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XXI RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DELL’ORGANIZZAZIONE
PER LA SICUREZZA E LA COOPERAZIONE IN EUROPA (OSCE)
(KIEV, 5-6 DICEMBRE 2013)

INTERVENTO DI S.E. MONS. DOMINIQUE MAMBERTI,
SEGRETARIO PER I RAPPORTI CON GLI STATI

Kiev (Ucraina)
Giovedì, 5 dicembre 2013

 

1. La Delegazione della Santa Sede desidera ringraziare Sua Eccellenza il Signor Leonid Kozhara, Ministro degli Affari Esteri dell’Ucraina, come anche la presidenza Ucraina, per il 2013, dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce), non solo per la loro generosa ospitalità in questi giorni, ma anche per i loro sforzi per rafforzare una cultura di dialogo e fiducia fra gli Stati partecipanti.

Guardando all’anno appena trascorso, ma anche al futuro, mi sia consentito di condividere la visione della Santa Sede riguardo ad alcuni degli sforzi, delle sfide e dei risultati recenti della nostra Organizzazione.

2. La dimensione politico-militare. Per quanto riguarda la dimensione politico militare dell’Osce, la Santa Sede desidera esprimere il proprio apprezzamento per i grandi sforzi compiuti dai tre Stati partecipanti che hanno presieduto il Forum sulla cooperazione alla sicurezza nel 2013, vale a dire il Principato di Liechtenstein, la Repubblica della Lituania e il Granducato di Lussemburgo, e che ne hanno diretto le attività con la volontà di ottenere risultati tangibili.

La mia Delegazione ha osservato con piacere il clima costruttivo che ha caratterizzato molte attività del Forum nelle sue tradizionali aree di competenza, come la promozione delle attività previste dai documenti sulle armi leggere e le armi di piccolo calibro (Salw) e le scorte di munizioni convenzionali (Sca), nonché l’attuazione del "Codice di condotta relativo agli aspetti politico-militari della sicurezza". La Santa Sede è particolarmente interessata agli importanti principi che essi contengono per via delle loro ovvie implicazioni umanitarie. Desideriamo esprimere particolare apprezzamento per un aggiornamento riuscito del Documento dell’Osce sulla non-proliferazione. Tutte queste attività del Forum costituiscono un importante contributo al successo del Processo Helsinki +40, per il quale gli Stati partecipanti all’Osce si sono impegnati lo scorso anno a Dublino.

Tuttavia, pur notando questi aspetti positivi, dobbiamo esprimere anche la nostra preoccupazione per la mancanza di progressi nell’aggiornare il Documento di Vienna, che è essenziale per assicurare una maggiore trasparenza per quanto riguarda le attività e gli equipaggiamenti militari degli Stati partecipanti, ed è un prerequisito per la stabilità e la sicurezza nella regione. Malgrado il mandato univoco ricevuto durante gli incontri precedenti di Astana e di Vilnius, sembra esserci una certa mancanza di volontà politica a muoversi in tale direzione. Speriamo che questo Consiglio dei Ministri dia la spinta necessaria per ottenere tale risultato.

3. La dimensione economica e ambientale. Molti hanno riconosciuto l’importanza e il ruolo indispensabile delle attività economiche e ambientali dell’Osce nella sua ricerca di una sicurezza comprensiva. Una maggiore volontà politica e un impegno più forte, paragonabili a quelli evidenziati nelle altre due dimensioni, servirebbero a massimizzare il potenziale e a fare pieno uso delle opportunità che attendono di essere sfruttate in una vasta area di applicazione.

L’interesse della Santa Sede per quest’area, che innegabilmente contribuisce a salvaguardare, promuovere e proteggere la dignità umana, la sicurezza e il benessere, è stata confermata dalle parole di Papa Francesco all’inizio del suo pontificato, quando ha chiesto a tutti di contribuire a proteggere il creato e la bellezza del mondo creato, il che significa rispettare ciascuna delle creature di Dio e l’ambiente in cui viviamo (cfr. Papa Francesco, Messa per l’inaugurazione del pontificato, 19 marzo 2013).

In questo contesto, la Santa Sede apprezza l’enfasi posta dalla presidenza ucraina nel 2013 sull’impatto ambientale delle attività collegate all’energia, sul risparmio energetico e sulle fonti energetiche rinnovabili, che sono una preoccupazione comune a tutti gli Stati partecipanti e direttamente collegate alla prosperità, alla salute, alla sicurezza e al benessere generale dei loro cittadini. La Santa Sede è anche ben consapevole dell’importanza della gestione dell’acqua, e pertanto si complimenta con la presidenza svizzera entrante per aver incluso tale importante questione tra le sue priorità per il 2014.

4. Non sorprenderà nessuno che la mia Delegazione attribuisce grande importanza al tema della migrazione. Secondo la Santa Sede, i diritti dei migranti devono essere una considerazione primaria. Anche in tempi di crisi finanziaria, i migranti non devono essere considerati meramente in termini del loro ruolo economico come forza lavoro temporanea o come residenti permanenti. La loro dignità di persone umane deve avere la precedenza su ogni altra considerazione.

5. La dimensione umana. Quest’anno si celebra il 50° anniversario dell’Enciclica Pacem in terris di Papa Giovanni XXIII. In questo storico documento della dottrina sociale della Chiesa cattolica, Giovanni XXIII osservò che "i rapporti fra le comunità politiche, come quelli fra i singoli esseri umani, vanno regolati non facendo ricorso alla forza delle armi, ma nella luce della ragione; e cioè nella verità, nella giustizia, nella solidarietà operante" (n. 62).

In molti hanno riconosciuto il contributo che la Pacem in terris ha dato alla promozione dei diritti umani. A questo proposito, desidero ricordare le parole di John F. Kennedy, presidente degli Stati Uniti d’America, morto tragicamente solo pochi mesi dopo la pubblicazione dell’Enciclica: "Mi sento molto incoraggiato dalla lettura, questa settimana, della straordinaria enciclica Pacem in terris. Con la sua analisi profonda dei grandi problemi attuali, del benessere sociale e dei diritti umani, del disarmo, dell’ordine internazionale e della pace, questo documento certamente mostra che sulla base di una grande fede e delle sue tradizioni, è possibile trarre consigli in merito agli affari pubblici, preziosi per tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Come cattolico, ne vado fiero; e come americano, ho imparato da essa" (John F. Kennedy, Discorso al Boston College, 20 aprile 1963).

La Santa Sede gradisce e apprezza in modo particolare l’accento posto dalla presidenza ucraina ed i negoziati condotti con successo sulla libertà di pensiero, di coscienza, di religione o di credo. Queste libertà appartengono al nucleo essenziale dei diritti naturali, che il diritto positivo non potrà mai legittimamente negare. Il rispetto della libertà di religione, che protegge la dimensione trascendente della persona umana che cerca una verità più grande di quella che può offrire il mondo materiale, affonda le radici nella dignità non negoziabile di ogni uomo e di ogni donna, creati a immagine di Dio.

Quest’anno celebriamo il 1700° anniversario dell’editto di Milano, emanato nel 313 dall’imperatore Costantino, che è uno dei documenti più importanti della storia per quanto riguarda la libertà di religione. È inquietante osservare che, diciassette secoli dopo, nella regione dell’Osce sono sempre più numerosi gli episodi contro i cristiani motivati da pregiudizio. Quando parliamo di negazione della libertà religiosa e di intolleranza, in particolare contro i cristiani, pensiamo subito a certi Paesi al di fuori della regione dell’Osce o nelle sue vicinanze. Non dovremmo dimenticare che ci sono episodi di intolleranza e di emarginazione della religione e dei credenti anche in società tradizionalmente democratiche, dove per fortuna non ci sono persecuzioni violente. Per quanto riguarda le comunità religiose maggioritarie, i loro diritti devono essere protetti anche da ogni limitazione ingiusta e illegittima. Gli atti di vandalismo contro le chiese e i cimiteri cristiani devono essere condannati e perseguiti legalmente con la stessa determinazione dimostrata per quanto riguarda i luoghi di culto di altre religioni.

6. Occorre prestare un’attenzione costante anche al problema persistente del traffico degli esseri umani. Questo odioso crimine deve essere combattuto con tutti i mezzi legali disponibili. A tale riguardo, la mia Delegazione desidera esprimere la sua profonda gratitudine alla presidenza ucraina dell’Osce per aver organizzato una conferenza di alto livello sulla lotta a questo orrendo crimine. Incoraggiamo la presidenza svizzera entrante a dedicarsi a tale questione con la maggior determinazione possibile.

7. La Santa Sede ribadisce il suo appoggio al Processo Helsinki +40, volto a fornire per gli anni a venire una direzione strategica orientata al risultato. Sono convinto che, con un’accresciuta fiducia e una volontà politica forte, la visione di una comunità di sicurezza, nata a Helsinki nel 1975, al termine di tale Processo verrà rafforzata e rinnovata attraverso la disponibilità consensuale ad assicurare pace e sicurezza a tutti gli Stati partecipanti e alle aree confinanti, che ancora devono affrontare quotidianamente tante preoccupanti sfide.

8. Per concludere, desidero rinnovare la mia gratitudine alla presidenza ucraina dell’Osce nel 2013 per la sua leadership e il suo servizio, nonché formulare i miei migliori auguri alla presidenza svizzera entrante, mentre lavoriamo insieme per raggiungere gli obiettivi, la visione e i valori comuni, approvati e condivisi da tutti gli Stati partecipanti dell’Osce.

 

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