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2a SESSIONE DEL GRUPPO DI LAVORO APERTO
SUGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE IN MERITO AL TEMA "CONCETTUALIZZARE GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE"

INTERVENTO DELL'ARCIVESCOVO FRANCIS CHULLIKATT, OSSERVATORE PERMANENTE
DELLA SANTA SEDE PRESSO LE NAZIONI UNITE*

New York
17 aprile 2013

 

Signor Co-Presidente

La mia delegazione è lieta di partecipare al dibattito odierno su modi e mezzi per fare il punto sulle lezioni apprese dalla decennale agenda di sviluppo delle Nazioni Unite, e su come utilizzarle per raggiungere obiettivi di sviluppo sostenibile coerenti e chiari. Il nostro scopo è di fare in modo che la ricerca di obiettivi di sviluppo sostenibile concepisca un’agenda più olistica e integrata, capace di rinnovare lo spirito di solidarietà nel mondo e di elaborare un modello ambizioso di sviluppo sostenibile. Si basa sul riconoscimento che è nostra responsabilità comune costruire un modello fondato sulle esigenze della giustizia sociale, piuttosto che sulla logica fallace dell’interesse personale utilitaristico e individualistico.

Nel definire gli obiettivi di sviluppo sostenibile (sdg), dobbiamo farci ispirare da una serie di principi comuni che servono a unire e a guidare la famiglia umana. Tra questi c’è anzitutto il primo principio della Dichiarazione di Rio sull’ambiente e lo sviluppo, adottata durante la conferenza di Rio de Janeiro del giugno 1992, che riconosce la centralità della persona umana, affermando che «gli esseri umani sono al centro delle preoccupazioni relative allo sviluppo sostenibile. Essi hanno diritto ad una vita sana e produttiva in armonia con la natura».

La promozione dello sviluppo umano integrale riconosce che lo sviluppo autentico esige qualcosa di più di uno sviluppo meramente economico, sociale o politico, ossia che richiede lo sviluppo della persona umana in tutte le sue dimensioni, compreso lo sviluppo fisico, spirituale e morale. Lo sviluppo globale dovrebbe essere valutato non soltanto in base a criteri economici, ma anche attraverso tutti i modi in cui la persona può svilupparsi e essere considerata priorità.

La sfera tecnica ed economica non è eticamente neutrale, né è per forza disumana o antisociale. Proprio per questo, l’attività autenticamente umana ha bisogno di essere strutturata e istituzionalizzata in modo etico (cfr. Benedetto XVI, Lettera enciclica Caritas in veritate, n. 36 e 37). Mentre ciò costituisce certamente una sfida complessa, occorre tuttavia porre l’enfasi sull’importanza di passare da una concezione meramente economica dello sviluppo a un modello di sviluppo integralmente umano in ogni suo aspetto: economico, sociale e ambientale (cfr. Giovanni Paolo II, Messaggio all’Angelus del 25 agosto 2002, domenica precedente l’apertura del summit di Johannesburg) e fondato sulla inerente dignità di ogni persona. Non c’è un conflitto predeterminato tra gli esseri umani e il loro ambiente, tuttavia la loro coesistenza ha sempre avuto come premessa un patto stabile e inscindibile in cui l’ambiente condiziona la vita e lo sviluppo degli esseri umani.

Nel discernere possibili obiettivi di sviluppo sostenibile, siamo invitati a preoccuparci di tutti i membri della famiglia umana, specialmente quelli meno fortunati, e a considerare ogni persona umana una risorsa per lo sviluppo sostenibile piuttosto che un ostacolo allo sviluppo. Così facendo, dobbiamo ravvivare la solidarietà globale, che dovrebbe alimentare l’agenda per lo sviluppo delle Nazioni Unite, con una percezione rinvigorita dell’obiettivo di mantenere le nostre promesse e fare la differenza in modo duraturo nella vita di quanti cercano un futuro migliore.

La ricerca e il perseguimento di obiettivi di sviluppo sostenibile, sotto la guida del gruppo di lavoro aperto, dovrebbero ambire a «edificare società più umane e più giuste» (Discorso di Papa Francesco al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, 22 marzo 2013) e a perseguire un ruolo nobile che faccia la persona umana custode del creato, realizzando così uno sviluppo incentrato sull’uomo. Il vero progresso sarà però difficile se la comunità globale si scoprirà incapace di trascendere il proprio interesse cieco, politico, di parte ed economico, e di ricercare una visione comune dell’umanità.


*L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIII, n. 150, Merc. 03/07/2013.

 

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