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INTERVENTO DELL’OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE
PRESSO L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL TURISMO
ALLA 40a RIUNIONE DELLA COMMISSIONE REGIONALE PER L’EUROPA

DISCORSO DI MONS. PIERO MONNI

Malta, 22 maggio 2003

 

Devo esprimere i miei complimenti agli organizzatori per la scelta dei temi e del luogo.

È essenziale parlare di turismo nell’ambito della Comunità Europea, per molteplici ragioni di carattere culturale, sociale, e, consentitemi, anche per gli aspetti religiosi.

Una politica di sviluppo sostenibile, pianificata a livello comunitario, potrebbe condurre ad un significativo incremento del dialogo culturale e sociale tra le nazioni.

L’integrazione dei popoli europei non significa appiattimento e massificazione, bensì sviluppo della conoscenza reciproca nel rispetto delle differenti tradizioni presenti nel vecchio continente. Le variegate società europee, hanno avviato un movimento di approfondimento della propria identità, oggi segnata da profonde mutazioni tecnologiche, dal persistere di incertezze economiche e da crescenti pericoli ecologici. Avanza la disoccupazione di massa, si rigenerano i nazionalismi e gli integralismi, crescono nuove xenofobie e simultaneamente si verifica anche un’aggravio di quelle che potremmo definire "preoccupazioni etiche".

In un quadro sociale così destabilizzato, le ipotesi di unioni, di aggregazioni e di ampliamento della Comunità Europea si prospettano piuttosto complesse.

Occorrono strumenti nuovi e decise volontà politiche, per ridare fiducia alla possibilità di realizzazione dell’idea di una vera "Casa Europea". In questa prospettiva, il turismo può indubbiamente offrire un fattivo contributo, perché favorisce la conoscenza dei popoli e sollecita un dialogo per concrete iniziative di collaborazione.

L’industria turistica, è, oggi, l’unica attività economica ancora legata al territorio. Proprio per questo si pone come mezzo privilegiato per la riscoperta delle radici storico-sociali di ogni etnia. Nel contempo, contribuisce a ricostituire un tessuto sociale spesso lacerato dagli scontri locali e dalle tentazioni di isolamento di stampo nazionalistico. Si tratta di ricostruire quelle solide "reti di fiducia" che formano un capitale sociale e morale a cui l’Unione europea, proprio nell’ottica dell’ampliamento dei propri confini, non deve rinunciare. Attraverso il turismo, si può attivare il senso di solidarietà e di rispetto culturale, che sono le principali risorse strategiche dello sviluppo sostenibile.

Nel settore turistico non è sufficiente promuovere solo un concetto di qualità legato alla realizzazione di servizi e infrastrutture; ma si estende tale concetto alla "qualità delle relazioni umane".

Assume, pertanto, una particolare rilevanza il ruolo che può svolgere il turismo sotto l’aspetto sociale. A questo si aggiungono alcuni significativi dati di natura economica.

Le statistiche comunitarie dimostrano che il 5,5% del PNL (Prodotto Nazionale Lordo) è generato in Europa dal turismo. Il turismo, quindi, si riconferma uno dei settori con maggiore ricaduta occupazionale: sono infatti circa nove milioni le persone impiegate in questo settore.

In merito, sono molteplici le prospettive di un lavoro comune per la promozione dell’industria turistica: ma non si dovrebbero e non si possono emarginare, in tale contesto, quei valori spirituali e religiosi di cui è depositaria la "Casa Europea" e che, alla luce della storia, si qualificano come valori portanti per la pace e il benessere dei popoli. Grazie per l’attenzione !

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