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ORDINAZIONE EPISCOPALE A MONS. MARIO GIORDANA
NELLA CATTEDRALE DI SALUZZO (CUNEO)

OMELIA DEL CARDINALE ANGELO SODANO*

Vigilia della Solennità di Pentecoste
Saluzzo, Cuneo - Sabato 29 maggio 2004

 

"Veni, Creator Spiritus"! Vieni, o Spirito Creatore! È questo l'inno che è sgorgato dal nostro cuore, in quest'ora solenne, prima dell'Ordinazione episcopale del nostro caro Mons. Mario Giordana.

Ed è significativo che questo rito si svolge nella vigilia della Solennità di Pentecoste, mentre ricordiamo la venuta dello Spirito Santo sugli Apostoli.

In quell'occasione, essi furono ripieni dei doni divini, ben simboleggiati dalle mistiche lingue di fuoco discese su di loro, e poterono così iniziare, con grande coraggio, la loro ardua missione per la diffusione del Regno di Dio.

Oggi, noi, riuniti nella bella Cattedrale di Saluzzo, come un giorno la prima comunità cristiana lo fu nel Cenacolo di Gerusalemme, vogliamo chiedere al Signore che faccia scendere abbondanti doni del suo Spirito sul nuovo Successore degli Apostoli, affinché possa svolgere generosamente la sua nuova missione pastorale.

L'opera terrena di Gesù doveva terminare con la sua Ascensione al cielo. Per questo, Egli aveva scelto gli Apostoli ed aveva detto loro: "Come il Padre ha mandato me, così io invio voi" (cfr Gv 20, 21). Poi, diede loro un mandato categorico: "Andate ed ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (cfr Mi 28, 1920).

1. Una missione universale

L'opera di Cristo Buon Pastore sarebbe così continuata con l'opera degli Apostoli e dei loro successori, fino alla consumazione dei secoli.

In tale missione, i Dodici furono pienamente confermati nel giorno della Pentecoste, secondo la promessa del Signore: "Ricevete una forza, quella dello Spirito Santo che discenderà su di voi, e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria, fino alle estremità della terra" (cfr At 1, 8).

Questa forza speciale è quella che scenderà fra poco sul nostro caro confratello Mario, rendendolo atto a continuare, nel mondo d'oggi, l'opera di Gesù, Pastore eterno delle nostre anime.

A nome di tutti i Vescovi presenti, io gli chiederò, fra breve: "Vuoi, fratello carissimo, adempiere fino alla morte il ministero a noi affidato dagli Apostoli, che ora noi trasmettiamo a te mediante l'imposizione delle mani con la grazia dello Spirito Santo?".

Con il suo "sì", totale e generoso, il Vescovo eletto si disporrà così a ricevere la grazia di guidare, come buon pastore, il popolo santo di Dio. E di tale missione è segno eloquente il pastorale, che fra breve consegnerò al nuovo Vescovo, dicendogli: "Abbi cura di tutto il gregge, nel quale lo Spirito Santo ti ha posto come Vescovo a reggere la Chiesa di Dio".

2. Le caratteristiche di un Nunzio

Com'è noto, il ministero episcopale di Mons. Mario non si svolgerà in una Chiesa particolare. Egli lavorerà piuttosto al servizio della Chiesa universale, come collaboratore del Romano Pontefice. È però evidente che si tratta della stessa missione episcopale.

È infatti vero che, in base ad una tradizione ecclesiastica, il Vescovo eletto riceve il titolo di un'antica Chiesa locale, quasi per perpetuarne il ricordo. Così Mons. Giordana è l'Arcivescovo titolare di Minori, un'antica Diocesi italiana, in Campania. Ciò che, però, è essenziale è il suo inserimento nel Collegio episcopale, quale Vescovo della Chiesa Cattolica e, quindi, come successore degli Apostoli.

3. L'inserzione nel Collegio Episcopale

Duemila anni fa, il Collegio apostolico era formato soltanto da dodici Apostoli; oggi, i membri di tale Collegio superano il numero di quattromila, contando anche i Vescovi emeriti. La loro caratteristica, tuttavia, non è quella di essere titolari di questa o di quella sede, ma di essere membri dell'unico Collegio episcopale, continuatore nei secoli del Collegio apostolico. In sintesi, prioritaria è la Chiesa universale su ogni Chiesa particolare. Prioritario è pure l'appartenere al Collegio episcopale su ogni legame con una sede particolare.

La missione di ogni Vescovo ha poi orizzonti diversi, a seconda dei tempi e dei luoghi. Così è anche per la missione che il Successore di Pietro affida a quei Vescovi, che sono da lui inviati in un determinato Paese, quali Rappresentanti Pontifici.

4. Al servizio del Papa

Dalla storia, sappiamo bene come si sia evoluta la figura tipica degli Inviati del Vescovo di Roma, fin da quando, nei primi secoli, essi erano nominati in occasione di Concili locali o per intessere un dialogo con le diverse autorità civili. Con il sorgere degli Stati moderni, nel 1500 e nel 1600, sono poi nate, poco a poco, le Rappresentanze Pontificie permanenti, quali strumenti di comunicazione ecclesiale e di contatto frequente con le autorità dei vari Paesi.

In tale solco, si stabilirono, nei secoli seguenti, numerose Nunziature Apostoliche. Attraverso di esse, la Santa Sede mantiene oggi rapporti diplomatici con 174 Paesi.

5. Inviato in Haiti

L'inizio delle relazioni diplomatiche della Sede Apostolica con Haiti risale al 1881, con la nomina, da parte di Papa Leone XIII, del primo Inviato Straordinario, Mons. Rocco Cocchia. Da allora ad oggi si sono susseguiti vari Nunzi. Più vicini a noi, nella seconda metà del 900, vi furono anche Nunzi provenienti dal nostro Piemonte, come, ad esempio, Mons. Francesco Lardone, di Moretta, Arcidiocesi di Torino (dal 1949 al 1953); Mons. Luigi Raimondi, di Acqui (dal 1953 al 1956) e, più recentemente, Mons. Giovanni Ferrofino, di Alessandria. L'ultimo Nunzio in Haiti è stato Mons. Luigi Bonazzi, di Bergamo. Nel mese scorso, egli è stato trasferito a Cuba.

Com'è noto, Haiti è l'isola scoperta da Cristoforo Colombo più di cinque secoli or sono, al termine del suo primo viaggio verso l'America.

Là vi è un popolo, che tanto attende di essere aiutato nel suo sforzo di progresso materiale e spirituale. È un popolo che ha tanto sofferto nel corso della storia. Il bellissimo golfo di Port-au-Prince, la Capitale, è stato, in passato, il terribile scenario dell'iniquo traffico di migliaia di africani. Nei secoli scorsi, Haiti fu, in realtà, uno dei punti di arrivo di quel terribile commercio di schiavi provenienti dall'Africa, che il Papa Giovani Paolo II ha definito come un "olocausto sconosciuto" per i più, allorquando visitò Haiti nel 1983.

Va però detto che quell'isola è stata anche il teatro delle lotte per la libertà. Infatti, già fin dal 1804, dalle ceneri della colonia francese, sorgeva una Repubblica indipendente e sovrana. In quella nazione, la Chiesa è sempre ad accompagnare il popolo nel suo cammino di riscatto sociale.

Il Rappresentante del Papa continuerà ad essere vicino all'Episcopato, al clero ed al laicato, per un ordinato progresso di Haiti, ancor recentemente scosso da gravi conflitti sociali.

Nelle nove Diocesi del Paese vi è un'intensa attività ecclesiale, integrata da un grande impegno in campo sociale e da un forte impegno educativo. Là, Mons. Giordana potrà fare un gran lavoro apostolico.

6. L'esempio del Nunzio Roncalli

Al nuovo Nunzio Apostolico in Haiti, vorrei proporre come modello eloquente a cui ispirarsi l'indimenticabile figura del Papa Giovanni XXIII, che, com'è noto, fu per lunghi anni Rappresentante Pontificio, dapprima in Bulgaria, negli anni 1925-1934, poi in Turchia, dal 1935 al 1944, e quindi in Francia, dal 1945 al 1953.

Leggendo le note da lui lasciateci e raccolte nel bel volume intitolato "Giornale dell'anima", ci si trova di fronte ad un uomo di Dio che ha dedicato tutta la sua vita a lavorare per la santa Chiesa, con bontà, con pazienza, con perseveranza. Per questo, la figura di Mons. Roncalli è ancor oggi un esempio a cui si possono ispirare tutti i Nunzi Apostolici, nelle varie parti del mondo ove essi siano inviati.

7. L'aiuto della preghiera

Cari saluzzesi, a voi chiedo di accompagnare sempre, con la vostra preghiera, il Vescovo eletto. Oggi, egli è annoverato nel Collegio episcopale e per questo dovrà, ad un titolo ancor più alto di ogni sacerdote, essere maestro di verità, ministro della Grazia, guida del popolo cristiano. In secondo luogo, vorrei invitarvi a pregare perché il nostro Piemonte continui a dare alla Chiesa numerose vocazioni sacerdotali, al servizio di tutta la comunità cattolica sparsa nel mondo intero!

Con la liturgia di Pentecoste, possiamo invocare lo Spirito Santo sulle nostre parrocchie e sulle nostre Diocesi: "O Dio, manda il tuo Spirito e rinnoverai la faccia della terra"; possiamo esclamare, con la liturgia odierna: "Emitte Spiritus tuum, Domine, et renovabis faciem terrae "!

Sì, o Dio, rinnova la faccia della terra, la faccia di questa nostra cara terra piemontese!
Amen!


*L'Osservatore Romano 31.5-1.6.2004 p.4.

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