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SOLENNE CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA
IN OCCASIONE DEL 50° ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE
DEL PONTIFICIO COMITATO DI SCIENZE STORICHE

OMELIA DEL CARDINALE ANGELO SODANO

Basilica di s. Lorenzo in Damaso
Venerdì, 16 aprile 2004

 

L'Alleluia del tempo pasquale ben si addice alla nostra Celebrazione Eucaristica, mentre commemoriamo il 50° di fondazione del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, voluto dal compianto Papa Pio XII di v.m.

Riuniti in preghiera in questo tempio che ci rievoca tanti periodi della storia dell'Urbe, noi vogliamo ringraziare il Signore per l'impegno posto da tanti studiosi nel far conoscere l'opera della Chiesa ed in particolare dei Romani Pontefici nel contesto della vita dei vari popoli.

Il cattolico conosce bene quale sia la finalità della presenza della Chiesa, Corpo Mistico di Cristo, nelle vicende umane. Essa esiste per annunciare il Vangelo. Essa esiste per santificare gli uomini. Essa esiste per guidare il popolo cristiano sulle vie della salvezza.

1 - Il mandato di Cristo

Il Vangelo di San Marco, che or ora è stato proclamato, ci ha tramandato il mandato missionario universale lasciato da Cristo ai suoi Apostoli al termine della sua vita terrena: "Andate in tutto il mondo ed annunziate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc 16, 15).

È questo il comando che ancor oggi spinge la Chiesa ad annunziare al mondo il Vangelo di Cristo, affrontando anche le inevitabili difficoltà di questo momento storico.

Certo, la Chiesa è fatta di uomini e non di angeli ed ogni uomo è limitato, è soggetto all'errore ed al peccato. Ma proprio questa caratteristica fa emergere di più di fronte allo studioso il mistero della Chiesa e pone un interrogativo sulla forza interiore che l'anima e sulla perennità di quest'istituzione nel corso dei secoli.

Ben vengano, quindi, gli studi degli storici, per indagarne l'opera della Chiesa, in generale, come in particolare quella dei Sommi Pontefici che l'hanno guidata nel corso dei due millenni della sua esistenza.

Da parte nostra, lo studio delle vicende terrene della nostra Santa Madre Chiesa, ce la farà amare ancora di più e ci farà aderire ancor più intimamente ad essa.

Nei giardini vaticani Pio XI di v.m. volle collocare una statua di S. Teresa del Bambino Gesù con una scritta significativa sul basamento della statua stessa: "J'aime l'Eglise ma mère" "Amo la Chiesa mia madre". È una frase che esprime tutta la spiritualità della grande Santa Carmelitana, ma è anche un'espressione che potrebbe sgorgare dalle nostre labbra e dal nostro cuore, tutte le volte che esaminiamo la vita della Chiesa e ne indaghiamo la sua storia.

2 - Il mistero della Chiesa

È questo anche il messaggio che giunge a tutti noi nella celebrazione del Giubileo del Pontificio Comitato di Scienze Storiche. In questi giorni, ho riletto il libro del grande teologo Henri de Lubac, dal titolo significativo "Paradosso e mistero della Chiesa" (Milano, Jaca Book 1997) e mi sono sentito commosso nel notare come questo grande studioso parlasse con tanto amore verso la Chiesa, madre di tutti i redenti. Una Chiesa che ancor oggi ha la capacità di generare nuovi figli.

Una Chiesa che, lungi dal ripiegarsi su se stessa, guarda al mondo in modo accogliente e sereno. A volte succede che i figli possano dimenticare la madre o addirittura possano giungere a schiaffeggiarla, ma questa non cessa di amarli e di aiutarli. È questa la sua grandezza! Mi vengono in mente, in questo momento, le parole di San Cipriano nella sua opera "De unitate Ecclesiae", ove parla della Chiesa nostra Madre.

Essa è tale perché ci dà la vita, perché ci nutre con il suo latte e ci anima con il suo Spirito: "Illius foetu nascimur, illius lacte nutrimur, Spiritu eius animamur" (Ibidem cap. 5).

3 - Una Chiesa da amare

L'amore alla Chiesa ci darà poi una spinta poderosa a conoscerne meglio la natura. È vero che, in genere, non si ama una persona se prima non la si è conosciuta, ma è anche vero che uno non la conosce perfettamente se non l'ama. Era questo, del resto, un principio già enunziato verso la fine del secolo VI dal grande Papa San Gregorio Magno: "Quando noi abbiamo le verità divine, amandole già le conosciamo, perché l'amore è esso stesso una conoscenza. Amor ipse notitia est" (Omelie sui Vangeli, II, 27, 4).

Certo, studiando la storia della Chiesa, ne conosciamo anche le miserie che talora hanno offuscato il suo volto. Ma ciò ci aiuta anche a comprendere meglio il suo sforzo di continuo rinnovamento e la sua volontà di riforme profonde, quando ciò sia necessario. L'amore poi alla Chiesa ci aiuterà a distinguere le vere e le false riforme che nascono al suo interno. È questo uno dei criteri che ci ricordava il grande teologo Yves Congar, O.P., nel suo noto libro "Vraie et fausse reforme dans l'Église", tradotto poi anche in italiano con il titolo "Vera e falsa riforma nella Chiesa" (Ed. Jaca Book, Milano 1972). Ed in realtà senza amore non si costruisce nulla. Basti pensare come l'amore alla Chiesa da parte di S. Francesco abbia contribuito a rinnovarla più che la critica amara di Lutero.

4 - Conclusione

Fratelli e sorelle nel Signore, nel clima gioioso di questo tempo pasquale, non ci resta che ringraziare il Signore per l'aiuto continuo che presta alla Sua Santa Chiesa che pellegrina in questo mondo, mentre promettiamo di continuare ad amarla e servirla finché il Signore vorrà!

E così sia!

    

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