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CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA PER I PARTECIPANTI
AL PELLEGRINAGGIO PROMOSSO DALLA COMPAGNIA DI GESÙ (GESUITI)

OMELIA DEL CARDINALE ANGELO SODANO

Altare della Confessione della Basilica Vaticana
Sabato, 22 aprile 2006

 

Signori Cardinali e Venerati Confratelli nell'Episcopato e nel Presbiterato,
Cari Membri della Compagnia di Gesù,
Fratelli e sorelle nel Signore!

"Alleluia, alleluia" è l'esclamazione gioiosa che sgorga dal nostro cuore in questo periodo pasquale, mentre contempliamo la potenza del Risorto, che ribalta la pesante pietra del sepolcro ed appare ai suoi discepoli in tutto lo splendore della sua gloria.

"Alleluia, alleluia" ripetiamo anche noi oggi, volgendo lo sguardo su ciò che il Signore, per mezzo del suo Santo Spirito, ha operato nella Chiesa nel corso della sua storia, suscitando in essa sempre nuove forme di santità.

Il nostro sguardo si sofferma oggi, in modo particolare, su tre grandi figure di Religiosi, che hanno gettato le basi della Compagnia di Gesù: Ignazio di Loyola, Francesco Saverio e Pietro Favre.

Nel clima pasquale

È una storia gloriosa quella che oggi ci spinge a cantare in coro il nostro alleluia, nella gioiosa atmosfera della Pasqua.

Un insigne storico della liturgia, il compianto Padre Joseph Jungmann della Compagnia Gesù, nel suo noto trattato "Missarum Solemnia", ben ci ha spiegato il valore della breve esclamazione biblica dell'Alleluia che pervade tutta la Chiesa in questo tempo di gaudio pasquale. Egli anzi ci ricordava che prima della riforma liturgica di san Pio X l'Alleluia si ripeteva addirittura nove volte nella Domenica in Albis, per esprimere tutta la gioia dei cristiani di fronte ai doni del Signore (Ibidem, Verlag Herder, Wien 1949, n. 434).

Con tale atteggiamento interiore anche noi oggi vogliamo cantare un inno di lode all'Onnipotente, ripetendo le parole del Salmo responsoriale: 

"Haec dies quam fecit Dominus, exultemus et laetemur in ea - Questo è il giorno fatto dal Signore, rallegriamoci ed esultiamo in esso" (Sal 117).

L'odierna Celebrazione

Con questo spirito siamo qui convenuti, intorno all'altare del Signore, per rinnovare il Sacrificio eucaristico, offrendoci con Cristo al Padre in atteggiamento di adorazione, di ringraziamento, di espiazione e di supplica. Sono le quattro note finalità di ogni Celebrazione Eucaristica, secondo la dottrina della Chiesa.

Al riguardo ricordo ancora con nostalgia le profonde lezioni che ci teneva nella Pontificia Università Gregoriana il compianto Padre Giuseppe Filograssi, S.I., che, come maestro insigne e vero uomo di Dio, ci introduceva a conoscere sempre meglio i vari aspetti del "mysterium fidei".

Di fronte alla Maestà Divina

Anche oggi il primo motivo che ha riunito la Famiglia ignaziana intorno all'altare del Signore è quello dell'adorazione verso il Padre, nostro Creatore e Signore. Egli, con il suo Santo Spirito, ha suscitato nel cuore dell'Europa, cinque secoli fa, i tre grandi giganti di santità, che noi oggi vogliamo ricordare. Questi volevano "Deo militare - militare al servizio di Dio", come diceva il Papa Paolo III nella Bolla "Regimini militantis Ecclesiae" del 27 settembre 1540. Essi volevano costituire una Compagnia "per il maggior servizio, lode e gloria del Nome di Dio" (Costituzioni, n. 693), confidando che "la divina e somma Maestà volesse servirsi della Compagnia per la diffusione" del suo Regno (Costituzioni, n. 190).

In realtà, anche nelle fatiche della vita apostolica, s. Ignazio voleva che Dio fosse servito per primo. Con lo stesso spirito s. Francesco Saverio si dedicava alle sue imprese missionarie ed il beato Pietro Favre svolgeva la sua silenziosa opera di accompagnamento di tante anime in cerca di Dio.

Tutto doveva essere "ad majorem Dei gloriam - a maggior gloria di Dio", come recita il motto che i nostri Santi ci hanno lasciato. Ed è con questo spirito che noi oggi vogliamo celebrare il nostro Sacrificio eucaristico.

Il dovere del ringraziamento

In secondo luogo noi oggi vogliamo ringraziare con Cristo il Padre che sta nei cieli per tutti i benefici che ha concesso alla Chiesa suscitando in essa i Santi che noi oggi ricordiamo. Noi oggi contempliamo Ignazio, Saverio e Pietro come uomini intimamente uniti fra di loro, ma sappiamo bene, dalle loro stesse testimonianze, che essi erano ben uniti fra loro perché intimamente uniti a Cristo. Insieme volevano appunto essere la Compagnia di Gesù, vivendo con il suo stesso stile di vita e lavorando con la stessa finalità per l'avvento del suo Regno. Certo Ignazio fu all'inizio di tale cordata, ma ben presto, a Parigi, mentre egli studiava alla Sorbona, si associò a lui Francesco Saverio, che veniva dalla terra di Navarra, e Pietro Fabbro, che proveniva dalla Savoia. Nacque così quell'emulazione reciproca, che li portò a dare vita alla Compagnia negli anni 1539-1540, appunto con il fine di "ayudar a las animas", aiutare le anime ad amare e servire il Signore.

Noi oggi vogliamo ringraziare il Padre celeste per averci dato tali maestri di santità, che ci indicano il cammino dell'amore a Cristo e del conseguente impegno apostolico, per portare le anime a Dio.

La domanda di perdono

Memori poi che ogni Sacrificio eucaristico ha anche un fine propiziatorio, noi oggi vogliamo domandare perdono per le nostre infedeltà. In realtà, sappiamo bene che ogni impresa umana è fatta da figli di Adamo, che sono inclini al peccato, e che ogni giorno devono, pertanto, ripetere la preghiera insegnataci da Gesù, dicendo:  "Pater noster..., libera nos a malo - Padre nostro..., liberaci dal male".

Il male esiste nella storia dei singoli uomini, come in quella delle comunità. Già nel Collegio Apostolico vi fu Giuda che tradì il Signore, come Pietro che lo rinnegò. Anche per noi oggi il gallo ritorna sovente a cantare, invitandoci a piangere le nostre infedeltà e a domandare perdono al Signore.

La preghiera per il futuro

Infine, oggi vogliamo pure implorare dal Padre che sta nei cieli grazie abbondanti su tutta la Compagnia di Gesù, per la santificazione dei suoi membri e per la fecondità del loro ministero.

L'attuale commemorazione segnerà così un'ora di grazia per la Famiglia ignaziana e la spingerà ad un nuovo ardore apostolico, per annunziare Cristo agli uomini d'oggi.

Nel Vangelo odierno abbiamo nuovamente ascoltato il mandato missionario universale: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mc 16, 15).

In questa Santa Messa imploreremo per tutti noi la luce e la forza per adempiere tale missione. Come ai tempi di Gesù, anche oggi vi sono "messi che biondeggiano" (Gv 4, 35) e che attendono solo l'arrivo dei mietitori.

La nostra preghiera si elevi pertanto a Dio per la Compagnia di Gesù, perché possa continuare a svolgere con generosità la sua missione di annunciare al mondo d'oggi il Vangelo di Cristo, riprendendo lo slancio delle origini e l'ardore apostolico di Ignazio, Francesco Saverio e Pietro Favre.

Conclusione

Fratelli e sorelle nel Signore, con queste finalità celebreremo oggi il Sacrificio eucaristico. Grazie abbondanti scenderanno così sulla Chiesa, all'inizio di questo terzo millennio cristiano. Dal cielo interceda per noi Maria Santissima, che in questo giorno è particolarmente invocata come Madre della Compagnia di Gesù. Essa ci ottenga dal suo Divin Figlio la grazia di continuare con nuovo impegno nel santo servizio del Signore. Amen.

    

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