony ROGERS, F.S.C. – MALESIA

Rev.da Madre María do Rosário ONZI, M.S.C.S. – BRASILE

Dott. John Lloyd SACKEY – GHANA

Sig.na Margret BRETZEL – GERMANIA

Sig.ra Alžbeta KOVÁLOVÁ – SLOVACCHIA

Sig.ra Brigitte PROKSCH – AUSTRIA

Dott.ssa Chiara AMIRANTE – ITALIA

Dott. Rolando G. SUÁREZ COBIÁN – CUBA 

Operatori pastorali ed Esperti:

Arcivescovo Orlando B. QUEVEDO, O.M.I. – Federazione delle Conferenze Episcopali Asiatiche (FABC)

Vescovo Gilbert LOUIS – FRANCIA

Mons. Grzegorz KASZAK, Segretario, Pontificio Consiglio per la Famiglia

Mons. Jean LAFFITTE, Vice Presidente, Pontificia Accademia per la Vita

Mons. Wolfgang MIEHLE – GERMANIA

Mons. Piergiorgio SAVIOLA – ITALIA

Rev.do Don Michael ZANIOLO – STATI UNITI D’AMERICA

Rev.do P. Maurizio PETTENÁ, C.S. – AUSTRALIA

Rev.do P. Hans VÖCKING, M. Afr. – Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE)

Dott. Johan KETELERS – BELGIO

Dott.ssa Sara SILVESTRI – REGNO UNITO

Prof. Mario POLLO – ITALIA

Sig.ra Maria Cristina DE CASTRO GARCÍA – SPAGNA

 

Si sono scusati:

S.E. Cardinale Adam Joseph MAIDA – STATI UNITI D’AMERICA

S.E. Mons. Mauro PIACENZA, Segretario, Congregazione per il Clero

S.E. Mons. Gianfranco Agostino GARDIN, O.F.M. Conv. – Segretario, Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica

S.E. Mons. Ramón B. DE LA ROSA Y CARPIO, REPUBBLICA DOMINICANA

S.E. Mons. Szilárd KERESZTES – UNGHERIA

S.E. Mons. Pierre MOLÈRES – FRANCIA

S.E. Mons. Béchara RAÏ, O.M.M. – LIBANO

S.E. Mons. Salvatore BOCCACCIO – ITALIA

S.E. Mons. Nicola DE ANGELIS, C.F.I.C. – CANADA

S.E. Mons. Patrick J. HARRINGTON, S.M.A. – KENYA

Sig. José ZEPEDA – AUSTRALIA

 

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Martedì 13 maggio 2008, seduta del mattino

 

Alle ore 9.30, dopo la recita dellÂ’Hora Tertia, lÂ’Em.mo Cardinale Renato Raffaele Martino, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, ha aperto formalmente la Sessione Plenaria. Prima di pronunciare il suo discorso, ha invitato il Segretario del Dicastero, lÂ’Arcivescovo Agostino Marchetto, a fare alcuni annunci. Il Segretario ha chiesto ai partecipanti di firmare il libro degli ospiti e ha letto la missiva di S.E. Mons. Béchara Raï, O.M.M., Vescovo di Jbeil dei Maroniti, in Libano, il quale comunicava di non poter partecipare a causa di sanguinosi eventi verificatisi negli ultimi giorni nel Paese, che avevano portato alla chiusura dellÂ’aeroporto di Beyrouth. Inoltre, nella sua lettera, il Presule confidava nella preghiera dei partecipanti alla Plenaria per una soluzione pacifica del conflitto in Libano.

Facendo riferimento ai Documenti più recenti pubblicati dal Pontificio Consiglio, il Presidente del Dicastero ha quindi esaminato il tema della famiglia migrante e itinerante nellÂ’odierno mondo globalizzato, caratterizzato proprio dalla crescente mobilità umana. Ci si deve prodigare – egli ha detto – affinché la famiglia, cellula vitale di ogni società, possa vivere unita anche nella mobilità e, ove ciò non sia possibile, trovi comunque una comunità o un luogo dove poter sperimentare un clima familiare. Ha messo, poi, in luce situazioni favorevoli e di sofferenza familiare, soffermandosi sulla salvaguardia dei diritti della famiglia con richiamo allÂ’Erga migrantes caritas Christi. Il Pontificio Consiglio, anche attraverso Orientamenti Pastorali specifici per i diversi ambiti della mobilità umana, si impegna in un servizio adeguato alle varie circostanze di luogo e tempo. In conclusione, il Porporato ha ricordato la necessità, per la pastorale familiare a livello locale e internazionale, di tenere conto della situazione del migrante e itinerante e di adottare nuovi metodi e proposte senza perdere lÂ’orientamento fondamentale, cioè, realizzare il piano di Dio per il matrimonio e la famiglia, quale grande mistero del rapporto tra Cristo e la sua Chiesa.

 

S.E. Mons. Agostino Marchetto, Arcivescovo Segretario, nel suo ampio e dettagliato intervento su Il pensiero, lÂ’opera e i cambiamenti nel Pontificio Consiglio dallÂ’ultima Plenaria, ha inteso soprattutto informare i Membri e i Consultori sullÂ’impegno del Dicastero negli ultimi due anni, nei suoi 9 settori pastorali: Migranti, Rifugiati, Studenti Esteri (Internazionali), Turismo e Pellegrinaggi, Apostolato del Mare, Aviazione Civile, Nomadi, Circensi e Fieranti, Apostolato della Strada. Di fatto, la crescita inarrestabile del fenomeno della mobilità umana nel mondo intero richiede al Pontificio Consiglio una dedizione sempre maggiore e qualificata. Ha annunciato infine la distribuzione del testo contenente la sintesi di 58 rapporti nazionali annuali che offrono una visione in ordine al servizio pastorale della mobilità umana mondiale.

Al termine del suo discorso, lÂ’Arcivescovo Segretario ha comunicato che la prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato sarà celebrata il 18 gennaio 2009, e ne sarà tema San Paolo migrante, Apostolo delle genti.

 

Quindi, la prima relazione è stata pronunciata dal Rev.do Mons. Grzegorz Kaszak, Segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia, il quale ha presentato la situazione generale della famiglia oggi, dal punto di vista del suo Dicastero che ne è un “osservatorio” qualificato. La Familiaris consortio – ha notato – considera la famiglia, fondata sul matrimonio, come comunità di vita e di amore. I campi che interessano lÂ’istituto familiare sono molto ampi, si va infatti da quello legislativo e politico, allÂ’educativo e formativo. La Chiesa pertanto deve riproporre il suo ricchissimo patrimonio e la sua testimonianza quale “esperta in umanità”. LÂ’uomo è dunque chiamato ad accogliere la verità che viene dallÂ’alto e rende liberi e felici. Solo a partire da questa libertà nella verità lÂ’uomo può creare un mondo nuovo, nel quale la felicità che viene dal Padre è condivisa in modo comunitario, cioè in famiglia.

 

Il Rev.do P. Hans Vöcking, M. Afr., Segretario della Commissione per le Migrazioni del CCEE (Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee), nella sua analisi dei Problemi specifici delle famiglie in mobilità, ha limitato la propria indagine al continente europeo, in cui egli opera. Muovendo dallÂ’esame dei vari tipi di migrazione (individuale, stagionale, per motivi di studio, sino a quella qualificata di “brain drain”, “fuga dei cervelli”), lÂ’oratore ha sottolineato i cambiamenti subiti dalla famiglia per effetto del fenomeno della mobilità. La società europea è diventata inter-culturale e multi-religiosa, passando (lÂ’Europa) da continente dÂ’emigrazione a luogo dÂ’immigrazione. Le nuove famiglie che si costituiscono – anche con i matrimoni “misti” –, sono un fattore di rinnovamento della società in ogni suo ambito: culturale, economico, politico e sociale.

 

Ne è seguito un dialogo su vari argomenti:

* LÂ’Enciclica Humanae Vitae è stata profetica nel prevedere che gli Stati avrebbero cercato di sostituirsi alla famiglia come istituzione. Attualmente in Polonia, ad esempio, è in corso una politicizzazione delle questioni riguardanti la famiglia, cosicché non si può affrontare lÂ’argomento senza essere accusati di schierarsi politicamente. I numerosi problemi della famiglia, oggi, sono conseguenza della mancata accoglienza dellÂ’insegnamento di tale Documento di Paolo VI. Tanti polacchi sono partiti dal loro Paese per lÂ’Inghilterra e la Francia, lasciando dietro a sé le loro famiglie, con conseguenze di disgregazione. AllÂ’estero, alcuni polacchi hanno contratto matrimoni di convenienza, senza preoccuparsi di celebrare il sacramento. Si nota inoltre che molti giovani non sono più in grado di assumere impegni per tutta la vita.  

LÂ’unica speranza risiede nei movimenti laicali, che promuovono la famiglia, per. es. i neocatecumenali.

Un altro problema in Polonia è il concetto sbagliato di “laicità” dello Stato, che sta diventando unÂ’altra religione la quale evita tutti i principi e i simboli cristiani.

* Gli italiani e gli europei in genere non sembrano preparati a ricevere gli immigrati. Ci si chiede in tutto il continente che cosa accadrà con questo fenomeno. Basti pensare alla presenza dei cinesi in Italia! Bisogna essere preparati alle migrazioni del nostro tempo.

Occorre anche riservare alcuni luoghi di culto per i migranti e aiutarli a uscire dai disagi sociali e legali. Per tali questioni, occorre studiare lÂ’Istruzione Erga migrantes caritas Christi e trovare la giusta applicazione nei casi concreti. Comunque la nostra opera verso i migranti deve andare oltre lÂ’assistenza sociale e legale; il nostro è un servizio prevalentemente pastorale, mirato allÂ’evangelizzazione.

* Il rapporto dellÂ’opera del Dicastero nel mondo lascia unÂ’impressione profondamente positiva. La domanda che si pone è la seguente: cosa fa il Pontificio Consiglio per risolvere i tanti problemi pastorali che i migranti asiatici si trovano a dover affrontare in Medio Oriente? La risposta di Mons. Segretario è stata che proprio per approfondire tale questione il Pontificio Consiglio sta preparando un Congresso asiatico a Bangkok (Thailandia), programmato per il mese di novembre p.v. Nel trattare con persone e governi del Medio Oriente, poi, manca, purtroppo, la reciprocità. Mentre i musulmani possono ottenere libertà di culto in tutti i paesi, la libertà di religione ai cristiani nei paesi islamici è spesso negata.

* La Chiesa è sovente accusata di favorire la povertà e la fame nel mondo con il suo insegnamento contro la contraccezione e lÂ’aborto. Ci vorrebbe una spiegazione scientifica per controbattere tali attacchi. Mons. Grzegorz Kaszak ha notato a tale riguardo che finalmente adesso anche lÂ’Organizzazione delle Nazioni Unite riconosce che il problema della sovrappopolazione è un mito! Non si dovrebbe identificare la povertà o la fame con la sovrappopolazione. In Belgio, per es., cÂ’è unÂ’alta densità di popolazione per chilometro quadrato e il paese è ricco, mentre in tante nazioni del terzo mondo cÂ’è poca popolazione e tanta povertà. Per quanto riguarda la fame, grandi quantità di cibo sono buttate via nei paesi industrializzati! CÂ’è abbastanza cibo nel mondo; la fame è conseguenza della mancanza di solidarietà.

LÂ’Em.mo Presidente ha ricordato, a tale riguardo, che alcuni gruppi e mass-media contrari allÂ’insegnamento della Chiesa strumentalizzano il problema demografico per attaccarla. Ciò fu evidente durante la Conferenza del Cairo del 1990, in cui la Santa Sede riuscì a fare inserire nella Dichiarazione Finale la clausola che lÂ’aborto non può essere considerato come un metodo per controllare le nascite. 

* Una grande sfida è rappresentata dai migranti di altre religioni. Per contrastarla si devono educare, particolarmente i giovani, a conoscere la propria identità cristiana. Oggi giorno tale identità si va indebolendo anche nelle scuole cattoliche. Per quanto riguarda il matrimonio con una persona di religione non cristiana, occorre dare una solida formazione alla parte cattolica. Non si deve mai dimenticare che le religioni non sono uguali e quindi bisogna preparare adeguatamente i cattolici alla testimonianza e allÂ’annuncio del Vangelo.

La Chiesa ha il difficile compito di rispondere alle nuove realtà generate dal fenomeno migratorio, occorre perfino fare una riflessione teologica vis-à-vis della presenza dei musulmani. Pertanto occorrono persone preparate.

* Si deve distinguere il multiculturalismo dallÂ’interculturalismo. Il primo mira a mescolare tutti gli aspetti culturali e religiosi, secondo la scelta di ciò che piace o conviene. Di conseguenza esso favorisce il relativismo e lÂ’indifferenza religiosa. NellÂ’interculturalismo, invece, ogni cultura mantiene i propri valori e la propria religione, con il diritto di praticarla.

 

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Lunedì 15 maggio, seduta pomeridiana

 

Dopo il pranzo e la pausa, la riunione ha ripreso i lavori alle 15.00. Il primo intervento è stato quello del Rev. Mons. Jean Laffitte, Vice-Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, sul tema La famiglia nel Magistero di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Dopo aver preso in considerazione il notevole apporto magisteriale sui temi del matrimonio e della famiglia negli ultimi 50 anni, lÂ’oratore ha dedicato la prima parte del suo contributo ad analizzare le concezioni attuali dellÂ’amore coniugale e della famiglia. Nella seconda parte dellÂ’intervento, con esame dei grandi testi di Giovanni Paolo II, egli ha analizzato ciò che fonda in quel Pontificato la verità dellÂ’amore coniugale nella famiglia. Nella terza parte, poi, ha focalizzato lÂ’attenzione sullÂ’apporto sostanziale della prima enciclica di Papa Benedetto XVI, Deus caritas est. Infine, ha evidenziato i passaggi dellÂ’esortazione post-sinodale Sacramentum Caritatis in cui lÂ’Eucarestia è presentata come sacramento sponsale e in cui è finemente illustrato il legame tra diritto e pastorale.

 

Il Rev.do P. Maurizio Pettená, C.S., dellÂ’Ufficio per i Migranti e i Rifugiati, in seno alla Conferenza Episcopale dÂ’Australia, ha affrontato lÂ’argomento Disgregazione e/o coesione dellÂ’istituto familiare nel contesto delle migrazioni. Il termine “multiculturale”, ha spiegato, descrive la diversità culturale e linguistica della società australiana, e sempre più caratterizza anche la Chiesa. Infatti, il 40-50 per cento dei cattolici australiani è costituito da persone nate allÂ’estero o dai loro figli. Fra gli elementi che facilitano la disgregazione familiare, vi sono le difficoltà di adattamento e dÂ’integrazione dei membri della famiglia, specialmente degli adulti; i pregiudizi e le discriminazioni da parte della società di accoglienza; la tendenza dei bambini a una rapida assimilazione, con conseguente identità disfunzionale; le distanze linguistiche e culturali tra la prima e la seconda generazione.

Per attenersi alla tabella dÂ’orario stabilita, S. Em.za il Cardinale Pedro Rubiano Sáenz, Arcivescovo di Bogotá, in Colombia, ha letto la sua relazione I rifugiati e i profughi e le loro famiglie in forma ridotta, in lingua italiana. Il Porporato ha riferito che il suo Paese è sempre stato caratterizzato da forte emigrazione. Infatti, di 45 milioni di abitanti, oltre 3,5 milioni sono emigrati nel mondo e altri 3,5 milioni sono sfollati allÂ’interno della nazione.

Lo Stato cerca di prestare aiuto con varie iniziative assistenziali e di protezione, mentre la Chiesa, per mezzo del Segretariato Nazionale di Pastorale Sociale (Caritas Colombiana) interviene in campo umanitario, socio-economico e pastorale. Essa opera assieme allÂ’Agenzia dellÂ’ACNUR.

LÂ’Em.mo Cardinale ha poi distribuito a tutti i partecipanti il testo completo del suo dire in spagnolo.

 

A questi tre interventi è seguito il secondo dibattito della giornata, dal quale sono emersi i seguenti punti:

* Nelle Americhe, il migrante incontra molte persone appartenenti alle sette protestanti che spesso sono prepotenti e aggressive. Occorre un accompagnamento pastorale per sostenere il migrante cattolico nella pratica della sua fede. Vi sono alcuni orientamenti al riguardo nellÂ’Istruzione EMCC.

Un altro problema che affligge i migranti dellÂ’America Latina è la difficoltà del ricongiungimento familiare. Il governo statunitense sta restringendo la concessione di visti per i familiari dei migranti.

* Si parla di dialogo con persone di altre religioni, però, dialogando si arriva alla questione dellÂ’identità e questo può generare conflitti. Ci sono persone che pensano sia conveniente lasciar stare il dialogo e lÂ’identità per poter creare una nuova realtà religiosa flessibile. Come può la nostra Chiesa, che si basa invece su specificità e identità, contribuirvi? S.E. Mons. Segretario ha risposto che si deve certo sostenere il dialogo interculturale, anche se ancora non vi sono stati molti risultati, ma si deve mantenere la propria identità pur rimanendo aperti agli altri.

* Purtroppo tanti immigrati rumeni sono coinvolti nella criminalità, che ha causato anche la morte di alcune persone, attirando lÂ’ira e lÂ’ostilità di numerose comunità. Scusandosi per i crimini commessi dai propri connazionali, il rappresentante della Romania ha ringraziato innanzitutto il Santo Padre e il Pontificio Consiglio che continuano a difendere i diritti dei migranti. Si suggerisce al Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti e a quello per la Famiglia di organizzare un qualche incontro in Romania sulla migrazione o sulla famiglia, invitando anche membri della Chiesa ortodossa rumena. Oltre a difendere la famiglia e a promuovere i diritti dei migranti, tale incontro rafforzerebbe i rapporti tra la Chiesa Cattolica (10% della popolazione) e la Chiesa Ortodossa (80%). Secondo il Cardinale Martino una riunione in Romania non sarebbe un problema, però bisognerebbe vedere le date, il programma, ecc. DallÂ’incontro che il Porporato ha avuto con il Presidente della Romania, il mese scorso, è risultato che quella Nazione è in difficoltà a causa dellÂ’esodo dei rumeni verso lÂ’Occidente. Le autorità hanno incoraggiato gli altri governi ad accogliere soltanto chi ha un lavoro sicuro. Quelli che sono senza lavoro finiscono nel giro della delinquenza, prostituzione, ecc. Secondo gli articoli 13 e 14 della Dichiarazione dei Diritti dellÂ’Uomo, tutti hanno il diritto di muoversi anche allÂ’estero, ma nel rispetto delle regole.

* Occorre ridefinire la parola “integrazione”. A quanto pare, alcuni credono che integrazione significhi diventare come le persone del paese ospitante. Alcuni rumeni, nel timore di essere costretti a perdere la loro identità culturale, tornano a casa. Per tale questione è necessario sapere – ha detto il Segretario del PCPMI – che integrazione non è assimilazione. Comunque, è indispensabile che lÂ’immigrato rispetti le leggi, le usanze, etc. del paese che lo ospita.

 

Al termine del dibattito Mons. Segretario ha raccomandato ai partecipanti la lettura di due libretti che sono stati distribuiti: uno in spagnolo La Iglesia en España y los inmigrantes e lÂ’altro in tedesco Routenplaner. Gebete – nicht nur für Lkw-Fahrer. Quello in spagnolo è un esempio di come le Conferenze Episcopali possono “ricevere” lÂ’EMCC nel proprio Paese.

 

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Alla pausa è seguita la relazione del Dottor Johan Ketelers, Segretario Generale della Commissione Internazionale Cattolica delle Migrazioni (CICM), che ha parlato del Diritto al ricongiungimento familiare, mettendo in evidenza le tendenze delle politiche nazionali che lo ostacolano e le politiche centrate sullÂ’economia contro le necessità e le “ambizioni” dei migranti. In sostanza ha detto che “tra le tendenze a politiche nazionali sempre più restrittive, le influenze sociali e la supremazia degli interessi economici nazionali, il diritto naturale fondamentale a essere riuniti con la propria famiglia è diventato, per milioni di persone, una prospettiva lontana piuttosto che una realtà quotidiana”.

 

La Sig.ra Loretto OÂ’Callaghan, il cui testo è stato letto dal Rev.do Jeremy Fairhead, Officiale del PCPMI, ai Membri e Consultori in absentia, si occupa da molti anni della questione dellÂ’alloggio degli studenti esteri e, ultimamente, anche degli studenti disabili. Nel suo intervento Gli studenti esteri e le loro famiglie è spiegato che studiare e vivere nel Regno Unito è oneroso e comporta pertanto molte difficoltà. In merito alle famiglie, la Sig.ra OÂ’Callaghan ha notato che gli studenti che portano con sé anche i figli si trovano ad affrontare ulteriori problemi. La Chiesa cattolica e alcuni gruppi religiosi offrono servizi di cappellania e alloggi in ostelli, non sufficienti tuttavia a coprire le necessità di tutti gli studenti sposati.

 

S.E. Mons. Gilbert Louis, Vescovo di Châlons, in Francia, ha focalizzato il suo intervento sulla situazione dei 350.000/400.000 Zingari francesi. Essi si considerano francesi a tutti gli effetti. Hanno un senso molto forte della famiglia. LÂ’uomo ne è il capo e il ruolo della donna è di assicurare la sussistenza quotidiana. Il figlio è il re e la famiglia è il luogo primario della sua educazione, ma vi sono sempre più bambini scolarizzati. I nuovi migranti Rom (5000-7000) vivono in una totale insicurezza. Essi hanno un profondo senso religioso e la sollecitudine della Chiesa nei loro confronti riveste grandissima importanza per loro.

 

 

Il terzo dibattito del giorno è stato dedicato ai seguenti argomenti:

* Molti asiatici, soprattutto del lontano Oriente, non conoscono gli zingari e il loro nome in inglese, “gypsy”, suona romantico. Ha risposto lÂ’Arcivescovo Segretario: secondo una stima generale, ci sono 30 milioni di zingari nel mondo, con loro presenza in Asia, nel Bangladesh, in India, nelle Filippine e in Indonesia, ecc. A quanto pare, la loro terra dÂ’origine è il Punjab, in India. Da lì si sono sparsi nel mondo asiatico e in Europa. Un buon numero di essi si trova anche in Brasile e negli Stati Uniti dÂ’America. Purtroppo sono ignorati e disprezzati in Occidente. Ci vorrà tempo perché questo popolo sia considerato nella società. Una categoria particolare sono gli “zingari del mare”.

* Il 50% di tutti i migranti nel mondo è costituito da asiatici. La maggioranza dei migranti dallÂ’Asia si trova in Medio Oriente, Europa e Stati Uniti dÂ’America. La preoccupazione maggiore concerne i giovani, che una volta lasciata la famiglia restano privi del suo appoggio e diventano vulnerabili alle tentazioni e ai pericoli della vita. Dal punto di visita pastorale, tali giovani perdono anche il senso dei valori umani e cristiani. In India, per esempio, la Chiesa cattolica ha creato un “Young Catholic Movement”, una rete per collegare i giovani allÂ’interno del paese e allÂ’estero. Il PCPMI potrebbe suggerire ad altre Conferenze episcopali di creare reti simili.  

 

Per concludere la giornata, lÂ’Em.mo Presidente ha attirato lÂ’attenzione dei partecipanti sui molteplici compiti svolti dai 9 settori del Pontificio Consiglio, evidenziati durante le relazioni e i dibattiti del primo giorno della Plenaria. Il Porporato ha ringraziato i relatori e tutti i partecipanti per i loro contributi tesi a orientare il servizio del Dicastero. Il Cardinale Presidente ha auspicato che le discussioni di questo giorno possano aiutare le Conferenze Episcopali nella pastorale delle persone in mobilità.

 

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Mercoledì 14 maggio 2008, seduta del mattino

 

I lavori hanno avuto inizio alle ore 9.00, con la recita dellÂ’Hora Tertia. Alla presenza di tutti i partecipanti, sono stati fatti alcuni annunci, concernenti: lÂ’Udienza con il Santo Padre, programmata per le ore 12.00 del 15 maggio 2008; la richiesta di proposte per il tema del prossimo Congresso Mondiale per i Migranti e Rifugiati, che si terrà nel 2009; la domanda di suggerimenti per raccomandazioni e conclusioni della Plenaria; il rimborso dei biglietti aerei.

La prima relazione è stata svolta dalla Sig.ra Maria Cristina de Castro, Presidente dellÂ’Associazione “Rosas dos Ventos” in Spagna, impegnata da molti anni nellÂ’Apostolato del Mare, la quale ha parlato della realtà della famiglia dei marittimi e dei pescatori, che può essere definita come la schiavitù silenziosa del 21° secolo. La famiglia, ella ha affermato, è incompatibile con la vita di marittimo per i lunghi spostamenti in mare e i brevi soggiorni a terra, e per la disparità dei trattamenti fra equipaggi dal Terzo Mondo ed europei e fra le donne e gli uomini. La solidarietà mondiale, anche attraverso il Comitato Internazionale dellÂ’Apostolato del Mare per la Pesca, potrà contribuire alla liberazione dei marittimi e delle loro famiglie.

 

In seguito cÂ’è stato un intervento del Rev.do Mons. Wolfgang Miehle, Direttore nazionale della Pastorale della Strada in Germania, sulle Forme di solidarietà con i camionisti e le loro famiglie. Il Prelato ha previsto unÂ’ulteriore crescita del numero di donne e uomini alla guida di camion, in Germania e in Europa, a motivo dellÂ’incremento del trasporto su strade e autostrade di merci e di persone. La concorrenza sul mercato internazionale aumenterà la pressione sulle loro condizioni di vita e di lavoro, contraddistinte principalmente da orari molto lunghi, continua fretta e separazione dalla famiglia. La situazione lavorativa dei camionisti è un indice importante nel mondo globalizzato.

 

Il Prof. Mario Pollo, Docente di pedagogia sociale presso la Libera Università Maria SS. Assunta (Lumsa) e lÂ’Università Pontificia Salesiana, a Roma, ha parlato di Impegno per la reintegrazione dei ragazzi e delle donne di strada e dei senza fissa dimora nel nucleo familiare. La sua relazione ha esaminato le iniziative delle comunità ecclesiali di differenti paesi per affrontare e invertire il percorso che ha portato queste persone a divenire ragazzi, donne di strada e senza fissa dimora.

In particolare i progetti a favore dei ragazzi di strada intendono recuperare nei giovani il senso della propria dignità umana e autostima, e di una corretta socializzazione. I progetti a favore delle donne di strada mirano allo sviluppo della relazionalità, necessaria allÂ’accompagnamento spirituale e umano, in un cammino di promozione della persona.

 

Il Rev.do Don Michael Zaniolo, Presidente della Conferenza nazionale dei Cappellani cattolici dellÂ’Aviazione civile degli Stati Uniti (NCCAC), ha svolto la relazione I lavoratori aeroportuali e il personale di volo e le loro famiglie. La pastorale dei cappellani dÂ’aeroporto si rivolge ai viaggiatori, al personale delle compagnie aeree, al personale di terra e agli addetti alla sicurezza negli aeroporti. Pertanto, ciò che riguarda e colpisce i lavoratori aeroportuali e i viaggiatori, tocca pure le loro famiglie. Il ministero aeroportuale offre unÂ’autentica esperienza di Chiesa. Fra le nuove sfide: il terrorismo, lÂ’instabilità economica e la globalizzazione.

 

Questi cinque interventi sono stati oggetto del primo dibattito della giornata. I punti salienti sono stati i seguenti:

* Negli ultimi quattro decenni lÂ’istituto familiare nei paesi europei ha subito cambiamenti in senso di decadimento e immoralità. Sarebbe conveniente che questa Plenaria rilasciasse raccomandazioni utili ad aiutare gli europei ad accorgersi dei problemi gravi e ad affrontarli. Il parlamento in Scozia, ad esempio, sta legiferando contro la famiglia. Questo accade a seguito di tanti casi di aborto nel Paese. Con le nuove leggi coppie omosessuali e lesbiche potranno adottare bambini. In Inghilterra ci sono già progetti di leggi per favorire la manipolazione genetica, orientata a creare un “ibrido” composto di cellule umane e animali. I Vescovi hanno parlato contro questi provvedimenti legali e hanno scritto una lettera di protesta, indirizzata al Primo Ministro Gordon Brown. Tutta la Chiesa e in particolare il Pontificio Consiglio per la Famiglia e il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti dovrebbero pronunciarsi fortemente contro tali abusi legislativi, e in favore di una politica familiare in tutto il mondo. CÂ’è da notare che la legislazione attuale non ha più funzione pedagogica. Essa piuttosto riflette la società. Occorre intensificare il dialogo con i parlamenti e servirsi dei mezzi di comunicazione.

* Alcune donne di strada catturate e rinviate nei loro Paesi, dopo pochi mesi tornano in Occidente per praticare quanto avevano tralasciato temporaneamente di fare. Occorre organizzare un accompagnamento pastorale nei loro paesi dÂ’origine, auspicando che quelli di destinazione sappiano creare strutture di assistenza e protezione nel processo di normalizzazione della loro vita. Bisogna incoraggiare lo sviluppo dei paesi poveri per evitare lÂ’emigrazione.

* Ci sono casi in cui nelle attività con migranti e itineranti si dimentica la dimensione trascendente. In tali casi lÂ’opera pastorale coincide con lÂ’assistenza sociale, con il rischio di ridurre il nostro servizio al sociale. LÂ’opera della Chiesa in favore delle famiglie migranti e itineranti dovrebbe andare oltre lÂ’assistenza e la cura materiale.

* La presenza di cappelle negli aeroporti è molto importante per la pastorale aeroportuale. Occorre, ove ciò sia possibile, esporre il Santissimo Sacramento e unÂ’immagine della Madonna nelle cappelle per i cattolici. Non basta una cappella ecumenica! Tuttavia, cÂ’è bisogno del permesso delle autorità aeroportuali per avere una cappella in aeroporto. Quindi entrano in gioco i rapporti tra Chiesa e Stato e tra la cappellania e le autorità aeroportuali. Il numero dei viaggiatori cresce velocemente e tante sono le persone che potrebbero pregare mentre sono in transito. È comunque raccomandata la presenza continua di un operatore pastorale. Si deve anche insistere sulla visibilità di tale cappella. Non si può comunque trascurare il fatto che, in tanti paesi e per diverse ragioni, le autorità aeroportuali sono più disposte a dare un permesso per una cappella ecumenica che per una soltanto cattolica. In tale caso ci si deve accontentare di ciò che è disponibile – ha detto lÂ’Arcivescovo Segretario – anche se i tentativi per ottenere una cappella cattolica dovrebbero continuare.

Questo dibattito è stato seguito da una pausa e, alle ore 11.30, i lavori sono ripresi, con lÂ’intervento di S.E. Mons. Ramón Benito de la Rosa y Carpio, Arcivescovo di Santiago de los Caballeros, nella Repubblica Dominicana, il quale ha inviato il suo testo Turisti e pellegrini dal punto di vista della famiglia. Considerazioni sulla celebrazione del matrimonio fra turisti. Tale relazione è stata presentata ai Membri e Consultori in absentia dalla Dott.ssa Margherita Schiavetti, Officiale del PCPMI. NellÂ’arcidiocesi di Mons. de la Rosa y Carpio, in quellÂ’isola Caraibica, arrivano numerosi turisti, principalmente con le famiglie. Il suo impegno pastorale in questo ambito prevede anche la costruzione di cappelle negli alberghi e allÂ’interno dei resort e la creazione di parrocchie, territoriali e personali, per i turisti e i lavoratori del settore. Pure la pastorale dei pellegrinaggi ai Santuari deve rivolgere attenzione alle famiglie.

 

In seguito, il Rev.do Mons. Piergiorgio Saviola, Direttore Generale della Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana, ha esaminato il tema La famiglia nei circhi e lunapark, per una pastorale di frontiera. LÂ’Esortazione apostolica Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II e la costante insistenza con la quale Benedetto XVI ritorna sul fondamento, sui doni e compiti della famiglia cristiana, sono i punti di riferimento sicuri ai quali deve ispirarsi la pastorale familiare, anche per quanto riguarda le esigenze e le caratteristiche proprie della famiglia nel circo e nel lunapark.

 

S.E. Mons. Josef Voß, Vescovo Ausiliare di Münster, in Germania, nella sua riflessione su Matrimoni misti - pericoli e opportunità, si è interrogato sullÂ’unione fra persone di diversa religione, per il crescente numero di “matrimoni biculturali” nel Paese. AllÂ’inizio del matrimonio i coniugi vivono le differenze come un arricchimento e unÂ’attrattiva, ma, in seguito, possono crearsi difficoltà a causa delle diverse culture, mentalità, stili di relazione e di rapporti familiari. LÂ’attività pastorale deve avere intelligenza e sensibilità.

 

I partecipanti sono stati invitati a discutere sui tre interventi fatti dopo la pausa e ne sono emersi i seguenti punti:

* I matrimoni tra una parte cattolica e una musulmana è difficile che durino. In Polonia, ad esempio, tali unioni falliscono dopo pochi mesi. Quanto ai matrimoni tra una parte cattolica e una ortodossa, occorre un documento dellÂ’ordinario e una buona preparazione pastorale. A questo riguardo il Consiglio delle Conferenze Episcopali dÂ’Europa (CCEE) sta studiando linee guida pastorali e giuridiche, che saranno pubblicate.

Si raccomanda, comunque, uno studio che approfondisca la questione del matrimonio tra un cattolico di rito latino e un cattolico di un altro rito orientale.

* Il turismo potrebbe essere unÂ’opportunità di evangelizzazione. A titolo di esempio, nel Nord della Polonia qualche sacerdote viene invitato a fare una conferenza su di un argomento biblico ai turisti e alle loro famiglie. Ciò avviene anche in altre parti del mondo dove la Chiesa è impegnata nel campo del turismo. Il documento Orientamenti per la Pastorale del Turismo offre utili indicazioni al riguardo.

 * LÂ’Apostolato del Mare si preoccupa per lÂ’allarmante ricorrenza dei sequestri delle navi. Si auspicano interventi rapidi per tutelare la vita dei sequestrati e alleviare i dolori dalle famiglie. I centri “Stella Maris” possono risultare utili anche in queste circostanze. Essi aiutano altresì i marinari a mettersi in contatto con i familiari, a ottenere viveri e tutto ciò che è necessario per la vita sulla nave.

Si lamentano comunque le condizioni lavorative a bordo di alcune navi, incluse quelle da crociera, nelle quali non è permesso ai lavoratori per es. dÂ’incontrare i passeggeri. Ci sono comunque sforzi per arrivare a una legislazione marittima che si occupi di tali casi.

* Il battesimo di un musulmano (Dott. Magdi Cristiano Allam, Vice Direttore del quotidiano italiano Corriere della Sera) ricevuto dalle mani del Santo Padre, durante lÂ’ultima veglia pasquale, ha suscitato reazioni e paure in certi ambienti, anche cattolici. Tuttavia, tale evento ha sottolineato la libertà di coscienza come un diritto umano, che dovrebbe essere riconosciuto nel mondo di oggi. Molti Paesi, anche musulmani, hanno firmato la Dichiarazione universale dei Diritti dellÂ’uomo e quindi gli stessi musulmani hanno il diritto di cambiare religione.

 

Mercoledì 14 maggio 2008, seduta pomeridiana

 

Nel pomeriggio i partecipanti hanno ascoltato la relazione di S.E. Mons. Orlando B. Quevedo, O.M.I., Arcivescovo di Cotabato (Filippine) e Segretario Generale della Federazione delle Conferenze Episcopali dellÂ’Asia (FABC), il quale ha parlato di Comunione, solidarietà e missione in risposta alla rottura della famiglia di migranti e itineranti. Per rispondere al problema della disgregazione della famiglia dei migranti e degli itineranti, lÂ’Arcivescovo ha detto che è necessario un triplice dialogo con i poveri, le culture e le tradizioni religiose. Si deve cioè mettere in atto una pastorale della famiglia, che curi e serva, che formi e confermi nella missione.

 

Dopo questo intervento i partecipanti sono stati invitati a discutere dei temi in precedenza svolti. Da ciò è emerso che:

* La questione della migrazione è molto sentita in Africa. Tante persone rischiano la vita attraversando il deserto o il mare per raggiungere lÂ’Europa. Ci sono molti pericoli in tali viaggi e numerosi perdono la vita.

* Con il processo di globalizzazione, tanti paesi africani hanno aperto le frontiere, facilitando anche i termini per investimenti di compagnie dei paesi ricchi. Di conseguenza, arrivano nel continente operatori dallÂ’estero e predano ricchezze a basso costo. Per gli africani invece non è facile recarsi nei paesi dove si trovano i benefici della globalizzazione, a causa delle regole della migrazione; essi trovano spesso le frontiere dei paesi ricchi chiuse!

CÂ’è poi lÂ’emigrazione allÂ’interno del continente. Per frenare tale movimento, occorre elevare lo standard di vita nei paesi africani. Su questo punto la Chiesa può contribuire anche facendo appelli incessantemente a favore dellÂ’Africa e sensibilizzando i governi e lÂ’opinione pubblica sul dramma della migrazione in questo continente. Negli ultimi anni il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE) e il Simposio delle Conferenze Episcopali dÂ’Africa e Madagascar (SECAM) hanno deciso di incontrarsi annualmente per prendere una comune responsabilità di fronte al fenomeno della mobilità umana fra i due continenti. Lo scorso 2007 cÂ’è stato un incontro in Ghana sulle nuove schiavitù. QuestÂ’anno si svolgerà un incontro a Liverpool sulle migrazioni.

* Il dramma delle migrazioni sta destabilizzando la famiglia in Africa. Questo, purtroppo, si aggiunge a quella che sembra essere la linea politica mondiale di indebolire la famiglia dal tempo delle Conferenze del Cairo (1990) e Beijing (1995). Tanti governi africani sono costretti a introdurre leggi a favore dellÂ’aborto e promuovere metodi anticoncezionali non naturali. La Chiesa dovrebbe interpellare le Nazioni Unite per discutere sul futuro dellÂ’umanità.

* Basandosi sullÂ’esperienza acquisita, la Chiesa sta rilasciando poche dispense per i matrimoni tra cattolici e musulmani. Si deve agire con realismo.

* È importante studiare la cultura dei migranti per poter proteggere i loro matrimoni e le loro famiglie. Occorre servirsi di esperti in materia.

* Ci vorrebbe un Congresso per trattare le migrazioni allÂ’interno di un paese (interior migration).

* Comunicazione e collaborazione tra la Chiesa dÂ’origine e di destinazione sono molto utili anche per aiutare concretamente le famiglie di migranti e itineranti. In occasione delle visite ad limina dei Vescovi, – ha ricordato Mons. Marchetto – il Pontificio Consiglio è solito ricordare ai Pastori lÂ’importanza della comunicazione e dellÂ’aiuto vicendevole tra le Chiese per facilitare la pastorale di migranti e itineranti. LÂ’iniziativa dovrebbe partire dalle Conferenze Episcopali interessate, come è raccomandato dallÂ’Istruzione EMCC.  

* Occorre organizzare un Incontro per studiare e approfondire la questione della santità della famiglia del migrante e dellÂ’itinerante, per esempio, creando un santuario della Santissima Famiglia di Nazaret e farlo oggetto di pellegrinaggi di famiglie.

 

Dopo una breve pausa ci sono stati i seguenti ultimi due interventi:

 

La Dott.ssa Sara Silvestri, Docente di Politica Internazionale e Islam in Europa, presso la City University di Londra e lÂ’Università di Cambridge, Membro anche del Consiglio della Fondazione per il Dialogo delle Culture dellÂ’Unione Europea, nel suo intervento Dialogo interculturale a favore dei membri della famiglia e di una vita integrale, brevemente ha rivisitato il modo in cui il dialogo interculturale è stato utilizzato e definito nel passato, e più recentemente, da Papa Benedetto XVI. Ella ha spiegato il motivo per cui tale dialogo è particolarmente rilevante nellÂ’esperienza dellÂ’immigrazione. Ha poi illustrato come tale processo  danneggi la vita familiare dei migranti e ha rivolto particolare attenzione allÂ’esperienza delle donne in Europa. A tale riguardo ha concluso spiegando le ragioni che la portano a considerare la famiglia un luogo privilegiato per lÂ’impegno nel dialogo interculturale.

 

S.E. Mons. Nicholas DiMarzio, Vescovo di Brooklyn, negli Stati Uniti dÂ’America, sul tema Per una rinnovata pastorale della famiglia in situazione di mobilità, ha sottolineato che il quadro fondamentale della sollecitudine pastorale per le famiglie dei migranti si può trovare nellÂ’Istruzione Erga migrantes caritas Christi, in cui emergono tre elementi chiave per tale pastorale specifica: la nascita, il matrimonio e la morte. Ha suggerito, poi, come approcci importanti da seguire quello di favorire lÂ’unità della famiglia e di trovare modi per assisterla nel processo di inculturazione. Il crescente fenomeno del traffico di esseri umani, in special modo di donne e bambini, è unÂ’ulteriore sfida pastorale per la Chiesa.

 

A questo punto i partecipanti sono stati invitati a continuare con il dibattito su tutte le relazioni. Eccone i punti qualificanti:

* Quando si tratta di matrimonio tra una donna cattolica e un musulmano, gli ordinari del luogo non devono agire in fretta nel concedere la dispensa. Ci vuole realismo. La parte cattolica, soprattutto la donna, deve essere accompagnata, perché in tante culture essa è considerata debole in quanto madre e sposa. Non dovrebbe mai essere abbandonata pastoralmente.

* I musulmani mettono sempre in evidenza la loro fermezza nel credere che tutto è islam e lÂ’islam è tutto! Perfino negli incontri delle Nazioni Unite, i musulmani cominciano i discorsi invocando il nome di Dio: è un segno da considerare. E gli stessi discorsi dimostrano quanto confondano la sfera religiosa e quella politica. Noi sappiamo però che Gesù Cristo è il fondatore della laicità sana e cooperante quando disse “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio" (Mt 22,21). Pertanto noi, in quanto cristiani, abbiamo lÂ’obbligo di aiutarli ad arrivare a una nuova mentalità, che li aiuti anche a riconoscere aspetti positivi nelle altre religioni e culture. Tocca sicuramente ai cristiani – annotava lÂ’Ecc.mo Segretario – aiutare i non cristiani a conservare la dimensione trascendente dellÂ’esistenza. Si spera che i matrimoni misti e altri dialoghi di vita saranno comunque una via verso una convivenza fraterna e pacifica.

Si deve, però, fare attenzione a non prestare i luoghi di culto cattolici ai musulmani, per non causare confusione sia nei musulmani che nei cattolici. Alcuni musulmani considererebbero tale gesto come una conquista (o riconquista) dellÂ’Islam. LÂ’EMCC dà alcune opportune istruzioni concernenti questa questione.

* Cerchiamo anche di riconoscere che la famiglia migrante ha valori specifici da diffondere nel paese di destinazione. Ad esempio, tante famiglie di filippini che emigrano, contribuiscono a ringiovanire le comunità cattoliche nei paesi ospitanti, grazie ai loro movimenti dellÂ’apostolato dei laici, p.e. Couples for Christ o El Shaddai, che mirano a rafforzare i matrimoni e le famiglie in tutto il mondo. Si potrebbe pensare anche allÂ’esistenza di sacerdoti itineranti, che possano aiutare le famiglie migranti e appunto itineranti in alcuni casi. Infatti, nel mondo intero nessuno dubita che gli immigrati filippini rappresentano una presenza missionaria, grazie anche al fatto che la Conferenza Episcopale delle Filippine ha nominato un vescovo promotore che visita i migranti e li incoraggia nella fede.

* Il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica è uno strumento utile anche nelle questioni della migrazione. Alcuni suoi capitoli trattano vari aspetti dalla mobilità umana. La EMCC e il Compendio devono essere libri di lavoro per tutti gli operatori pastorali del nostro Pontificio Consiglio.

 

I lavori della giornata sono stati chiusi alle ore 17.40.

 

Giovedì 15 maggio 2008

 

Dopo la recita dellÂ’Hora Tertia, lÂ’Arcivescovo Segretario del Pontificio Consiglio ha fatto un annuncio relativo allÂ’udienza pontificia delle ore 12.00 e ha invitato i partecipanti a dare le loro osservazioni e raccomandazioni per iscritto prima della loro partenza, se non fatto verbalmente in seduta.

 

Nello spazio di tempo ad esse dedicato, i partecipanti hanno presentato i seguenti argomenti:

* La famiglia, come istituzione, è sotto attacco a livello mondiale. Occorre, pertanto, che la Chiesa, tramite i Dicasteri della Curia Romana, organizzi e coordini tutte le forze disponibili per dare una risposta mondiale a tale sfida. Inoltre, il Pontificio Consiglio dovrebbe partecipare ad altre riunioni a livello mondiale per fare udire la voce della Chiesa. Potrebbe, per esempio, intervenire al Forum circa le Migrazioni e lo Sviluppo, che avrà luogo a Manila nel mese di ottobre 2008 [ed è cosa già in programma, come si fece a Bruxelles lo scorso anno].

* Per la pastorale dei migranti e degli itineranti – e quindi anche per le loro famiglie – si deve insistere sull’importanza della collaborazione tra la Chiesa d’origine e quella di destinazione.

* I matrimoni tra i turisti sono in aumento (o di moda). Il Pontificio Consiglio dovrebbe dare istruzioni chiare affinché la legge della Chiesa, e in particolare la preparazione dei futuri sposi, sia rispettata [si sta già facendo, in occasione delle visite ad limina].

* Conviene denunciare quelli che manipolano le economie senza pensare agli effetti negativi che si riversano sulle famiglie. Per esempio, il caso di compagnie che decidono allÂ’improvviso di trasferirsi da un paese a un altro dove la manodopera è a buon mercato. Conseguentemente, tante persone perdono il posto di lavoro e le loro famiglie ne risultano destabilizzate. Tali effetti sono più gravi per la famiglia migrante.

* Per sensibilizzare le persone sul fenomeno della mobilità umana, occorre diffondere la celebrazione annuale della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.

* È opportuno redigere un Documento Finale di questa Sessione Plenaria, da inviare ai partecipanti e anche alle Conferenze Episcopali perché esse sono lÂ’interlocutore principale del Pontificio Consiglio in materia di pastorale per i migranti e gli itineranti. Sono esse che possono agire per implementare le raccomandazioni. Per esempio, la Conferenza Episcopale del Messico sta preparando un Incontro sulla Famiglia. Detto incontro potrebbe fare riferimento al Documento Finale di questa Plenaria.

* In tanti paesi le Conferenze Episcopali non hanno una commissione per la pastorale dei migranti e itineranti e spesso le commissioni non sono in grado di rendere un servizio adeguato per mancanza di formazione e training in materia. Occorre forse aiutare le Conferenze Episcopali con difficoltà di operatività.

* Ci sono zone di conflitti migratori ben conosciute nel mondo, come p.e. la frontiera tra Messico e Stati Uniti o sempre tra Stati Uniti e lÂ’America Centrale. Sarebbe utile che il Pontificio Consiglio partecipasse agli incontri svolti in tali zone per discutere le questioni della mobilità umana [si cerca di fare, ma bisogna essere invitati Â…].

* Il numero dei viaggiatori nel mondo sta aumentando ogni anno e quindi è utile chiedere alle autorità aeroportuali competenti la facoltà di avere una cappella cattolica – con la presenza del Santissimo Sacramento e lÂ’immagine della Madonna.

* Spesso i Dicasteri della Curia Romana organizzano incontri regionali secondo i loro obbiettivi e programmi dÂ’azione. Può capitare però che la leadership ecclesiastica della regione interessata abbia altri obbiettivi sulla stessa materia. Pertanto si raccomanda che prima di organizzare incontri nelle regioni, i Dicasteri coinvolgano e consultino la locale autorità ecclesiastica [non è il caso del Pontificio Consiglio].

* In futuro sarà importante trattare ampiamente i seguenti tre temi: la famiglia migrante allÂ’interno del paese e allÂ’estero; la famiglia migrante e lÂ’inculturazione; la responsabilità delle Conferenze episcopali in materia di famiglia migrante.

 

 

*          *          *          *

 

Dopo queste osservazioni e raccomandazioni, cÂ’è stata la lettura, paragrafo per paragrafo, della bozza del Comunicato conclusivo della Plenaria.

Alcuni partecipanti hanno chiesto che il Comunicato sottolinei altresì il ruolo dei giovani e la reciprocità durante il processo dÂ’integrazione. Il Documento è stato approvato dallÂ’Assemblea, la quale ha lasciato il compito di affinarlo al Pontificio Consiglio stesso.

 

In conclusione, lÂ’Em.mo Cardinale Renato Raffaele Martino ha ringraziato i partecipanti per la loro presenza attiva durante i lavori della Plenaria, assicurando che il Pontificio Consiglio si impegnerà a servire la Chiesa seguendo le raccomandazioni e osservazioni formulate. Inoltre il Porporato ha invitato i Membri e i Consultori a offrire più suggerimenti, mirati ad aiutare il servizio pastorale del Dicastero. Il Cardinale ha terminato dicendo che il lavoro fatto in queste giornate spinge allÂ’amore di Cristo e ha rivelato che Caritas Christi urget nos (2Cor 5,14).

 

Successivamente tutti i partecipanti sono partiti per lÂ’Udienza del Santo Padre, Benedetto XVI, in Vaticano, che ha avuto inizio alle ore 11.45.

Il Papa ha rivolto un discorso di ringraziamento, orientamento e incoraggiamento. Riferendosi alla sua visita recente negli Stati Uniti dÂ’America, il Santo Padre ha così riferito che durante tale visita ha tenuto a sottolineare lÂ’importanza dellÂ’accoglienza di tutti coloro che vi emigrano e la necessità del ricongiungimento familiare. Rievocando lÂ’insegnamento di Pio XII (nella Costituzione Apostolica Exsul Familia) e di Giovanni Paolo II (nei Messaggi della Giornata Mondiale per il Migrante e il Rifugiato degli anni 1980, 1986 e 1993), Papa Benedetto XVI ha presentato lÂ’icona della Sacra Famiglia come modello delle famiglie migranti.

Il Santo Padre ha ribadito la necessità di difendere con coraggio e pazienza la famiglia, anche quella migrante, quale cellula originaria della società.

Nella pastorale in favore delle famiglie migranti e itineranti, il Papa ha esortato la comunità cristiana a lasciarsi guidare dal comandamento nuovo dellÂ’amore e ha chiesto di aiutare le famiglie migranti e itineranti a scoprire tale amore nei Sacramenti, in particolare nellÂ’Eucaristia, che dà anche la forza necessaria a mantenere saldi i vincoli familiari. Il Santo Padre ha augurato altresì che la famiglia migrante e itinerante sia una frontiera importante per la nuova evangelizzazione.

 

LÂ’Udienza del Santo Padre si è conclusa alle ore 12.30 e con essa i lavori della XVIII Sessione Plenaria, dedicata al tema, che andrà certamente ripreso e approfondito in sedi adeguate, La Famiglia Migrante e Itinerante

 

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