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SOLENNE CERIMONIA DI CONSEGNA
DELLA RESIDENZA DEGLI ARCIVESCOVI DI LVIV DEI LATINI

SALUTO DELL'ARCIVESCOVO LEONARDO SANDRI

Mercoledì, 5 maggio 2004

 

Signor Cardinale,
Distinte Autorità,
Fratelli nell'Episcopato
Signori e Signore,

sono onorato di poter essere oggi qui con voi. Vengo a nome del Santo Padre. Egli, accogliendo l'invito dell'Eminentissimo Cardinale Jaworski, mi ha inviato a rappresentarLo, per recarvi la Sua benedizione e per esprimervi il Suo compiacimento per l'evento odierno. Giovanni Paolo II si rende a voi spiritualmente presente, assicurando, per mio tramite, il Suo costante affetto e la Sua fervente preghiera, affinché la Chiesa di Lviv dei Latini cresca nella serenità e nella pace, aderendo sempre più intimamente al Cristo Signore e Redentore.

Fra i tristi fatti accaduti nel secolo scorso, la Chiesa annovera in particolare la confisca degli indispensabili edifici destinati al culto, alle attività ecclesiali e istituzionali, nonché all'amministrazione ecclesiastica. Privata di ogni bene materiale, la comunità cristiana si è trovata a sperimentare, in quei difficili anni, una situazione di grande precarietà, in un contesto di vera e propria persecuzione. Ma il Signore non abbandona i propri figli e, al momento giusto, l'aiuto dell'Alto è venuto.

Recuperata la libertà e sovranità, l'Ucraina ha riscoperto l'importanza anche civile e sociale della missione spirituale della Chiesa, ed ha intrapreso iniziative concrete per rendere giustizia alle diverse comunità dei credenti. Si tratta di un progetto che intende risanare le ferite inflitte dal recente passato. Ma, più in generale, al di là della restituzione dei beni ecclesiastici destinati alle attività istituzionali, i provvedimenti delle Autorità civili sono stati animati anche una lungimirante preoccupazione politica di riconciliazione nazionale. Ovviamente, su questo versante specifico, tutto ciò che si è intrapreso in vista della riconciliazione va incoraggiato.

Non si può non riconoscere l'importanza della presenza ecclesiale nel generale contesto della società. La Chiesa, infatti, pur operando su un piano diverso da quello civile, si rivolge ai medesimi cittadini, che costituiscono un Paese e formano una Nazione.

Dalla riconquistata indipendenza ad oggi, Chiesa e Stato in Ucraina hanno avviato un fruttuoso dialogo nel reciproco rispetto, instaurando relazioni corrette, a tutto vantaggio dell'intero corpo sociale. La cerimonia odierna conferma che si è sulla strada giusta:  viene riconsegnato all'Arcivescovo Metropolita di Lviv dei Latini l'edificio dal quale egli potrà seguire pastoralmente il gregge affidatogli dal Signore.

La residenza del Vescovo ha un'importanza che va al di là dell'aspetto funzionale, per rivestire un valore simbolico, proponendosi ai fedeli come il luogo dal quale il Pastore svolge il suo ministero apostolico di governo spirituale. Perciò, l'atto che oggi si compie suscita la gratitudine della Chiesa nei confronti delle Autorità civili, alle quali essa riconosce con apprezzamento questo gesto di rispetto verso la comunità dei credenti di rito latino. Per parte sua la Chiesa assicura che la comunità cattolica, in Ucraina come altrove, si sente impegnata contribuire al benessere generale della società con l'apporto generoso dei suoi membri.

Profitto volentieri di questa circostanza per sottolineare che per me si tratta di un ritorno nella vostra bella città. Ricordo con commozione la visita qui effettuata la sera del 25 giugno di tre anni fa, quando, al seguito del Sommo Pontefice, potei ammirare questa residenza, opportunamente restaurata. Mentre esprimo pertanto anche il mio personale apprezzamento per il gesto compiuto dal Governo nel restituire questa residenza vescovile, desidero ricordare quanto il Santo Padre ebbe a dire proprio in questa città, durante la sua visita tre anni orsono: "Dio parla nella storia dell'umanità. Così vissuta, la storia diventa un cammino verso la libertà".

Su questo vostro cammino invoco l'assistenza divina:  possa la comunità cattolica ucraina in sintonia con tutti gli altri Cristiani essere sempre testimone della presenza di Dio in questa terra. È questo l'augurio cordiale che, a nome del Santo Padre e mio personale, faccio ai cattolici di Lviv e all'intera Nazione ucraina, a cui reco volentieri la benedizione del Vescovo di Roma e successore di Pietro, quale testimonianze dello speciale affetto che lo lega a questa Terra.

Pace e prosperità al nobile Popolo ucraino!

 

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