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APPROVAZIONE DELLO STATUS DI MEMBRO PER LA SANTA SEDE
DELL'ORGANIZZAZIO INTERNAZIONALE PER LE MIGRAZIONI (O.I.M.)

INTERVENTO DELL'ARCIVESCOVO SILVANO M. TOMASI
OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE
PRESSO L'UFFICIO DELLE NAZIONI UNITE E
ISTITUZIONI SPECIALIZZATE A GINEVRA

Ginevra
Lunedì, 5 dicembre 2011 

 

Presidente,

mi permetta di esprimere una parola di apprezzamento per la decisione, appena presa, di accogliere la Santa Sede quale membro dell’Oim. Nel mondo, il movimento di persone che cercano lavoro o sopravvivenza dalla carestia, dai conflitti e dalla violazione dei loro diritti umani fondamentali continua a crescere. Quindi, la responsabilità della comunità internazionale di rispondere in un modo efficace e umano diviene più evidente e più urgente. Nel suo sessantesimo anniversario, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) può celebrare un primato di grande servizio alle persone dislocate e di collaborazione con gli Stati e con le organizzazioni della società civile nell’individuazione di soluzioni realistiche sui principi base di tutela e di rispetto dei diritti umani. Grazie alla sua appartenenza all’Organizzazione, la Santa Sede intende sostenere questa tradizione secondo la sua natura, i suoi principi e le sue norme specifici. In particolare, desidero evidenziare tre elementi.

Piuttosto che diminuire il loro numero, l’attuale crisi economica complica ulteriormente la vita delle persone sradicate e solleva una questione grave su come fornire sicurezza, non solo agli Stati, ma anche ai migranti. Dal punto di vista di questa Delegazione, le implicazioni etiche dell’attuale situazione sembrano richiedere un dibattito rinnovato su come evitare le morti e reagire ai traumi gravissimi delle persone che tentano di fuggire dai propri Paesi attraverso il Mediterraneo, il Mar Rosso, il deserto dell’Arizona o dai Paesi di transito come l’Egitto e la penisola del Sinai o l’Indonesia verso l’Australia e così via. Oggi, la dimensione etica dei movimenti migratori dovrebbe sussistere insieme con importanti preoccupazioni quali il loro effetto sullo sviluppo, sull’identità nazionale, sull’evoluzione della democrazia. Quando la dignità della persona umana e il diritto alla vita sono a repentaglio, questi valori dovrebbero avere la priorità. In questo difficile campo di riflessione e di equilibrio dei diritti, questa Delegazione cercherà di fare la sua parte.

L’esperienza delle agenzie e delle associazioni cattoliche a Ginevra e «sul terreno» nel mondo, per esempio della Commissione Internazionale Cattolica per le Migrazioni e delle numerose organizzazioni nazionali della Caritas, è ben radicata ed estesa. Fornendo assistenza alle persone dislocate in campi e insediamenti urbani, coordinando le operazioni di reinsediamento ed elaborando programmi di integrazione, queste agenzie e associazioni hanno acquisito un’esperienza inestimabile e hanno fornito un servizio efficace che ha permesso a migliaia di famiglie e di individui di cominciare una nuova vita e di diventare collaboratori costruttivi nelle società ospitanti. Per questo motivo, la collaborazione operativa appare una modalità importante e perfino necessaria per facilitare la convergenza di tutte le forze disponibili per aiutare le persone sradicate di tutti i tipi attraverso programmi congiunti o delegati e attraverso la condivisione regolare di informazioni.

Una terza osservazione riguarda le caratteristiche peculiari dei servizi offerti dalle agenzie e dalle associazioni cattoliche nel mondo. Questa risposta è dettata dalle necessità della persona senza distinzione di razza, colore, credo religioso o sua assenza, e abbraccia tutti in un modo autenticamente completo. Infatti, la convinzione profonda che suggerisce impegno e azione nell’aiutare persone sradicate è basata sul credo nella dignità unica e nell’appartenenza comune alla stessa famiglia umana di ogni persona umana, che è antecedente a qualsiasi considerazione di natura culturale, religiosa, sociale, politica o di altro tipo. Questo servizio disinteressato apprezza l’accompagnamento di persone sradicate e combina l’assistenza professionale con l’amore generoso, producendo risultati più efficaci e benefici di lungo periodo. Quindi, appare solo giusto che le autorità pubbliche riconoscano il contributo e, in un senso autentico di democrazia, creino spazio per un servizio basato sulla coscienza che, a sua volta, divenga garanzia di libertà per tutti.

Infine, Presidente, la partecipazione della Santa Sede all’Oim in qualità di membro è un impegno alla collaborazione e al sostegno nella ricerca comune di soluzioni e di assistenza a persone coinvolte in questo importante fenomeno del nostro mondo globalizzato e che necessitano di una mano amica per divenire protagoniste del proprio futuro e collaboratrici attive nelle società di adozione e nel mondo in generale.

 

           

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