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INTERVENTO DEL CAPO DELEGAZIONE DELLA SANTA SEDE
NEL CORSO DELLA XII SESSIONE
DELLA CONFERENZA DELLE NAZIONI UNITE
PER IL COMMERCIO E LO SVILUPPO

DISCORSO DI S.E. MONS. SILVANO M. TOMASI*

Accra, Ghana
20-25 aprile 2008

 

Presidente,

innanzitutto la mia delegazione esprime apprezzamento per l'organizzazione e l'ospitalità offerte dal popolo e dal Governo del Ghana a questa Conferenza Ministeriale dell'Unctad.

Presidente,

1. L'economia mondiale ha attraversato un periodo particolarmente positivo che ha incluso fra i suoi beneficiari anche diversi Paesi in via di sviluppo. Questo positivo risultato globale indica che con uno sforzo congiunto e una generosa volontà politica non sarà impossibile raggiungere i Millennium Development Goals (Mdg). La Delegazione della Santa Sede si rallegra per questo progresso e sostiene il ruolo costante dell'Unctad nel promuoverlo. Al contempo, non si può ignorare l'evidenza di una distribuzione ineguale del benessere fra i Paesi e i loro segmenti di popolazione. Il "Bottom Billion" (il miliardo di ultimi) non è una statistica, ma è costituito da uomini e donne membri della famiglia umana e che quindi hanno diritto a partecipare al processo economico per poter vivere anch'essi con dignità.

2. Il cammino è ancora lungo. Come indicano i risultati della ricerca dell'Unctad, "con la fine del 2007 abbiamo già oltrepassato la metà del tempo che resta prima della scadenza prevista per il 2015 per la riduzione della povertà e siamo ancora molto lontani dal raggiungere i Millennium Development Goals (Mdg). I Pil pro capite dei Paesi ricchi sono circa 5-7 volte superiori alla media mondiale mentre i Pil pro capite dei Paesi più poveri sono circa il 3-6 per cento della media mondiale. Queste cifre alimentano le preoccupazioni per una crescente concentrazione di reddito e di benessere e per l'entità della diseguaglianza, sollevando la questione della reattività della riduzione della povertà alla crescita economica".

3. "Addressing the opportunities and the challenges of globalization for development" è il tema di questa 12ª Conferenza ministeriale. L'intuizione di Sua Santità, Papa Benedetto XVI, che la globalizzazione "necessiti, oltre che di una base di valori condivisi, di un'economia in grado di soddisfare efficacemente i requisiti di un bene comune il cui scopo è ora planetario" converge con gli obiettivi di questa Conferenza. La delegazione della Santa Sede apprezza l'opera svolta dall'Unctad e dal suo Segretariato ed è convinta che il suo fondamentale valore aggiunto derivi da un giusto equilibrio fra i suoi tre pilastri: ricerca e analisi, creazione di consenso e assistenza tecnica. Fra questi, l'indipendenza di analisi offre all'Unctad un vantaggio competitivo che è particolarmente importante per aiutare i Paesi in via di sviluppo a elaborare strategie e azioni politiche. Dunque, i 4 temi scelti dai delegati per la 12ª Conferenza riflettono bene una preoccupazione che deve essere anche nostra. Trovare una risposta corretta a questi temi è cruciale per permettere al mondo di raggiungere gli Mdg nel 2015.

5. L'elevato livello di competenza di questa Conferenza offre una quadro esaustivo delle sfide attuali. Dunque, questa delegazione si concentrerà su questioni come il ruolo cruciale svolto dalla persona umana nello sviluppo da un punto di vista africano. Quindi vengono evidenziati tre temi: il ruolo dell'imprenditore africano, il mondo rurale e lo sradicamento della povertà, la mobilità umana e il suo rapporto con lo sviluppo.

6. Lo sviluppo è incentrato sulla persona umana e a essa orientato. La persona umana agisce all'interno di una rete di relazioni che soddisfano le sue aspirazioni primarie e originarie come il desiderio di verità, di amore, di bellezza e di giustizia. Questa visione è il centro dello sviluppo. Riguarda tutti, indipendentemente dal livello di ricchezza, dal Paese d'origine o dalla cultura specifica. Infatti, lo sviluppo, più che un obbiettivo da raggiungere, è un cammino da percorrere. Lo sviluppo autentico si realizza laddove le persone sono messe in condizione di soddisfare i loro desideri e i loro bisogni più basilari. Ha successo quando riconosce il ruolo centrale svolto dalla persona umana, uomo o donna che sia, mediante il lavoro e la creatività. Prima che gli aspetti tecnici, dovrebbe essere la dimensione umana a indicare il cammino e restare l'obiettivo definitivo. Lo sviluppo autentico è multidimensionale e dovrebbe promuovere tutti gli aspetti fisici e spirituali della vita delle persone, "di ogni persona e di tutta la persona". In quanto compito comune di tutti, deve includere tutti e l'attiva partecipazione dei Paesi meno progrediti, che non possono essere relegati al ruolo passivo di recipienti di politiche di sviluppo e di progetti elaborati altrove.

7. Centro dello sviluppo e risorsa indispensabile per ogni economia, la persona umana è anche la chiave di una nuova possibilità in Africa. Gli imprenditori possono portare al successo il continente attraverso la qualità innovativa delle loro iniziative che, a loro volta, richiedono un realistico "ambiente abilitante". Questo ambiente include buone infrastrutture e regolamenti prevedibili. Il regime fiscale deve essere trasparente e corretto. Sono necessarie affidabili istituzioni per la composizione delle dispute. Lo sviluppo di questo insieme istituzionale è responsabilità principale dei governi, con il sostegno di donatori, ma anche della società civile. Le istituzioni sono formate da individui e lo sviluppo corretto di un insieme istituzionale equo ed efficiente è, quindi, responsabilità collettiva di ogni società. Questa responsabilità include il garantire la pace, l'educazione e la sanità, ma anche lo sviluppo economico.

8. L'accesso al credito resta una questione particolarmente significativa per il settore informale che rappresenta una parte importante dell'economia negli Ldc (Paesi meno sviluppati). L'accesso al credito implica l'accessibilità dei tassi. Gli istituti di microfinanziamento possono essere molto utili, sempre che abbiano essi stessi un corretto accesso al credito mediante le banche commerciali.
Nei Paesi in via di sviluppo le ditte straniere hanno un compito particolarmente importante: quello di contribuire alla diffusione tecnologica, di aumentare la produzione e i livelli occupazionali e di assistere gli imprenditori locali. In questo modo svolgono un ruolo positivo nel rendere più umana la globalizzazione.

9. Inoltre, il rispetto per il necessario senso di equità richiede la garanzia di pari opportunità per ogni imprenditore sul mercato internazionale. Ciò potrebbe richiedere l'allentamento di alcune restrizioni che, attualmente, limitano il grado di competitività delle imprese interne negli Ldc in confronto alle loro controparti delle economie progredite. In particolare, la questione dell'assenza di barriere doganali (regole di origine, adozione di modelli, ecc) andrebbe analizzata attentamente per non discriminare i Paesi più poveri.

10. Non trascurabile è il fatto che la promozione dell'imprenditorialità, in particolare nelle prime fasi del processo di sviluppo, è uno dei maggiori canali di creazione di occupazione. La realizzazione di un "ambiente abilitante" può permettere sia la creazione di nuova occupazione sia il miglioramento della qualità e della dignità del lavoro. Quest'ultimo svolge un ruolo cruciale nella vita di ogni persona che, da protagonista, mostra che la dignità del lavoro è collegata alla dignità della persona umana. Attraverso il lavoro le persone partecipano al proprio sviluppo e alla produzione e allo scambio di beni e servizi e, quindi, alla vita della società in cui vivono come artefici essenziali del suo sviluppo.

11. Il raggiungimento di livelli elevati di qualità e di dignità del lavoro non può essere separato dalla questione della sanità e dell'educazione. Ciò è particolarmente vero in Africa dove in alcuni Paesi malattie e analfabetismo ostacolano lo sviluppo di intere società. L'educazione è fondamentale per il lavoro, non solo perché permette di migliorare la qualità dei beni e dei servizi prodotti, ma anche perché offre le basi di relazioni e condizioni lavorative.

12. Quando si affrontano lo sviluppo e lo sradicamento della povertà in Africa non si può ignorare l'importanza del suo mondo rurale. In Africa la maggior parte dei poveri vive in aree rurali (tre persone su quattro nei Paesi in via di sviluppo) e la loro sussistenza dipende per lo più dall'agricoltura. La metà dei poverissimi che vivono in aree rurali è legata a piccolissime fattorie. Migliorare le condizioni di vita nelle aree rurali significa contrastare direttamente la povertà.

13. Per anni, numerosi agricoltori in tutto il mondo si sono lamentati del prezzo basso sul mercato della merce da loro prodotta, che non riusciva a coprire i costi base di produzione e non permetteva una vita decorosa alle loro famiglie. Oggi, ci troviamo di fronte a uno scenario nuovo. L'aumento dei livelli dei prezzi di molta merce potrebbe avere un impatto positivo sulle entrate di diversi agricoltori nei Paesi poveri. Al contempo, le popolazioni a basso reddito possono soffrire per i prezzi alti degli alimenti base. Le difficoltà saranno particolarmente grandi per i Paesi a importazione netta. Qui, gli agricoltori più poveri la cui produzione è appena sufficiente a soddisfare le necessità delle loro famiglie potrebbero non godere dei benefici dei dazi elevati. Per affrontare questa nuova situazione la riduzione di sussidi distorti nelle economie progredite potrebbe essere accompagnata da riforme nei Paesi più poveri volte ad aumentare la produzione agricola in modo sostenibile. Queste riforme non dovrebbero limitarsi a miglioramenti tecnici nei processi produttivi, ma anche includere nuove strutture organizzative che potrebbero permettere a singoli piccoli agricoltori di essere efficienti e competitivi. Alcune buone iniziative sono già operative e vanno promosse (per es. il Comprehensive Africa Agricolture Development Programme sostenuto dalla Global Donor Platform for Rural Development).

14. D'altro canto, la sostenibilità implica che il successo dello sviluppo delle agricolture locali sia legato alla tutela dell'equilibrio ambientale che in Africa è particolarmente delicato.

15. Chi vive nelle aree rurali affronta con coraggio avverse condizioni e, a volte, vere e proprie catastrofi, che richiedono la solidarietà di tutti. Al contempo, la dignità spesso manifestata dai poveri in queste situazioni dovrebbe essere di lezione per tutti noi. Ricercare continuamente più denaro e accumulare continuamente beni, come spesso si osserva nella popolazione più ricca, può scatenare una gara disordinata che rende ciechi di fronte alle necessità dei poveri e alla loro dignità e mina il rispetto per il Creato. Questi atteggiamenti non sono tollerabili. Sono ingiusti verso i più poveri in tutti i Paesi e andrebbero contrastati con uno stile di vita più semplice.

Presidente,

16. Porre la persona umana al centro degli interessi economici aiuta la comunità internazionale a gestire correttamente il crescente fenomeno moderno della mobilità umana. Le migrazioni riguardano la vita di milioni di persone e di milioni di famiglie. Molti villaggi ricevono una parte decisiva delle loro entrate dalle rimesse inviate da chi è emigrato. Le migrazioni contribuiscono al processo di globalizzazione e aumentano proprio in virtù di esso. Inoltre, svolgono chiaramente un ruolo economico come fattori di sviluppo. Al contempo, le migrazioni sono divenute una controversia questione politica e sociale. Tuttavia, ridurre gli immigrati a un ruolo funzionale dell'economia e sminuire i loro diritti umani si rivelerà, alla fine, una politica fallimentare per lo sviluppo. In questo secolo di migrazioni, sarebbe opportuno che la capacità di ricerca e di analisi dell'Unctad creasse una sorta di "etica comune dell'emigrazione" per i Paesi in via di sviluppo e per quelli industrializzati. Negli Ldc una quota sempre maggiore di immigrati è costituita da lavoratori specializzati. Le ragioni di questa migrazione sono note: limitate possibilità occupazionali, misere condizioni di lavoro, basse remunerazioni e instabilità politica. Al contempo, la richiesta di lavoratori specializzati aumenta nei Paesi industrializzati, che spesso si trovano ad affrontare l'invecchiamento della popolazione. Per i Paesi più poveri la fuga dei cervelli causata da questa migrazione potrebbe avere un prezzo particolarmente elevato: "Lo sviluppo ha bisogno del talento degli africani". Sono state presentate proposte ponderate per rendere il flusso di migrazione fecondo sia per i Paesi di origine sia per quelli di destinazione. Si basano in gran parte sul concetto di movimento temporaneo. Riconoscendo che le persone istruite che lavorano in Paesi più avanzati possono acquisire capacità aggiuntive ed esperienza da porre al servizio del Paese di origine, è anche di importanza fondamentale che queste stesse persone possano trovare, al loro ritorno in patria, le condizioni per poter mettere a profitto le proprie nuove competenze ed esperienze e che i loro diritti umani vengano tutelati per tutto il processo di emigrazione, residenza nel Paese straniero e ritorno e rendere così l'emigrazione una situazione favorevole a tutti per lo sviluppo e la convivialità.

17. In conclusione, presidente, gli obiettivi della Conferenza saranno raggiunti a beneficio della comunità mondiale se si manterranno accessi i riflettori sulla centralità della persona umana nello sviluppo e sul dovere della solidarietà che deriva dalla consapevolezza che la famiglia delle nazioni è quella in cui ogni individuo e ogni Paese possono godere di pari dignità. Sebbene, nel momento attuale, dobbiamo affrontare una crisi dell'economia mondiale che potrebbe suscitare alcuni timori relativamente al futuro, dovremmo comunque ricordare che in definitiva la risorsa innata della persona umana è essere stata creata per la soddisfazione del bene comune e quindi essere sempre aperta al futuro, con uno sguardo non di paura, ma pieno di speranza.

Grazie, presidente.


*L’Osservatore Romano, 4.5.2008, p.2.

 

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