The Holy See
back up
Search
riga

 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move

N° 109, April 2009

 

 

Convegno della

Chiesa nell’ambito della BIT

(Borsa Internazionale del Turismo)

Milano, Rho-Pero, 20 febbraio 2009

  

 

 

Lettera ai partecipanti da parte del

Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti  

Si realizza ancora una volta questo Incontro della Chiesa nell’ambito della Borsa Internazionale del Turismo (BIT). A tutti i presenti va il nostro saluto cordiale. In particolare ringraziamo i responsabili di questa grande Fiera, che da oltre due decenni accoglie anche la Santa Sede, in “joint venture” con la Conferenza Episcopale Italiana e l’Arcidiocesi di Milano.

Il turismo affronta la sfida del cambiamento climatico, è questo il tema intorno al quale riflettere e che è stato scelto dall’Organizzazione Mondiale del Turismo per la ventinovesima Giornata Mondiale. Nostro scopo oggi è di leggerlo e approfondirlo con gli occhi della fede e in questa riflessione vi proponiamo di seguire il testo del messaggio pastorale offerto dal nostro Pontificio Consiglio.

Il cambiamento climatico è diventato una preoccupazione prioritaria a livello globale. Su ciò si susseguono le riunioni a livello governativo e sociale, si approfondiscono le ricerche scientifiche e si formulano proposte in ambito economico. È un problema che riguarda tutti noi che viviamo in questa casa comune che è la terra. Infatti, tutti siamo responsabili, a diverso titolo, della situazione attuale e ne subiamo al tempo stesso le conseguenze.

Tale affermazione si può riferire in modo singolare anche alla sfera del turismo, un’attività dell’uomo che contribuisce al cambiamento climatico e ne soffre i suoi effetti.

Con l’emissione di gas nocivi da parte dei mezzi di trasporto (che incidono per un cinque per cento sul totale mondiale), con la cementificazione incontrollata degli spazi naturali e con lo sperpero delle risorse naturali, il turismo ha un peso negativo importante.

Contemporaneamente esso ne soffre le conseguenze. In effetti, come succede per l’agricoltura, anch’esso dipende ampiamente dalla meteorologia e dalla climatologia, risentendo sia dell’andamento quotidiano del tempo che dell’evoluzione climatica di lungo periodo.

“Al tempo stesso bisogna ricordare che, oltre alle incidenze negative ambientali, l’industria turistica porta innumerevoli benefici all’economia dei Paesi, favorisce la creazione di posti di lavoro, lo sviluppo delle infrastrutture, la promozione della cultura e la tutela delle aree naturali. È quindi una grande forza per combattere la povertà e migliorare la qualità della vita dei singoli e di intere popolazioni”[1].

Ma perché il turismo sia una tale forza motrice di crescita economica è necessario che risponda ai parametri del rispetto ecologico, come annuncia il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, quando indica che “Un’economia rispettosa dell’ambiente non perseguirà unicamente l’obiettivo della massimizzazione del profitto, perché la protezione ambientale non può essere assicurata solo sulla base del calcolo finanziario di costi e benefici”[2]. Difatti i risultati delle politiche e dei progetti turistici saranno vincenti soltanto se accompagnati da una visione sociale e ambientale, insieme a quella economica. Sarà quindi una fonte continua di ricchezza se cresce sulla linea di un turismo sostenibile. Come ci ha detto il Santo Padre, in occasione dell’ultima Giornata Mondiale, “l’esperienza insegna che la gestione responsabile del creato fa parte, o così dovrebbe essere, di un’economia sana e sostenibile del turismo”[3].

Per tanti Paesi dalle limitate risorse, il turismo è fonte primaria di reddito e una seria proposta di crescita economica, se rispetta strategie di sostenibilità, responsabilità e solidarietà. Secondo la Risoluzione del Parlamento europeo, del 29 novembre 2007, “il turismo, sviluppato in modo sostenibile, deve rappresentare per le economie locali, principalmente per le regioni svantaggiate, una forma di reddito duraturo e di promozione dell’occupazione stabile e con diritti, … salvaguardando e valorizzando nel contempo il patrimonio paesaggistico, culturale, storico e ambientale”[4]. Questo possibile beneficio può vacillare di fronte all’attuale crisi ambientale, e sono proprio i Paesi più poveri a subirne le maggiori conseguenze, pur non essendo loro i principali responsabili delle emissioni nocive.

Oltre alle conseguenze di carattere economico, il cambiamento climatico può influire in modo negativo sull’esperienza religiosa.

Nella sua ricerca di Dio, l’uomo scopre alcune vie per avvicinarsi al Mistero, che hanno come punto di partenza la creazione[5]. Le seguenti parole di sant’Agostino ci illuminano: “Interroga la bellezza della terra, del mare, dell’aria rarefatta e dovunque espansa; interroga la bellezza del cielo... interroga tutte queste realtà. Tutte ti risponderanno: guardaci pure e osserva come siamo belle”[6]. E la creatura ci parla del Creatore, la bellezza della natura ci parla di Colui che è Pulcher, Bello, con la B maiuscola. Così la via pulchritudinis ci consente di camminare verso l’incontro con Dio.

Il turismo, facilitando il contatto dell’uomo con la natura, può essere occasione dunque per conoscere le ricchezze del creato, che ci mostrano l’infinita bontà e misericordia del suo Autore, e ci aprono la porta per scoprire la Bellezza, che è Dio, “tanto antica e sempre nuova”[7].

Ma, oggi, non sempre la natura, modificata dall’azione dell’uomo, riflette il volto del Creatore. Troppo spesso la umana mano distruttrice si contrappone al dito del Creatore, rappresentato con grande vigore nella Cappella Sistina. L’azione umana è all’origine del cambiamento climatico, i cui effetti si scorgono soprattutto con l’innalzamento del livello del mare e l’arretramento delle linee costiere, con la maggiore frequenza di piogge torrenziali con siccità più lunghe ed intense, e la graduale desertificazione, con la diminuzione della biodiversità e la riduzione della calotta polare… Il giardino è diventato un deserto.

È necessario perciò correre ai ripari ed invertire la rotta. Solo così il deserto rifiorirà (cf. Is 32, 15-16) e vi potremo leggere la Parola creatrice del suo Autore. Il turismo potrà per questo nuovamente accompagnarci nel cammino della nostra ricerca dell’Assoluto.

Nel nostro rapporto con la natura non basta però cambiare gli atteggiamenti, c’è bisogno di una corretta concezione dell’ambiente. Dobbiamo innanzitutto considerare la creazione come un regalo di Dio, per tutti, quale patrimonio comune dell’umanità. L’uomo, dunque, come sottolineava Giovanni Paolo II nell’Enciclica Centesimus annus, non deve “disporre arbitrariamente della terra, assoggettandola senza riserve alla sua volontà, come se essa non avesse una propria forma ed una destinazione anteriore datale da Dio, che l’uomo può, sì, sviluppare, ma non deve tradire”[8]. Bisogna cioè considerare il creato come regalo ricevuto ma anche da trasmettere alle future generazioni per garantire il loro benessere.

 Il progresso nell’ambito del turismo, come in altri settori, deve riconoscere i propri limiti. Esso sta al servizio della creazione e non viceversa. In questo impegno il Messaggio pastorale del nostro Pontificio Consiglio offre alcune proposte, tra le quali le seguenti: coltivare l’etica della responsabilità; ritornare al senso del limite, riconoscendo l’alterità tra simili e la trascendenza del Creatore rispetto alle sue creature; assumere la propria e personale responsabilità della tutela del pianeta; incoraggiare una cultura “verde”; sviluppare quella del turismo responsabile anche nei confronti dei cambiamenti climatici[9].

In conclusione proponiamo di recuperare la dimensione spirituale del rapporto con il creato, non riducendolo a mero oggetto di sfruttamento, ma impegnandoci per realizzare quello che si comincia a definire come “turismo intelligente”, cioè etico, “verde” e di qualità in tutti i suoi campi.

In questo compito c’è bisogno del contributo di tutti e noi, nella Chiesa, dobbiamo lavorare insieme a quelli che cercano il bene dell’umanità, Governi, organizzazioni, tour operator e altri esercizi turistici. Anche questa presenza ecclesiale nell’ambito di un evento civile come la BIT, oppure la partecipazione del nostro Dicastero alla campagna Make Cars Green promossa dalla FIA, sono segni della nostra volontà di collaborazione. Su questa via il Codice Etico Mondiale per il Turismo ci offre utili orientamenti.

Le parole però devono essere accompagnate dai fatti. E così l’impianto fotovoltaico a pannelli solari sull’Aula Paolo VI e l’ampia zona boschiva protetta in territorio ungherese, fanno della Città del Vaticano uno Stato all’avanguardia ecologica.

Dobbiamo impegnarci dunque per recuperare il Paradiso originale, dove ritrovare l’amicizia con Dio, con la natura, con i fratelli e con noi stessi. Nel cammino di incontro con il fratello, nella sua diversità e nella sua ricchezza, ci aiuterà la prossima Giornata Mondiale del Turismo, che avrà per tema proprio “Celebrando la diversità”.

Il Santo Padre ci invita a prendere “coscienza del fatto che non possiamo usare ed abusare del mondo e della materia come di semplice materiale del nostro fare e volere; che dobbiamo considerare la creazione come un dono affidatoci non per la distruzione, ma perché diventi il giardino di Dio e così un giardino dell’uomo”[10].

Con questo pensiero incoraggiante a bene operare e a farci banditori di un nuovo, antico umanesimo cristiano, porgiamo a voi il nostro saluto memore ed orante.

 

Dev.mi in Cristo 

 

Renato Raffaele Cardinale Martino

Presidente     

 

 

 

X Arcivescovo Agostino Marchetto

Segretario

 

 

Dal Vaticano, 20 febbraio 2009

 

[1] Agostino Marchetto, Tavola rotonda sul tema: Il turismo reagisce alle sfide del cambiamento climatico: People on the Move XL  N. 108 Dicembre 2008, pp. 349-352.

[2] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 470, Città del Vaticano.

[3] Benedetto XVI, Udienza ai partecipanti all’incontro promosso dal Centro Turistico Giovanile (CTG) e dall’Ufficio Internazionale del Turismo Sociale (BITS), 27.09.2008: L’Osservatore Romano, n. 227 (44.967), 28.09.2008, p. 1.

[4] Parlamento Europeo, Risoluzione del 29 novembre 2007 su una nuova politica comunitaria per il turismo (2006/2129(INI).

[5] Catechismo della Chiesa Cattolica, 31.

[6] Sant’Agostino, Sermones, 241, 2: PL 38, 1134.

[7] Sant’Agostino, Confessioni, Libro X, cap. 27: PL 32, 795.

[8] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 37: AAS LXXXIII (1991), 840.

[9] Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, Messaggio Pastorale per la Giornata Mondiale del Turismo 2008, 27 settembre 2008: People on the Move XL  N. 108 Dicembre 2008, pp. 107-110.

[10] Benedetto XVI, Omelia in occasione dei Primi Vespri della Vigilia di Pentecoste, 3 giugno 2006: Insegnamenti di Benedetto XVI, II/1 (2006), Libreria Editrice Vaticana, 2007, p. 758.

 

top