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CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA PER L'ORDINAZIONE EPISCOPALE
DI MONSIGNOR JERZY MAKULEWICZ, O.F.M. CONV., VESCOVO TITOLARE
DI NARA E AMMINISTRATORE APOSTOLICO DELL'UZBEKISTAN

OMELIA DEL CARDINALE ANGELO SODANO

Basilica dei Santi XII Apostoli in Roma
Sabato, 14 maggio 2005
 

 

Venerati Confratelli
e distinte Autorità,
Cari Padri Conventuali,
Fratelli e sorelle nel Signore!

Oggi è un giorno di festa per la famiglia francescana. Il Signore ha voluto scegliere uno dei figli del Poverello d'Assisi per essere Pastore di una importante comunità cristiana. Fra poco, imporrò le mani al caro p. Jerzy e così pure faranno i Vescovi Conconsacranti. Egli diventerà così un nuovo Successore degli Apostoli e cercherà di attuare il mandato dato da Cristo ai Dodici prima della sua Ascensione al cielo: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a tutte le creature, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 18, 19).

1. Una gioia francescana

In questo momento di grazia, gioisce la famiglia francescana, lieta di offrire ancora una volta un suo figlio per il governo pastorale del gregge di Dio, così come ha fatto tante volte nel corso della sua storia in varie parti del mondo. E come dimenticare anche i figli di S. Francesco che sedettero sulla Cattedra di S. Pietro, come Sisto V e Clemente XIV?

A tutti voi, cari Padri Conventuali, giunga il mio saluto più fraterno, iniziando dal Ministro Generale, p. Joachim Anthony Giermek, fino ai Religiosi della Polonia e dell'Uzbekistan, guidati dal p. Krzysztof Kukulka, che è stato finora benemerito Superiore di quella Missione "sui iuris". Insieme a voi, vorrei poi anche salutare la mamma del p. Jerzy e tutti i suoi familiari ed amici: "Serdecznie pozdrawiam Mame Ojca Jerzego, rodzine i przyjaciol. Niech Bóg Warn blogoslawi".

2. Una comune preghiera

Ciò detto, invito tutti a pregare per il nuovo Vescovo, implorando su di lui i doni dello Spirito Santo, perché la sua missione produca abbondanti frutti di bene.

L'ordinazione episcopale del nuovo Pastore dell'Uzbekistan avviene nella vigilia della solennità di Pentecoste. Tutta la liturgia di questa festa ci invita ad invocare lo Spirito di Cristo, perché scenda su di noi e ci trasformi. Con più intensità ancora, chiederemo questi doni per il nostro caro Vescovo. Così, come a Pentecoste, lingue di fuoco scenderanno su di lui e lo trasformeranno interiormente. Una ventata di grazia scuoterà poi la Chiesa in Uzbekistan, così come un giorno accadde nella comunità di Gerusalemme. E noi, con la nostra preghiera, avremo cooperato a questa nuova impresa missionaria in una terra che ha tanto bisogno della luce di Cristo.

3. I doni dello Spirito

Del resto, le letture di questa Santa Messa della vigilia di Pentecoste ci ricordano la potenza dello Spirito Santo e l'abbondanza dei doni che egli porta ai credenti.

Nella prima lettura, il profeta Ezechiele ci ha infatti parlato di uno Spirito che fa rivivere le ossa di un popolo che erano disseminate su una grande pianura e che, poi, al soffio divino, ripresero vita (Ez 37, 1-14).

Nella seconda lettura, l'Apostolo Paolo ci ha confortato, ricordandoci che "lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza" (Rm 8, 22-27).

Infine, nel Vangelo, Gesù ha assicurato ogni suo discepolo che, dopo aver ricevuto lo Spirito, "fiumi di acqua viva  sgorgheranno  dal  suo  seno"  (Gv 7, 37).

E sono questi doni dello Spirito Santo che noi invochiamo per il nostro caro Padre Jerzy, perché lo sostengano nella sua missione apostolica nella lontana terra uzbeka.

Là, vi è una comunità cattolica che l'attende con ansia, per annunciare con nuovo vigore il Vangelo di Cristo a quelle care popolazioni e contribuire pure, in tal modo, al progresso spirituale di quella società.

4. Il futuro dell'Uzbekistan

Personalmente, ho sempre seguito con grande sollecitudine la vita della Chiesa in quella Nazione, così come nelle altre terre di quella regione dell'ex-Unione Sovietica. Sono stato poi lieto di aver contribuito, come Segretario di Stato, a stabilire regolari rapporti diplomatici tra la Santa Sede e l'Uzbekistan il 17 ottobre 1992, coadiuvato in ciò dal compianto Cardinale Francesco Colasuonno, che a tal fine si era recato a quella capitale, a Tashkent, fin dall'inizio del 1992.

Da allora, con l'avvento di una nuova era di libertà religiosa, la Chiesa ha potuto lavorare, suscitando consensi anche fra i non cristiani. Recentemente, per l'elezione del Papa Benedetto XVI, lo stesso Presidente della Repubblica, S.E. Islam Karimov, ha inviato da Tashkent i suoi auguri più cordiali di ogni bene al nuovo Pontefice. La stessa presenza fra noi del Primo Consigliere dell'Ambasciata dell'Uzbekistan è un gesto eloquente, che molto apprezziamo. In questi giorni, quella cara Nazione è scossa da tensioni interne, che preoccupano anche noi. Là il nuovo Vescovo sarà certo artefice di concordia e di pace.

5. La nostra solidarietà

Sappiamo che il lavoro dell'Apostolo non è facile, ma per il nuovo Vescovo sarà di conforto il sapere che non gli mancherà mai la grazia di Cristo e l'abbondanza dei doni dello Spirito che il Signore gli invierà.

Noi promettiamo a Mons. Jerzy Maculewicz di continuare a pregare per lui, invocando l'intercessione di tutti i nostri Santi, in particolare di quelli della numerosa famiglia francescana. Soprattutto, affideremo il nuovo Vescovo alla materna protezione di Maria. Sia Essa la stella polare che gli indichi sempre il giusto cammino e lo sostenga nel suo lavoro apostolico. Amen!

     

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