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INTERVENTO DELLA SANTA SEDE
ALLA 52ª SESSIONE DELLA COMMISSIONE ONU
CONTRO LE DROGHE

INTERVENTO DI S.E. MONS. JOSÉ LUIS REDRADO MARCHITE,
SEGRETARIO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO
PER LA PASTORALE DELLA SALUTE*

Vienna
Giovedì, 12 marzo 2009

 

Signora Presidente,
Eccellenze,
Signore e Signori,

La Delegazione della Santa Sede che ho l'onore di presiedere si congratula con lei per l'elezione a Presidente di questa Assemblea e le augura pieno successo nella direzione dei nostri lavori.

La 52ª Sessione della Commissione contro le Droghe prevede due giornate di riunione di alto livello, nel corso delle quali le delegazioni cercheranno di tracciare congiuntamente le grandi linee e gli orientamenti politici che dovranno costituire gli assi principali e le strategie per la Dichiarazione politica e per il Piano di Azione.

Signora Presidente, Eccellenze, Signore e Signori,

La mia Delegazione formula voti affinché, come è avvenuto in passato, si riaffermino una politica e una strategia di azione che pongano al centro dei nostri rispettivi programmi la salute, la dignità e la vita del tossicodipendente e che utilizzino tutti i mezzi e le risorse disponibili per contrastare con forza questo grave fenomeno del quale, purtroppo, si parla meno ma che continua a provocare devastazioni, disastri e vittime, soprattutto fra i giovani, in proporzioni spaventose e inaccettabili.

Pensare di vivere in una società libera dalla droga esige dagli Stati la forte volontà politica di estirpare definitivamente questo fenomeno che alcuni considerano una realtà che già fa parte del nostro vivere quotidiano e per la quale semplicemente si potrebbero limitare i danni.

L'attività capillare delle organizzazioni e delle istituzioni della Chiesa cattolica che operano nel settore, ci dice che l'aver sostituito la droga con la droga nel corso degli anni ha aggravato ancora di più la situazione, rendendo cronica la dipendenza, senza rispondere all'interrogativo sul senso della vita che a nostro parere costituisce il nucleo del problema.

Signora Presidente, Eccellenze, Signore e Signori,

La Chiesa non smette di offrire il suo contributo sia nell'ambito della prevenzione, in particolare attraverso l'azione incisiva della sua pastorale sanitaria, educativa, sociale e familiare, sia in quello del recupero e della riabilitazione dei tossicodipendenti. Al riguardo, la Chiesa stimola e sostiene tutti gli sforzi della Comunità internazionale e degli uomini di buona volontà nella lotta contro il fenomeno della droga negli ambiti della repressione e del crimine, della cooperazione internazionale e di una politica che metta al centro della sua strategia di recupero il rispetto della vita e della dignità della persona del tossicodipendente, il coinvolgimento della famiglia come cellula educativa primaria e il contributo positivo e multiforme delle forze, istituzioni e associazioni impegnate nella società per assistere i tossicodipendenti e che s'ispirano ai nobili principi e valori dell'amore e della solidarietà.

All'inizio del 2006, la Santa Sede ha condotto un qualificato studio [1] in 121 nazioni appartenenti a 5 aree continentali (Africa, America, Asia, Europa, Oceania) su programmi e attività concrete, in strutture sanitarie cattoliche, che lottano contro l'abuso della droga. In tale studio si constata quanto segue: il 33,3 per cento dei centri sanitari cattolici ha un programma per prevenire l'abuso di sostanze psicotrope. La finalità del programma è di individuare e di assistere le persone tossicodipendenti; educare a prevenire l'abuso di sostanze stupefacenti; formare e aggiornare il personale sociosanitario circa la cura, l'accoglienza e l'accompagnamento del tossicodipendente e della sua famiglia; sensibilizzare la comunità sul problema dell'abuso della droga e combattere la discriminazione. In particolare, si riscontrano successi in Spagna, Francia, Irlanda e Portogallo, grazie a un'intensa attività di prevenzione e di assistenza mediante campagne di sensibilizzazione, seminari, corsi e congressi specifici sul tema, la disintossicazione fisica e la riabilitazione del giovane nell'ambito familiare e sociale, garantendo sia l'intervento medico sia l'aiuto psicologico, e la promozione fra i giovani adolescenti di uno stile e di un comportamento di vita che siano una garanzia per la sua salute.

In tal senso, il Santo Padre Benedetto XVI ha affermato: "Fra le numerose iniziative nelle quali (la Chiesa) è impegnata, figura la lotta contro il traffico e il consumo della droga. La volontà di liberare il tessuto sociale da questa minaccia insidiosa che genera il crimine e la violenza e che contribuisce alla distruzione fisica e morale di numerose persone e famiglie, esige la ferma risoluzione politica, la cooperazione internazionale e l'aiuto di tutta la comunità" [2].

Signora Presidente, Eccellenze, Signore e Signori,

Quelle che ho presentato sono alcune considerazioni che la Delegazione della Santa Sede desidera sottoporre alla vostra attenzione e spero che siano tenute presenti nelle deliberazioni, poiché sono considerazioni non solo pertinenti, ma anche di buon senso per i problemi che esaminiamo in questa 52ª sessione della Commissione contro le Droghe, e soprattutto conformi alla dignità dell'essere umano.

Grazie.


[1] Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, Studio su "Programmi, attività e interventi delle strutture sanitarie cattoliche per contrastare le patologie e il comportamento di abuso e pericolo per la salute della persona", 2006, testo inedito.

[2] Benedetto XVI, Discorso a S.E. M. Gilbert Ramez Chagoury, nuovo Ambasciatore di Santa Lucía presso la Santa Sede, in occasione della presentazioni delle lettere credenziali, 1º dicembre 2005.



*L'Osservatore Romano 19.3.2009 p.2.

  
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