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SOLENNE PONTIFICALE DI CHIUSURA DEL CONGRESSO EUCARISTICO
TENUTOSI A MOSCA A CONCLUSIONE DELL'ANNO DELL'EUCARISTIA

OMELIA DELL'ARCIVESCOVO GIOVANNI LAJOLO

Cattedrale dell'Immacolata Concezione, Mosca
domenica, 30 ottobre 2005

 

Parole introduttive:

Sono molto lieto di poter oggi celebrare con tutti voi questo solenne Pontificale nella vostra bella Chiesa Cattedrale dedicata all'Immacolata Concezione di Maria, Madre di Dio. E ringrazio sentitamente il vostro Arcivescovo, S.E. Mons. Kondrusiewicz per l'invito rivoltomi.

Questo nostro incontro eucaristico ha luogo proprio a conclusione dell'Anno dell'Eucaristia, indetto dal Papa Giovanni Paolo II e portato a termine dal suo successore Papa Benedetto XVI, ed a conclusione del Congresso Eucaristico diocesano indetto dal vostro Arcivescovo.

Deve così avere inizio ora una nuova tappa nella vita della Chiesa Cattolica così come di ogni vostra comunità: dall'approfondita meditazione e dall'assidua frequentazione del Mistero eucaristico viene infatti a noi una sempre rinnovata luce della mente, una rinvigorita forza del cuore ed un più coerente impegno nella vita quotidiana.

Nella gioia della comune partecipazione all'unico pane e all'unico calice del Signore, rivolgo al Nunzio Apostolico, S.E. Antonio Mennini, al vostro venerato Arcivescovo della Madre di Dio a Mosca, S.E. Tadeusz Kondrusiewicz, e a voi tutti, il mio saluto cordiale, ma desidero soprattutto parteciparvi i sentimenti di affetto e la paterna benedizione del Santo Padre Benedetto XVI, che egli mi ha incaricato di trasmettervi.

All'inizio di questa Celebrazione Eucaristica chiediamo ora al Signore di perdonare i nostri peccati, di purificare i nostri cuori e di aprirli alla Sua grazia.

***

1. Vive per il futuro: questa - mi sembra - è una giusta definizione dell'uomo. Ma lo è, in maniera eminente, del cristiano. Sì, perché la vita cristiana è caratterizzata da tre virtù divine, che Dio stesso ci dona: la fede, la speranza e la carità; e la speranza è quella virtù che è tutta protesa verso il vero futuro, non quello destinato a conoscere la notte del passato, ma il futuro pieno, luminoso e perfetto, che non conosce tramonto; perché essa è tutta protesa al raggiungimento dell'incomparabile ed indefettibile gioia del nostro essere totalmente con Cristo, quando Dio sarà tutto in tutti (cfr 1 Cor 15, 28).

Alla luce di queste semplici considerazioni, mi appare affascinante, perché profondamente esistenziale per l'essere cristiano, il tema del Congresso Eucaristico diocesano che oggi si chiude, e che parla di "Eucaristia" e "Speranza".

Vorrei meditare brevemente con voi su questa intrinseca connessione tra Eucaristia e Speranza cristiana.

2. Eucaristia e Speranza: è un vincolo fondamentale, perché l'Eucaristia è il pane del pellegrino. "Ecce panis Angelorum, factus cibus viatorum" così canta un inno della Chiesa. L'Eucaristia ci tiene aperto l'orizzonte della vita eterna, e ci dà la forza per raggiungere questa suprema meta.

Ricordiamo le parole di Gesù: "Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo" (Gv 6, 48-51).

Nel nostro pellegrinaggio terreno l'Eucaristia ci fa comprendere ciò che vale per la vita in maniera incondizionata, assoluta, e ciò che vale solo relativamente al giorno che passa, o che non vale affatto, o che è un controvalore, non un cibo, ma un veleno. Non solo, essa ci fa comprendere che la vita eterna non è un'idea sublime ma irraggiungibile; essa ben più ce la propone perché, pur poveri ed umili come siamo, possiamo appropriarcene nutrendoci con fede del pane eucaristico: perché esso in verità, nonostante l'apparenza delle specie, non è pane, ma è lo stesso nostro Signore Gesù Cristo, in corpo, sangue, anima e divinità, che ci unisce a sé ed al suo sacrificio, come risposta di amore all'amore - fedele ed eterno - che Dio ha per noi. L'Eucaristia ci ricolma di quell'unico amore che solo può saziare la fame ed estinguere la sete del nostro cuore, sempre pellegrino.

3. Eucaristia e Speranza: è un vincolo vitale, perché l'Eucaristia è la gioia del nostro pellegrinaggio. Pellegrinare dice un cammino percorso non senza privazioni e fatica, ma anche con gioia: perché la meta resta fissa nel cuore, perché il viaggio, pur tra inevitabili difficoltà, è anche allietato da incontri incoraggianti ed esperienze arricchenti; con gioia, soprattutto perché il pellegrino cristiano non avanza mai in una solitudine desolata: egli è, anzitutto, con la compagnia del Signore Gesù, che è sempre con noi tutti i giorni della nostra vita e che è, anzi, Lui stesso non solo la meta, ma anche la via (cfr Gv 14, 6); ed è con la compagnia dei fratelli e delle sorelle di fede: noi li incontriamo nella vita di ogni giorno, ma in modo speciale negli incontri eucaristici, quasi pause di festa, che già anticipano la gioia del raggiungimento della meta: lì, siamo già nella casa del Padre, ne ascoltiamo la Parola - vera Parola di Dio -, come ci ha detto l'Apostolo nella seconda lettura, e di fronte a Lui ci riconosciamo tutti fratelli, secondo l'esortazione di Gesù che abbiamo sentito nel Vangelo -; lì il Figlio presiede, nella persona del sacerdote, alla nostra mensa, spezza per noi il pane e ci rende partecipi del frutto di vita del suo sacrificio; lì lo Spirito Santo ci unisce in una vera comunità di amore, apre il nostro cuore al gesto generoso ed ispira il nostro canto di lode a Dio per le meraviglie che egli opera. E la nostra vita si apre a nuova speranza.

4. Eucaristia e Speranza: è un vincolo impegnativo, perché l'Eucaristia è il dono del pellegrino cristiano che egli riceve non solo per sé, ma anche a beneficio degli altri. L'Eucaristia ha infatti una potente valenza sociale. Essa crea comunione tra i fedeli che sono convocati - cioè costituiti come chiesa-ecclesia, convocazione - intorno ad essa; l'Eucaristia è al contempo la grande meta del cammino ecumenico nel quale essa ci sollecita con dolcezza e ci sospinge con forza: quel pane spezzato e condiviso contiene un irresistibile impulso di amore perché tutti coloro che credono in Cristo siano una cosa sola in Lui come Egli è nel Padre e il Padre è in Lui (Gv 17, 21). L'Eucaristia apre anche alla testimonianza, come partecipazione ad una verità così grande e gioiosa che trasforma la nostra vita e non può non volersi comunicare agli altri, non solo ai nostri fratelli di fede, ma a tutto il mondo; l'Eucaristia spinge all'azione caritativa, perché l'amore di Cristo che ci urge dentro (cfr 2 Cor 5, 14) si rivolge a tutto l'uomo nella sua integralità e a tutti gli uomini senza esclusione alcuna: non ha confini. Come sarebbe possibile non desiderare che anche gli altri possono diventare partecipi di un tale dono, di una tale ricchezza che ci è stata donata, senza tradirne il più profondo significato? L'Eucaristia è donata a noi con la fede - incomparabile privilegio! -, ma è la carne di Cristo per la vita del mondo (cfr Gv 6, 5) - impellente missione! Eucaristia: vita ricevuta e donata, speranza condivisa.

5. Eucaristia e Speranza. Ed infine, cari fedeli della Madre di Dio a Mosca che mi ascoltate, questa Eucaristia che ora celebriamo valga anche come segno di speranza che non confonde, posto a sigillo di questa mia breve missione a Mosca, per rispondere al cortese invito rivoltomi dal vostro Governo e per incontrare questa vostra bella comunità.

Valga essa come espressione del profondo legame che la Santa Sede porta, ed ora anch'io personalmente porto per questa vostra comunità, che nel contesto della società e del cristianesimo in Russia ha una sua specifica non facile missione.

E permettete che questa Celebrazione Eucaristica, nella quale risplende la vostra fede e la vostra carità in Cristo, io l'accolga come vostra supplica a Dio e come vostro incoraggiamento a me, perché io possa portare avanti con fedeltà la missione che il Santo Padre mi ha affidato; ed ancor più, come segno della vostra fedeltà e del vostro amore per il Santo Padre Benedetto XVI: egli, che è stato posto dal Pastore eterno a guida di tutto il suo gregge, troverà nella vostra comunione con lui e nella vostra preghiera una ragione in più di speranza per avanzare insieme a tutta la grande comunità cattolica verso le mete indicate da Cristo stesso (cfr Mt 28, 19), per affrontare con coraggio le grandi sfide sociali e culturali dell'epoca presente e per guardare con fiducia all'avvenire della Chiesa.

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